CINEMA: D-TOX
 
Arrivato alla soglia dei 50, e dopo numerosi tentativi di 
 dimostrare le qualità di attore completo, Sylvester Stallone 
 approda ad un nuovo lavoro targato Jim Gillespie e scritto da 
 Howard Swindle e Ron L. Brinkerhoff in cui, senza eccessi di 
 fantasia, interpreta un poliziotto braccato da un Killer 
 sanguinario.
 In questa pellicola ciò che salta agli occhi come primo dato, è 
 proprio il fatto che fino a quando il protagonista è vestito in 
 giacca e cravatta, pulito e bravo maritino tutto lavoro e 
 famiglia, la noia impera e si affaccia l’idea dell’inizio del 
 declino di quello che per vent’anni è stato un mito per gli 
 spettatori di tutto il mondo.
 Ma tanto fortunatamente quanto inaspettatamente, la 
 sceneggiatura dopo il primo quarto d’ora ha un guizzo e 
 cambiando totalmente il paesaggio consente a Stallone di tornare 
 a vestire i panni dell’eroe sporco, sudato e preoccupato che, 
 non c’è nulla da fare, gli si adattano come un guanto.
 A questo punto si assiste ad un sostanziale cambiamento di ritmo 
 e d’interesse: ritorna “Il mito”, in tutta la sua capacità di 
 catalizzazione delle emozioni in sala, che valgono ancora una 
 volta il prezzo del biglietto, anche su una pellicola che 
 difficilmente troveremo trionfante alla notte degli oscar. 
 Per il resto un action movie di mediocre livello, apprezzabile 
 dagli amanti del genere ma di caratura non eccezionale, 
 nonostante le presenza di un “parterre de roi” notevole, a 
 partire da Tom Berenger, Robert Patrick (terminator 2), Kris 
 Kristofferson (il pianeta delle scimmie,Blade 2) e Charles 
 Dutton (la fortuna di cookie e minuti contati).
 Per gli appassionati.
Mirko Spelta
               
 Per comunicazioni all'autore della recensione:
                
ginodilegno@inwind.it
 GdS 8 VI 2002
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