“SAN FRANCESCO DA PAVANA”

“Dio non è morto – L’altro volto di Francesco Guccini”, a cura del giornalista professionista e scrittore Giancarlo Padula

Si potrebbe anche intitolare “San Francesco da Pavana”, e invece un nuovo libro dagli aspetti molto insoliti sul “vate” “modenese” o “bolognese”, o “pavanese” come si preferisce, si intitola: “Dio non è morto – L’altro volto di Francesco Guccini”, a cura del giornalista professionista e scrittore Giancarlo Padula (www.giancarlopadula.it), a sua volta cantautore e artista multimediale come si legge dalla sua biografia, a cura dell’editore Bastogi. Un libro che presenta un Guccini del tutto insolito, quasi, mistico, dalle ispirazioni bibliche, con forte senso religioso, insomma un volto ben diverso da come solitamente si dipinge. Una ricerca accurata nei testi e una accorata e ferma convinzione che il famoso cantautore, narratore, letterato forse è molto più cattolico, o cristiano di quanto non si possa pensare. Magari inconsapevolmente, ma a nche nella tradizione della Chiesa si insegna che molte persone, un po’ particolari, pur non essendo cristiane hanno in loro una scintilla divina che li rende “giusti”, per usare un appropriato termine biblico. «Si nasce tutti cattolici, qui in Italia, e non si capisce perché si debba andare a cercare la spiritualità in luoghi a noi molto lontani come cultura e tradizioni…..» «Sono cattolico di nascita e tradizione famigliare, ho seguito tutta la prassi regolare della vitra religiosa…la nostra cultura di base è una cultura cattolica. Ci sono dei pro e ci sono dei contro, mi riferisco alla cultura di massa, non quella genuina più vicina al vero cristianesimo. Penso piuttosto a quella più annacquata che siamo a bituati a vedere in giro, ho nei confronti del cristianesimo un brande rispetto…» Sono solo alcune delle affermazioni rilasciate nel tempo nel corso della lunga e applauditissima carriera di uno dei più grandi cantautori e narratori italiani, Francesco Guccini che con le sue canzoni, a volte “bandiera”, “inno”, “simbolo” hanno coinvolto e coinvolgono più generazioni, giovanissimi compresi. Ma cos’ha di tanto speciale questo “grande vecchio” della canzone d’autore italiana? A 40 anni da “Dio è morto”, Giancarlo Padula, giornalista professionista dalla lunga carriera, ex sessantottino e poi convertito nel “mezzo del cammin di sua vita”, scrittore, e a sua volta cantautore, Premio Astro Nascente per una trilogia di libri sul film di Mel Gibson The Passion, traccia un profilo sostanzialmente inedito di una sorta di “San Francesco da Pavana”. Un santo atipico, anomalo, certamente fuori dagli schemi e dagli stereotipi che la tradizione conosce, ma un autore di grandissimo spessore per la c oerenza morale, esistenziale, per la profondità dei temi trattati nelle sue opere, per i valori tante volte trattati, che spesso sono valori dal sapore biblico ed evangelico. Un “agnostico” come si definisce, molto atipico, che ha un senso religioso molto più spiccato di tanti uomini del mondo dell’arte e della politica che si professano cattolici.

«Le vocazioni, ad esempio, stanno calando, ed è un segnale che è preoccupante..», osserva Guccini.

«La Bibbia è un grande libro, assolutamente da leggere….Le mie preferenze vanno per la Genesi, per la grande poesia del Cantico dei Cantici, per l’ispiratissimo Qohelet... per l’Antico Testamento. E poi per l’Apocalisse, ovviamente per quanto riguarda il Nuovo Testamento..L’ispirazione per Shomèr ma millailah? (che significa "Sentinella, a che punto è la notte?") mi venne dalla lettura della bellissima traduzione di Isaia proposta da Guido Ceronetti per l’Adelphi. Non si tratta, però, come qualcuno ha voluto vederci, di un simbolo di carattere sociale e politico, ma piuttosto di un universale antropologico. Isaia, il profeta che di regola minaccia fuoco e fiamme per quanti non seguono le indicazioni divine, a un certo momento della sua vicenda dimostra in pieno la sua profonda apertura umana, in un paio di versetti pieni di speranza: sentinella, a che punto stiamo della notte? Vale a dire, non bisogna stancarsi di porsi delle domande: questa è la cosa più importante fra tutte! Coltivare la curiosità, la sete di ricerca... Non ci si può mai fermare. La sentinella risponde: "La notte sta per finire, ma l’alba non è ancora giunta. Tornate, domandate, insistete!», ha raccontato Guccini a Jesus, «Piaccio alla Chiesa? Beh, forse perché il mondo cattolico più aperto coglie in me soprattutto la coerenza, l’indignazione per gli approfittatori e per chi è abituato a baciare la mano al potente di turno. Dietro le mie canzoni non ci vede nessuna sovrastruttura o strumentalizzazione! In effetti Dio è morto, censurata dalla Rai, veniva trasmessa alla Radio Vaticana, e lo stesso Paolo VI – così almeno narrano le cronache di allora – definì il mio testo un lodevole esempio di esortazione alla pace e al ritorno ai giusti princìpi morali».

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