OH, PARADISO! CONSOLANTE SAPERE CHE IL PARADISO C’È

Una carrellata attraverso religioni e popoli

E’ consolante sapere che il Paradiso c’è. Ovviamente, intendiamo quello terrestre dove Adamo ed Eva erano felici, senza pensieri e senza considerare minimamente che i loro discendenti, tra cui gli italiani che hanno vinto la Coppa del Mondo 2006, attualizzassero così ampiamente il sentimento paradisiaco. Usando espressioni: “Mi pare di stare in paradiso”; “provo una gioia infinita”, senza volere hanno reso un buon servizio a questo concetto che sapeva di anticaglia o di catechismo. Non si scappa, il Paradiso c’è e lo confermano le recentissime ricerche di alcuni scienziati tra cui il botanico Francesco Salamini, direttore del dipartimento di fisiologia e miglioramento delle piante del Max Planck Institut di Colonia, che ha lavorato sul «Triticum monococcum » insieme con i genetisti dell' Istituto sperimentale di cerealicoltura di Sant'Angelo Lodigiano, in Lombardia. L’equipe scientifica ha messo a confronto il DNA di 68 specie di farro, trovandone il progenitore comune, appurato che cresce - ancora oggi - sulle pendici del vulcano spento Karacadag e ha dichiarato: se Adamo ha mangiato una pappa di cereali, l'ha mangiata qua. In quella parte della Fertile Mezzaluna che è l'attuale Turchia sud-orientale(«Science» dixit).

C’è da stare allegri: Il giardino dell'Eden ha trovato le sue coordinate geografiche, ha scritto il settimanale tedesco «Der Spiegel » riferendo della ricerca: era un luogo reale e nell'Antico Testamento ci sono più indicazioni per localizzarlo.

«Il Signore piantò un giardino nella steppa a Oriente (di Gerusalemme)...Fece spuntare dalla terra ogni tipo di albero piacevole alla vista e buono da mangiare... Un fiume (il Giordano) scaturiva da quella steppa per irrigare il giardino e da lì si divideva e si presentava in quattro capi».

I primi a pensare che la Genesi potesse avere una base reale sono stati i paleontologi che studiano il Neolitico (12.000-4000 a.C.), affascinati dal ruolo dell'agricoltura nella preistoria

biblica: dopo la cacciata dal Paradiso terrestre,Adamo mangia «l'erba dei campi», suo figlio Caino coltiva la terra, Abele alleva il bestiame. E' quella «rivoluzione

neolitica» avvenuta circa 11.000 anni fa lungo il corso superiore del Tigri e dell'Eufrate, nella regione tra i Monti Tauri e Zagros, là dove oggi si toccano Iran, Iraq e la Turchia. La

cacciata dal paradiso terrestre è la storia della sedentarizzazione dell'homo sapiens.

Alla fine dell'ultima glaciazione sull'Eurasia soffiano venti più caldi, il ghiaccio si scioglie, la terra germoglia e immensi branchi di gazzelle e asini brucano le pianure. Ancora intorno al 10.000 a.C. i cacciatori della Fertile Mezzaluna vivono in una natura benedetta, dove grazie all'erba abbondante pascolano mandrie immense. Bastava spingere le mandrie nei guadi dell'Eufrate per cacciare quanto serviva a sfamare la popolazione per mesi. All'improvviso, intorno al 7500 a.C., la terra si esaurisce - «spine e cardi» sta scritto nella Bibbia - e l'homo sapiens si deve inventare una nuova vita: si ferma in una valle promettente, semina e raccoglie granaglie, chiude in un recinto pecore, capre e maiali, costruisce capanne e letti, fabbrica una riserva di cibi. Ogni cosa è da scoprire: il pane, nutrimento perfetto, richiede 40 passaggi dalla semina al forno. Comincia un'epoca di innovazione, fatta di tentativi ed errori. Avesse potuto preferire, l’ homo sapiens non avrebbe mai abbandonato la vecchia vita, sostiene l'archeologo tedesco Klaus Schmidt, che nella pancia della collina di Goebekli Tepe - in Anatolia, a due chilometri dalla città di Urfa, culla di Abramo – ha scoperto il tempio monumentale più antico del mondo: 200 pilastri antropomorfi alti fino a sette metri, pesanti 50 tonnellate e organizzati in 20 edifici circolari. Quattro li ha già riportati alla luce, gli altri 16 sono stati individuati con il magnetometro e saranno oggetto di prossime spedizioni. Goebekli Tepe è stato datato al 9000 a.C., pertanto è molto più recente di luoghi di culto paleolitici come le grotte di Lascaux in Francia o quelle di Altamira in Spagna. Ma là gli uomini hanno lasciato il loro segno su strutture già esistenti, qua hanno costruito qualcosa di assolutamente nuovo. Pilastri con la testa a T, senza occhi, naso e bocca. Probabilmente divinità: infatti, se il volto di Dio è sconosciuto, come lo si può rappresentare?

