"Sinceramente ipocriti"



“Sinceramente ipocriti”:questo l’insidioso ossimoro spiaccicato
in faccia agli spettatori che sabato scorso al “Don Bosco” hanno
potuto apprezzare tutta la freschezza ironica e l’ilare solarità
di un Dino Buzzati in grande vena. Decisamente esilaranti i suoi
due atti interpretati con garbo e grande professionalità dal
gruppo storico sondriese “Gente assurda”.

Quasi maniacale la cura dei particolari, eppure estremamente
semplice nel dosaggio degli effetti comici per non stravolgere
il copione: è stato questo l’intento dell’attenta regia di Titti
Tandoi che ha sottolineato le sfumature caratteriali dei vari
personaggi caricandoli di luce propria.

Il primo atto per lei, lui, l’altro: l’eterno triangolo i cui
lati non combaciano mai. Lei è Laide (una Marilena Marmo
decisamente credibile), tenera libellula smaliziata e un po’
vanesia, che si destreggia acrobaticamente tra le schermaglie
d’amore e gelosia dell’ingenuo fessacchiotto di turno, e le
subdole richieste dello spiantato Fussi, che tanto fesso non è,
anzi ci marcia che è una bellezza, rimestando a piene mani in un
menage a trois in cui non vi è spazio per i sentimenti. In un
climax arroventato da due opposte voci, tra “vacche” e
“topolini”, la squallida amante, smascherata, si ritroverà
alfine inchiodata alle sue responsabilità.

Nell’altro episodio ancora un uomo succube di una melensa virago
che il maritino buono buono se lo pappa in salsa tartara in un
sol boccone. Il visone è lo status symbol a cui anela. Costi
quel che costi. Anche con basse insinuazioni che fanno leva
sull’amor proprio di un impiegatuccio pacifico dal precario
equilibrio psichico, quasi il pirandelliano Belluca di “Il treno
ha fischiato”, trasformandolo in un lupo famelico in grado di
ribellarsi alla tirannia di un ipocrita direttore che sa come
rabbonire il suo ingenuo dipendente facendolo fesso e contento.
Decisamente incredibile Bruno Fanchetti nei panni dello
spiantato Fussi, in quelli di un diavoletto rosso eccentrico e
infido, e in quelli dell’allampanato Gustavo Campanella alle
prese con un commendator Stragioni (il bravo Gianluca Moiser)
falsamente accorto benevolo e accorto. Dispettosa e irrispettosa
al punto giusto Rosy Pozzoni, che tenta di mitigare
l’aggressività maligna del suo molesto e cattivello partner in
tuta rossa.
Nello Colombo


GdS 28 III 2003 - www.gazzettadisondrio.it

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