Gina Lollobrigida, il suo debutto come scultrice a Venezia 60

Open 2003 - Le dichiarazioni di Gina - Domanda e risposta

OPEN 2003

In occasione della Mostra internazionale del Cinema, al Lido
di Venezia si svolge parallelamente Open2003, esposizione
Internazionale di Sculture ed installazioni. L’esposizione
giunta quest’anno alla sesta edizione, è intitolata ”Arte &
Cinema” ed ha offerto la possibilità di assistere al lavoro
di diversi artisti coinvolti professionalmente nel cinema,
tra i quali ricordiamo Dennis Hopper e Julian Schnabel. In
tale occasione non poteva mancare Gina Lollobrigida che
quest’anno, dopo la sua prima esposizione in giugno allo
State Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, ”debutta” a
Venezia come artista scultrice, presentando al pubblico del
cinema che ha tanto amato, un’anteprima delle sue numerose
creazioni. Come ha ripetuto più volte in conferenza stampa,
negli ultimi dieci anni, si è ritirata completamente dal set
per dedicarsi esclusivamente alla scultura, per riprendere
quell’amore abbandonato ma mai dimenticato durante la sua
sfolgorante carriera di attrice. Rammentiamo che Gina
Lollobrigida è apparsa sulla copertina del 'Time' ed il
pubblico americano ha cominciato a parlare di lei come "la
cosa migliore dell'Italia dopo gli spaghetti". Ha girato più
di 60 film e ha lavorato con i più grandi attori di quegli
anni da Mastroianni a Yul Brynner, da Sean Connery e Rock
Hudson a Gérard Philip e Frank Sinatra. Nel 1953 il colpo di
fortuna con Pane, amore e fantasia, nel ruolo della
"bersagliera" Nel 1954 gira La Romana, sempre tratto da un
romanzo di Moravia, e il seguito di Pane, amore, questa
volta è gelosia. Da sempre anche fotografa, ha pubblicato
diversi libri. Si è impegnata per l'UNICEF, l'UNESCO ed è
Ambasciatrice della Fao. Oggi si presenta al pubblico
italiano in questa versione inedita e sconosciuta , anche se
già nel 1992 una sua scultura (un bambino che cavalca
un'aquila) dal titolo "Vivere insieme" ha rappresentato
l'Italia all'Expo di Siviglia.

Durante gli ultimi dieci anni – dice- ho preparato circa 60
sculture, ho lavorato fino a quando non mi sono sentita
pronta per presentarmi al mondo; in tutti questi anni non ho
mai fatto vedere il miei lavori a nessuno, adesso finalmente
posso esporli e gioire dell’approvazione che già mi hanno
tributato a Mosca ed ora a Venezia.

L’esposizione delle sue sculture si è vista principalmente
all’Excelsior, deputato da sempre come uno dei luoghi
principali della Mostra Internazionale del Cinema di
Venezia.

Il curatore della mostra open2003, Robert C. Morgan, noto
critico americano parla a lungo di Gina Lollobrigida ed
apprezza la sua attenzione e concentrazione sul dettaglio
fino a definirla come un ritorno al barocco un ”new rococò”.
Anche Maurizio Calvesi, noto critico, già curatore della
Biennale Arte di Venezia in passato, elogia il lavoro della
Lollobrigida. Francesco Bonami, direttore della Biennale di
Venezia, Arti Visive a conferma del suo apprezzamento per le
sculture della Lollobrigida, l’ha invitata ad una visita
privata dell’esposizione ai Giardini della Biennale.

Le dichiarazioni di Gina

Ho cominciato non con il cinema, e molti non lo sanno, ma
studiando all’Accademia di Belle Arti, il mio sogno era di
diventare artista o una cantante. Non pensavo assolutamente
al cinema. Il destino ha voluto che io facessi un altro
percorso ed è stato De Sica che mi ha convinto a restare nel
Cinema perché era un maestro che poteva vedere molto più
lontano di quello che potevo vedere io, aveva ragione... Ho
continuato il cinema convinta da lui, ho cercato di
conoscere questo mestiere, ho cercato di dare il meglio di
me stessa. Giacomo Manzù, era un mio amico e mi ha ritratto
più volte; guardando lavorare il maestro l’amore per l’arte
che avevo compresso in tanti anni, esplodeva: non potevo più
resistere

Io amo la scultura, la amo talmente, questa è una cosa
certa...Ho aspettato, ho compresso questa voglia in tutti
gli anni della mia carriera cinematografica che però è
arrivata dopo... Ho studiato all’Accademia di Belle Arti, il
mio primo disegno è stato pubblicato su Topolino quando
avevo dieci anni. Ho terminato a malapena l’Accademia perché
già avevo le proposte, difatti mi avevano fermato all’uscita
dell’Accademia due volte. Ho accettato di fare cinema perché
in quegli anni, dopo la guerra avevamo bisogno di soldi; io
in particolare perché con la mia famiglia eravamo sfollati a
Roma, non avevamo una lira e tutta la famiglia si
sacrificava per me, le due sorelle che avevo lavoravano per
me, per mantenermi agli studi perché erano convinte che io
avevo talento e dovevo continuare, e quindi debbo a loro
l’inizio della carriera. Ho vinto comunque anche una borsa
di studio di 9000 lire... e ho continuato, poi De Sica mi ha
portato su un altra direzione ma però questo bisogno, questo
desiderio di esprimermi nella scultura alla fine è arrivato
perché il cinema è cambiato, non c’erano delle possibilità
interessanti per me quindi ho detto: questo è il momento!


