PIO RAJNA, LA MATERIA E LA FORMA DELLA "DIVINA COMMEDIA". I MONDI OLTRATERRENI NELLE LETTERATURE CLASSICHE E NELLE MEDIEVALI

Introduzione, edizione, commento a cura di Claudia Di Fonzo Premessa di Francesco Mazzoni.Firenze, Le Lettere, 1998 ("Quaderni degli studi danteschi" 12).



Per la prima volta trascritte e studiate, le "paginette"
autografe contenenti l’intiero ciclo di lezioni tenute in
occasione del primo corso milanese di Pio Rajna (1873 -1874) "La
Materia e la Forma della Divina Commedia", epigrafe apposta sul
secondo dei 18 fascicoli, di complessive 221 carte (221 scritte
più 3 bianche), conservate in Marucelliana con la segnatura
Carte Rajna XI C. 7., costituiscono un importante implemento
della bibliografia di Rajna esordiente all'Accademia
Scientifico-letteraria, e un ulteriore documento delle tendenze
storico-culturali che si intersecavano sul nascere della
"Filologia" in Italia, quale disciplina a sé. Effettivo
argomento del corso sono I mondi ultraterreni nelle letterature
classiche e nelle medievali o come scrive Rajna altrove Le
leggende dei viaggi oltremondani (in servigio della Divina
Commedia").

Nella parte introduttiva Rajna sottolinea come la "visione"
fosse Forma connaturata ai tempi di Dante, affronta il problema
della conoscenza delle lingue straniere da parte dell’Alighieri,
mostra come Dante non sapesse di greco e di ebraico e come
invece ben conoscesse le lingue d’oc e d’oil insieme sorelle e
rivali del volgare italiano.

Al piccolo momento linguistico iniziale e alle premesse di
metodo segue il corpus vero e proprio della ricerca I mondi
oltraterreni nelle letterature classiche e medioevali (c. 20
r.), articolato, a sua volta, in tre sottosezioni ordinate
diacronicamente: Le Visioni dei mondi oltraterreni presso gli
antichi (c. 30 v.), Le Visioni dei mondi oltraterreni
nell'ebraismo e nel cristianesimo nascente (c. 99 v.) e, per
concludere, Le Visioni cristiane (c. 140 r.).

Nell’indagare i materiali che prepararono la Commedia, Rajna
parte dunque dalle lontane catabasi greche. Passa quindi a
quelle latine. Esamina le visioni dei mondi oltraterreni
nell'ebraismo e nel cristianesimo nascente. Giunge fino alle
visioni cristiane e ne illustra un certo numero. Segue lo
sviluppo di temi e "motivi" (Cfr. Introduzione).

Non arriva ad esaminare la parte di materiale di Francia, altro
che nelle ultime "paginette" che hanno carattere di appunti
preparatorii come testimoniano le aggiunzioni bibliografiche in
calce alla carta 220 r. fino alla 221 v. successive al 1873-74.

Le ragioni della mancata pubblicazione di questo lavoro sono
esposte nell'Introduzione e suffragate da quindici lettere
estratte dai carteggi ancora inediti di Rajna e di D'Ancona e
procurate in Appendice all'Introduzione: le lettere hanno reso
possibile tracciare la genesi e lo sviluppo delle lezioni come
delle emozioni del giovane Rajna, a partire dal suggerimento
dell'Ascoli fino alla conferenza del D'Ancona su i Precursori di
Dante.

Nel corso delle lezioni, sebbene dispersi e non sempre evidenti,
lo studioso valtellinese propone svariati piccoli confronti con
le idee o le immagini della Commedia senza svilupparli, forse
per aver abbandonato il progetto di raccogliere tutto in "un
libro". (Per lo sviluppo di alcuni spunti tratti dalle "paginette"
dell'uomo che fece il nido negli interstizi / delle più antiche
saghe (Montale, A Pio Rajna) cfr. Claudia Di Fonzo, Della musica
e di Dante: paralipomeni lievi, in “Scritti offerti a Francesco
Mazzoni dagli allievi fiorentini”, Firenze, Società Dantesca
Italiana, 1998, pp. 47-61 e idem Ancora sul "framework"
dantesco, in "Electronic Bulletin of Dante's Society of America"
http://www.princeton.edu/~dante).

La conferenza tenuta a Firenze da Rajna medesimo nel 1891,
pubblicata con il titolo La genesi della Divina Commedia in "La
Vita Italiana nel Trecento" fu solo la contrattura di questo
lavoro, peccato di gioventù che solo oggi possiamo definire
"dantesco".
(©Claudia Di Fonzo:
cdf@mclink.it)



GdS 5 III 2002

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