SOCIETA' PARTE SECONDA ESISTE VITA FUORI DELLA TERRA?: UNA RISPOSTA NUOVA

Saggio in esclusiva per La Gazzetta di Sondrio - Traduzione a cura del giornale

2. PARTE SECONDA: ESISTE VITA FUORI DELLA TERRA?: UNA RISPOSTA NUOVA


2.1 PREMESSA

L'interrogativo sulla esistenza della vita al di fuori della terra sconta un errore di fondo: la visione "uomo-centrica".

Persino la fantascienza predilige alieni di tipo sostanzialmente terrestre, magari anche con deformazioni e sembianze mostruose. Non sono comuni, e in ogni caso non di facile presa, forme di vita concettualmente del tutto diverse, anche se di esse significativa testimonianza ha dato un astronomo, grande scienziato (il nome "Big Bang" lo si deve a lui, anche se questo termine lo aveva coniato in senso dispregiativo essendo oppositore della relativa teoria), ma anche scrittore di vaglia, e cioè Fred Hoyle, con il suo romanzo di fantascienza "La nuvola nera", che ha per protagonista questa "nuvola" di energia, dotata di intelligenza, con la quale un uomo entra in comunicazione.

Albert Einstein ha portato a vette eccelse il concetto di "relativo", che resta però confinato nell'ambito fisico-matematico e invece del tutto sconosciuto nelle dissertazioni e nelle ricerche sulla possibilità di esistenza di vita extraterrestre.

Applichiamo invece questo concetto di "relativo" in termini non ristretti ma generali, con due parametri-base: il tempo e le dimensioni.


2.2 IL TEMPO


2.2.1 L'UOMO

Secondo il prof. Antonimi, autorità nel suo campo, la durata media della vita al tempo dei Romani, 36 anni, si è mantenuta invariata sino a circa la metà del secolo decimonono. Da tale data, per effetto della disponibilità diffusa di energia, l'ascesa è stata graduale sino ai circa 80 anni per le donne italiane (un po' meno per gli uomini. L'attesa di vita per chi nasce oggi supera i 90 anni e "l'età biologica" è arrivata ormai a 130 anni.

Assumiamo un'invariante, tale rimasta nel tempo: la durata di una gravidanza, nove mesi, e il periodo di reiterazione di una gravidanza, un anno approssimando. L'età media sino al 1850 equivaleva pertanto a 48 periodi gravidi o 36 periodi di reiterazione. Si potrebbero assumere come riferimenti altri parametri, come il periodo fertile della donna, o il periodo "attivo" dell'uomo, quello di massima efficienza lavorativa, od altri ancora, comparandoli sempre con la durata media della vita. Conta comunque il ciclo generazionale, vale a dire quante generazioni diverse si susseguono in un dato periodo, anche ai fini delle potenzialità di sviluppo. Pensiamo ad esempio cosa avrebbe potuto voler dire per l'umanità se personaggi come Leonardo o Einstein e tanti altri avessero potuto contare su un periodo lungo di vita.

2.2.2 L'EFFIMERA

Facciamo un salto, sempre però all'interno del mondo vivente terrestre e andiamo a considerare l'effimera che dopo essersi trasformata in farfalla chiude il suo ciclo vitale in circa 24 ore. In un anno si succedono 365 generazioni. Al tempo dei Romani e sino a 150 anni fa ad una generazione umana corrispondevano oltre 13.100 generazioni di effimera, dato oggi salito ad oltre 30.000.

Supponiamo questa effimera dotata di raziocinio e capacità intellettuale simile alla nostra, tale da poter osservare le nostre persone. Salvo casi particolari le modifiche della persona nel corso di un anno sono modeste. 365 generazioni di effimera considerano staticamente le nostre persone, sempre uguali, sempre le stesse.

Applichiamo lo stesso ragionamento "generazionale" all'uomo, rispetto ad altro soggetto il cui ciclo generazionale stia rispetto al nostro nello stesso rapporto che intercorre tra quello dell'effimera e il nostro e riscontriamo che il periodo considerato sarebbe di 30.000 anni.

L'ipotetico soggetto evocato ci apparirebbe immutato ed immutabile dai tempi degli uomini delle caverne ad oggi.

