Il film: Good Night, and Good Luck Il potere delle parole

DOMANDE & RISPOSTE (GEORGE CLOONEY).

Quando si parla di informazione, bisognerebbe, almeno ogni
tanto, ricordarsi di qualcuno che quando la faceva provocava
brividi di emozione in chi l’ascoltava.

Come, ad esempio, quell’eccellente E. Murrow (David Strathairn)
giornalista “schietto” che nei suoi completi gessati di formale
eleganza sapeva celare l’armatura di un guerriero pronto a
gettarsi a capofitto nella battaglia mediatica, senza risparmio
di energie e di sofferenze.

Con il saluto: Buona notte e buona fortuna, Edward R. Murrow
chiudeva le sue trasmissioni tv. Una frase che divenne il
simbolo di un personaggio mitico della tv americana, dimostrando
che la televisione poteva non essere solo una “scatola e un
ammasso di fili”, ma davvero un mezzo potente per il
ristabilimento della verità e un atto di accusa contro le
ingiustizie, convertendo così le sue potenzialità comunicative
in valore etico.

Con la famigerata “caccia alle streghe” del Senatore McCarthy,
convinto paladino della democrazia nel suo strenuo tentativo di
scovare e annientare i comunisti, l’America scoprì in che modo
la paura poteva avvelenare la vita e con quali strumenti –
spacciati per armi di difesa della libertà – al contrario, si
rinunciava ad essa, soffocando idee e pensieri, omologandosi ad
una linea indifferente per evitare anche il più vago sospetto
che poteva trasformarsi in una persecuzione. Ed Murrow, con i
suoi collaboratori, ebbe il coraggio, fino in fondo, di battersi
per i diritti civili, mettendosi in gioco completamente, senza
alleviare, né a sé ne ai suoi, dolori anche crudeli. A
raccontare i “fatti” così com’erano, con misura, compostezza,
eleganza, senza mai cedere al sensazionalismo.

Il film: Good Night, and Good Luck

Titolo originale : Good Night, and Good Luck

Regia George Clooney

Sceneggiatura George Clooney, Grant Heslovs

Interpreti George Clooney, David Strarhaim, Jeff Daniels

Durata 90 min

Montaggio Stephen Mirrione

Scenografia Jim Bissel

Fotografia Robert Helswit

Paese, Anno USA 2005

Produzione Grant Heslov, Steven Soderbergh

Distribuzione MediaFilm


1953. Siamo agli albori della televisione e il giornalista
Edward R. Murrow conduce il popolare programma See It Now in
onda sulla CBS e, con il produttore Fred Friendly, è il
responsabile del talk show Person to Person. Quando Murrow
decide di combattere la politica della “caccia alle streghe” del
Senatore McCarthy, impegnato nella sua crociata contro il
comunismo, la rete televisiva e i suoi collaboratori si trovano
nell’occhio del ciclone, coinvolti in una sfida giornalistica e
politica che ha segnato un’epoca.

Con la sobrietà e l’eleganza del bianco e nero, Good Night, and
Good Luck traccia un affresco d’epoca di straordinario realismo,
mescolando immagini di repertorio e fiction e affidando alla
potenza delle parole e al coraggio di chi le pronuncia il
compito – difficile ma riuscito – di sostenere l’intero film.
Clooney inoltre dimostra di possedere una sensibilità registica
non comune che lo affranca sicuramente dal ruolo statico del
bello e piacione, concupito da migliaia di fan assatanate che
pure a Venezia lo inseguivano in ogni dove.

Per lui si è ritagliato un ruolo secondario, lasciando
primeggiare uno straordinario David Strathairn, insignito
meritatamente con la Coppa Volpi per la sua prestigiosa
interpretazione del famoso giornalista che non indietreggiava
mai di fronte ai “ricatti ”, pur di poter raccontare i “fatti”
com’erano e non come voleva la politica di quel tempo.

