ESSERE DONNA OGGI NELL’ERA GLOBALE

Eurostat, secondo l'ultima rilevazione (primi mesi del 2007) condotta su donne e uomini dai 16 ai 74 anni nei 27 paesi dell'Unione Europea, noi donne italiane (dopo le bulgare) siamo scarsamente informatizzate.

In questa statistica , infatti, il 64% delle donne italiane non conosce minimamente Internet mentre la media Ue parla di un 44% di donne ignoranti in materia; da notare che se in Danimarca solo il 18% della popolazione femminile non ha alcuna conoscenza di Internet e il 39% dice di cavarsela mediamente bene e in Svezia il 22% delle donne non ha conoscenza della Rete e il 38% presenta invece un livello medio di conoscenza, in Italia ad un livello medio sono solo il 17% delle donne.

A fronte di questa carenza, rileva Eurostat, le donne sono più longeve degli uomini in tutti gli Stati europei e il dato resterà invariato anche nel 2050 in quanto la vita media registra oggi una differenza tra donne e uomini di circa 6 anni a vantaggio delle prime.

L'indagine diffusa da Eurostat mostra anche che "il tasso di fecondità nell’Unione Europea a 27 si è stabilito a 1,5 figli per donna" anche se il dato varia tra i diversi paesi: è dunque più elevato in Francia (1,92 figli ogni donna), Irlanda, Danimarca, Finlandia e Regno Unito e più basso in Grecia, Repubblica Ceca, Lituania, Slovenia, Slovacchia mentre raggiunge il dato minimo in Polonia (1,24).

Per quanto riguarda i livelli di scolarizzazione, nell’Ue raggiungono il diploma di scuola superiore un quarto degli uomini e delle donne: quest’ultime studiano di più in Finlandia (42% di diplomate), Estonia, Danimarca e hanno un curriculum studiorum decisamente più modesto nella Repubblica Ceca, a Malta e in Romania.

Differenze tra uomini e donne si registrano soprattutto per quanto riguarda il mercato del lavoro: fino al 31 gennaio 2007 il tasso di disoccupazione maschile nell’Unione Europea era del 6,7%, mentre quello delle donne era dell’8,5%.

Le differenze più sensibili in questo ambito si registrano in Grecia, Spagna e Repubblica Ceca.

Fa infine sapere Eurostat che un terzo delle donne lavoratrici accede a lavori che prevedono un contratto part- time, cosa che accade invece solo per il 7,7% degli uomini.

Un’altra indagine, promossa dalla Fondazione Schering nel 2006, può offrire un panorama più ampio su cosa vuol dire essere “donne oggi”.

6 modi di essere donna oggi

Quali differenze le donne oggi osservano tra sé e le proprie madri, quando avevano la loro stessa età? Il 60,1% delle italiane è convinta di una sostanziale continuità nei valori e sostiene che non vi siano differenze nella condivisione di principi etici solidi.

La Fondazione Schering ha deciso di avviare una sorta di “osservatorio donna” con il quale, anno dopo anno, si occuperà di registrare i cambiamenti comportamentali proponendone i risultati all’attenzione delle istituzioni e dei media, con l’obiettivo di monitorare questo “viaggio femminile”, consapevole dell’importanza che la donna ha avuto, ha e continuerà ad avere nelle società libere. Dai risultati dell’indagine condotta dalla Fondazione Schering e dal Censis, emerge un quadro generale che appare caratterizzato nello stesso tempo da una significativa continuità nella condivisione dei valori ma anche da una marcata trasformazione degli stili di vita.

Eppure la vita delle donne è cambiata: l’80% ritiene di avere più libertà individuale della madre, il 76,7% cita la libertà sessuale, e la maggioranza sente di avere più aspirazione a realizzarsi sul lavoro (66,7%) di quanto ne avesse la madre.

É sugli stili di vita che vengono percepite le differenze più significative. Dal tempo libero (72,8%), alla vitalità culturale (70,3%), fino alla stessa spensieratezza (64,9%) e alla qualità della vita in generale (66,4%), le donne italiane sentono di avere conquistato notevoli possibilità in più rispetto alla generazione precedente delle madri.