«Penso fossero esseri di un altro mondo, dei o demoni. E probabilmente sulla collina danzavano gli sciamani», ha chiarito Schmidt. Un' opera ciclopica, che richiederà ancora

molti anni per essere precisata fino in fondo. Ma il fatto che non sia lontana dal vulcano Karacadag è già un indizio: anche quello potrebbe essere un pezzo di Paradiso terrestre(Cfr. tuttoscienzetecnologia, 5 luglio 2006).

Secondo il professor Schmidt, gli uomini che hanno costruito Goebekli Tepe dovevano avere un'esperienza della natura forte e diretta. E un rapporto elementare con la vita e la morte. Non si ammalavano delle malattie di cui ci ammaliamo noi, infezioni, gotta, reumatismi. Anzi, praticamente non conoscevano le malattie. Morivano di morte naturale quand'era arrivata la loro ora. Lo studioso crede che se ne avessero avuto la possibilità non avrebbero mai cambiato la loro vita con la nostra( e ti credo, con tutti i guai che abbiamo e gli scandali che ci soffocano).

Per lui quanto dice la Bibbia, l'Eden stava su un “monte sacro”, come Goebekli Tepe. E quando la zona fu abbandonata, le venne data una sepoltura ordinata, come un addio per sempre che però conserva la memoria. Credo che l'uomo non avrebbe mai lasciato volutamente la vita nomade. Ci fu costretto dalle conseguenze del suo comportamento.

C’ è anche una spiegazione per la costruzione dei templi di Goebekli Tepe.

Per il prof. Schmidt, i cacciatori che alla fine dell'ultima era glaciale - 10.000 anni a.C. – percorrevano l'Eurasia, erano autentici cosmopoliti, la cui casa era l'intero continente, da un oceano all'altro. Uomini straordinari, con una tecnica di caccia molto sviluppata e sofisticata, visto che uccidevano animali molto più grandi e forti di loro, come i mammuth e i cavalli selvaggi. Quegli uomini rappresentano un picco di civiltà che per lungo tempo non è più stato raggiunto(Ahimè!).

Questi uomini erano nomadi, capaci di costruire edifici molto complessi perché la loro struttura sociale prevedeva appuntamenti periodici per motivi rituali, dove si ritrovavano in centinaia. E' chiaro che, per finire l'opera, divennero parzialmente stanziali.

10.000 anni fa, alla fine dell'era glaciale, vivevano uomini ingegnosi, con capacità intellettuali molto elevate, paragonabili a quelle di oggi. Non aveva ancora molte conoscenze, era all'inizio dello sviluppo, ma non era affatto più primitivo o stupido delle attuali generazioni.

Non si potrà mai dire che fossero più felici di noi, però quelli che hanno costruito Goebekli Tepe dovevano avere un'esperienza della natura possente e finalizzata. E un rapporto elementare con la vita e la morte e cosa di non poco conto, non erano appesantiti da tutto quello che la nostra civiltà ci impone.

Il mito della creazione nelle religioni

Il mito della creazione o cosmogonia (dal greco kósmos, mondo e génésthai, nascere), a volte definito mito delle origini è il racconto, lo studio di come si sia generato l'universo.

Nei tempi antichi il termine cosmogonia si correlava strettamente con la mitologia. In quasi tutte le società e culture è esistita una narrazione mitologica dell'origine dell'essere umano e dell'universo, spiegabile con l'umana necessità di rispondere alla domanda "da dove veniamo?"( e la Mostra di Palazzo Grassi, di cui abbiamo presentato un ampio servizio, può essere una delle tante interpretazioni).

