I RACCONTI DI CRISTINA: Se una notte d’ inverno un povero cane

… si trovasse a camminare tutto solo lungo una buia strada della provincia lombarda correrebbe dei grossi rischi. Soprattutto di andare sotto una macchina. Ma perché un bel cane lupo cammina zoppicando nella notte su una strada buia della ricca provincia lombarda? Forse è scappato in cerca di avventure, o forse, più tristemente è stato abbandonato. Comunque sia, ecco che arriva una macchina che non solo non lo investe, ma si ferma e ne esce il guidatore per chiedergli che cosa gli sia successo.

Fa freddo e il buon cane, vedendo la portiera aperta, pensa bene di salire subito in macchina. Il tappetino è morbido, gli odori interessanti. Sono stanco, pensa, adesso lasciatemi in pace, e si mette comodo, anche se i pedali della frizione e dell’acceleratore gli danno un po’ fastidio.

Si dà il caso che il proprietario dell’automobile in questione sia un nipote di Caterina, che sta raccontando l’avventura alla zia. E’ infatti andato a trovarla insieme ad un cugino. La zia è lusingata dal fatto che questi due brillanti trentenni siano venuti a far visita proprio a lei, una domenica sera. Non solo, le hanno portato una valigia piena di notizie e racconti interessantissimi. Caterina, che vive nel limbo della tranquilla provincia svizzera, non aspetta altro che di essere aggiornata sulle ultime novità, tendenze, mode e pettegolezzi della vicina penisola. (Così viene definito il Bel Paese nella Confederazione.)

Achille lavora per la provincia di X, nella vicina Lombardia. Laureato in legge si occupa di protezione dell’ambiente, inquinamento, smaltimento rifiuti. Ampia e severa la legislazione in materia e giustamente. Complessi i rapporti coi vari enti e con l’Unione Europea. Si capisce che prende a cuore il suo lavoro. Ama gli animali, come sua mamma, che è un’attiva collaboratrice della locale società per la protezione degli animali, e ciò spiega perché si sia fermato subito alla vista del cane zoppicante e solo.

Continua così il suo racconto Achille. Una volta salito in macchina il cane non gli permette più di avvicinarsi. Sembra quasi che voglia mettersi addirittura alla guida e proseguire più comodamente la sua strada. Tanto il motore è rimasto purtroppo acceso.

Dopo un attimo di esitazione Achille decide di recarsi alla casa più vicina e chiedere informazioni, magari il cane era proprio il loro. La zona però è immersa nel buio. C’è solo una villetta distante un centinaio di metri. Suona fiducioso. Dopo un po’ gli apre un uomo con un fucile da caccia a tracolla. “Cosa vuole?” lo apostrofa. Cercando di mantenere la calma, Achille gli racconta l’accaduto. Senza togliersi il fucile dalle spalle l’uomo lo fa entrare con uno “Scusi, sa, ma di questi tempi non si sa mai…”. “Eh, già”, concorda Achille, sentendo il sudore che gli cola copioso sulla fronte anche se la notte è gelida. Entrare in quella casa è un’altra sorpresa e, nonostante il riscaldamento, il sudore si fa più freddo. Sul tavolo accanto alla porta è infatti appoggiata una pistola a tamburo, insieme al portachiavi, alla statuetta del gatto in ceramica e alla composizione di fiori secchi. Alle pareti altre armi, per lo più fucili, posate su appositi sostegni in modo da poter essere afferrate in fretta e senza fatica. Non c’è nessun altro, in caso di incidente, per esempio un colpo partito accidentalmente, il brav’uomo potrebbe dire di essere stato aggredito da un malvivente, pensa Achille un po’ preoccupato.

Fortunatamente il nostro armaiolo accetta di andare a vedere. Prima propone di sparare al cane, poi si convince che la cosa migliore è chiamare i carabinieri. Sembra tuttavia che questi ultimi abbiano cose più urgenti da fare. “Se proprio non riuscite a farlo venir fuori chiamate i pompieri”, suggeriscono.

E così fanno Achille e il Rambo padano. Autopompa, veicolo di accompagnamento, ambulanza. Lampeggiatori blu e arancione, sirene spiegate. Niente da fare, il bravo cane non vuole lasciare la sua nuova cuccia.

Sempre utile avere le conoscenze giuste al momento giusto. Scoraggiato Achille chiama allora la madre, che, grazie ai suoi contatti, riesce finalmente a mandare un accalappiacani. Con i dovuti modi il povero cane viene persuaso a lasciare l’auto di Achille e salire sul furgone.

