“Fare la pace in una società di conflitti” – 8 ottobre 2018. Messaggio del Prefetto

Il Prefetto, in occasione dell’incontro sul tema “Fare la pace in una società di conflitti” promosso dall’Ufficio Scolastico Territoriale in collaborazione con Ordinariato Militare per l’Italia e la Provincia di Sondrio, formula il seguente pensiero:

Fare la pace significa lavorare, soffrire, costruire, anche con un piccolo gesto, che dà e fa del bene.
Il lavorare deve iniziare in ognuno di noi, nel proprio cuore ovvero, essere in grazia di Dio.
E quando si è in pace con Dio si è in pace con le fantasie, i desideri, le apprensioni, i torbidi turbamenti.
Fare la pace significa faticare, lottare contro intimi travagli, contro una sensazione di totale aridità.
“Se ci fosse almeno un po’ d’amore tra gli uomini, ci sarebbe bisogno della bomba atomica per conservare una pace ‘della paura’?”
Nell’ultima edizione della grande Enciclopedia Britannica alla parola atomo sono dedicate 13 pagine e meno di 1 pagina alla parola amore. Nella 1^ edizione (1758) della stessa Enciclopedia Britannica alla parola amore erano dedicate 10 pagine e alla parola atomo soltanto 7 righe. Questa semplice osservazione “tipografica” dimostra che nella valutazione dei compilatori dell’Enciclopedia ha acquistato valore l’atomo e ne ha perduto l’amore.
Se questo è vero anche nella valutazione degli uomini in genere, non c’è da meravigliarsi che la bomba atomica abbia la precedenza sull’amore. Che non abbia ragione il grande convertito cinese Giovanni Wu quando lamenta che oggi c’è troppo amore per la scienza e troppo poca scienza dell’amore? Non voglio essere frainteso: non è la scienza dell’atomo che va condannata, ma il cattivo uso di essa scienza.
Bisogna compiere opere d’amore, che non sono altro che opere di pace. Sforziamoci di svolgere con maggiore tenerezza e cura.
Irraggiando la pace di Dio attenuiamo ed estinguiamo nel cuore della gente tutto l’odio, tutta la brama di potere.
E’ significativo e prezioso il pensiero di Madre Teresa di Calcutta che affermava:
“ Come reagisco alla violenza nel mondo? Non serviamoci di bombe e di fucili per difenderci. Serviamoci dell’amore e della compassione . Predichiamo la pace di Cristo, come Egli fece. Gesù andava per la Palestina compiendo opere di bene.
Se ciascuno di noi riuscisse a scorgere l’immagine di Dio nel prossimo, davvero credete ci sarebbe bisogno di carri armati e di generali? “
E’ necessario coltivare tanto amore per illuminare i volti della gente.
Sforziamoci di chiedere a noi stessi tanta forza, tantissimo amore e quel convincimento che la pace è più bella, gloriosa e vittoriosa di tutte le guerre.

         F.TO IL PREFETTO
             (Scalia)

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