2.2.3 IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE TEMPORALE

Ci si può esercitare nello stesso schema in lungo e in largo, ma quel che conta è la conseguenza:

IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE TEMPORALE: sono valutabili, ai fini della ricerca della vita, effetti tra loro compatibili unicamente in una sfera temporale omogenea


2.3 LE DIMENSIONI


2.3.1 L'UOMO

La statura degli uomini è rimasta più o meno la stessa dai tempi dell'uomo delle caverne, dato che lo sviluppo recente nei Paesi a maggiore benessere rientra nello stesso ordine di grandezza.

2.3.2 LA VITA MINUSCOLA

La vita che conosciamo parte dall'enormemente piccolo. Nel nostro corpo vive tranquillamente una enorme quantità di batteri, solo in un cm quadrato di pelle un milione e più. Nel tappeto del salotto, se ci prendessimo la briga di contarli con tecniche appropriate, scopriremmo migliaia di acari.

La vita si ferma a dimensioni con un piccolo moltiplicatore rispetto ai dati dimensionali umani, si tratti di altezza, di peso, di volume, considerando giraffe, ippopotami, elefanti, balene. Poco di più se sconfiniamo nel mondo vegetale, che pure è vita (la recente definizione del menoma umano ha evidenziato sorprendentemente che noi abbiamo un numero di geni non molto superiore a quelli che ha nelle sue cellule il topo).

Moltiplicatori modesti anche per altri parametri. L'esempio della velocità: l'animale più rapido, il ghepardo, ha una velocità massima all'incirca il triplo di quella raggiunta dal primatista dei 100 metri.

L'uomo è quasi al vertice della scala dimensionale terrestre.

Un acaro - similitudine con la precedente effimera - ha difficile comprensione della realtà dell'uomo che ha invece dimensioni, rispetto a lui, enormemente maggiori.

Spingiamo oltre la stessa similitudine, questa volta guardando verso l'alto, applicando la stessa metodologia di cui al paragrafo precedente

2.3.3 IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DIMENSIONALE

Seconda conseguenza del nostro processo logico:

IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE TEMPORALE: sono valutabili, ai fini della ricerca della vita, effetti tra loro compatibili unicamente in una sfera dimensionale omogenea.

A questi due principi va aggiunto il terzo, IL PRINCIPIO DI ESCLUSIONE, che rinviamo al termine del presente paragrafo.


2.4 VITA SIMILE ALLA NOSTRA?


2.4.1 ESSERI VIVENTI SIMILI ALL'UOMO

Il punto sulla possibilità di esistenza di vita simile alla nostra, nella comune accezione, si riferisce ad esseri viventi e raziocinanti, di intelligenza "umana" o superiore (raramente si pensa ad una inferiore).

Chi propende per questa tesi in forma non emotiva si affida ad un calcolo probabilistico. Viene considerato il numero di galassie, si applica la probabilità per stabilire quante possano avere stelle simili al nostro sole, poi per stabilire quante di queste stelle possano avere un sistema planetario simile al nostro, poi per stabilire fra tutti questi pianeti - ovviamente "probabili" e non determinati con certezza, quanti possano essere simili alla Terra, infine per stabilire quanti di questi possano essere ad uno stadio evolutivo simile al nostro, poi per stabilire quanti possano aver avuto condizioni favorevoli alla vita e infine, fra questi, quelli che hanno la massima probabilità di una vita intelligente.

Con questa valutazioni probabilistiche si arriva ad un numero molto elevato di pianeti potenzialmente ospitanti alieni simili a noi.

Il metodo è suggestivo, ma solo tale. Non è con il metodo probabilistico che si può affrontare il tema

2.4.2 UNA NICCHIA PER LA NOSTRA VITA

La nostra vita è possibile in una nicchia restrittissima, e di poco più larga per altre forme di vita terrestre. Vediamo i confini di questa nicchia.

2.4.3. NICCHIA DITEMPERATURA

La vita umana è possibile in un microscopico intervallo di temperatura, indicativamente fra 230 e 320 gradi assoluti, o gradi Kelvin, i gradi cioè che partono dallo zero assoluto dell'universo che è a meno 273,15 gradi centigradi, quelli che usiamo noi. A temperature largamente inferiori alla temperatura minima sotto alla quale la nostra vita non è possibile sono lo spazio al di fuori dell'atmosfera, le facce in ombra dei corpi celesti ecc. A temperature largamente superiori praticamente tutto il resto.