Tutto è bene quel che finisce bene, concordano Caterina e i suoi ospiti con un bicchiere di ottimo Nebiolo in mano, impazienti di affrontare un nuovo argomento di conversazione, non prima però di aver assaggiato il cosciotto di agnello al forno messo a marinare nel vino per due giorni. Così fra un boccone e l’altro si finisce per parlare di politica, le elezioni sono vicine e Caterina e il marito desiderano avere informazioni di prima mano. Della politica nazionale tutti parlano troppo, si sa invece meno degli “intrighi” locali, peraltro non meno importanti. Cos’è infatti la politica nazionale se non l’amplificazione di quella locale?

Il bravo nipote lavora a stretto contatto con parecchi rappresentanti del popolo, di certo li può aggiornare.

Cambia l’espressione sul volto del giovane, da sorridente che era, appare ora amareggiato. Può solo parlare di ciò che vede coi suoi occhi, che capita sotto il suo naso, dice. Ma come, gli si chiede ingenuamente, non sono migliorate le cose dopo tangentopoli? No, purtroppo. Figuratevi che il sindaco di una cittadina della ricca Lombardia si è dimesso perché ha avuto problemi con la legge Bossi Fini. Beh, avrà avuto una badante in nero per curare la nonna. Anche la cara Ludmilla, angelo custode della mamma di Caterina nei suoi ultimi tre anni di vita, i primi tempi era in nero. Poi era stata sanata. Macché, ribatte il giovane, aveva un giro di prostitute dell’est europeo, e all’uopo utilizzava persino le auto blu con relativi autisti.

Nessun grand’uomo è tale per il proprio cameriere, chi lo diceva?

C’è fra i commensali un senso di avvilimento.

Ecco allora che l’altro nipote, Orlando, interviene per rincuorare i commensali.

Orlando si occupa di grande ristorazione. Viaggia molto, ha contatti di tutti i generi e in pochi anni ha sviluppato doti di grande diplomatico. Niente politica, quindi. Sempre impeccabile nell’aspetto è anche misurato nelle parole e pacato nei giudizi. “Si presenta bene”, si potrebbe dire parafrasando un vecchio sketch. Comincia a parlare dei suoi incontri di lavoro, dei suoi viaggi, e da qui la conversazione cade inevitabilmente sui problemi di traffico, così comuni alle nostre latitudini, di blocchi domenicali, di targhe alterne, di punti della patente e del penoso argomento delle multe per divieto di sosta. Ormai è una giungla. Le vendette e i dispetti sono all’ordine del giorno. Cosa non si farebbe per un posteggio libero. Persino i giochi di prestigio.

Caterina sapeva del gioco delle tre carte, tipico espediente con cui tiravano a campare dei poveracci alla Totò. Ma del “gioco delle tre multe” proprio non aveva mai sentito parlare. Che cos’è, chiede incuriosita. Ma come, non lo conosci, le chiede stupefatto Orlando. Ebbene no, confessa Caterina, vergognandosi della sua ignoranza. Semplice, se si parcheggia in zona divieto, si controlla se le automobili vicine hanno ricevuto la multa. Se sì, se ne prende una e la si mette sotto il tergicristallo della propria auto, si fanno le commissioni e quando si torna la si rimette al “suo” posto.

Come sempre però il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Può capitare infatti che il primo destinatario della multa ritorni proprio mentre avviene lo spostamento, oppure che ne riceva addirittura un’altra. Pochi lavoratori, come gli “Ausiliari” addetti alla distribuzione di multe per divieto di sosta, sono infatti così solerti e assidui nello svolgimento dei loro compiti.

Capita anche che lo scontro fra il destinatario vero e fittizio della multe non sia indolore e le conseguenze possono andare dal ricovero al pronto soccorso alla visita al carrozziere per riparare uno sfregio alla carrozzeria.

Sempre pericoloso il gioco d’azzardo, concordano tutti.

Si è fatto tardi, i cari nipoti domattina devono alzarsi presto per recarsi al lavoro e li aspettano parecchi chilometri di strada buia.

Dispiace accomiatarsi, certo è che saranno invitati più spesso. Loro potranno così passare una serata nella tranquillità del limbo elvetico e Caterina potrà vivere, anche se solo per procura, nuove emozionanti avventure.

Post Scriptum. Caterina ha appena ricevuto un messaggio dal caro nipote che così recita: “Chiamato il veterinario della A.S.L.. Il "cane errante nella notte", è stato consegnato al legittimo proprietario, che si è presentato il lunedì per ritirarlo.”

Cristina Cattaneo
Società