I RACCONTI DI CRISTINA: CATERINA E LA BOTTEGA DELLE FATE

Di Città delle Fate ce ne sono parecchie, proprio vicino a noi. Basta cercarl

Chi ha paura di PACS, UDF (Unioni di Fatto), NFA (Nuove Famiglie Allargate), UGL (Unioni Gay Lesbiche), non ha ancora fatto nemmeno un giro panoramico nella città delle fate. Cos’è, la capitale di Fantasilandia? Dov’è? In un altro mondo, un’altra dimensione, un altro tempo? Certo che no.

Bisogna sapere che di Città delle Fate ce ne sono parecchie, proprio vicino a noi. Basta cercarle.

Come si trovano? Passaparola, pagine gialle, internet. Parola chiave: Sposa, rigorosamente al femminile.

Si vede che chi ha tanta paura di PACS, NFA, UDF, ULG, non ha né figlie né giovani amiche. Va anche poco al cinema. Non si stupirebbero infatti i cinefili di tutto il mondo, che rimpiangono ancora Spencer Tracy e una giovanissima Liz Taylor ne “Il Padre della Sposa”, molto meglio del suo più recente remake con Steve Martin. Si sono consolati però con il coloratissimo Monsoon Wedding, ambientato nella moderna India delle contraddizioni, con “Il Mio Grasso Grosso Matrimonio Greco”, che però si svolge in America, o col musical Bolliwoodiano “Bride and Prejudice”. (=Pride and Prejudice = Orgoglio e pregiudizio, indimenticabile romanzo di Jane Austen. Bride and Prejudice, = Sposa e pregiudizio, film di Bolliwood, la Holliwood di Bombay, basato sul romanzo inglese ma ambientato fra India, Inghilterra e America). Caterina aveva ridacchiato di quelle americanate, con tanto di prove e marce nuziali.

Invece.

Provare, provare per credere.

Caterina è già alla seconda esperienza “matrimoniale”. Dopo il figlio, ecco che adesso anche la figlia di mezzo ha annunciato di voler convolare a giuste nozze.

Aveva rimosso rapidamente dalla memoria le fatiche del primo matrimonio, anche se come madre dello sposo non era stata cosi coinvolta.

Certo, qualche momento di tensione c’era stato anche allora. Inevitabile scontro di civiltà che si ripete ad ogni passaggio di generazione.

In quell’occasione aveva ricevuto un aiuto insperato proprio da Internet. La futura nuora vi aveva infatti scoperto il Decalogo della Sposa. Cosa fare, chi invitare, come scrivere le partecipazioni e i ringraziamenti, come e dove organizzare il ricevimento. Che stile adottare, raffinato, sofisticato, classico, casual, sportivo, extrasemplice, stravagante, originale, essenziale.

Possibilità di acquisto di “pacchetti” matrimoniali, all-inclusive, dalla limousine ai fiori, a seconda delle disponibilità finanziarie. Si chiede Caterina che cosa comprenda quell’all-inclusive, tutto compreso. Forse anche uno sposo e rispettivamente una sposa? Perché no? Se ci sia anche un Last Minute, per chi ha decisione lenta e si riduce all’ultimo momento? Di sicuro ci saranno anche i saldi, occasioni da non perdere, pacchetti in svendita per rottura di fidanzamento last minute, appunto. Straordinaria la scelta per il consumatore. Basta consumare, appunto, e trattandosi di matrimoni va anche bene.

Comunque in rete c’è tutto. Caterina aveva la zia Prassede, maestra cerimoniera ed autorità incontrastata in questioni di galateo – si vede che c’era gente che aveva poco da fare una volta. Altre fanciulle della sua generazione avevano imparato tutto dalla rubrica della famosa Donna Letizia.

Adesso c’è Sorella Internet. Tutto pane per i denti di un attento antropologo.

Per fortuna il primo matrimonio, quello del figlio era andato bene. La cerimonia ecumenica, la sposa è attiva nel terzo mondo, aveva visto la partecipazione commossa di un pubblico multietnico, con letture dalla Bibbia, dal Corano e da testi sacri indù. La pioggia di petali di rosa all’uscita dalla chiesa e il lancio di palloncini variopinti verso il cielo sullo sfondo di uno splendido lago avevano coronato il tutto in modo gioioso e folcloristico.