Questi miti possono essere fra loro molto diversi, spostandosi da cultura a cultura. Infatti alcuni fanno nascere il mondo dalle lotte intestine tra le divinità, altri affidano la creazione ad un'unica divinità che fa sbocciare il creato dal nulla mentre, per altri ancora, la Terra e tutto ciò che ci circonda sarebbe fuoriuscito da un uovo cosmico primordiale. In ognuno di questi miti, le varie società e le varie culture hanno inserito gli elementi e le metafore che ritenevano più rappresentativi della loro concezione del mondo.

Alcuni ritengono che il mito della creazione influenzi l'atteggiamento degli uomini che vivono nella società che gli ha dato vita, anche se essi non vi credono.

In tempi moderni, con il termine cosmogonia si indica lo studio scientifico dell'origine ed evoluzione dell'universo( cosmologia). Partendo dall'osservazione degli oggetti celesti più vicini e più conosciuti ed estendendo le ricerche a quelli lontani: esse mirano a determinare il procedimento di formazione e l'età del pianeta Terra, la generazione del sistema solare, l'evoluzione del Sole e quella stellare, la formazione delle galassie ed il comportamento evolutivo dell'universo nel suo insieme.

La creazione secondo la scienza

Secondo le attuali teorie scientifiche, l'Universo e la vita sono parte del succedersi di eventi dovuti a cause esclusivamente naturali. La scienza in quanto tale studia solo i fenomeni osservabili, mentre l'origine dell'Universo è, per definizione, un evento irripetibile non osservabile direttamente. Tutto ciò che non può essere osservato o riscontrato (direttamente o indirettamente) è, per definizione, estraneo al campo della ricerca scientifica. La capacità degli scienziati di analizzare eventi unici del passato remoto, come quello della creazione dell'universo, è limitata, perché questi non possono essere osservati direttamente e non sono ripetibili in laboratorio. La scienza può tuttavia misurare gli effetti di questi eventi (ad esempio la radiazione cosmica di microonde, il cosiddetto "eco del Big Bang") e interpretare le osservazioni con degli strumenti scientifici. Dall'estrapolazione gli scienziati possono costruire un accurato quadro del passato. Secondo gli aderenti al naturalismo filosofico in questa maniera è possibile conoscere ogni elemento del passato, ma quest'idea non è universalmente accettata e alcuni propongono dei mezzi per conoscere il passato che vanno al di là della ricerca scientifica.

La scienza della creazione è invece un tentativo di integrare la scienza e la fede abramitica prendendo spunto dalle cause sovrannaturali della creazione descritte nella Bibbia, nel Libro della Genesi e applicando il metodo scientifico nell'interpretazione dei fenomeni osservabili.

La creazione secondo le religioni

Quello che segue, é un breve elenco descrittivo dei miti della creazione per varie religioni.

Ainu

La cosmologia del popolo Ainu constava di sei paradisi e sei inferni dove vivevano divinità, demoni e animali. I demoni si trovavano nel paradiso basso, le divinità minori vivevano tra le nuvole nel sommo paradiso viveva Kamui, la divinità creatrice, coi suoi servi. Il suo reame era circondato da un resistente muro di metallo ed era accessibile solo tramite un grande cancello di ferro.

Kamui creò il nostro mondo come un grande oceano adagiato su di una enorme trota. Secondo questa tradizione le maree sarebbero dovute a questo pesce che di volte in volta succhia o caccia fuori l'acqua del mare; sempre questo pesce, tramite il suo movimento, sarebbe la causa dei terremoti.

Un giorno Kamui guardando dall'alto questo mondo acquatico decise di farne qualcosa. Così mando un suo messo che fece si che venissero a galla le isole.

Quando gli animali videro quanto fosse bello quel mondo, convinsero Kamui a lasciarli liberi di vivere in quel luogo. Kamui, tuttavia, creò anche molte altre creature. Il primo popolo, gli Ainu, avevano corpi di terra, capelli di erba-gallina. Kamui mandò Aioina, l'uomo divino, sulla terra per insegnare agli Ainu come cacciare e cucinare.

Apache

All'inizio non esisteva niente, solo il buio era ovunque. Improvvisamente dal buio emerse un sottile disco, giallo da un lato e bianco dall'altro, che appariva sospeso a mezz'aria. All'interno del disco sedeva un piccolo uomo barbuto, il Creatore, "Colui che vive al di sopra". Quando egli guardò nel buio infinito, la luce apparve in alto. Egli guardò in giù e divenne un mare di luce. A est, egli creò le strisce gialle dell'alba. Ad ovest, tinte di diversi colori apparvero ovunque. C'erano anche nubi di diversi colori. Egli creò anche tre altri dei: una piccola ragazza, un Dio Sole e un piccolo ragazzo.