2.4.4. NICCHIA DI PRESSIONE

La vita umana è possibile in un microscopico intervallo di pressione visto che noi, a livello del mare, siamo soliti sopportare una pressione, dovuta all'atmosfera soprastante, di un Kg per cm quadrato del nostro corpo, bilanciato dall'interno. Da questa pressione dipende una serie di fattori. Per fare qualche esempio si dice che l'acqua bolle a 100 gradi. Non è vero. Questo succede se siamo a livello del mare. Man mano che si sale in quota l'acqua bolle a temperature minori. Alla pressione abituale sono rapportabili processi e trasformazioni biologiche che avvengono nel nostro organismo. Nello spazio extra-atmosferico un uomo senza la tuta protettiva muore nel tempo massimo di 20 secondi. Viceversa, esclusi supermen che sono scesi anche sino a 125 metri sotto il mare, esiste un limite superiore di sopportazione visto che ogni 10 metri di profondità nell'acqua la pressione aumenta di 1 Kg per cm quadrato.

2.4.5 NICCHIA DI RESPIRAZIONE

Attraverso i polmoni noi forniamo all'organismo il comburente, quello cioè che riesce, bruciando i combustibili, a fornirci l'energia di cui abbiamo bisogno. La vita è possibile per via della composizione dell'atmosfera nella quale si trova l'ossigeno in percentuali, sia in peso che in volume, intorno al 20%, con l'80% circa di azoto, inerte, e tracce di altri gas. Salendo in quota la densità atmosferica cala. Sull'Everest, ad una altezza che è soltanto la settecentocinquantesima parte del raggio terrestre senza respiratore, salvo pochi istanti, si muore.

2.4.6 NICCHIA CHIMICO-FISICA

La vita umana è possibile per via del ciclo del carbonio, per la quantità d'acqua presente sulla Terra e per il suo ciclo, in particolare per le temperature alle quali ghiaccia o bolle, perché il mondo animale assorbe ossigeno ed emette anidride carbonica mentre il mondo vegetale assorbe anidride carbonica ed emette ossigeno, per una serie di fenomeni come l'osmosi, la tensione superficiale ecc.

2.4.7 NICCHIA DI GRAVITA'

La vita umana è possibile per via del valore che ha l'accelerazione di gravità, variabile secondo le posizioni ma sostanzialmente intorno ai 9,8 metri al secondo quadrato.

2.4.8 NICCHIA COSMICA

La vita umana è possibile perché la fascia di ozono e l'atmosfera stessa ci riparano dalle radiazioni cosmiche che altrimenti avrebbero effetti deleteri. A questo si aggiungano le caratteristiche dell'orbita, ellittica ma quasi circolare (non fosse così gli sbalzi di temperatura secondo le stagioni sarebbero micidiali), intorno al sole e le interrelazioni gravitazionali con la luna, responsabile delle maree, che, fatto per lo più sconosciuto, influenzano anche la crosta terrestre sia pur di poco. C'entrano poi il campo magnetico terrestre, l'inclinazione dell'asse e quant'altri.

2.4.9 NICCHIA DEI SENSI: LA VISTA

L'occhio è uno strumento che capta onde elettromagnetiche comprese in un microscopico intervallo di lunghezza d'onda tra 3,5 e 7 decimillesimi di millimetro, rispettivamente corrispondenti ai colori violetto e rosso. Sotto i 3,5 non vediamo nulla, ci abbronziamo soltanto perché si tratta di radiazioni ultraviolette, sopra i 7 di scaldiamo perché si tratta di infrarossi.

2.4.9 NICCHIA DEI SENSI: L'UDITO

L'orecchio è uno strumento che capta onde (suoni) che hanno una frequenza compresa tra pochi Hertz e massimo 15/16.000 Hertz, meno per chi è avanti negli anni, e si propagano nell'aria a poco più di 300 metri al secondo, s'intende al livello del mare. La velocità cresce se il materiale in cui queste onde debbono propagarsi è più denso, per esempio l'acqua, cala se il materiale è meno denso fino a quando non c'è più nessuna propagazione, come nel vuoto.

2.4.10 NICCHIA DELLE NICCHIE

Andando avanti con una serie di altri elementi non resta che concludere che l'habitat della vita umana è una sorta di capocchia di spillo, una "nicchia delle nicchie". La vita si è sviluppata, non importa quale ne sia stato l'avvio, adattandosi a questo habitat in modo sempre più estremamente complesso.


