“Il mercante di Venezia”

di Antonio De Falco

W. Shakespeare, autore di tante bellissime commedie e tragedie
di cui, forse, la meno rappresentata in teatro è stata “Il
mercante di Venezia”, è stata ripresa dal regista Michael
Radford, famoso per Il Postino, e presentata a Venezia durante
il 61.mo Festival del cinema, dove ha trovato accoglienza
controversa( chi ne dice bene e chi male, come al solito).
Tuttavia, non si può che lodare la recitazione di Al Pacino che
rende indimenticabile il personaggio di Shylock, specie quando
con voce roca urla ad un pubblico di cristiani ottusi ai suoi
ragionamenti:- "Un ebreo non ha occhi? Non ha mani, un ebreo,
membra, corpo, sensi, sentimenti, passioni? Non si nutre dello
stesso cibo ?" e della bella ed intrigante Lynn Collins che si
adatta mirabilmente a Porzia, intelligente ed astuta, nelle cui
mani si snoda un “processo” non al povero usuraio, ma alla legge
e a tutti i suoi cavilli impossibili che spesso fa apparire un
“giusto”, “ingiusto”. Da vedere, assolutamente.

Il film : Il mercante di Venezia.

Antonio, ricco mercante veneziano, ma con i capitali investiti
in navi da carico ancora in viaggio, chiede all’ebreo Shylock un
prestito di tremila ducati da consegnare al nobile Bassanio, suo
carissimo pupillo, innamorato della ricca, leggiadra,
intelligente Porzia.

L’usuraio, però, da sempre disprezzato dal mercante, gli fa
sottoscrivere una curiosa clausola: entro tre mesi qualora la
somma non gli fosse restituita, salderà il debito con una libbra
della sua preziosa carne. Alla scadenza, Antonio non può pagare
il debito, così la questione si trascina davanti al Doge che
ritiene la richiesta legittima. Però quando il destino di
Antonio sembra segnato, l’intera vicenda si ritorce contro
l’usuraio con un meccanismo legale orchestrato dall’affascinante
Porzia(Lynn Collins).

Quanto mai attuale la riduzione cinematografica dell'opera di
William Shakespeare realizzata da Michael Radford in un tempo di
aspri e drammatici scontri culturali e religiosi può indurre
alla tolleranza ed alla reciproca accettazione.

Attorno a Shylock vi è un insieme di personaggi piombati
nell'epoca e nel luogo in cui li pone il drammaturgo inglese e
che Radford ripropone fedelmente con i loro vizi, le loro virtù,
le loro passioni.

Il film ha le caratteristiche della mega produzione. Curate le
ambientazioni (gli esterni girati a Venezia. Tra le altre
location del film, le ville del Veneto: da Villa Emo Capodilista
a quella della Malcontenta), ), preziosi i costumi e le
scenografie.

Il regista, fedele all'opera originale della quale ha cercato di
mettere in evidenza la forte umanità non trascura la poesia del
testo che permea la storia del povero Shylock, beffeggiato,
dileggiato, truffato, privato dei propri averi e dell'affetto
della propria figlia. Tra le interpreti femminili, prevale
Porzia, perfida e incantatrice come solamente certe donne sanno
esserlo. Si sa, il serpente le ha fatto scuola.

Il film presentato alla 61.ma Mostra di Venezia , uscirà sugli
schermi italiani l’11 febbraio 2005.

