Più case agli stranieri, meno ai nostri

Riceviamo:
REGIONE, DE CORATO: IN ALER BERGAMO-LECCO-SONDRIO 45% CASE ASSEGNATE A STRANIERI. RISPOSTA A MIA INTERROGAZIONE CONFERMA ITALIANI DISCRIMINATI

“I dati forniti da Aler in merito alle assegnazioni a cittadini stranieri sono davvero sconfortanti per chi crede che gli alloggi popolari debbano andare prima ai cittadini italiani. I numeri sono stati forniti in Consiglio regionale a seguito di una mia precisa interrogazione.

Negli ultimi 4 anni tutte le Aler hanno visto aumentare il numero di assegnazioni a cittadini extracomunitari. Per Bergamo – Lecco – Sondrio il numero di stranieri è salito dal 36% del 2012 al 45% del 2016. Di questi circa il 3% è di origine Ue mentre il resto sono extracomunitari. Su 307 nuove assegnazioni lo scorso anno, si sono registrate anche 18 occupazioni abusive.

Insomma, nelle case costruite con i fondi Gescal dagli italiani vanno per metà stranieri, con buona pace di tutti i lombardi che aspettano regolarmente in lista d'attesa. Chi urlava quindi allo scandalo per il nuovo regolamento regionale riguardante le assegnazioni, che andrebbe a favorire la residenzialità, dovrebbe riflettere su questi numeri. I veri discriminati sono i cittadini italiani!”

Lo dichiara Riccardo De Corato, capogruppo di Fdi in Regione Lombardia, dopo aver discusso in Aula la sua interrogazione sulle assegnazioni delle case Aler.

Una ns. nota a commento

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Quando si tocca l'argomento migranti è difficile assumere una posizione perchè basta un niente per far dire, agli uni o agli altri, che siamo di parte. Non rinunciamo però a dire la nostra, a trasmettere ai lettori un messaggio che può essere o meno condiviso ma non per partito preso.

L'argomento portato alla generale attenzione da De Corato - che non è leghista - è serissimo. Già un po' di anni fa avevamo polemizzato con la scelta di qualche amministrazione che voleva dare gli alloggi, scavalcando la graduatoria e deludendo coloro che dopo anni erano vicini alla meta, a occupanti abusivi (italianissimi). Non cambiamo idea chiunque sia l'etnia dei 'privilegiati'. Si dirà che non è lo stesso caso, che la traduatoria è rispettata. Formalmente ma non nella sostanza perchè i requisiti richiesti erano stabiliti sul target di allora. Oggi diventano - non si può negarlo - una penalizzazione per gli italiani che in certe città sono da anni in lista di attesa (ndr).

 

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