PIANETA RUSSIA, MOLTI DICONO DI CONOSCERLA MA ...

La Russia è una severa maestra (1°): informazione ... ma quale informazione ..!

Nel 2006 mi sono innamorato. Mi sono innamorato della Russia. Avete letto bene, non fraintendiamo: della Russia, non delle russe. Russe che sono belle e che viaggiano sui loro altissimi tacchi nelle città, con portamento di modelle, tanto diverse da un certo stereotipo esportato dall’URSS. Non più compagne dure e ben poco femminili, ma donne orgogliose del loro fascino.

In fondo anche questa è una lezione. Ma non è di ciò che intendo parlare.

Abbiamo viaggiato, io ed Eliana, per circa 8 settimane in due viaggi, nell’immenso territorio russo, da Novosibirsk alla Repubblica Komi, dai Monti Altai ad Yekaterinburg, al Caucaso.

Poca cosa, intendiamoci; la Federazione Russa è il paese più vasto al mondo, oltre 17 milioni di kmq, con quasi 150 milioni d’abitanti. Lo si comprende solo visitandolo. E visitarlo significa uscire dai circuiti patinati di Mosca e S.Pietroburgo, affollati da italiani, cinesi ed altri turisti di mezzo mondo.

Per esplorare un simile paese, con risorse culturali, umane ed ambientali quasi illimitate, occorrerebbe una vita. Forse è per questo che, nelle librerie, non vi sono che poche guide sulla Russia; poche e certo incomplete. Purtroppo quasi nulla viene da fonte italiana: solo le ormai diffusissime Lonely Planet trattano, in italiano, abbastanza a fondo l’argomento ma ... sono scritte da anglosassoni (e si vede..!).

Gli autori italiani si fermano a Mosca e S.Pietroburgo, che certo sono Russia ma non sono LA Russia.

Ma perchè la Russia è una severa maestra? Perchè viaggiando in quel paese si comprende come, nonostante tante ciance sulle informazioni che viaggiano in tempo reale (o forse proprio per questo), noi si sappia poco, pochissimo. Ma ciò che è peggio, si comprende come la stampa, l’informazione, i tuttologi che imperversano sugli schermi, ci raccontino di continuo mezze verità e mezze bugie, spesso al solo scopo di far prevalere il loro punto di vista.

Infatti ho deciso, di illustrare le nostre esperienze russe, in onore di Giulietto Chiesa, uno di quei personaggi presentissimi alla TV, che pontifica con quella sua aria di “iosotuttoevoinulla” che mi riesce insopportabile.

Di recente sempre dai teleschermi (del Berlusca!) ha detto la sua sull’11 settembre: « ..tutto organizzato dagli USA...», con l’usuale sicumera.

Per tornare in Russia, potremmo ricordare come l’opinione di Putin, sull’argomento, sia molto diversa. Come, sotto sotto (ma neppure troppo) sul tema terrorismo di matrice islamica, vi sia un’evidente assonanza tra USA e Mosca, che ben conosce -purtroppo sulla sua pelle- cosa significhi quel fenomeno.

Ma per approfondire l’argomento voglio portarvi molto più lontano di Mosca e di Washington.

Nell’estremo oriente russo vi è una terra denominata Chukota; per la precisione è una provincia autonoma. Confina con la grandissima Repubblica di Saha, già Jakutia.

Ebbene sulla Rivista di geopolitica Limes, uno dei testi italici più seri nel settore (ma stavolta che topica ..!), certo progressista ma senza pregiudizi, ove scrive spesso il nostro “sotutto” Giulietto, ecco un numero intero sulla Federazione Russa. E sulla terre di cui sopra, in una cartina, la scritta no mens land, terra di nessuno. A parte che non capisco perchè utilizzare l’inglese, è proprio vero che Chukota e Jakutia siano terre di nessuno?

Gia leggendo la Lonely Planet viene qualche dubbio: città importanti, miniere, musei e sopratutto agenzie turistiche. Agenzie che organizzano ogni tipo di viaggi, dalla visite delle città a crociere sulla Lena, ai gulag (..guarda chi si vede ..), al polo del freddo. Jakutsk, la capitale, è collegata con vari voli quotidiani con le principali città russe. Come terra di nessuno un luogo un po’ troppo noto e conosciuto!

Quanto alla Chukota, si tratta certo di un territorio al limite della civiltà ma ... a Mosca, in russo e pure in inglese, troviamo in libreria una guida dettagliata del territorio. Ci colleghiamo ad internet, agli indirizzi consigliati e .. pure qui città, parchi nazionali ed ancora agenzie turistiche! Insomma, terra isolata senza dubbio (ma con voli quotidiani per Mosca) ma terra di nessuno ...!?!

Dove voglio arrivare?

Semplice. Il nostro Giulietto è stato, per anni, corrispondente da Mosca dell’Unità. Giornale certo al tempo più serio di quello d’oggi, pur se un tantino di parte.