2.5 VITA SIMILE ALLA NOSTRA? IMPOSSIBILE


2.5.1 VITA SIMILE SOLO IN CONDIZIONI SIMILI

Complessivamente la "macchina uomo" appare molto fragile dati gli intervalli microscopici di tutti i parametri essenziali al mantenimento della vita la cui velocità di trasformazione, per un eventuale adeguamento alle mutate condizioni esterne, ha inevitabilmente limiti notevoli.

Perché sia possibile trovare un alieno simile a noi occorrerebbe che esistessero condizioni ambientali, iniziali, passate, presenti, pressoché uguali alle nostre, e tutte insieme.

2.5.2 IL PRINCIPIO DI ESCLUSIONE

Non è possibile. Dovrebbe esistere, da qualche parte, nel mazzo delineato dai "probabilismi", un mondo duplicato, perfettamente duplicato, fotocopia del nostro. Di qui il terzo principio:

PRINCIPIO DI ESCLUSIONE: Nell'universo non esistono due situazioni uguali, pertanto l'esistenza di vita extraterrestre, conseguenza della Legge di corrispondenza, postula caratteristiche diverse rispetto a quelle della vita umana.


2.6 ESSERI VIVENTI SIMILI ALL'UOMO


2.6.1 SOLI NELL'UNIVERSO?

Dobbiamo arguire dunque che siamo i soli esseri viventi nell'universo? O anche che non vi può essere altra vita nell'universo? Questa conclusione sarebbe non solo arbitraria ma anche, concedendo qui spazio ai "probabilismi", improbabile.

2.6.2 VITA SUI PIANETI DEL NOSTRO SISTEMA SOLARE

Analizziamo i pianeti del nostro sistema solare per valutare le condizioni con le quali dovrebbe fare i conti una forma di vita per sopravvivere ed evolversi.

2.6.3 VITA SU GIOVE

Giove è il quinto, per distanza dal sole, e il maggiore dei pianeti del nostro sistema. Ha un raggio poco più di 11 volte quello della Terra, ma con una densità inferiore, dato che la sua massa è solo 320 volte inferiore mentre, a pari densità, dovrebbe essere circa 1330 volte maggiore. Un essere vivente dovrebbe avere una struttura, diciamo, ossea molto più robusta della nostra per resistere ad una gravità di quasi 23 m/sec quadrato rispetto ai nostri 9,8. Dovrebbe però avere una forma particolare per non affondare dato che il pianeta è gassoso. Una forma tipo-barca, o meglio una sorta di guscio di tartaruga a rovescio. Dovrebbe essere ben protetto dal freddo visto che sopra le nuvole la temperatura media è di circa 150 gradi centigradi sotto lo zero. Non si parla di polmoni come i nostri o di branchie come i pesci. Là ossigeno, - che per noi è il comburente che attiva la combustione con liberazione dell'energia che serve al nostro organismo - non ce n'è, visto che su dieci parti circa nove sono di idrogeno e circa una di elio con un po' di metano. L'energia necessaria all'ipotetico essere vivente gioviano, raziocinante o no, dovrebbe quindi arrivare da altra via. E si potrebbe continuare.

2.6.3 VITA SU ALTRI PIANETI

Mercurio, il primo per distanza dal sole, è un forno con circa 180 gradi centigradi sulla superficie illuminata e un freezer eccezionale nella parte in ombra.

Venere, quasi gemello della Terra per dimensioni, forza di gravità, massa, velocità di fuga, e poco meno distante dal sole rispetto a noi (110 milioni di Km rispetto ai nostri 150), è un superforno, a circa 500 gradi. Atmosfera terribile, quasi interamente di anidride carbonica, con poco azoto e poca anidride solforosa, ma con una pressione enormemente superiore a quella terrestre, di circa un centinaio di volte già a 1000 metri di altezza. (Verrebbe da pensare che si tratta di un pianeta in sviluppo, destinato in tempi lunghissimi,con il raffreddamento e le modificazioni relative, a somigliare alla Terra dei primordi, forse per ospitare quella vita che secondo qualcuno prima esisteva in Marte, quando c'era l'acqua (sono stati osservati alvei di fiumi e bacini di laghi e mari) e vi erano condizioni più adatte. Marte è a una distanza dal sole poco più di una volta e mezza quella della Terra, con una temperatura media quasi accettabile (-40°), atmosfera ora evanescente essendo di circa un centesimo rispetto alla nostra. Bassa la gravità, poco più di un terzo di quella terrestre, e forse c'è ancora del ghiaccio sotto la superficie.

