Da " Il colonnello Von Ryan" a David Westheimer. Ricordi (e di un film girato (?) in Valtellina

Le incongruenze 'geografiche' sulla Valtellina nella parte finale del film

RICORDO DI UNA PICCOLA STORIA

Sollecitato dall'ennesimo passaggio in TV  ( sabato 3 novembre su Rai Movie )del film " Il colonnello Von Ryan" , mi sono ricordato  di una piccola storia " personale" di tanti anni fa legata a quel film e a David Westheimer (  di cui in questi giorni  ricorre il tredicesimo anniversario della scomparsa), scrittore statunitense ,autore del romanzo da cui fu tratto il film che ebbe notevole successo di pubblico .
Quel romanzo, uno dei molti  scritti da Westheimer, intitolato " Von Ryan's Express",  venne tradotto in Italia come " Il convoglio di Von Ryan"e pubblicato dalla Sugar.Per diverse settimane fu ai primi posti della top ten dei bestseller USA.
Ma  raccontiamo la  mia storia.
Giugno 1966. Due colleghi,  il Bruno e il Menico mi invitano ad andare a vedere un film, che dicono " ...Parla della Valtellina". La curiosità è tanta e mi  fiondo al cinema  per vedere la pellicola.
Si tratta del " Il colonnello Von Ryan", un film che negli anni abbiamo visto e rivisto più volte riproposto  alla televisione, diretto da Mark Robson , regista di pellicole di maggior importanza della nostra, e interpretato da un cast stellare per i tempi, con   Frank Sinatra in testa, Trevor Howard, Brad Dexter, i nostri  Adolfo Celi, Sergio Fantoni e una esordiente Raffaella Carrà  ( ...nei panni,anzi nelle calze di seta, di una presunta tipica bellezza italiana) al suo esordio. E' un filmone di guerra come quelli di una volta con " sfoggio notevole di mezzi e azione, per un piatto assemblaggio di luoghi comuni del cinema bellico ", per dirla con le parole del "Dizionario dei film" di Paolo Mereghetti che gli assegna  un voto di una sola stelletta e mezzo,  per intenderci " un'americanata", con un finale " interessante" che   riguarda la nostra Provincia. Racconta la  storia di un gruppo di prigionieri di guerra americani e inglesi che   fugge dopo l'8 settembre da un campo di  internamento italiano  e impadronitosi di un treno , attraverso l'Italia, raggiunge la nostra Provincia ( per altro mai nominata ) e da lì sconfina, sempre in treno, nella vicina Confederazione elvetica. Passando ( sic! ) dal passo Malajo, probabilmente  il Maloja. In treno !
La cosa mi intriga e faccio delle ricerche, leggo il romanzo da cui è stata tratta la storia scoprendo che  prevedeva  un finale leggermente diverso anche se  improbabile pure quello;    il  famoso treno  infatti non passava dal Maloja ma, attraversava la Valtellina per finire in Svizzera lungo la val Poschiavo. Molte cose nel libro erano azzeccate, altre meno : sta bene che a Colico per Chiavenna si cambia, meno che fra Colico e Campocologno sono 60 km,  giusto che dopo Sondrio entra in funzione una società  privata ( la FAV !), un pò meno che  fuori Sondrio la "campagna" è coltivata a vite, sta bene che  l'incontro con un gruppo di partigiani evidenzi che da Tirano per  St.Moritz  occorra cambiare binario, ma...problema,  arrivato  a Tirano il nostro treno  imbocca  la via  per la Svizzera senza curarsi del fatto che lo scartamento  della   Rhaetische  Bahn è diverso da quello italiano.  Dopo aver polemizzato  su " Eco della Valli" con una lettera al direttore Bruno Gualzetti, cerco senza esito  di contattare il regista Mark Robson ...e poi scrivo   a David Westheimer, l'autore del romanzo.  Giornalista e scrittore  ( 1917  - 2005 )  era autore, come dicevo, di vari romanzi di notevole successo,  il più noto dei quali è appunto  il nostro " Von Ryan's Express" che l'autore scrisse nel 1964,  ispirandosi alle sue personali traversie  durante la  Seconda guerra mondiale. Arruolato nell'aviazione USA, navigatore su un bombardiere B-24, venne abbattuto nei cieli italiani dalla nostra caccia per finire internato per ben 28 mesi in campi di prigionia italiani e tedeschi.  Westheimer  risponde con grande sollecitudine e  gentilezza alla mia lettera,  rammaricandosi di non conoscere  la Valtellina e  di essersi  fidato di un esperto di ferrovie italiane. Se avesse saputo della particolare situazione, mi dice,  avrebbe adattato il finale del libro alle reali condizioni, precisando che  "...io credo che sia corretto per uno scrittore , anche uno scrittore di narrativa, di presentare le informazioni corrette...".
  
Trentasei anni dopo, grazie ad internet, rientrai in contatto con David Westheimer scambiando con lui vari messaggi, fino alla morte avvenuta il 5 novembre 2005. 

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Tra le curiosità del film, che venne quasi per intero girato  in Italia  ed  ebbe una nomination agli Oscar  per i migliori effetti speciali, segnalo che le scene che dovrebbero interessare la nostra innominata provincia, non vennero riprese in valle, ma sulla linea ferroviaria Belluno-Calalzo,  mentre quella finale addirittura in Spagna. (Antonio Del Felice)

 

Antonio Del Felice
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