NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI

Quante notti passate sui libri prima degli esami a rimuginare sulle lune storte degli ultimi giorni prima degli orali, a tentare in extremis di recuperare contenuti persi perché c’era di meglio che sgobbare sulle “sudate carte”, a riflettere amarevolmente sul negligente compiacimento di sfuggire indenni alle forche Caudine! Ma in fondo i nodi vengono sempre al pettine. E allora è pur sempre meglio affidarsi allo stellone che lasciarsi andare allo scoramento. Ansie che ti sorprendono insidiose quando meno te lo aspetti, paure che si vestono da incubi notturni, angosce sopite nell’angolo più remoto del cuore che riemergono come un oceano di sensazioni contrastanti.

Ma su tutto resta il senso, a volte vago, a volte certo, che tutto finirà comunque e, quello che sembrava trascinarti sull’orlo dell’abisso era in fondo solo una tempesta in fondo ad un bicchiere.

E le testimonianze sembrano quelle, perché l’ansia e la paura di quel primo vero esame sembrano le stesse da sempre. “E’ da due settimane che con Pamela facciamo vita in comune a ripassare da mattina a sera. Un modo per farci coraggio a vicenda.- rivela Veronica Biancotti del “Besta”, prima di essere chiamata dalla commissione esaminatrice- Ieri notte mi sono svegliata con il cuore in gola sopraffatta dall’incubo ricorrente di questi ultimi giorni: dinanzi a me erano schierati tutti i prof in giacca e cravatta ed io non riuscivo a spiccicare una parola. Ho perso 10 chili, potrei volare”.

Federica Carnazzola s’intestardisce sul tema dell’inflazione che ha collegato ad Ungaretti e alla I guerra mondiale tra mille dubbi: “E se non mi chiedono questo? Vivo malissimo quest’attesa angosciante e non mi aiuta il fatto che sarò di fronte ai miei insegnanti di classe. Non mi resta che pregare come ha fatto la mia compagna che è ormai dentro e si è quasi tolto il pensiero!”

Intanto Pamela, sotto i ferri, ha già dimenticato tutte le cucinate che si è scambiata con la sua amica di sventura, tutte quelle urla istetiche per esorcizzare paure troppo profonde. Tanto tra poco sarà tutto finito e domani si andrà al mare!

La situazione non è diversa sul fronte del Liceo Classico. “Forse sbagliando, ho studiato fino a notte fonda.- confida Luca Della Maddalena- La partita dell’Italia l’ho vista a sprazzi con il cuore alla TV e la mente altrove. Ripassavo e ogni tanto buttavo l’occhio. Questa è la “secchiata finale” per una preparazione “enciclopedica” frutto di uno studio insano dalle 7 del mattino alle 8 di sera.”

“Ho dormito solo 3 ore stanotte- rivela Susanna Foppoli, forse ho dimenticato una bella camomilla che comunque sarebbe servita a ben poco. Credo però che questa sia tutta ansia sprecata, anche se necessaria per approdare all’università”.

Al Sociopsicopedagogico sembra farle eco Cristina Baruffi: “Ho studiato fino alle 2. Niente partita, ma dalla mia stanza sentivo tutti gli urli di mio padre. E lo invidiavo. La mia dannazione è Storia. Ma che importa? Tanto poi farò il grafico pubblicitario”.

Francesca Andreoli è in controtendenza:” E’ importante studiare Storia, e in questo mi ha aiutato tanto mia madre”- mamma Anna Maria, insegnante in pensione, non esita a starle accanto fino all’ultimo momento a lenire l’attesa e confortare i dubbi dell’ultima ora.

Carlotta Morelli del Linguistico sembra spavalda: “Ho un terribile senso di colpa perché non mi sento per niente agitata. Gli scritti sono andati bene e anche durante l’anno non ho avuto grandi difficoltà. Sono dunque fiduciosa”. Tamara Amonini ha già assolto il suo compito:”E’ finita, ora non mi resta che aspettare il voto”, mentre la sua compagna Valentina Maroni esce dalle grinfie dello stingente interrogatorio, come da un lungo e faticoso tunnel. La voce ridotta ad un filo sottile: “Pensavo peggio! I prof? Sono stati carini!”.

All’Itis si respira un’aria apparentemente diversa. Alessandro Camer Pesci sembra tranquillo:” Grande festa per l’Italia ieri, ho anche partecipato alla sfilata con i miei amici. Ora però l’attesa è snervante”. Diego Bertoldini invece non ha dormito per tutta la notte: “Non ho chiuso occhio per la tensione, l’ansia di non sapere alcune cose mi blocca”. Stessa confessione di Marco Cassenti: “Ho cercato di dormicchiare, ma mi sono alzato molto presto. Ora mi aspetta l’incognita X, la mia brutta gatta da pelare: l’informatica, ma…”

“Ma speriamo che me la cavo”: lascia intuire uno dei tanti testimoni della notte prima degli esami che continuerà a tormentare molti per il resto della vita.

Allo Scientifico tutto tace, tutto è tranquillo. “E’ un esame che gli studenti stanno affrontando con molta serenità e la dovuta serietà- dichiara il presidente Michele D’Elia- L’unico disappunto è quello di doversi quasi districare con i pattini a rotelle tra le varie commissioni. Fallimentare l’impresa sderenatrice della triade Berlinguer, Berlusconi, Moratti che ha affossato la Maturità condannata ad una morte lenta e ingloriosa in vista di un appiattimento culturale sul modello americano che, paradossalmente sembra convergere la propria attenzione sullo studio del greco e del latino che altri fautori del divergente pensiero contemporaneo stanno tentando da tempo di demolire. E’ giunta l’ora di cambiare per un radicale ritorno all’indietro, per riempire una cornice svuotata di contenuti e significati. E poi è l’ora di sfatare il vecchio cognitivismo che tende a misurare tutto con un’efficienza millimetrica che non tiene affatto conto di altri fondamentali aspetti della maturità personale di ogni studente”.

Un ritorno ad una maggiore attenzione alla persona e al rigore culturale, dunque, invocato anche da altri settori della nostra economia. Intanto, nell’attesa di nuove sconvolgenti o ritrite riforme, gli esami continuano. Tanto non finiscono mai, come sosteneva il buon vecchio Eduardo.

Nello Colombo

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