Si discute, e le esplorazioni spaziali si muovono in questa direzione, se non possa essere rimasta qualche forma di vita elementare, in ogni caso se non sia possibile trovare qualche traccia fossile di vita.

2.6.4 LE COMETE

Ci sono le comete, caratterizzate dalla presenza, documentata dalla spettrometria, di aminoacidi, quelli che sono considerati i "mattoni della vita". L'ipotesi di alcuni è che esse potrebbero essere il corriere-espresso che trasporta nello spazio se non la vita quantomeno le potenzialità di vita. La successiva ipotesi è che l'inizio della vita sulla Terra sia avvenuto in questo modo, quando poi le comete erano moltissime. Una potenzialità trasformata nella Terra in realtà concreta miliardi di anni fa per l'esistenza i condizioni favorevoli (la più antica testimonianza di vita, sia pure indiretta, sinora rilevata è in Groenlandia ed il calendario la colloca quasi 4 miliardi di anni fa).

La consequenziale ipotesi sarebbe che il nostro corriere abbia avuto la possibilità, anche altrove, di trovare condizioni, magari diversissime dalle nostre ma pur sempre favorevoli alla vita.

2.6.5 I METEORITI

Ci sono anche i meteoriti, questi corpi vaganti nello spazio, pure accreditati di questo ruolo di corriere.

Teoria della panspermia. Secondo Helmooltz, Thomson, Arrhenius ed altri i germi vitali sarebbero arrivati portati da loro. Giusto accennarne.

2.6.6 IMPROBABILITA'

Improbabile ogni qualsiasi ipotesi di vita in questi termini, salvo la suggestione del considerare il trittico Marte (il passato), Terra (il presente), Venere (il futuro). Occorrerebbero conferme dalla esplorazione marziana, ora tecnologica e fra non molto umana.


2.7 IPOTESI DI VITA DIVERSA


2.7.1 TANTE LE VARIABILI

Tante le variabili per altre ipotesi di vita. Diversi sia la sua natura che lo sviluppo. Iniziamo dalla più semplice, teoricamente possibile: una vita che sia basata anziché sul ciclo del carbonio, come la nostra, sul ciclo del silicio.

Poi: cicli temporali e dimensionali diversi, comunicabilità non con i suoni (del resto molte forme di vita terrestre non usano questo mezzo), uso funzionale di gamme diverse di onde elettromagnetiche, sistemi diversi di approvvigionamento energetico, intervalli fisici come temperatura, pressione ecc., diversi dai nostri, utilizzo di fluidi diversi dall'acqua, anche in funzione delle temperature vitali

2.7.2 SAREBBE VITA?

Si tratterebbe di vita? Certo, se essa avesse carattere di riproducibilità. E quanto alla vita intelligente, comparabile a quella umana, o anche superiore? Non usiamo qui il termine probabile, ma il termine possibile, sempre comunque tenendo conto che sulla Terra coesistono milioni di specie e milioni di sottospecie (ma solo con qualcuna di quelle superiori si è giunti a minimali esiti positivi di comunicabilità relativa).


2.8 RICERCA DI VITA INTELLIGENTE


2.8.1 L'ATTUALE RICERCA

Si sta cercando di trovare segni di vita intelligente nello spazio cercando di captare segnali che ne attestino la presenza, scandagliando i settori del cielo che vengono ritenuti al riguardo i più interessanti. Del pari se ne mandano.

Cominciamo a dire, per quanto concerne l'invio, che noi abbiamo imparato ad usare le onde radio solo pochi decenni or sono. Posto che esista vita intelligente capace di captare e interpretare questi segnali occorrerebbe molto tempo perché essi giungano a destinazione, per fare un esempio, in direzione della costellazione del Leone ove la NASA ha appurato la presenza di acqua.