Aborigeni australiani

Nella cultura degli aborigeni australiani, la creazione del mondo svolge un ruolo fondamentale. La creazione risale al "tempo del sogno", in cui gigantesche creature totemiche attraversarono la Terra cantando di ciò che incontravano (rocce, pozze d'acqua, animali, piante) e così facendo portarono questi elementi alla creazione vera e propria.

Babilonia

Il mito della creazione babilonese è stato descritto nell'Enûma Elish, di cui esistono varie versioni e copie, la più antica delle quali è datata 1700 a.C..

Secondo questa descrizione, il dio Marduk si armò per combattere il mostro Tiamat. Marduk distrusse Tiamat, tagliandola in due parti che divennero la terra e il cielo. Dopo, distrusse anche il marito di Tiamat, Kingu, usando il suo sangue per creare l'umanità.

Il popolo Bantu

La descrizione del demiurgo fatta dai Bantu è la seguente. In origine, la Terra non era altro che acqua e oscurità. Mbombo, il gigante bianco, governava questo caos. Un giorno, egli sentì un fortissimo dolore allo stomaco e vomitò il sole, la luna e le stelle. Il sole splendeva perfidamente e l'acqua evaporò nelle nuvole. Gradualmente, apparvero delle colline asciutte. Mbombo vomitò di nuovo e questa volta vennero fuori gli alberi, gli animali, le persone e molte altre cose: la prima donna, il leopardo, l'aquila, l'incudine, la scimmia Fumu, il primo uomo, il firmamento, la medicina e la luce. Nchienge, la donna delle acque, viveva ad Est. Ella aveva un figlio, Woto, e una figlia, Labama. Woto fu il primo re dei Baluba

Buddhismo

Il Buddismo normalmente ignora le questioni riguardanti l'origine della vita. Il Buddha a questo riguardo disse che congetturare circa la fine del mondo porterebbe solo noia e follia.

Il Buddha affermò di non avere intenzione di esplicare queste origini perché le stesse non avevano nulla a che fare col suo obiettivo, il raggiungimento dell'illuminazione.

I Cherokee

In principio, c'era solo l'acqua. Tutti gli animali vivevano sopra di essa ed il cielo era sommerso. Erano tutti curiosi di sapere cosa ci fosse sotto l'acqua ed un giorno Dayuni'si, lo scarabeo acquatico, si offrì volontario per esplorare. Esplorò la superficie, ma non riuscì a trovare nessun terreno solido. Esplorò sotto la superficie fino al fondo e tutto quello che trovò fu del fango che portò in superficie. Dopo aver preso il fango, esso cominciò a crescere e a spargersi tutto intorno, fino a che non divenne la Terra così come la conosciamo.

Dopo che tutto ciò accadde, uno degli animali attaccò questa nuova terra al cielo con quattro stringhe. La terra era ancora troppo umida, così mandarono il grande falco nel Galun'lati per preparala per loro. Il falco volò giù e quando raggiunse la terra dei Cherokee era così stanco che le sue ali cominciarono a colpire il suolo. Ogni volta che colpivano il suolo si formava una valle od una montagna. Gli animali poi decisero che era troppo buio, così crearono il sole e lo misero lì dove è oggi.

Cina

In Cina sussistono cinque teorie sulla creazione.

•Secondo la prima, non ci sono le prove necessarie per spiegare la creazione e le sue origini.

• La seconda si fonda sull'idea che il paradiso e la terra erano un'entità unica che poi si separò in due parti.

• La terza, apparsa relativamente tardi nella storia della cultura cinese, è quella del Taoismo. Secondo questo il Tao è la forza alla base della creazione. Grazie al Tao, dal nulla è nata l'esistenza, dall'esistenza sono venuti fuori lo yin e lo yang e da questi è nata ogni cosa.

• La quarta, anch'essa relativamente recente, è il mito di Pangu. Secondo questa spiegazione, offerta dai monaci taoisti secoli dopo Lao Tzu, l'universo nacque da un uovo cosmico. Una divinità, Pangu, nascendo da quell uovo lo ruppe in due parti: quella superiore divenne il cielo e quella inferiore la terra. Man mano che la divinità crebbe le due parti dell'uovo si separarono sempre più e, quando Pangu morì, le parti del suo corpo divennero varie zone terrestri.