Lo studio ha messo in evidenza sei diverse tipologie di donne, a seconda del loro ruolo famigliare/lavorativo:

1. Donne realizzate nella famiglia e sul lavoro (20,6%). Sono felici, hanno lavori stabili, e figli, si sentono più libere e più serene delle loro madri. Si collocano nelle età intermedie, si piacciono e curano la loro vita culturale.

2. Famiglia e sacrificio (24,5%). Sono donne mature, con figli, per lo più casalinghe, che nel matrimonio hanno trovato stabilità, ma che soffrono per aver perso occasioni di realizzazione al di fuori di esso.

3. Casalinghe sognatrici (20,5%). Donne sposate, piuttosto giovani, con bassi titoli di studio e complessivamente abbastanza serene. Condividono però opinioni in controtendenza rispetto al campione a proposito dell’immagine della donna libera e delle donne single, di fatto idealizzando un modello di femminilità che non appartiene loro.

4. Fidanzate fiduciose (12,8%). Si collocano soprattutto nella classe d’età 18-25 anni, vivono con i genitori e per lo più studiano. Hanno una relazione di coppia stabile, sulla quale proiettano grandi aspettative, non hanno figli ma vogliono averne anche se temono per la loro stabilità economica.

5. Single (12,4%). Si definiscono single, questa situazione non le fa soffrire, si dicono aperte a nuove relazioni, anche se talvolta si dichiarano infelici. Hanno avuto relazioni in passato, ma in questo momento gli incontri occasionali capitano solo ad alcune. Non hanno figli ma vorrebbero averne in futuro. Spesso sono giovani, e vivono con genitori, ma rientrano in questo gruppo anche donne separate e divorziate.

6. Anziane sole (9,2%). Sono per lo più vedove, e sono nella fascia d’età più avanzata. Soffrono per la loro condizione, che chiaramente subiscono. Alcune vivono con i figli, ma per lo più sono sole e con poche relazioni sociali.

La sensazione di “felicità” (il proprio stato in generale, svincolato da quotidianità e contingenze), risulta diffusa in modo trasversale tra i 6 gruppi, con l’eccezione delle Anziane sole. Le Donne realizzate, si sentono molto felici nel 40,4% dei casi, e abbastanza felici nel 55,2%.

La ricerca della realizzazione personale attraverso il lavoro è anche abbastanza diffusa: il 70% delle donne dice di avere questa prospettiva, mentre, il 30% circa delle donne che lavorano, definisce il lavoro come qualcosa che non le appassiona ma permette loro di vivere. In generale, sono le Donne realizzate e le Single quelle che dichiarano più spesso di vivere in modo soddisfacente il lavoro, mentre le donne dei gruppi Anziane sole e Famiglia e sacrificio, quando lavorano, esprimono meno soddisfazione.

Secondo la maggioranza relativa delle italiane (42,8%) il passaggio alla piena maturità avviene attraverso l’esperienza della maternità, mentre per il 31% mediante il raggiungimento dell’indipendenza economica e abitativa ottenuta attraverso il proprio lavoro. Positiva è la valutazione del matrimonio e della relazione di coppia stabile. Dalla qualità della vita sessuale (92,1%), all’equilibrio con se stesse (89,4%), alle possibilità economiche (87,5%) le donne italiane sostengono di aver sperimentato un miglioramento della propria vita grazie al matrimonio, o alla relazione stabile che stanno vivendo. Anche per quanto riguarda la maternità: le Fidanzate fiduciose e le Single, che non hanno figli, mostrano un forte desiderio di averne in futuro, espresso dall’85,6% delle Fidanzate fiduciose e dal 60% circa delle Single.

E se un quinto delle donne italiane dichiara di non avere una vita sessuale, i dati mostrano come la maggioranza delle rispondenti sessualmente attive esprima un giudizio positivo rispetto a questo aspetto della propria vita: il 53,3% valuta infatti ottima (13,6%) o buona (39,7%) la propria vita sessuale, mentre il 18,8% la considera discreta ed il 7,9% mediocre o pessima. Le Fidanzate fiduciose (81,7%), le Casalinghe sognatrici (70,3%), le Donne realizzate (69,4%) e le donne nel gruppo Famiglia e sacrificio (50,3%), considerano ottima o buona la propria vita sessuale, contro il 13,4% delle Single.

