L’arpa italiana (Cecilia Chailly)

Quando con le sue magiche dita tocca e fa vibrare le corde
dell’arpa che pare un prolungamento del suo giovane, snello e
flessuoso corpo, ti pare di essere proiettata in paradiso.

E la sua straordinaria performance al Palafenice durante il
Carnevale 2004, dal titolo di per sé già esplicativo POSTCARD
FROM HEAVEN (Cinque arpe dal cielo con CECILIA CHAILLY e
LESHARPES) ti proietta di colpo in un mondo sereno e pacifico.

Cecilia Chailly , figlia del noto compositore Leonardo Chailly
scomparso da poco, ma per niente “emersa” per la sua illustre
parentela, quando suona ti trasporta in quel mondo puro tanto
decantato dalla New Age.

Però, tra sitar xilofoni, arpe birmane ed altri straordinari
strumenti musicali delle culture
orientali(Thailandia, Cina, India, Giappone…) così lontane da
noi, la sua arpa italiana ci stava proprio bene.

Il pensiero più immediato che ti viene ascoltandola è: - Forse,
lassù, così suonano gli angeli per quietare gli spiriti e
rallegrare il Signore -.

DOMANDE & RISPOSTE

Cecilia, sebbene tu abbia una cultura musicale classica, ti sei
specializzata in quella contemporanea, la world music,
collaborando, tra gli altri, con John Cage, Mina, Fabrizio De
André, Andrea Bocelli, Teresa De Sio, Lucio Dalla…

- Per te è stato
difficile?

CC.: difficile sì, però per me è un’assoluta necessità cercare
nuove sonorità, miscelare quelle basi classiche con la libera
ricerca di altre culture. Scoprire altri modi di fare musica è
stata la linfa del mio rapporto con l’arpa, e ha rinnovato negli
anni la mia voglia di suonare.

-
Vedendoti e conoscendo la tua estrazione familiare, si pensa che
per te sia stata una strada comoda da percorrere verso
l’affermazione e il successo: è così?

Ho scelto di suonare uno strumento particolare qual è l’arpa e
mi sono proposta di farlo conoscere ad un vasto pubblico non
solo in Italia. Naturalmente, essendo cresciuta tra la musica ed
avendo avuto sempre gli incoraggiamenti giusti da mio padre
Luciano che stimo come compositore, ho potuto sperimentare nuovi
percorsi e cercare le mie soluzioni creative.

- Certo, l’esempio
di mio padre Luciano mi ha aiutata ad avere coraggio e ad
“osare”.

Sperimentare suoni all’arpa elettronica, fondere vari generi
musicali ti ha permesso, di scoprire orizzonti meno “limitati”
rispetto agli aspetti tecnici dello strumento?

-
Certamente! Cosa c’è di più bello che distorcere il suono
angelico di un’arpa?

Viaggi tanto per il mondo assieme alla tua arpa: quanto il
confronto con musicisti, ma anche culture differenti ha
arricchito il tuo lavoro?

Collaborare con altri artisti è la cosa più stimolate in
assoluto; ma anche viaggiare, da semplice turista, mi ha
ispirato molto anche per scrivere e suonare.

-
Quale tra queste, ricordi con piacere?

Sono tanti i ricordi di particolari momenti: tra gli ultimi il
mio concerto a Pechino, gli applausi alla Queen Elisabeth Hall
di Londra. Però mi è rimasto nel cuore il mio viaggio in Irlanda
alla ricerca dell’arpa magica.

A Dublino ho conosciuto Fionnaula Gill, arpista che canta in
gaelico e conosce molto bene la mitologia legata all'arpa
celtica.

Viso angelico, trasmette molta calma mentre racconta l'antica
storia del Dio irlandese, Dagda, possessore di un 'arpa magica
(ho provato un brivido), che suonava da sola.