• L’ultima teoria, è costituita da racconti tribali non legati in un sistema unicizzante e quindi, hanno valore esclusivamente tribale.

La Genesi biblica

Secondo il libro della Genesi, ogni cosa fu creata da Dio. La Bibbia usa generi letterari simili alle culture del tempo, ma modifica i dati cosmologici in maniera da far risaltare la sua dottrina su Dio e sulla bontà della creazione.

Ci sono due racconti della creazione, corrispondenti grosso modo ai capitoli 1 e 2 del Genesi.

Genesi 1,1 - 2,3a

Il primo racconto della creazione (1,1-2,3a) usa lo schema letterario dei sette giorni. Il racconto suppone uno stato iniziale informe, in cui predominavano le tenebre e l'acqua (1,1-2). La creazione avviene per separazioni successive, nella seguente maniera:

• Nel primo giorno viene separata la luce dalle tenebre (1,3-5).

• Nel secondo giorno vengono separate le acque superiori (che si pensava stessero sopra la volta stellare) dalle acque inferiori (1,6-8). La concezione del tempo credeva che attraverso la volta celeste le acque superiori potessero filtrare, dando origine alla pioggia

• Nel terzo giorno nelle acque inferiori viene separata la terra (1,9-10).

• Viene quindi generato il regno vegetale (1,11-13).

• Nel quarto giorno vengono poste nel firmamento le due luci maggiori, il sole e la luna (1,14-19: separazione del giorno dalla notte): l'autore biblico teme che si possano confondere con gli astri divinizzati dai popoli circostanti, e per questo non li chiama con il loro nome.

• Nel quinto giorno vengono creati gli esseri marini e gli uccelli, e vengono benedetti perché possano moltiplicarsi (1,20-23).

• Nel sesto giorno vengono creati gli animali (1,24-25).

• Viene poi creato l'uomo (1,26-31), con le seguenti caratteristiche:

o deve dominare sulla creazione;

o è creato uomo e donna;

o è creato a immagine e somiglianza di Dio;

o è benedetto perché sia fecondo;

o riceve in alimento i vegetali: semi e frutti degli alberi.

• Il settimo giorno Dio cessa dal lavoro, e benedice e consacra il settimo giorno (2,1-3a). Ciò diventerà, nell'ebraismo, il precetto del riposo del sabato.

Il testo afferma che tutta l'opera della creazione è "buona"; invece della creazione dell'uomo e della donna si dice che è "molto buona", affermando in questa maniera la supremazia dell'essere umano su tutto il resto della creazione.

Il testo suppone implicitamente che Dio è eterno, cioè che esisteva prima di creare il resto delle cose.

Per gli studiosi, in Genesi 2,3b-24 vi sono alcune differenze, quello che rimane è che Dio è il Creatore e l’uomo e la donna sono suoi partner nel custodire la terra(oggi come oggi, visto come siamo combinati con i disastri ecologici, non si può dire che abbiano molto ascoltato la sua voce).

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Cristianesimo

La Creazione della Luce, di Gustave Doré, rappresenta in modo letterale l'incipit biblico di Genesi 1:1 ("Sia la luce").

Nel Nuovo Testamento il concetto di Dio cambia e con lo svilupparsi della Trinità diventa più complesso:

Io sono l'Alpha e l'Omega, l'inizio e la fine (Apocalisse 1,8).

All'inizio fu il verbo e il verbo era Dio... Tutte le cose furono fatte da lui e senza lui niente sarebbe stato creato. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini (Giovanni 1,1-4).

Secondo il libro della Genesi, Dio pre-esisteva eternamente all'ordine creato. La Genesi riporta il primo atto di Dio verso il mondo che noi conosciamo: "Dio creò..." (Genesi 1,1). Tutta la creazione, dalla luce delle stelle del cielo ai pesci del mare, alla compenetrazione tra polvere e soffio divino che ha dato vita all'umanità, furono creati da Dio per godere del meraviglioso ambiente della terra. L'uomo e la donna furono creati per riflettere la potenza di Dio, per amare e ben amministrare le risorse del mondo. Nell’ordine del creato, l'umanità, uomini e donne, sono portatrici dell'imago Dei. Secondo la fede cristiana, Gesù, il Cristo figlio di Dio, è il nuovo [Adamo]] mandato a noi "nella pienezza dei tempi". La ricerca dell'umanità di ritornare al giardino dell'Eden culminerà in un nuovo e ancora più pieno paradiso terrestre, sotto forma di cielo e terra nuova.