Lo stato di salute delle donne italiane è in grande maggioranza in una condizione eccellente (12,8%) o buona (63,7%). É invece il 18,9% a giudicare il proprio status psicofisico mediocre, mentre il 4,6% percepisce la propria salute come non buona. Sono le Fidanzate e le Single a dichiarare una salute di ferro (nell’88,9% e nell’87,2% dei casi rispondono eccellente e/o buono), seguite dalle Donne realizzate (eccellente 9,7% e buono 70,2%).

Tre donne su quattro sono soddisfatte della propria condizione di salute. E d’altro canto la tutela del benessere psicofisico è un aspetto centrale nella vita delle donne italiane, sottolineato dalla vasta gamma di pratiche e comportamenti messi in atto a questo scopo (oltre a sottoporsi in maggioranza a controlli preventivi, tengono sotto controllo l’alimentazione, il fumo, l’alcol e lo stress mentre il 34% svolge regolarmente un’attività fisica)( Cfr.: i risultati della ricerca Schering/Censis sulla nuova identità femminile, Roma, 10 ottobre 2006).

Ogni tanto, anche oggi, quando le mimose non rimangono che un simbolo del passato, può capitare ad ogni donna di chiedersi: "Cosa significa oggi, nel ventunesimo secolo, essere donna?" Domanda banale, forse. É sempre difficile dare una risposta univoca, senza generare un dibattito lungo e controverso.

Per rispondere alla domanda, potrebbe tornare utile un viaggio nel tempo, attraversare la storia dell'umanità, ricordare gli anni del femminismo e delle lotte per l'uguaglianza e l'emancipazione della donna.

Bisogna risalire fino ad un'epoca lontana, in cui la donna fu progressivamente esclusa dai processi politici, economici e di produzione, per essere relegata all'interno delle mura domestiche ed assicurare la "continuazione della specie", generando ed accudendo a prole. Un ruolo divenuto sempre più marginale all'interno del gruppo di appartenenza, che ha finito per sottrarre alla donna la dignità ed il diritto ad una vita propria.

Alla fine di questo percorso, ci si rende conto che la donna è stata principalmente identificata in due ruoli o funzioni: la madre, a servizio della famiglia (intesa nel senso allargato), e la strega.

La Strega

Nel corso dei secoli, la società patriarcale ha cercato di reprimere e costringere l'essere donna nell'immagine angelicata della madre (identificata iconograficamente nella figura della Vergine, nei Paesi di cultura cristiana), o in quella ad essa apparentemente opposta: la strega. Immagini che, nel tempo, si sono cristallizzate in due rigidi stereotipi, di cui positivo il primo e negativo il secondo.

Una divisione così netta dell'identità femminile ha causato la perdita culturale del potere che in essa risiede in quanto tale, in modo autentico e cosciente.

Per ovvi motivi, la "donna - strega", il lato femminile oscuro e da temere, è l'aspetto preso meno in considerazione e sul quale invece vale la pena soffermarsi, poiché racchiude in sé la natura ed il potere originario della donna.

Strega, dal greco Strix, letteralmente significa animale notturno. Il verbo stregare ha il doppio significato di: praticare malefici, incantesimi, sortilegi, ma anche affascinare, soggiogare, sedurre( in fondo, è quello che fa oggi la donna attraverso la moda, la TV, il cinema, Internet…).

Già in queste definizioni troviamo elementi interessanti su cui riflettere.

L'identificazione della Strega con gli animali notturni esprime l'affinità tra la donna e l'energia lunare, anziché all'energia solare, tradizionalmente maschile. Per quanto riguarda il praticare incantesimi e malefici, alla strega veniva attribuito un potere definito soprannaturale, in quanto non saputo gestire dalla società dell'epoca; e questo era sufficiente per mandare al rogo quelle donne che avevano un "potere" di guarigione, o un intuito, superiore a quello degli uomini.

L'aspetto legato alla seduzione (dal latino "Sedùcere": condurre in disparte), ci fa pensare al potere della donna di affascinare e trasportare a sé un uomo. Anche questa pratica, come la precedente, fu mal tollerata dalla società dell'epoca, e forse anche da quella attuale( non è proprio così, visto l’invasione di veline, velinette, cantanti, attricette e così via che si “regalano” facilmente, in cambio di una visibilità mediatica).