Ma questa volta? Caterina non può defilarsi con la scusa della politica della non ingerenza. Messa davanti al fatto compiuto non ha potuto tirarsi indietro. Fatto compiuto? Niente di irreparabile per carità, le è stato solo chiesto di accompagnare la futura sposa a scegliere l’abito.

Aiuto.

L’appuntamento è fissato. La futura sposa, sarà accompagnata da sorella, mamma, zia e cugina. La claque è d’obbligo.

Caterina non crede ai suoi occhi nel leggere l’elegante targa in lucido ottone sulla porta di un signorile palazzo.

“La Bottega delle Fate”.

Ad accogliere le signore una creatura eterea, elegante, dal fare suadente. L’atmosfera naturalmente è ovattata. L’arredamento essenziale con pochi fiori insoliti e coloratissimi e molto, molto bianco. Luce soffusa. E questo è solo l’ingresso.

Dopo aver pronunciato alcune formule magiche la fata leggiadra , che sembra conoscerle da sempre, chiama infatti la sposa subito per nome, accompagna le stupefatte signore in una sala, al piano inferiore.

Mamma mia!

Delle quattro pareti due sono coperte di specchi, alle altre sono appesi degli splendidi abiti, da fata appunto, tutti rigorosamente lunghi, ampi e ricchi, vaporosi, preziosi. E’ un trionfo di pizzi, raso, organza, tulle e taffetas, merletti e strass.

Cara, prendi il tuo tempo - sussurra la fata indicando gli incantevoli abiti - osserva, scegli quelli che pensi possano piacerti e io verrò ad aiutarti ad indossarli.

Verrà così improvvisata una sfilata per l’adorante pubblico a bocca aperta accomodato su graziose poltroncine bianche.

La scelta si fa difficile. Al secondo abito la futura sposa ha un attimo di esitazione, sembra sopraffatta dall’emozione.

Dice la fata: “In genere ci si commuove quando si trova l’abito giusto”.

Mamma, sorella, zia e cugina cominciano a tirar fuori i fazzoletti.

Il loro famoso senso critico sembra stia lasciando il posto a qualche lacrima.

E i capelli?

Guarda, cara, a questo abito si addice un velo. Come d’incanto la sala si riempie di nuvolette di tulle bianco.

La giovane sta vivendo uno dei momenti magici della sua vita, fatto di sogni, aspettative, speranza e fiducia. Non è una ragazzina, è una professionista seria. Tutti i giorni ha a che fare con persone che soffrono e realtà problematiche e proprio per questo sa che i sogni si devono acchiappare, coccolare e coltivare. Sa che senza questi momenti magici la vita sarebbe ancora più difficile e gusta questa esperienza come si può gustare un prezioso cioccolatino.

Sette i vestiti indossati, due ore il tempo trascorso.

Mamma, sorella, zia e cugina vorrebbero che la sfilata continuasse, che la magia non finisse. Troppo bello osservare le trasformazioni della giovane operate dalla bacchetta magica della fata. Un fiore che appare sull’abito come d’incanto, un velo, un fiocco, lo strascico che si allunga, la gonna che si gonfia, una stola che copre le spalle, il guanto che dà il tocco raffinato al tutto.

Suona un campanello. C’è Lorenza, un’altra futura sposa, anche lei accompagnata da un folto pubblico femminile. Era attesa.

Con la stessa grazia con cui le ha accolte la fata si congeda dalle signore e di colpo, anche se non è ancora mezzanotte, sono solo le cinque del pomeriggio, ecco che l’incantesimo è finito. Le cinque signore si ritrovano nel vortice del traffico cittadino, stanche e accaldate. Niente scarpetta di cristallo, ma un lembo di tessuto, in mano alla futura sposa, proprio per poter abbinare gli accessori mancanti, dal bouquet alle scarpe.

Molti gli impegni che aspettano la futura sposa. Il più grosso sarà il ricevimento. Ma niente paura, sembra che si affiderà ad una signora esperta in bon ton e catering, come si dice adesso.

Caterina Catering!

Caterina, quella vera, la mamma, non crede alle sue orecchie.

Cristina Cattaneo

Cristina Cattaneo
Società