I racconti di Cristina: 8- Ghebi Cattaneo Pastore Bernese

Chissà quante storie...

Ghebi è stato
il nostro primo cane.

Il cane più bello e buono del mondo.Un pastore bernese, sai come
sono? Pelo morbido e lungo. Dorso nero, stivaletti bianchi e
marroni, pettorina e pancia bianchi, lunghe orecchie
morbidissime nere, muso un po’ bianco, nero e marrone. Coda
lunga e folta con punta bianca. Grande e grosso. Nessuno
resisteva alla voglia di accarezzarlo. Così bello che il nonno,
quando gli chiedevano di che razza era, diceva che era un
incrocio, perché non lo rapissero!

Ghebi guardava con benevola curiosità l’uccellino che
becchettava nella sua ciotolona. Ghebi si lasciava far tutto
anche dal gatto Cleo, che spesso gli dormiva in braccio. Aveva
lo sguardo così dolce e implorante che quando è venuto il
pittore a imbiancare la casa si è fatto dare tutto il suo
lunghino (pane lungo) imbottito di prosciutto.

Ghebi adorava la compagnia, soprattutto quella dei bambini o di
altri cani.


Ma, c’è sempre un ma, purtroppo.

Ghebi era uno spirito libero, amava andare a spasso, soprattutto
per conto suo.

Non c’era rete, cancello o siepe che potesse trattenerlo.

Noi non abbiamo la vocazione degli educatori di cani, e non
siamo mai riusciti ad educarlo e a non farlo scappare.

Quando Ada aveva voglia di giocare lui non le diceva mai di no.
Ghebi voleva bene non solo ad Ada ma anche a tutti i suoi
compagni. Appena poteva infatti andava a trovarla a scuola.
Spesso Monalisa prima e Roberto poi, i maestri, lo facevano
entrare e lui stava in classe, buono, con tutti i bambini, dando
così un ottimo esempio. E’ andato anche in gita scolastica al
Valàa, sul pulmino. Nessun bambino aveva paura del nostro Ghebi.


Una mattina è stato visto girovagare annusando vicino alla
scuola. Tranquillo come sempre. A un certo punto si sente la
campanella della ricreazione. Ecco che Ghebi si dirige in fretta
e furia verso la scuola, anche lui a giocare durante
l’intervallo.

Un’altra volta, accortami di una sua ennesima fuga, salgo in
macchina e vado a cercarlo. Lo trovo in un prato vicino alla
scuola che gioca con un paio di bambini. Chiedo se lo conoscono.
Mi dicono, sì, è Rex. Quando mi vede però mi fa festa e sale in
macchina. Ghebi era fatto così.

Un giorno incontro una bambina, la Sara piccola, che mi fa
vedere la sua foto di classe, fine della quinta elementare. Ecco
tutti i compagni, la maestra e, in primo piano, in mezzo,
sdraiato, ma vigile e con il muso in su, come se si fosse messo
apposta in posa per il fotografo, Ghebi. Dietro, i nomi di
tutti, più “Ghebi Cattaneo, cane”.


Aveva anche molto radicato il senso della giustizia, essendo un
cane pastore.

Ghebi era molto amico del cane vicino, Rolli. Ogni tanto
scappavano insieme. Ma quando un giorno si è trovato il buon
Rolli in giardino, Ghebi l’ha preso letteralmente per il
guinzaglio e l’ha condotto, sia pur gentilmente, verso il
cancello. Una scena bellissima.


Non tutti lo capivano però. Qualcuno scambiava la sua curiosità
ed il suo entusiasmo per aggressività. Lui così pacifico e
tollerante è stato addirittura accusato di aver rotto uno stagno
e mangiato due tartarughine d’acqua. Figuriamoci, avrà solo
voluto rinfrescarsi e le tartarughine saranno andate a
nascondersi. Il padrone ne ha approfittato per minacciarci e
chiedere un lauto risarcimento. E’ stata l’unica volta in cui ho
dovuto ricorrere alla consulenza di un avvocato.

Così dopo queste disavventure e l’ennesimo richiamo del vigile
abbiamo dovuto essere più severi e assicurarci che non scappasse
più. Quando uscivo lo chiudevo in casa, perché non volevo
legarlo e lui era contento, vicino alle nostre cose. Avevo anche
paura che andasse a finire sotto una macchina e quello sarebbe
stato terribile.

Così mi sono davvero stupita una volta che tornando da scuola lo
incontro per la strada non lontano da casa. Gli chiedo, ma cosa
fai qui, Ghebi, non ti avevo chiuso in casa? E lo faccio salire
in macchina, un po’ perplessa.

Arriviamo a casa, entriamo in giardino, chiudo il cancello, ma
ecco che dietro la finestra della sala intravedo il musone dolce
di Ghebi che mi guarda. Ma come, Ghebi è in casa, mi sono detta,
e questo chi è?

Accanto a me infatti c’è ancora il clone di Ghebi, tranquillo e
contento.

Niente, apro la porta, i due fanno conoscenza e vanno fuori a
giocare.

Ho scoperto poi che era un cane svizzero tedesco in vacanza a
Cadro con la sua famiglia. Il padrone tutto contento di aver
ritrovato il suo cane sano e salvo.

Il giorno dopo lo stesso padrone mi telefona chiedendo se ho
visto il suo cane…. Chissà quante storie avrà anche lui da
raccontare sul suo grande cane pastore bernese …  Cristinac,
agosto 2002

Cristina
Cattaneo


GdS 30 IX 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Cristina Cattaneo
Società