Storia di ordinaria straordinarietà all’Elisoccorso di Caiolo

Storia di ordinaria straordinarietà all’Elisoccorso di Caiolo. Ai blocchi di partenza, ognuno al proprio posto, sempre vigili, sempre pronti al primo accenno di emergenza, gli uomini della base vegliano dall’alto sulla Valle sotto la Direzione dell’AREU. Stessa situazione per gli altri quattro centri di elisoccorso lombardo   Basta una telefonata per attivarsi, sempre all’erta. Ormai è quasi ora di pranzo e dopo due incisivi e decisivi interventi sulle strade del territorio, Raniero Spaterna consumato medico rianimatore da oltre un ventennio, una vera istituzione, anche come cuoco sopraffino del gruppo, traffica con domestichezza tra pentole e padelle, tra pomodorini di Pachino e spaghetti da sbollentare al dente. Ognuno fa la sua parte preparando tavola, sempre con l’orecchio teso al trillo del telefono, con l’attrezzatura dietro l’angolo e la tuta appena allentata. Si respira un’aria decisamente familiare. Eppure basta un attimo, uno squillo, ed è come un segnale: la fiamma del gas si spegne repentina e ognuno raggiunge la sua postazione. A coordinare il tutto c’è un veterano di alta esperienza come il comandante Stefano Benassi che infonde autorevole sicurezza al team che sa come muoversi all’unisono. Il copilota Matteo Broggini è al posto giusto con rapidità insieme a Spaterna, l’infermiera Giovanna Tognini che dà un tocco di risoluta femminilità al gruppo, con l’immancabile Antonio Fenu, il tecnico verricellista decisivo soprattutto negli interventi di alta quota, e una certezza assoluta come Marco Confortola, indomito conquistatore degli Ottomila. Una giornata come tante all’Elisoccorso di Caiolo. “Per noi è questione di intervenire con tempestività: il tempo è il discrimine spesso tra la vita e la morte. E questo, sia ci si trovi ad affrontare un’emergenza sulle strade al fianco della Polizia Stradale o i Carabinieri, sia in montagna in situazioni di evidente pericolo per l’incolumità personale. Il nostro impegno copre anche il trasporto mediante eliambulanza di pazienti ospedalizzati. E anche in quel caso il tempo di trasferimento è determinante”, spiega Spaterna. “Fondamentale e strategico l’Elisoccorso soprattutto per il nostro territorio che va dagli 300 ai 4000 metri di quota che ci vede impegnati in circa 2/3 interventi quotidiani. Stiamo affinando il nostro lavoro per poter renderlo più specifico per la tipologia di intervento legato soprattutto alla montagna”, dichiara il dottor Luca Romegialli, referente HMS di Sondrio. “Ogni intervento ha una storia a sé, è diverso per logistica, per l’ambientazione e anche sotto l’aspetto emozionale quando capita magari di soccorrere un bambino. Comunque c’è sempre un protocollo preciso da seguire in qualsiasi condizione, ma qui c’è a disposizione un’équipe di grande esperienza per gestire qualunque situazione. E’ sempre una grandissima emozione salvare una vita, mentre anche sorvolare una zona in cui le cose non hanno avuto l’esito dovuto, fa sempre male”, racconta il comandante Benassi dall’alto della sua trentacinquenne esperienza. “L’elicottero riduce i tempi degli interventi, ma occorre conoscere bene l’orografia della Valle e sapere come muoversi”, spiega il copilota Broggini. “E’ da 20 anni che sono qui tra i miei amici e mi rendo conto che ogni giorno s’impara qualcosa di nuovo, da tutti. Il nostro è un perfetto gioco di squadra in cui ognuno fa la sua parte in modo egregio”, confida Marco Confortola che porta la sua esperienza incredibile himalaiana nelle situazioni più disperate e impossibili. Dopo qualche ora, intanto, si rientra finalmente alla base. Sono tutti stremati, ma felici per l’intervento riuscito. Un attimo di riposo. Fino alla prossima avventura. Peccato solo per gli spaghetti che sono ormai scotti!

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