Intervista a PAOLA FOLLI

di Mirko Spelta

Un aperitivo rilassato in un bel locale di Milano, tra cocktails
e focaccine, fa da cornice all’incontro con Paola Folli; persona
e personaggio interessante, semplice e sincera.


- Raccontaci degli inizi, di come ti sei avvicinata al mondo
della musica e di quando hai deciso di fare questo mestiere a
livello professionale

“Ho iniziato, come molti, nel coro della chiesa ed il mio primo
insegnante è stato un prete con la passione per la musica; in
seguito ho studiato lirica alla scuola civica di Milano e , per
quattro anni, anche chitarra classica; tuttavia il mondo della
lirica mi stava un po’ stretto (visto anche la mia
“cicciottaggine” eh eh eh…)e non mi permetteva di esprimermi con
quel grado di libertà che desideravo, quindi ho studiato
privatamente teoria, solfeggio e pianoforte finché ho incontrato
Marylin Turner (una persona davvero fantastica! ) con la quale
ho studiato presso la Nuova Accademia di Musica Moderna di
Milano e, in seguito, Francesco Rapaccioli, (ora mio produttore)
che, oltre ad affinare ulteriormente la mia tecnica vocale
(anche se a suo parere sono un’allieva piuttosto
indisciplinata!) ha anche scritto i due brani che ho portato a
Sanremo (1997 “Dimmi chi sei” e 1998 “Ascoltami”).

Prima di arrivare a pubblicare un disco la strada è stata lunga;
a diciassette anni sono entrata in un gruppo che era rimasto
“orfano” della cantante (Lena Biolcati n.d.r.),gruppo col quale
ho fatto moltissima gavetta e da lì, con un vero passaparola, ho
incominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica come
vocalist in Jingles pubblicitari, Album di artisti emergenti e
dopo qualche anno nelle prime trasmissioni televisive e Tour.

Ricordo peraltro che in quegli anni lavoravo da mattina a sera
senza riuscire ad avere spazi per la mia vita privata ma sono
felice di averlo fatto perché è solo così, con passione e
dedizione, che si impara veramente e che l’esperienza accumulata
in quel periodo ti seguirà poi per tutta la vita.


-
Come si arriva al festival di Sanremo? e cosa significa dal
punto di vista lavorativo fare un Festival?

“Mah io devo dirti che ci sono arrivata abbastanza
inaspettatamente; certo avevo programmato da mesi la mia
iscrizione a Sanremo ma chi fa questo mestiere conosce molto
bene le regole del gioco e non è detto che programmazione faccia
rima con…partecipazione! Lavori a ritmi frenetici per mesi per
prepararti sapendo benissimo che può andare bene ma anche male e
quindi rimani in una sorta di “limbo” finché “qualcuno” (e la
maggior parte delle volte non capisci chi è questo “Qualcuno”)
decide che la tua canzone è bella o brutta, che tu sei un
personaggio oppure no, che il tuo “look” è da Festival oppure no
ecc…ecc…ecc….

Per quello che concerne il significato del festival posso dirti
che quando vi ho partecipato era ancora era un trampolino di
lancio, una vetrina, cosa che forse non vale per questi ultimi
anni; però il festival in se conta relativamente, nel senso che
se hai un progetto forte alle spalle, fatto di brani buoni e di
un’organizzazione ben impostata anche un’eventuale esperienza
negativa a Sanremo non incide in maniera sensibile sulla tua
carriera ( nel 1998 avevano eliminato Alex Britti e questo non
gli ha certo impedito di arrivare dov’è oggi);

Per quanto mi riguarda, stare su quel palco, è servito a farmi
conoscere e a permettermi di scegliere oggi quello che più mi
piace.”


-
Cosa stai facendo adesso?

“Da due anni seguo Zelig come produttrice musicale e cioè seguo
tutto ciò che è musica nella trasmissione…collaboro alla scelta
degli ospiti, scelgo insieme agli autori i brani che verranno
cantati. Sono anche la “vocal coach” del programma, insegno
quindi a Claudio Bisio e Vanessa Incontrada (e qualche volta
anche ai comici) quello che poi dovranno cantare in
trasmissione. Insomma, per me una grandissima esperienza a 360°
anche perché con loro mi trovo bene, sono delle belle persone e
spero di continuare a lavorare con tutto lo staff per molto
tempo.


-
Davvero niente male, e cos’hai in programma per il futuro, quali
sono i tuoi progetti professionali?

“Innanzitutto ho un quintetto Jazz con il quale suono da sei
anni e da fine Aprile, alla fine di Zelig, vorrei riprendere ad
esibirmi dal vivo; poi ho in programma di rifare il mio sito
internet www.paolafolli.it dove verranno pubblicate tutte le mie
date e le news. Mi piacerebbe anche unire la musica al
doppiaggio, ( Paola ha partecipato come cantante alla colonna
sonora dei film “Johan Padan”, “Hercules” e “Shrek” 2 , nelle
sale in qs periodo n.d.r.) mettendo a frutto anche gli anni di
studio della recitazione; per ora ho cominciato doppiando una
simpatica gallina nel cartone “Maggy e la bestia feroce” che è
andato in onda su Italia 1”.


-
Con quali artisti ti piacerebbe lavorare?

Posso dire ….chiunque???

-
Si , l’intervista è tua e puoi dire quello che vuoi

“Allora…. Steven Tyler degli Aerosmith, Sting (con il mio gruppo
faccio una versione arrangiata di “Set Them Free” che ti
consiglio di venire a sentire), avrei voluto duettare con Ella
Fitzgerald e di nuovo con Alex Baroni, grande Artista, con il
quale anni fa cantai in televisione nello show “Note di Natale”.


-
Come vivi il rapporto con la solitudine che accompagna gran
parte di questo mestiere, sopratutto quando si è in giro in
tournèe?

“Ti dirò che non ho particolari problemi con la solitudine, non
mi dispiace stare da sola e non sono un tipo che ama le grandi
feste o le grandi folle, mi piace molto stare con gli amici ma
in una dimensione comunque abbastanza intima; certo, quando sei
in viaggio per lavoro gli affetti ti mancano, è normale, ma ho
imparato che fa parte del lavoro e non soffro particolarmente,
poi oggi per fortuna ci sono i telefonini ed in generale
comunicare è sempre più semplice, le distanze si accorciano.”

-
Ti ringrazio molto della tua disponibilità e attendo di vederti
presto dal vivo

“Grazie a te”.


Il tempo è trascorso piacevolmente e velocemente, segno
inequivocabile che la compagnia è stata piacevole, spero di
poter incontrare ancora Paola al più presto.
Mirko Spelta



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Mirko Spelta
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