L'ULTIMO APPRODO

di Maria De Falco Marotta

Tifoni e uragani imperversano nel mondo e gli scienziati - come
quelli che hanno partecipato alla Prima Conferenza mondiale sul
futuro della scienza(Giorgio Cini, 21- 23 settembre 2005,
Venezia) - ne attribuiscono quasi unanimemente la colpa al
riscaldamento del clima, determinato soprattutto dall'attività
umana.

Non solo. Sulle nostre teste pende anche la minaccia del buio.

Di queste non lontane “apocalissi” lo scienziato climatologo, il
Prof. Veerabhadran Ramanathan , tra i più accreditati a livello
internazionale, nel corso della sessione sulle future sorgenti
di energia, nell'ambito della giornata dedicata all'impatto
della scienza sulla vita dell'uomo, ha dimostrato come
l'accumulo CO2 e dei nuovi gas serra abbiano avvolto la Terra in
una specie di coperta: «Sotto di essa viene trattenuto un quarto
del calore solare in più rispetto a 100 anni fa - ha aggiunto -
trasformando gli ultimi trent'anni nel periodo più caldo mai
vissuto dal pianeta». E tutto questo mentre i Paesi del Terzo
Mondo hanno bisogno di più energia per supportare il loro
sviluppo.


-
Prof. Veerabhadran Ramanathan, oggi la minaccia maggiore
all’umanità deriva dal perturbamento del clima?

Le conseguenze del clima possono considerarsi i maggiori
pericoli per l’umanità, proprio perché in questi ultimi anni di
sfruttamento dell’ambiente da parte dell’uomo con l’emissione di
gas nocivi si è dilatato l’effetto serra. A ciò si aggiungano
gli inquinamenti provocati dalle auto e dalle industrie che
hanno creato una cappa intorno al pianeta terrestre aumentandone
la temperatura e causando prima di tutto lo scioglimento di
ghiacciai e il surriscaldamento degli oceani, con conseguente
nascita degli uragani e delle tempeste. Ciò è colpa dell’uomo ed
è uno dei principali problemi che dovremo affrontare. Oggi, poi,
vi sono prove indicanti che la regione del Golfo Persico viene
ormai risucchiata in un circuito globale d'inquinamento
alimentato soprattutto dagli inurbamenti di Los Angeles, New
Delhi, Bombay, Pechino ed il Cairo.


-
Lei ha reso celebre il fenomeno del “global dimming”: ci dice
cos’è?

il «global dimming», è l’effetto buio che sta rapidamente
calando sul globo, minacciandolo alla stregua del ben più
celebre «global warming», o effetto serra. Queste tenebre
avanzano con una media del 2-3 per cento l’anno. Alcune regioni
del mondo sono più a rischio di altre.

Il primato assoluto spetta a Hong Kong, che ha avuto un calo di
luminosità del 37% negli ultimi 50 anni. In Europa i «Paesi del
buio» sono Italia, Germania, Austria, Ungheria e Polonia (tutte
intorno al 10% negli ultimi trent’anni). Tra i Paesi che
continuano a essere baciati dal sole ci sono invece Spagna,
Portogallo, Norvegia, Grecia, Irlanda e le regioni dell’Africa
del Nord, che hanno registrato una diminuzione di luce quasi
impercettibile.

Le implicazioni che il trend rischia di avere sulla
meteorologia, l’ambiente e l’agricoltura sono enormi. Il global
dimming è un effetto di lungo periodo, l’uomo della strada non
se ne può accorgere. Dalle rilevazioni satellitari risulta che
la luminosità e intensità dei raggi solari sono rimaste
invariate nel tempo ma che un numero sempre minore di raggi
riesce a penetrare l’atmosfera, raggiungendo la Terra, per colpa
dello smog. L’inquinamento oscura il sole in due modi: nel
primo, i raggi rimbalzano sulle particelle di fuliggine in aria
e vengono respinti nello spazio. Nel secondo, l’inquinamento
aumenta la condensazione dell’umidità in nuvole più spesse e
scure che a loro volta impediscono ulteriormente
l’irraggiamento. Non a caso, l’effetto buio è più pronunciato
nei giorni di pioggia.

Per misurare la luce solare, invece, si usa uno strumento
semplice ma efficace. Il radiometro, che consiste in una sorta
di piatto nero posto sotto una cupola di vetro. Proprio come
l’asfalto d’estate, il piatto si riscalda mentre assorbe
l’energia solare e la sua temperatura rivela così la quantità di
luce che vi risplende sopra.

Tale risultato, è l’ultima prova dell’effetto devastante delle
politiche ambientali di certi Paesi. Come l’America, che sotto
l’amministrazione Bush è accusata di aver sottovalutato i rischi
dell’inquinamento industriale fin da quando si ritirò dal
trattato di Kyoto.