Ho iniziato a lavorare dal 90, non ho mostrato niente a
nessuno tranne una scultura in occasione dell’Expo di
Siviglia. All’epoca ha fatto molto scalpore la mia prima
uscita come scultrice perché un attrice che “si permette” di
fare una scultura, è uno scandalo! Non lo so perché,
comunque le critiche sono arrivate prima di vedere quello
che esponevo, non hanno aspettato nemmeno di vedere per
giudicare. Ho fatto delle sculture sulla maternità, il mondo
per i bambini, ballerini; poi ho fatto una serie di sculture
che s’ispirano al periodo cinematografico, al cinema che io
ho vissuto negli anni 50’, 60’, 70’:un cinema certamente
diverso da quello di oggi, un cinema dove avevamo bisogno di
sognare, di vedere tutto dorato, in positivo, di vedere la
bellezza. Così ho interpretato la seconda volta, in una
maniera diversa naturalmente, in scultura, i miei personaggi
che sono molto amati storicamente ma anche
cinematograficamente, perché la mia carriera in fondo si
basa su questi personaggi come ”La Bersagliera” di Pane
Amore e Fantasia che ho fatto con De Sica, la ”Paolina
Borghese”, la ”Venere Imperiale”, la ”Regina di Saba”, la
“Fatina” di Pinocchio etc.

Finalmente posso anche in Italia, dare qualcosa di me,
qualcosa di più profondo, rispetto alla carriera
cinematografica perché le sculture sono una “creazione
completa”, una creazione dove non esiste lo sceneggiatore,
non c’è il regista, non c’è il produttore (ridendo), perché
purtroppo tutte queste sculture mi costano... Però investo
volentieri; tutto quello che ho guadagnato nella vita
cinematografica nelle sculture, perché ci credo, e spero che
quest’amore che io ho per questo lavoro, sia anche capito da
voi e sia capito da tutte le persone che mi vogliono bene.


DOMANDA & RISPOSTA

-
Nel passaggio di ricerca che un’artista ovviamente fa ed
attinge alle sue esperienze di vita, cosa lei ha avuto dal
cinema nella sua esperienza d’artista da un verso e che cosa
dal cinema rifugge e sottolinea nella sua arte se è
possibile? Cioè cosa ha attinto dal cinema, cosa le è
servito come passaggio di ricerca, e cosa lei del cinema
assolutamente non ha preso per le sue opere?

Ho studiato all’Accademia di Belle Arti. Poi il destino ha
disposto per me diversamente. Sono più di cinquant’anni che
ho cominciato la carriera cinematografica, sono conosciuta
ed amata in tutto il mondo...Poi il cinema è cambiato, non
mi dava più le soddisfazioni che desideravo, io volevo fare
qualcosa di meglio ma era impossibile, non c’erano dei
copioni che potevano soddisfarmi e alla fine sono tornata al
mio vecchio amore: la pittura, la scultura. Guardando il
Maestro Giacomo Manzù, mio amico, che mi ritraeva per la
seconda volta, proprio vedendo lavorare lui, quest’amore per
l’arte che avevo compresso in tanti anni della carriera
cinematografica è riesploso, non potevo più resistere e nel
’90 ho ripreso a scolpire, però ho voluto lavorare in
silenzio senza mostrare niente alla stampa, agli amici e
dopo più di dieci anni, sentendomi pronta (ho fatto circa 60
sculture di cui due monumentali alte 5 metri, ho lavorato
sia il bronzo che il marmo) ho detto adesso accetto di
mostrare le mie opere. Quest’anno la prima al museo Pushkin
con 38 sculture ed è andata molto bene, il successo è stato
talmente enorme che mi sono sorpresa perché purtroppo nella
vita il successo dà fastidio, dà fastidio a tanti. Io sono
sempre circondata dalla perplessità di gente che dice: ma le
avrà fatte lei? Anche quando ho cominciato la fotografia,
ricevevo la stessa critica: ma avrà scattato lei le foto? E
così il successo pieno a Mosca mi ha molto sorpreso, poi ho
accettato con gioia l’invito di Paolo De Grandis per dare
un’anticipazione in Italia delle mie opere, sono 11 qui
esposte al Lido di Venezia. La prossima sarà una mostra più
completa a Parigi al Museo Monnet, con più di 40 sculture.


Sono Felice finalmente di potermi esprimere con quello che
amo di più, spero che il pubblico condivida il mio amore per
le opere che faccio perché è la cosa alla quale tengo di
più.

Diana Barrows

GdS 18 X 03  www.gazzettadisondrio.it

Diana Barrows
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