Due autori, Ann e Barry Ulanov, definiscono la donna come "la donna-strega che scoppia di energia", alla ricerca spasmodica del significato della vita. L'impulso irresistibile della strega è essere se stessa, indipendentemente dagli altri, con fini propri da raggiungere, risorse proprie a cui attingere e pozzi profondi dai quali trarre materiale, portandolo alla superficie.

Se lo leggiamo con gli occhi di oggi, troviamo nell'essere femminile la creatività tipica della donna, che si esplica nello scrivere libri, sognare nuovi mondi e promuovere mezzi per raggiungere ciò che vuole per se stessa e per i figli.

Contrariamente, se la strega, che vive in ogni donna, viene repressa, se non trova un'apertura verso l'esterno, per essere soddisfatta, ricade addosso alla donna stessa come un'angoscia intensa, con insoddisfazione e rabbia, come simboleggia l'immagine della strega che digrigna i denti ed emette terribili suoni.

Uno gara tra i secoli

Nella preistoria la scelta per la divisione dei ruoli, necessaria per garantire la sopravvivenza della specie, è stata quella di affidare la caccia e la difesa del territorio all'uomo, l'allattamento dei bambini e la raccolta di frutti alla donna. Compiti apparentemente più semplici, che si svolgevano negli stanziamenti (più o meno stabili) o nelle vicinanze, mentre l'uomo si allontanava verso spazi più ampi, per fare ritorno a "casa", dov'era atteso ed accolto.

La funzione di cura ed accoglienza, hanno nel tempo identificato un ruolo, quello "femminile", che si è stereotipato nei secoli, e che identifica e riconosce la donna, accettandola come membro della comunità di appartenenza.

Il Medio Evo fu storicamente uno dei periodi più bui e repressivi nella storia delle donne.

Valido esempio ne è il "Malleus Malleficarum", in cui si accusava le donne di atti di lussuria e fornicazione di ogni genere, e si dichiarava apertamente che ogni donna capace di guarire fosse per definizione una "Strega" e che per questo sarebbe stata bruciata.

Una conoscenza superiore a quella "concessa" alle donne, era quindi sufficiente per essere arse vive con l'accusa di stregoneria. Le donne venivano violentate e torturate, poi messe al rogo, spesso anche davanti ai loro stessi figli. I documenti parlano di interi villaggi in cui le donne venivano annientate.

La Chiesa confiscava i beni delle donne che uccideva, arricchendosi con il saccheggio.

Numerosi, fin dalla Rivoluzione Francese, i movimenti di donne che avanzavano il riconoscimento dei loro diritti civili e politici, nel corso del XIX secolo si diffusero ben presto in tutta l'Europa, riuscendo in alcuni casi ad ottenere il soddisfacimento delle loro richieste.

Il Novecento è stato un secolo molto apprezzabile per le donne. Molti sono arrivati a definirlo il "Secolo delle donne", dati i numerosi e repentini cambiamenti che si sono susseguiti incessantemente, modificando radicalmente i costumi sociali tradizionali.

Complessivamente, si può parlare di un progressivo e graduale riconoscimento dei diritti della donna nella società, talmente graduale da rendere evidente come il controllo maschile sia intervenuto in questo processo.

Un processo, però ancora in atto, dal momento in cui oggi alcuni ruoli e funzioni, soprattutto nel campo professionale sono affidati a uomini e non a donne, basti pensare, che anche nella lingua corrente raramente sono utilizzati, ammesso che esistano, termini al femminile quali: architetto, avvocato, etc.

Un tabù più vecchio del mondo

Davanti a questa breve panoramica storico-sociale, è lecito chiedersi in che modo la donna sia stata relegata in uno stato di sottomissione non solo "materiale", ma anche a livello psicologico, emotivo, spirituale.