Il film che tutti davano Leone d’oro, è una bella pagina di
giornalismo su cui meditare, perché George Clooney, figlio di un
conduttore di notiziari, conosce l’argomento e non si limita a
celebrare la figura di un giornalista, a suo modo “nobile”, ma
racconta la storia personale e professionale di un uomo che ha
creduto, da sempre e fino in fondo, alla forza della
comunicazione e che è riuscito a spezzare l’intorpidito
incantesimo di un tv di intrattenimento per fare entrare nelle
case della gente una realtà che non aveva solo a che fare con il
glamour o l’effimero della celebrità.

In un'era mediatica come la nostra Goodnight, and Good Luck è un
film indispensabile, intenso ed emozionante, un atto d'accusa
nei confronti non tanto della politica quanto piuttosto
dell'acquiescenza dei media nei confronti dei cattivi politici e
degli uomini di potere.

Un riferimento evidente al Patriot Act su cui ha incentrato il
suo film anche Michael Moore di Farhenheit 9/11 e alla decisione
di Bush di sospendere i diritti dei cittadini in nome della
caccia all’ inafferrabile Osama Bin Laden.

DOMANDE & RISPOSTE (GEORGE CLOONEY).

-
George, come mai ha girato in bianco e nero Goodnight, and Good
Luck ?

Per attirare l’attenzione della gente su di un film che ti sta
particolarmente a cuore, devi partecipare ad un Festival
cinematografico, devi andare in concorso. Non amo tanto la
competizione per quello che riguarda il cinema in quanto - credo
- sia difficile paragonare l'arte. Intervenire ad un Festival,
però, consente di polarizzare l’interesse anche su un piccolo
film come il mio, che è difficile da vendere, perché è in bianco
e nero. Basta pensare che il trenta per cento degli americani
oggi non ha alcuna idea di chi fosse McCarthy e di quello che
aveva fatto.

-
Lei ha prodotto due film da regista ambientati nel
passato (Confessioni di una mente pericolosa e Goodnight, and
Good Luck), che meditano sui media e che parlano della
manipolazione della verità. Può dirci il motivo?

Forse avrei dovuto fare al contrario. Iniziare raccontando
Murrow e i momenti più alti della televisione, andando - pian
piano - a scivolare verso il decadimento successivo. Vivo una
grande fascinazione per la televisione. Sono cresciuto come mio
padre che faceva il giornalista e che ci portava ogni estate con
lui in redazione. Era un conduttore televisivo che - oggi -
scrive ancora attivamente per un quotidiano. Mia madre lavorava
e - da bambino quando avevo quattro anni - insieme a mia sorella
ci lasciava da papà nel suo ufficio dove stavamo praticamente
tutto il giorno. All'età di undici anni sapevo usare il
titolatore elettronico e - ancora prima - avevo tenuto il
cosiddetto gobbo mentre mio padre leggeva le notizie in diretta.
Ho un grande amore per i telegiornali e per la televisione più
in generale.

Gli spot originali che ha inserito: uno sui benefici
dell'amianto e l'altro sul piacere delle sigarette, sono molto
esilaranti, pensando ad oggi…

Abbiamo voluto includerli per avere dei momenti molto ironici,
anche se come non fumatore sono preoccupato da chi cerca di
attrarre le persone verso il fumo. Volevamo controbilanciare
l'immagine romantica di questi giornalisti che fumavano davanti
alla telecamera e durante la trasmissione. Basti pensare che i
protagonisti della storia sono morti di tumore…Il fumo fa male
davvero.

-
Perché ha scelto proprio la storia di Ed. Murrow?

Per molti motivi. Quello di Murrow fu un’impresa molto forte che
andava raccontata. Quando realizzi un film è interessante potere
descrivere trame del genere che riguardano gesti molto
coraggiosi. Inoltre è un buon momento per parlare dell'uso della
paura allo scopo di limitare le libertà sociali e i diritti
civili. Il Patriot Act sta per essere rinnovato e tira un'aria
che fa un po' paura. Certo, non abbiamo ancora raggiunto il
livello del senatore Joe McCarthy, ma è un fenomeno comunque da
tenere d'occhio. Qualche giorno fa il "Washington Post" ha
pubblicato un articolo a proposito di una donna che ha perso suo
figlio in Iraq accusata da una fondazione conservatrice di
essere un membro del nuovo partito comunista. Nei secoli abbiamo
imparato che quando il potere non viene controllato è sempre
molto pericoloso.