La leggenda racconta dei tre tipi di musica che suonava:
Suantrai, la musica del riposo, Geantrai, la musica della gioia,
Goltrai, la musica del dolore; stati d'animo riconoscibili anche
nell'attuale musica tradizionale irlandese. Ma anche fra le note
degli U2 e di Sinead O' Connor si sente una tensione spirituale,
forse la stessa che ispirava i bardi, gli arpisti del sedicesimo
secolo, nel dare consigli ai re, prima delle guerre. I celti
credevano che ci fossero altri mondi, popolati da spiriti, e
ritenevano la primavera e l'autunno i periodi migliori per
connettersi con quelle forze, attraverso la musica.

L'arpa era una gloria nazionale, prima che Cromwell, nel
seicento, ne facesse distruggere una gran parte, considerandola
un pericoloso strumento sovversivo. Ecco perché oggi è l'emblema
della rinascita culturale nazionale, e appare dappertutto, anche
sulle monete. Forse in un’altra vita sono stata un’irlandese?

-
Osservi particolarmente alcuni principi morali?

Passo tranquillamente tra il rumore e la fretta, e trovo pace
nel silenzio.

Sono in buoni rapporti con le persone, ascolto gli altri.
Conservo l'interesse per il mio lavoro e, soprattutto, non fingo
negli affetti.

Sono tranquilla con me stessa, perché sono una figlia
dell'universo, non meno degli alberi e delle stelle ho diritto
ad essere qui.

Cerco di essere in pace con Dio, conservando la pace con la mia
anima, pur nella rumorosa confusione della vita.

In fondo, il mondo è ancora stupendo e cerco di essere felice.


Queste regolette così semplici sono di un Anonimo di Baltimora
del 1600 circa che tento di avere presenti nella vita tumultuosa
che conduco.

-
Hai un particolare sogno che vorresti realizzare?

C.C. :sì, portare l’arpa nelle strade di tutto il mondo, come
simbolo di pace.

Chi è

Cecilia Chailly è nata e vive a Milano. Giovanissima, (a
diciassette anni è prima arpa alla Scala) intraprende un'intensa
attività concertistica. Collabora, fra gli altri, con John Cage.
Si dedica inoltre a una ricerca che l'avvicina agli altri generi
musicali; diventa la pioniera dell'arpa elettrica. Collabora con
Mina (Ridi pagliaccio PDU 1988), Ludovico Einaudi (Stanze BMG -
Ricordi 1992), Fabrizio De Andrè (Anime salve 1996), Andrea
Bocelli (Sogno Sugar 1999), Teresa De Sio, Giorgio Conte, Lucio
Dalla, Cristiano De André, Giorgio Faletti. Sensibile ai
mutamenti generazionali e alle filosofie orientali, inizia a
comporre e a suonare la sua musica; nel 1997 esce l'album
"Anima" (CGD East-West), con il quale vince il premio De Sica
'97 per la musica. Nel 1998 pubblica anche il romanzo "Era
dell'amore" (Bompiani), con il quale vince i premi Pisa e
Calabria Opera prima 1998, Rapallo e Procida Elsa Morante Opera
prima 1999. Suona a Milano per il Dalai Lama; nel 2000 partecipa
al concerto in memoria di Fabrizio De André al Teatro Carlo
Felice di Genova. Nel 2002 esce l’album AMA (Sony Columbia), del
quale è produttrice, autrice di musica, testi, arrangiamenti e
orchestrazioni; è il debutto nel Pop, fra canzoni e suoni
sperimentali sull'arpa elettrica, attraverso il Blues, la Techno,
la Trance e la World Music. Suona come unica artista italiana al
Jazz Festival di Montreux e nel 2003 suona in Vaticano per il
Papa. Attualmente ha tenuto un concerto con le LESHARPES al
Palafenice, durante il Carnevale 2004 a Venezia.

Il suo sito è: www.ceciliachailly.com
Maria De
Falco Marotta


GdS 2 III 2004 - www.gazzettadisondrio.it

Maria De Falco Marotta
Società