La connotazione negativa, ad esempio, da sempre attribuita al ciclo mestruale, simbolo per eccellenza della femminilità, investe un ambito molto intimo della personalità e della fisicità delle donne. Una forma di "repressione", se vogliamo, più sottile che ha colpito l'essere donna nel profondo della sua essenza e della sua natura, provocando conseguentemente una percezione negativa della femminilità e del corpo della donna.

Il ciclo mestruale è un evento particolare della donna, che ha cambiato valore e significato sociale, nel corso dei secoli.

Per l'attuale cultura occidentale, il sangue mestruale è considerato Tabù.

Ci si aspetta che le donne non ci prestino attenzione, che lo nascondano, e che evitino il contatto con gli altri. In genere gli uomini fanno capire che in quei giorni siamo più difficili, quindi cerchiamo di svolgere la nostra attività senza palesare alcuna manifestazione di emotività che possa nascere da quello stato ormonale. Questa pressione sicuramente contribuisce ad incrementare lo stress da sindrome premestruale.

Nelle civiltà antiche, invece, il periodo mestruale era sì, tabù, ma nel senso letterale di "Sacro". Un evento magico, corrispondente alla fase crescente e calante della luna ed al flusso delle maree. Il sangue mestruale era considerato un ottimo fertilizzante, e questo dà un senso ai racconti popolari europei di donne che corrono nude tra i solchi dei campi di grano.

Ancora oggi i lama tibetani si servono del potere del sangue mestruale, per le cerimonie in onore della Dea Tara e ritengono che il primo sangue di una ragazza sia il farmaco di guarigione più potente.

Secondo Monica Sjoo e Barbara Mor il tabù mestruale è stata una mossa preminentemente politica, uno dei metodi di maggior successo studiati dagli uomini per minare nelle donne l'accettazione, la comprensione e la sicurezza di sé. Esso agisce come conferma costante di un'immagine negativa di se stesse. Con il passare del tempo, la donna ha quindi imparato ad interiorizzare il tabù mestruale, conservandolo in modo più o meno intatto fino ai giorni nostri.

ESSERE DONNA , oggi

Come un serpente che cambia la pelle ed il bruco che diviene farfalla, il percorso di crescita personale che la donna, oggi, è in grado di fare, spogliandosi degli abiti stretti che è stata costretta ad indossare, si basa, sulla liberazione della propria energia interiore, riappropriandosi di tutti quegli aspetti, che sono stati repressi o demonizzati, ma che in realtà esprimono la vera essenza ed il vero potere interiore dell'essere donna.

L’aiutano in questo, molti istituti culturali, sia italiani che europei. Tra questi mi piace inserire il Mibac( in Internet vi da tutte le possibili indicazioni di materiali utili per vedersi come siamo oggi) che, in occasione dell’ 8 marzo ha creato una “Rete” di come le donne se la sono cavata nell’arte.

Ecco l’elenco:

LA DONNA NELL’ARTE

• Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in occasione dell’“Anno Europeo delle pari opportunità per tutti e all’insegna della non discriminazione e della promozione dell’uguaglianza partecipa l’8 marzo alla Festa della donna con la manifestazione nazionale “La donna nell’arte”.

Tra i progetti per l’anno europeo delle pari opportunità, inoltre, rientra quello de "L'Europe pour les femmes" che ha come scopo la promozione del principio della democrazia paritaria come elemento di valore dei processi di governo locale, nazionale ed europeo in ambito pubblico e privato.

L’arte e la cultura in generale possono contribuire ad una partecipazione più attiva ed elevata delle donne ai diversi ambiti della società per favorire un’equa partecipazione di donne e uomini alle diverse sfere del vivere sociale.

Il MiBAC, nel promuovere questo evento vuole dare risalto alla figura femminile, musa ispiratrice ed altamente rappresentata nel corso della storia, nelle diverse espressioni artistiche e al contempo riscoprire e valorizzare il talento delle donne che all’arte si sono dedicate con il loro prezioso contributo, spesso non riconosciuto.

Nella Giornata, oltre all’omaggio fatto alle donne con l’ingresso gratuito a tutti i luoghi d’arte statali, saranno organizzati eventi, mostre, visite guidate, concerti, dibattiti che vogliono valorizzare la figura e il ruolo anche della donna moderna.

