GLI AQUILONI NON VOLANO PIU’

CON I TIPI DELLA SPERLING& KUPFER E L’INTRODUZIONE DI FOLCO QUILICI QUALCHE MESE FA È USCITO IL LIBRO “GLI AQUILONI NON VOLANO PIÙ” DI ULDERICO MUNZI, SCRITTORE E GIORNALISTA, CHE RACCONTA LA STORIA INCREDIBILE DEL PILOTA MORBEGNESE DIEGO MANZOC

“Il 9 Aprile 1940 il Prefetto di Sondrio scrive al Ministero dell’Interno per sapere se autorizzare o meno il rimpatrio (a spese della famiglia) della salma del Sergente Aviatore Diego Manzocchi, nato a Morbegno (So) il 26.12.1912 e deceduto a Helsinki. Il prefetto si interroga al riguardo, perché il Manzocchi era ormai noto, in provincia, come disertore ed antifascista. Da Roma arriva un lapidario “contrario”. Così si conclude la vicenda umana e giudiziaria di Manzocchi, un pilota morto a 27 anni, il 13 Gennaio 1940, mentre combatteva nell’esercito finlandese durante la Guerra d’Inverno (1939 - 1940). “

Un articolo del senatore Manzella, apparso su Repubblica più di due anni fa, che citava Diego Manzocchi come un uomo coraggioso che si poteva paragonare all’italiano Fabrizio Quattrocchi ucciso in Iraq dai terroristi, fece presa sullo scrittore Ulderico Munzi che successivamente, dopo accurate ricerche, a poco a poco si rese conto che Manzocchi, in realtà “era anche un uomo di grande fascino, un uomo che amava amare il cielo, il volo, le donne, l’avventura, tutto ciò che era bello. Aveva inoltre l’ingenuità di un Piccolo Principe, la creatura inventata dallo scrittore francese Saint-Exupéry che era anche un pilota”.

Il giornalista scrittore Munzi ricostruisce tramite testimonianze dirette (intere giornate di conversazione con parenti vicini e lontani di Diego Manzocchi, dalle cugine Giuliana e Teresita, a Giovanni Zecca, figlio di un’altra cugina, da Rosa Ambrosetti, a Diego Roncoroni, un lontano nipote, a Pietro Bottà che è riuscito a far mettere il nome di Diego al memoriale dei caduti…) ed una precisa lettura di documenti, la breve vita dell’aviatore: la giovinezza in Valtellina il brevetto di pilota, il tempo trascorso in Libia e l’incarico di istruttore di volo presso l’aereoporto militare di Cameri (Novara). La presa di coscienza su Diego Manzocchi degli errori del colonialismo fascista e anche l’amore per una parigina convincono il Manzocchi a disertare, rifugiandosi prima in Francia e successivamente dirigendosi, con il proprio FIAT G50 verso la Finlandia, dove, sacrificando se stesso, ma salvando il proprio aereo, diventerà un eroe.

Decorato della massima onoreficenza finlandese, è sepolto a Helsinki, nel cimitero degli eroi di Hietaniemi, la sua è una delle tante migliaia di lapidi, disposte attorno alla tomba del generale Mannerheim, mitico eroe finlandese della guerra d’inverno contro gli invasori sovietici e che ebbe parole di grande ammirazione per le gesta eroiche del pilota morbegnasco.

Diego Manzocchi scrive più volte alle persone care “Non ho mai tradito la patria, ma il fascismo” …. C’è da auspicare che i grandi valori umani che ha dimostrato Diego, pur nella sua breve vita, possano finalmente oggi far superare l’ultima fredda burocrazia ancora esistente e si possa così riabilitare completamente questo grande personaggio-eroe della nostra terra….

Angelo De Michielli

Angelo De Michielli
Società