-
Il cinema può avere un valore educativo in questo senso?

Ci sono dei film che hanno in sé un valore sociale molto forte.
Se uno guarda a I migliori anni della nostra vita e I giovani
leoni, oppure Philadelphia o Tornando a casa o ancora Indovina
chi viene a cena pensa che questi film abbiano tutti aperto le
porte alla discussione. Non credo che possiamo pensare di
educare qualcuno, perché non siamo dei documentaristi. Goodnight,
and Good Luck è cinquanta per cento documentario e cinquanta per
cento film di fiction. Un documentario, invece, equilibrato e
interamente basato su testimonianze vere, può educare le
persone.

-
Parliamo dello stile del film…

Mi sono concentrato sulla storia e sugli attori. La posizione
della macchina da presa doveva diventare l'ultimo elemento su
cui costruire la lavorazione. Ho guardato molti documentari su
quegli anni, vecchi spettacoli televisivi in bianco e nero,
Lenny con Dustin Hoffman. Ho scelto il bianco e nero, perché è
così che ricordavo sia McCarthy che Murrow: due persone semplici
e dirette. Al tempo stesso, però, mi sembrava perfetto per
accentuare il contrasto tra le idee in un'era dominata da
posizioni radicali e polarizzate rispetto alla nostra soggiogata
dal 'grigio'. Abbiamo fatto moltissimi test su diversi tipi di
pellicole. In più abbiamo imparato a sviluppare questi dialoghi
in sovrapposizione.

-
Lei sembra subire il fascino del passato…

Molti tra noi hanno una visione eccessivamente romantica degli
anni Cinquanta con Frank Sinatra che cantava…Sembra tutto molto
chiaro oggi: bianco e nero, giusto e sbagliato…non era così: se
tu fossi stato un afroamericano che in quel periodo viveva nel
Mississipi avresti avuto non pochi problemi. Lo stesso se fosti
stato una donna che lottava per essere pagata quanto un uomo.
Per me è importante ricordare come si vivesse in quel periodo.
E' facile pensare ai momenti 'giusti' o 'sbagliati' come in
Mezzogiorno di fuoco, ma non sempre nella vita è possibile. E'
chiaro: talora una distinzione tra ciò che è giusto e sbagliato
è facile da fare. Più complicato è dire chi siano i buoni e chi
i cattivi.

DAVID(David Strathairn , Coppa Volpi per la migliore
interpretazione maschile e, sicuramente, prossimo candidato
all’Oscar, è un attore che - fino ad oggi - non aveva mai avuto
modo di dimostrare le sue grandi qualità. Pur essendo attivo da
oltre un quarto di secolo e avere partecipato a film come
Memphis Belle, Sogno di una notte di mezza estate, La mappa del
mondo...) , tutti le fanno festa perché una recitazione come la
sua si sognava da tanto…

Sono onorato da questo premio: per me era stato già tanto avere
la possibilità di interpretare questo ruolo. Il premio migliore
per questo film è che molti lo vadano a vedere. Penso che
potrebbe esercitare un'influenza positiva su tutti, anche sui
giornalisti. Questo film è stato veramente un grandissimo lavoro
di squadra. Come è stato per Murrow, che ha fatto un gran lavoro
e si è battuto per i suoi ideali, ma non avrebbe potuto fare
tutto da solo. Esattamente come nella vita vera, ha avuto il
supporto di una squadra.

-
Quali erano i tratti caratteristici di Ed Murrow che più le
interessava mettere in mostra? Dignità, senso dell'onore,
umanità, compassione?