Ed un corrispondente per anni da Mosca non conosce il territorio russo? Non sa che la Jakutia è una delle cassaforti del paese e che – non a caso – Putin vi è andato a celebrare il Natale (ortodosso)? Non sa che in zona vi sono numerose agenzie turistiche che sfornano programmi, in inglese, per turisti targati Giappone, USA, Corea ed oggi pure Cina?

Terra di nessuno fa venire in mente il Far West, ove la legge era la pistola. Non credo che i turisti di cui sopra si trovino tra pistoleri senza scrupoli od abbiano similari altri problemi Anche perchè MAI notizie del genere sono circolate. Si parla spesso, troppo spesso purtroppo, di Yemen, di altri paesi mediorientali, di molti paesi africani ma mai di Jakutia o Chucota, come del resto del resto della Russia.

Ma allora?

Viene il dubbio che, per motivi svariati, gran parte della nostra stampa, della nostra intellighenzia (per usare un termine russo), tra cui il nostro Giulietto (ma è certo in buona compagnia), abbia interesse a dipingere la Federazione Russa molto peggio di quel che è.

Nel caso della cultura di sinistra ci assale il dubbio di una certa nostalgia della grande URSS “...a quei tempi sì, che si viveva bene, ora ...”.

Ed ecco perché la Russia diviene una fonte di severi ammaestramenti.

I Giulietto Chiesa, i tuttologi, i giornalisti – fortunatamente non tutti e non sempre – non scrivono per poi trarre conclusioni ma fanno il processo esattamente contrario.

Hanno un’idea ( ... la Russia è un paese primitivo ed oggi insicuro ...) e partendo da lì, scrivono solo ciò che reputano coincidente col loro pensiero. E’ l’abilità degli attuali tuttologi: non tanto dire bugie, quanto raccontare solo quella parte di verità che permette di dimostrare le loro tesi.

Alla medesima conclusione si giunge viaggiando nel Caucaso, cosa che, nell’estate 2006, abbiamo fatto per 3 settimane. Da noi quelle montagne sono dipinte come insicure (al minimo), sovente pericolose, certo da evitare. Al punto che, poco prima dell’estate, il nostro Ministero degli Esteri aveva “sconsigliato” il Caucaso. Ma tali signori, dai funzionari pagatissimi della Farnesina ai soliti opinionisti, da quanto non viaggiano in Caucaso?

Ebbene noi in Caucaso ci siamo trovati benissimo e – sopratutto – non vi abbiamo riscontrato più pericoli che in tantissimi altri paesi e città del Mondo. Personalmente credo che parecchi quartieri di Napoli e Palermo siano ben più a rischio.

E difatti sull’Elbrus, la vetta che abbiamo conquistato, vi erano alpinisti di ben 15 (quindici!) nazionalità diverse, dalla Corea al Sud Africa, dalla Germania all’Iran. Ma di italiani solo noi. Come mai, abbiamo chiesto? Gli italiani hanno paura, da voi il Caucaso è dipinto come se fosse tutta Cecenia, un paese in guerra. Ecco cosa ci hanno risposto.

Ecco qua! Toccata con mano la serietà di chi trasmette od avvalla certe informazioni (!?!).

Tra parentesi, a sentire molti russi, la questione cecena, certo grave ed ancora aperta, è però in via di normalizzazione: oramai grandissima parte del territorio è sotto controllo e l’Esercito Russo ha lasciato quasi completamente il posto a milizie locali. Milizie che, tra la Russia ed il fondamentalismo wahabita, preferiscono di gran lunga la prima.

Ma di tutto ciò da noi si sa poco o nulla. Trincerati dietro vecchie informazioni, vecchi schemi e vecchie idee.

Il nostro giornalista da tavolino non avendo forse mai visitato Nalcik o Cerkassy, le capitali delle Repubbliche di Cabardino-Balcaria e di Karacaevo-Cerkessia, non ha probabilmente neppure mai visto (forse meglio dire ammirato) le ragazze del luogo in minigonna ed abiti estivi, certo lontane, lontanissime dagli stereotipi di islamiche noti a casa nostra. Essere cittadine della Federazione Russa, per queste donne, non slave e non cristiane ortodosse, significa pure questo: poter vestire e vivere come vogliono, certo seguendo modelli ben diversi da quelli dell’Iran o della gran parte dei paesi islamici.

Prima di scrivere di Russia e di Caucaso, sarebbe allora consigliabile visitare questi luoghi, senza pregiudizi e con l’animo aperto a scoprire cose e situazioni che non sempre collimano con le nostre convinzioni ed ancor più col “pensiero globale”.

Ecco perchè la Russia, paese ancora pochissimo noto da noi, può insegnare molto, può insegnare a non appiattirsi sul “pensiero dominante”.

Solo per questo vale la pena di visitarla!

E la prossima volta, parleremo di petrolio e di quanto pregiudizio ideologico vi sia pure in questo campo.

Nemo Canetta

Nemo Canetta
Società