HILLARY CLINTON E BARACK OBAMA: TICKET IDEALE?

Nell’elezione primaria del Partito Democratico del 2004 John Edwards riuscì a battere i suoi avversari in South Carolina, il suo Stato natale. Questa volta si prevede un risultato diverso. I due primi della classe in South Carolina e al livello nazionale sono Barack Obama e Hillary Clinton, un africano americano ed una donna. Ma l’elezione primaria in questo Stato si profila di somma importanza e le donne africane americane avranno una voce determinante nella scelta del candidato democratico.

Le africane americane in South Carolina rappresentano il 29% di tutti gli elettori democratici statali. Un sondaggio rivela che il 40% di esse non ha ancora deciso fra Obama e Hillary Clinton. Non avranno una facile scelta dato che Obama è africano americano e Hillary Clinton ha anche dei solidissimi legami con questo gruppo. Come si sa, Toni Morrison, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura, qualificò Bill Clinton il primo presidente “africano americano” per la sua politica che favoriva questo gruppo.

Un sondaggio della CNN piazza Hillary Clinton al primo posto (57%) e Obama al secondo (33%) mentre Edwards sembra essere un lontano terzo. Naturalmente si crede che questi sondaggi non riflettano le vere intenzioni degli elettori perché si sospetta che quando alcuni dicono che voteranno per un africano americano in realtà poi sceglieranno il candidato bianco.

Obama sembra però avere un lieve vantaggio su Hillary Clinton con gli uomini africani americani (46%, 42% rispettivamente) i quali non hanno problemi a scegliere uno dei loro. Obama, come si sa, è di madre bianca, ma il padre era nato in Chenia, nell’Africa Orientale. Le sue radici africane sono sufficienti per gli africani americani ma le loro donne hanno dubbi. Alcune hanno paura che Obama venga assassinato per il semplice fatto di essere africano americano, ipotesi appoggiata dal fatto che ha ricevuto la protezione del Secret Service nel mese di maggio, molto prima degli altri candidati. L’unica eccezione è Hillary Clinton la quale aveva già la protezione come ex first lady. La preferenza per la Clinton tra le donne africane americane è anche dovuta al fatto che è vista come il candidato con più esperienza dato che ha già abitato nella Casa Bianca e naturalmente potrebbe contare sulla collaborazione del marito il quale è popolare non solo con gli africani americani ma con gli americani in generale. Persino Boris Johnson giornalista a parlamentare inglese di destra, ha pubblicato una articolo nel Daily Telegrapgh, dicendo che appoggia Hillary perché così si avrebbe anche l’intelligenza di Bill Clinton alla Casa Bianca. Obama invece è visto come troppo giovane e forse dovrebbe maturare.

Naturalmente c’è sempre l’idea che sarebbe un fatto storico se Obama diventerebbe il primo africano americano presidente. Hillary Clinton farebbe anche lei storia come la prima donna ad abitare nella Casa Bianca mediante la sua propria conquista invece di quella del marito.

Sia Obama che Hillary Clinton cercano l’appoggio delle donne africane americane come pure di quello di altri nomi con notissima influenza. John Lewis, leader con gravitas del movimento dei diritti civili che richiama Martin Luther King, si è pronunciato a favore di Hillary Clinton. Obama comincerà a pubblicizzare l’appoggio della star televisiva afro-americana Oprah Winfrey, molto popolare con le donne, per dimostrate che lui dovrebbe essere il loro candidato.

Le iniziali elezioni primarie in Iowa e New Hampshire sono importanti per Obama ma quella nello Stato del South Carolina potrebbe essere decisiva. Il 50% degli elettori democratici dello Stato del South Carolina sono africani americani. Una sconfitta di Obama con il gruppo etnico di cui lui fa parte potrebbe essergli fatale.

I sondaggi nazionali più recenti suggeriscono che Hillary vincerà la nomina del suo partito. Se non vi saranno attacchi brutali fra lei e Obama c’è sempre la possibilità che l’ex first lady lo scelga come suo vice. Sarebbe infatti il dream ticket del Partito Democratico.

Domenico Maceri (x)

(x) dmaceri@gmail.com - PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

Domenico Maceri (x)
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