-
E’ vero che la terra ha soli 50 anni di vita?

Non sono d’accordo. E’ reale che non è stato fatto nulla per
evitare questi problemi. Siamo in forte ritardo e non sono state
mai prese iniziative per tenersi lontano da questo. In verità la
minaccia non è per il pianeta terra ma per gli esseri umani, la
terra continuerà a vivere, gli umani dovranno cercare altre
soluzioni.


-
Al di là dei facili allarmismi, quali sono gli elementi concreti
da monitorare?

L’effetto serra e il surriscaldamento del pianeta è già in atto
e il problema principale è relativo all’innalzamento delle acque
perché da una parte con questa cappa che riduce le piogge e
riduce il cielo, dall’altra con lo scioglimento dei ghiacciai,
c’è il rischio che nel giro di un certo numero di anni il
livello degli oceani e delle acque di alzi di uno o due metri( e
quindi Venezia, il Bangladesh, l’Olanda, le isole Maldive,
quelle coralline vanno sotto), per cui, in base a queste
previsioni, gli uomini si dovranno adattare a nuove situazioni,
entrando nell’ottica di modificare le proprie abitudini di vita.



-
In Italia è stato fatto ultimamente un esperimento sottomarino:
un uomo e una donna hanno vissuto per 10 giorni sott'acqua con
apparecchiature speciali. Pensa che tale test possa diventare un
modo di vivere nel futuro?

Non accadrà proprio così, però di certo l’umanità, per
l’innalzamento delle acque, che interesserà tutte le zone
costiere del mondo, prevedibilmente sposterà le sue abitazioni
sui monti e nelle zone interne.


-
Allora, il mare è il nostro nemico?

Noi e non il mare siamo colpevoli.

Il potere economico quanto è responsabile del degrado
ambientale?

Il potere economico ha condotto solo affari. Il poco futuro del
pianeta dipenderà dalla collaborazione internazionale.

La causa principale di tale trasmutazione che ormai tutti
conoscono è il fatto che il mondo occidentale e le Americhe
hanno molto prodotto e molto inquinato. Ed oggi, vi è l’India e
la Cina che stanno battendo tutte le tappe per l’incremento
industriale, sicché la situazione sarà peggiore fra 20 anni.

E’ pertanto indispensabile attuare nuove tecnologie per
sorreggere l’ambiente in modo più corretto.

Sarà fondamentale la cooperazione internazionale, altrimenti vi
sarà il disastro completo.


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Cosa si può fare adesso?

Non si può tornare indietro e mantenere il progresso attuale.
Bisogna sfruttare le fonti di energia alternative come ha detto
il vostro Rubbia: l’energia solare che è il modo più pulito per
ottenerla . Il principale nemico della terra, ma soprattutto
dell’uomo, è l’industria petrolifera, perché a loro conviene che
il petrolio venga usato.


-
I politici e le lobby del greggio, non hanno cuore per ciò che
stanno provocando?

I politici si adeguano a ciò che la gente vuole e pretende. Il
guaio è che ancora non si è al corrente di questo. Bisogna
sensibilizzare adeguatamente, ma senza sensazionalismi, scandali
e terrorismo psicologico, perché sarebbe inutile. E’ necessario
innescare un sistema d’informazione costante che aiuti a capire
che il problema è serio, così chi comanda dovrà inevitabilmente
cambiare rotta.


-
Qual è il suo consiglio?

Quello che in modo attivo si può fare è moderare gli sprechi ed
i rifiuti, avendo un comportamento più morigerato, eliminando le
cose superflue e superficiali, perché più rifiuti si creano, più
si innesca un meccanismo perverso di danneggiamento
all’ambiente.

Chi è

Veerabhadran Ramanathan, di origine indiana, vive in America con
la sua famiglia.
E’ docente di clima e scienze atmosferiche presso l’Istituto di
Oceanografia Scripps nell’Università della California.

Inoltre, guida equipes scientifiche internazionali come quella
del 1999, l'Indian Ocean, Experiment, il più vasto sistema di
misurazione dell'Oceano Indiano mai condotto che scoprì la
"Nuvola marrone asiatica" che ha una "forza sorprendente" nel
respingere le radiazioni solari. Partecipa, poi, con competenza
alle più prestigiose conferenze scientifiche del mondo, come
quella organizzata benissimo dalla Fondazione Veronesi e dalla
Giorgio Cini nel settembre 2005 a Venezia.

E’ autore di testi scientifici, tra cui : The Greenhouse Theory
of Climate Change. A Test by an Inadvertent Global Experiment –
Science, Aprile 1988.
Maria De Falco Marotta


GdS 10 X 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Maria De Falco Marotta
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