Diverso invece il caso nostro, in ricezione. Super-antenne da alcuni lustri scandagliano il cielo nel tentativo appunto di captare emissioni-spia di sorgenti artificiali. Questo, sempre nella ipotesi di una vita in qualche modo simile alla nostra

2.8.2 ANALISI CRITICA DELL'ATTUALE RICERCA

Sotto il profilo operativo non è certo produttivo basarsi sul calcolo probabilistico e sulle sue conclusioni. Sta bene cercare una vita in qualche modo simile alla nostra, non si sa mai, ma le condizioni come si è visto in precedenza sono tali per cui trovare un ago in un pagliaio grande come una metropoli sarebbe, al confronto, un gioco da ragazzi. Occorrerebbe invece, o quantomeno contestualmente, aprire linee di ricerca sulle sub-dimensioni e sulle super-dimensioni.

2.8.3 SUB-DIMENSIONI

Nel caso delle sub-dimensioni conta l'organizzazione strutturale della vita, tenuto altresì conto della minore quantità di energia necessaria,e, conseguentemente anche della minore quantità di energia da spendersi per la trasmissione di informazioni e comunque per i processi di sviluppo. In una ipotesi di questo genere l'intercettazione diventa problematica data la diffusione sferica e quindi la riduzione del segnale intercettabile in funzione del cubo della distanza. Aggiungansi tutte le altre variabili di cui si * parlato in precedenza, in particolare gli intervalli di tale vita per tipo di ciclo vitale, temperatura, gravità, pressione, elettromagnetismo, natura di comburenti e combustibili utilizzati, persino velocità di propagazione del pensiero che se per noi è di circa 250 Km/h per eventuali tali esseri può essere ben altra, oltre al dato fondamentale di quale possa essere la natura delle informazioni trasmesse. Per l'uomo si tratta di linguaggi, quello alfabetico o quello matematico ma potrebbero esserci ben altre forme e ben altri sistemi. Ce ne sono perfino sulla Terra in altre forme viventi!

2.8.4 SUPER-DIMENSIONI

Nel caso delle super-dimensioni, oltre ai casi precedenti, interverrebbe consequenzialmente la dimensione iper-temporale. Lo spazio di vita umana, entro il secolo potrebbe essere un intervallo breve, addirittura brevissimo, per tale vita. E' pur vero che in questo caso le energie in gioco sarebbero di ben altra portata e quindi, in teoria, più agevolmente o meno difficilmente intercettabili, ma potrebbe darsi il caso della necessità di lunghi periodi per accertare le fluttuazioni relative. Potrebbero esservi altre ipotesi per le super-dimensioni ma con esse si potrebbe correre il rischio di scivolare pericolosamente sul terreno fantascientifico, senza elementi minimamente certi ma solo congetturali. Così come va lasciata la ricerca, sulla base dei presupposti indicati, a chi abbia piena dimestichezza con le geodetiche, onde collegare lo spazio-tempo al tema delle informazioni possibili vaganti nell'universo.


2.9 CONCLUSIONI


2.9.1 C'E' VITA EXTRATERRESTRE

La risposta al quesito sull'esistenza di vita extraterrestre, positiva, non viene per considerazioni personali bensì dall'applicazione del Principio di Corrispondenza, esposto nella prima parte del presente saggio (pubblicata a parte nella stessa sezione - Nota del giornale).

Se la vita infatti esistesse solo sulla Terra si tratterebbe di una singolarità. Le singolarità esistono solo in matematica, non nell'universo. Qualcuno potrebbe obiettare che lo zero assoluto, la temperatura invalicabile scendendo, è pure una singolarità: ebbene al riguardo ci sarebbe da aprire un'altra pagine seppure l'argomento non sia ancora maturo.

2.9.2 LA CATENA DELLA VITA

L'universo - meglio sarebbe dire "gli universi che determinano quello che chiamiamo universo" - è una grande catena dinamica in cui si innesta la vita, o meglio "la catena della vita", in forme oggi da noi non ancora identificabili e probabilmente inimmaginabili, ma sicuramente non in modo antropomorfo.

2.9.3 IL PROBLEMA DELLA COMUNICABILITA'

Sulla Terra noi abbiamo quasi quattro miliardi di evoluzione alle spalle, di cui alcune migliaia soltanto di civiltà, di cui poco più di cento di sviluppo energetico e di forte sviluppo tecnologico, di cui poco più di 40 di sviluppo spaziale, e meno ancora di sviluppo informatico avanzato.