Tutti coloro che vorranno aderire all’iniziativa potranno inviare le proposte alle Direzioni Regionali di competenza che ne valuteranno la validità e il loro possibile inserimento nel Sito del Ministero.

A tal fine è disponibile un form da compilare

Per comunicazioni e informazioni:

email festadelladonna@beniculturali.it

tel. 066723.2635 .2637 .2851

fax. 066723.2538

• Toscana - Arezzo

Mostra: M.ME DE STAEL E L’ITALIA. COPPET AD AREZZO

AREZZO - MUSEO DI CASA VASARI

dal 17/02/2007 al 15/07/2007

Veneto - Belluno

Mostra: Varot. Donne e telai nel Bellunese (XVI - XX secolo)

Belluno - Archivio di Stato di Belluno - Via Santa Maria dei Battuti, 3

dal 08/03/2007 al 08/05/2007

Puglia - Bari

Mostra: Mostra "San Nicola. Splendori d’arte d’Oriente e d’Occidente"

Bari - Castello Svevo di Bari

dal 07/12/2006 al 06/05/2007

Veneto - Venezia

Mostra: La donna nell’arte. Intorno a Rosalba Carriera. Pastelli dalle collezioni di Palazzo Reale

Venezia - Palazzo Ducale - Salone del Piovego

dal 08/03/2007 al 09/04/2007

Lazio - Roma

Mostra: NANAS BENZ. Donne e potere in Africa

Roma - Museo Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini"

dal 08/03/2007 al 08/04/2007

Campania - Napoli

Mostra: "Oltre la polvere"

Napoli - Museo Archeologico Nazionale di Napoli

dal 07/03/2007 al 05/04/2007

Lazio - Roma

Mostra: Hina-Matsuri. La festa delle bambine

Roma - Museo Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini"

dal 03/03/2007 al 03/04/2007

Piemonte - Novara

Mostra: Mostra dal titolo "La donna nell’arte... sante, regine, contadine, streghe, dee".

NOVARA - Archivio di Stato di Novara

dal 08/03/2007 al 31/03/2007

Emilia Romagna - Bologna

Mostra: Dedicato a Rita: "La Virginità trionfante" e la presenza femminile nei fondi della Biblioteca Universitaria di Bologna.

Bologna - Atrio Aula Magna della Biblioteca Universitaria di Bologna

dal 08/03/2007 al 31/03/2007

Toscana - Pistoia

Mostra: La donna nell’arte .... del suo essere donna

Pistoia - Archivio di Stato

dal 08/03/2007 al 31/03/2007

Campania - Caserta

Mostra: Donne al lavoro. Immagini

Caserta - Sala dell’Istituto Salesiano "Don Bosco" di Caserta, via Roma, Caserta; Assessorato alla Cultura del Comune di Caserta, chiostro di Sant’Agostino, via Mazzini, Caserta

dal 08/03/2007 al 31/03/2007

Calabria - Vibo Valentia

Mostra: "Essere Donna. Ieri e oggi"

Vibo Valentia - Sala Conferenze Archivio di Stato di Vibo Valentia

dal 08/03/2007 al 31/03/2007

Friuli Venezia Giulia - Trieste

Mostra: Dal baule di Giovanna alle pari opportunità

TRIESTE - Archivio di Stato di Trieste

dal 08/03/2007 al 30/03/2007

Puglia - Taranto

Mostra: "Storie di donne tra passato e presente, tra libertà e oppressione"

Taranto - Archivio di Stato di Taranto

dal 08/03/2007 al 29/03/2007

Emilia Romagna - Ravenna

Conferenza: De Claris Mulieribus 2 edizione

Faenza - Museo Nazionale dell’Età Neoclassica in Romagna in Palazzo Milzetti

dal 24/03/2007 al 24/03/2007

Lazio - Roma

Mostra: Mirella Bentivoglio "Natura Cultura"

Roma - Sala Crociera

dal 08/03/2007 al 22/03/2007

Lombardia - Milano

Mostra: L’ENFER DELLA BRAIDENSE : I LIBRI DEL FONDO RISERVATA EROTICA

MILANO - BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE -SALA MARIA TERESA

dal 09/03/2007 al 21/03/2007

Puglia - Bari

Mostra: "La donna nell’arte: ispirazioni ed emozioni".