Al Pacino, un artista poliedrico

La rivista inglese "Empire" nel 1997 lo considera quarto nella
classifica delle maggiori stelle del cinema di tutti i tempi.
Conosciuto al grande pubblico per i ruoli di gangster e
fuorilegge, è un artista versatile con una grande passione per
il teatro. Con la sua aria cupa e la sua energia a fior di
pelle, ha interpretato personaggi dalle mille sfaccettature, da
quelli attratti dal pericolo o dalla solitudine ai difensori
della propria individualità e delle proprie idee, e anche quando
il film non risulta perfettamente riuscito la sua
interpretazione rimane sempre impeccabile. Nasce a New York nel
1940 e suo padre abbandona prestissimo la famiglia, così il
piccolo Alfredo (diventato poi Al) viene allevato dalla madre
Rose e dai nonni materni in nel Bronx, dove abitano quasi tutti
gli italiani emigrati in America in cerca di fortuna.. A 17 anni
interrompe gli studi e si trasferisce al Greenwich Village per
frequentare prima la High School of Performing Arts, poi
l'Herbert Berghof Studio. Nel '66 viene finalmente accolto
nell'Actor's Studio, tre anni dopo debutta prima a Broadway, poi
al cinema con il film "Me, Natalie". Il suo primo ruolo da
protagonista arriva nel '71 con "Panico a Needle Park" cui fanno
seguito "Il padrino" , "Serpico" "Il Padrino parte II" e "Quel
pomeriggio di un giorno da cani", tutti film per i quali ha
ottenuto una nomination all'Oscar. La sua vita, fino ai 50 anni,
è stata un continuo tormento, dovuto anche all'uso di alcol e
droghe e ad amicizie pericolose. Dopo la nomination per "E
giustizia per tutti", comincia ad interpretare ruoli meno duri
mostrando di essere, comunque, bravo. Con "Scent of a women"
vince l’Oscar. Di recente lo abbiamo ammirato in "Donnie
Brasco", "L'avvocato del diavolo", "Insider - Dietro la verità"
e "Ogni maledetta domenica".

Tra i film da lui rifiutati bisogna ricordare "Kramer contro
Kramer", "Apocalypse now", "Nato il 4 luglio", "Pretty woman" e
"Allarme rosso".

Ha una vita privata molto riservata di cui è gelosissimo.

DOMANDE & RISPOSTE

Si sente fortunato nell’aver interpretato Shylock.?

Certamente, desideravo da tempo portare sullo schermo l'usuraio
ebreo Shylock, il

personaggio shakespeariano più amato da Orson Welles che però
non riuscì nell'impresa di portarlo al cinema. Ma Il mercante di
Venezia è anche un'intricata e immortale storia d'amore, tra
vendette e tradimenti. Un affresco della natura umana.

Non è pericoloso oggi parlare di conflitti tra ebrei e
cristiani, proprio come vengono mostrati in questo film?

Certo, temo questo. Il problema è che il film tocca conflitti
religiosi e riapre ferite ancora aperte pur con parole e storie
del passato. E' un argomento delicato che può dare origine a
controversie. Se la gente non lo capisce non posso farci nulla.
Non è un film sulla polemica tra ebrei e cristiani, è un testo
ambientato durante i conflitti di allora. Ho accettato di farlo
perché la sceneggiatura di Radford affrontava problemi
importanti da affrontare e il personaggio di Shylock riusciva a
sintetizzare una condizione umana particolare.

Cosa l’ha convinto a calarsi in Shylock?

Trovo sempre qualcosa che mi piace in un personaggio, è una cosa
che noi attori dobbiamo sempre fare, trovare un aspetto da
capire, in cui ci si può identificare. Non potrei farlo con un
personaggio che non mi piace per niente. Con l'aiuto del regista
abbiamo cercato di capire il passato di Shylock. Cosa lo ha
portato ad essere così com'è, come è arrivato alla situazione
attuale, qual è la storia del personaggio. Sua moglie morta, è
un uomo che ha sofferto, vive una vita ristretta e ha una figlia
che ama molto. E poi credo che abbia una psiche triste, a volte
disperata. Forse è così per natura, forse lo è diventato. La sua
unica consolazione è la ricchezza, l'idea che sa fare bene gli
affari. A far precipitare la situazione c'è poi la fuga della
figlia. Ecco, vi sono tante ragioni che giustificano il suo
comportamento e mi hanno fatto sentire un legame con il
personaggio.

Anche al monologo famoso di Shylock è stata data
un'interpretazione nuova, tutta improntata sulla rabbia. Anche
questo è merito del regista e delle discussioni fatte sul set.
Quel monologo, così conosciuto abbiamo tentato interpretarlo in
modo nuovo. Ma ne abbiamo realizzate dodici versioni diverse.
Michael mi ha guidato verso una recitazione di piena
soggettività con la capacità di espressione che porta alla
rabbia. La sfida era fare qualcosa di nuovo con un monologo così
famoso, trasformandolo in un discorso per dargli tonalità
realistica e immediatezza. Per farlo diventare uno dei tanti
perseguitati del nostro tempo.
Antonio De Falco



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