Qui vicino a noi, al centro della nostra casa astronomica, la Via Lattea, stanno arrivando solo adesso le immagini della Terra abitata da trogloditi. Dovranno passare ancora un migliaio, almeno, di generazioni prima che, ci fosse da quelle parti qualcuno cui sia possibile con potenti strumenti vedere e analizzare il nostro mondo, dell'anno Domini 2001.

Il problema allora si sposta sul come intercettare e sul come comunicare.

Problema insolubile dunque? Non soli ma come se lo fossimo?

Historia magistra vitae. La storia deve insegnare qualcosa.

2.9.4 VIE NUOVE

E' da poco che l'uomo, con Einstein, ha scoperto che le cose non stanno come per secoli e secoli si è creduto e come ciascuno di noi correntemente ritiene. Abbiamo, ad esempio, considerato sempre il tempo come un qualcosa di preciso di immutabili. Il minuto o l'ora al tempo dei romani come il minuto o l'ora al tempo nostro. Abbiamo studiato e riteniamo che il percorso più breve tra due punti sia una retta. Vere queste cose per noi. Ma nello spazio la via più breve non è affatto una retta bensì una curva, e così può succedere che nello spazio un triangolo possa avere anche tre angoli retti, 270 gradi in totale, quando per noi il totale degli angoli di qualsiasi triangolo è 180 gradi. E nello spazio quel minuto o quell'ora di cui si parlava non è affatto detto che corrispondano ai nostri. Spazio e tempo sono legati in modo particolare, nel cosiddetto "spazio-tempo" influenzandosi reciprocamente. Addirittura c'è chi (Kerr e Hawking), con la teoria della singolarità nuda, anello all'interno dei buchi neri, sostiene che in linea di principio non vi sono ostacoli al viaggio nel tempo.

Per altri infine, sempre scienziati e non scrittori di fantascienza, vi è una coesistenza di universi paralleli.

Maxwell a metà del secolo XIX° aveva elaborato le sue famose equazioni. A chi gli chiedeva a cosa servissero in pratica, rispondeva di non saperlo ma che nel giro di un secolo l'uomo lo avrebbe saputo di certo. Come è avvenuto.

Lui, ed altri scienziati-caposcuola sino ai nostri giorni hanno fatto fare giganteschi passi avanti alla conoscenza perché hanno imboccato strade nuove.

Occorre che nella ricerca della vita extraterrestre, che deve essere un obiettivo per l'uomo, si spezzino le catene che la frenano, catene consistenti dalla impostazione di base, quella di porre al centro l'uomo. Occorre invece considerare l'uomo una delle tante forme possibili di vita intelligente. Tanto intelligente, la nostra razza, dal comprendere che se vuole raggiungere questo obiettivo, deve partire proprio da un atto di modestia.

La vita la troveremo quando la penseremo diversa dalla nostra, quando assumeremo una scala dimensionale diversa dalla nostra, quando assumeremo una scala temporale diversa dalla nostra, quando esploreremo ipotesi diverse relativamente alle modalità di trasmissione delle informazioni. Quando, anche, verranno perfezionati i canali di ricerca aperti dalle acquisizioni scientifiche spazio-tempo, il problema delle onde gravitazionali che macroscopici strumenti in costruzione cercheranno di rilevare sperimentalmente dimostrando quanto è già acquisito dalla teoria, compresenza di universi ecc.), abbandonando però, nelle condizioni-limite, quelle acquisizioni della matematica che sono essenziali per la descrizioni degli eventi, dei fenomeni, degli sviluppi, per il mondo nel quale siamo immersi ma che evidenziano la loro fragilità nelle sub e nelle super dimensioni.

2.9.5 I NOSTRI PRINCIPI

I principi che abbiamo enunciato non sono la chiave di volte per la soluzione dei problemi. Possono però essere un supporto importante per chi intenda lasciare ai colleghi di battere le strade vecchie (non si sa mai che qualche risultato, magari parziale, arrivi…) ed intenda invece cimentarsi, con tutte le difficoltà inevitabilmente collegate, su nuovi orizzonti.


Saggio in esclusiva per La Gazzetta di Sondrio - Traduzione a cura del giornale

Riproduzione, totale o parziale, consentita citando la fonte e l'indirizzo di Internet.

GdS - agosto 2001


P.S. Il saggio è corredato da una appendice sul trascendente. Lo pubblichiamo nella rubrica "Fatti dello spirito".

Società