Barletta - Castello Svevo di Barletta

dal 08/03/2007 al 18/03/2007

Calabria - Catanzaro

Mostra: DIAGONAL VISUAL: U novu Sentimentu

Catanzaro - Centro di Aggregazione Giovanile di via Fontana vecchia

dal 08/03/2007 al 18/03/2007

Lombardia - Mantova

Mostra: INVENTARIO DEL NOVECENTO CON LA MANO SINISTRA

MANTOVA - ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA, SACRESTIA DELLA SS. TRINITÀ

dal 08/03/2007 al 17/03/2007

Però mentre siamo “felici” dell’aiuto dei governanti, non dimentichiamo assolutamente che in Iran, viene ancora posto il bavaglio alle donne e che lì, secondo la Sharia, una ragazza di 22 anni stuprata dal padre e da altri parenti, rischia la morte, come già sono morte altre ragazze che hanno denunciato gli orribili ed infami stupri.

Riporto, per tale motivo il servizio di Fabian Sabahi, da Teheran.

“L'8 marzo si avvicina e le autorità iraniane temono che, come ogni anno, le donne scendano in piazza a chiedere maggiori diritti, poiché nel sistema giuridico ereditano il 50% rispetto ai fratelli, la loro testimonianza vale la metà e le famiglie ottengono un risarcimento inferiore in caso di morte violenta. La legge consente la poligamia, anche se formalmente con il permesso della prima moglie. Ottenere il divorzio non è facile e la custodia dei figli non è automatica.

Per intimidire gli attivisti, ieri trentadue donne sono state arrestate davanti alla Corte rivoluzionaria di Teheran. Si erano radunate, in segno di solidarietà, all'apertura del processo per una manifestazione svoltasi nel giugno scorso nella Piazza Haft-e Tir. In quell'occasione uomini e donne erano stati dispersi dalla polizia che aveva arrestato una settantina di persone.

In attesa del processo, gli arrestati erano stati rilasciati su cauzione. Tra loro un ex deputato riformista, Ali Akbar Mousavi Khoini, tornato in libertà dopo quattro mesi di dura detenzione. Ieri, all'uscita dal tribunale, le cinque donne a capo del movimento femminista sono state nuovamente arrestate e la stessa sorte è toccata alla loro avvocata Parvin Adalan che, come i colleghi, non ha potuto prendere visione degli atti prima dell'udienza ma era stata interrogata più volte dai servizi segreti.

Del collegio di difesa fanno parte Mohammad Sharif e Mohammad Ali Dadkha, membri del Centro per i diritti umani del Nobel per la pace Shirin Ebadi. Hanno dichiarato che, in un momento di grave crisi internazionale, le loro assistite sono accusate di «iniziative contro la sicurezza del Paese». Si tratta del solito pretesto che i falchi di Teheran usano per reprimere il dissenso.

L’unico interlocutore dell’Occidente sul discorso dei diritti potrebbe essere il pragmatico Rafsanjani che, sconfitto nel ballottaggio del 2005 da Ahmadinejad, è tornato alla ribalta vincendo nelle elezioni del 15 dicembre la presidenza dell'Assemblea degli esperti. Pur di guadagnarsi il consenso della popolazione, Rafsanjani sarebbe disposto a tutto: ad accantonare il programma nucleare, come ha già dichiarato. Anche maggiori diritti, per le donne ma non solo, se l'Occidente glielo chiedesse in cambio del tanto desiderato sdoganamento dell'Iran.

Dopotutto, il 3 dicembre il parlamento iraniano ha votato una legge per accorciare di un anno e mezzo il mandato di Ahmadinejad, che potrebbe terminare il prossimo febbraio. Il presidente non ha mantenuto le promesse elettorali - creare occupazione e distribuire la ricchezza petrolifera - e i suoi slogan hanno isolato il Paese. Errori che gli iraniani non perdonano. E Rafsanjani, più esperto e dalla retorica meno aggressiva, si prepara. A lui occorre tendere la mano. Chiedendogli di dimostrare di essere veramente moderato”(Cfr. La Stampa, 5 marzo 2007).

Maria de Falco Marotta & Team

Maria de Falco Marotta & Team
Società