Tutte queste qualità e anche altre: Murrow ha capito quanto
fosse importante battersi per le sue idee e quindi per il suo
senso della libertà. Egli era fortemente convinto del fatto che
ogni persona accusata da McCarthy avesse diritto di difendersi:
colpevole o non colpevole. Egli era una persona estremamente
integra e molto testarda, e questo è notevole se vuoi portare
avanti e difendere degli ideali così alti. Era una persona che
si è sempre battuta per la libertà, per l'uguaglianza, per la
libertà di espressione, per il fatto che tutti avessero il
diritto di esprimersi senza condizionamenti. E per fare questo
doveva essere anche una persona con molto coraggio.

-
Come ha lavorato su un personaggio realmente esistito e - al
tempo stesso la cui vita è fortemente documentata dalle
trasmissioni televisive che ha condotto...

Mi sono documentato molto su di lui: ho letto moltissimo e ho
visto molti documentari dell'epoca, comprese le parti storiche
inserite nel film. Le ho guardate e riguardate tante volte,
guardato tantissime foto e ascoltato la sua voce proprio per
cercare di somigliargli il più possibile. Non volevo, però, fare
un'imitazione del vero Murrow. George Clooney è stato molto
chiaro: "Questo non dev'essere un film biografico, questo è un
film che si concentra su quattro o cinque anni della vita di
questo personaggio per raccontare un evento particolare". In un
certo senso mi ha liberato della responsabilità di essere lui,
per cogliere la sua essenza. Che è una cosa diversa. Ho cercato
di avvicinarmi a questo tipo di pensiero, ho cercato di sentire
quello che sentiva lui, questo è stato il mio sforzo. E cercare
anche di capire da dove lui traeva la sua forza e la sua
energia, quindi non imitare il suo modo di muoversi, come si
vestiva, la sua postura, la voce, ma cercare di indovinare qual
era la spinta che faceva che fosse quello che era.

Un lavoro sul mito e non sulla persona...

Esattamente. Questa è la speranza: avere colto l'essenza non
della persona ma del personaggio, cioè dell'icona. In tutti i
filmati che ho visto appariva poco la sua parte fascinosa, ed
emergeva molto la sua intensità e integrità. Spero di aver colto
anche questo suo fascino. Del resto è sempre molto difficile
interpretare una persona realmente vissuta, per quanto uno si
prepari.

-
Che importanza può avere questo film sul lavoro dei giornalisti?


E' sempre utile ricordare ai giornalisti quali sono le regole
base e soprattutto il perché si è diventati giornalisti. E poi
questo film può comunque sollevare un dibattito e accendere la
scintilla su quali sono gli standard ai quali dovrebbero
attenersi . Che sono poi quelli di Murrow. Io penso comunque che
questo film sarà visto e accolto entusiasticamente da molti.
Perché alla fine dà comunque un messaggio positivo, molto
artistico e molto bello. Lottare per la verità e la giustizia, a
costo di rimetterci molto della propria persona, è sempre
consolante per le nuove generazioni e per quanti credono che
l’umanità va avanti, non all’indietro. Poi, penso che il bianco
e nero ci voleva per un film come questo perché condiziona i
sensi in modo diverso. Nel '54 il mondo era molto più in bianco
e nero di come lo è adesso, oggi è tutto grigio e le divisioni
sono meno nette. Quella era un'epoca di posizioni polarizzate ed
estreme. Non si può parlare di revisionismo storico con questo
film perché non c'è niente di reinventato. Abbiamo usato solo
materiali di repertorio. Quello che vediamo è già Storia.
Riflette ciò che è veramente accaduto. Sono convinto che Good
Night, and Good Luck sia anche un film divertente, c'è una
bellissima musica e anche il modo in cui è girato è molto
moderno.


E noi sinceramente pensiamo che siamo stati più che fortunati a
seguire le vicende di questo strepitoso giornalista,
augurandoci, poi, che vi siano ancora tipi come lui che ti
“illuminano” un po’ la strada da percorrere, nel nostro mondo
dove tutto si “vende” e tutto è strumentalizzato.

Maria & Elisa
Marotta


GdS 30 IX 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Maria & Elisa Marotta
Società