Antico Egitto

Nella mitologia egizia sono riportati tre miti cosmogonici distinti, corrispondenti a tre diversi culti dei maggiori centri sacerdotali.

Secondo la teologia eliopolitana, nota attraverso i "testi delle piramidi", al centro del mito della creazione c'è il dio solare Atum. Nato dall’oceano primordiale (Nun), Atum salì su una collina, creò , secondo alcune traduzioni con lo sperma e secondo altre con la saliva Shu, il vuoto, e la dea Tefnut, l’umidità, che a loro volta generarono Geb e Nut, la terra ed il cielo. Da questi ultimi nacquero due coppie di fratelli e sorelle, Osiride, Iside, Seth e Nefti, i quali procrearono l’umanità. L’insieme di queste divinità formò la grande Enneade eliopolitana.

Secondo la dottrina menfita, la creazione del mondo sarebbe opera di Ptah, che con il cuore, sede del pensiero, e con la lingua, la parola datrice di vita, avrebbe generato otto emanazioni di sé.

La cosmogonia tebana, basata su un’antica leggenda della città di Ashmunein (Ermopoli), narra di una collina di fango che sarebbe emersa dalle acque, originando otto dei primordiali, quattro maschili con testa di rana e quattro femminili con testa di serpente. Queste otto divinità formarono l'Ogdoade ermopolitana. La leggenda passata a Tebe si sarebbe trasformata e gli dei avrebbero creato un uovo, da cui nacque Amon, il dio-sole.

Col tempo, i gruppi rivali si fusero, Ra e Atum furono identificati in una sola divinità. Amon divenne per un certo periodo la somma divinità per poi divenire una manifestazione di Ra.

Anche Ra e Horus furono identificati come uno solo quando si tentò, invano, di introdurre il monoteismo.

Grecia classica

Platone, nel suo dialogo Timeo, descrive un mito della creazione che coinvolge un essere chiamato demiurgo.

Esiodo, nella sua Teogonia, racconta che in principio c'era Caos, il quale diede vita a Gea (la Terra), Tartaro (gli Inferi), Eros (amore), Nyx (l'oscurità della notte) ed Erebo (le tenebre degli Inferi). Gea partorì poi Urano, il cielo stellato, suo pari, per coprire sé stessa, le colline e le profondità senza frutto del Mare, e Ponto, tutto "senza la dolce unione dell'amore", ma solo da sé stessa. Successivamente, narra Esiodo, essa giacque con Urano e generò Oceano, Ceo e Crios e i Titani Iperione e Giapeto, Teia e Rea, Temi e Mnemosine e Febe dalla corona d'oro e l'amabile Teti.

"Dopo di loro nacque Crono, scaltro, il più giovane e il più terribile dei suoi figli, e odiava il suo potente padre." Crono, seguendo le raccomandazioni di Gaia, castrò Urano. Egli sposò Rea che gli diede sei figli Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone, e Zeus. Zeus è i suoi fratelli rovesciarono Cronos e gli altri titani, quindi estrassero a sorte quello su cui ciascuno di loro avrebbe regnato. Zeus strappò i cieli, Poseidone il mare, e Ade la terra.

Induismo

Nella filosofia Hindu, l'esistenza dell'universo è governata dalla Trimurti composta da Brahma (il Creatore), Vishnu (il Sostentatore) e Shiva (il Distruttore).

Hopi

Gli anziani dicono che il primo Hopi aveva scelto di vivere nel deserto sterile così essi avrebbero sempre dovuto pregare per avere la pioggia. Per questo essi non avrebbero mai perso la fede nelle loro cerimonie, che mantenevano il legame con la Madre Natura e il Creatore. Essi sostenevano che i veri Hopi rappresentassero tutti i popoli pellerossa attraverso l'autorità a loro conferita dal creatore, il dio Maasaw.

Incas

Il racconto incas della creazione è conosciuto grazie ai racconti tramandati dai sacerdoti oppure dalla iconografia delle ceramiche o delle costruzioni architettoniche, e grazie ai miti e alle leggende sopravvissute tra i nativi americani. Secondo questi racconti, nei tempi antichi la terra era immersa nell'oscurità. Allora, da un lago chiamato Collasuyu (adesso Titicaca), emerse il dio Con Tiqui Viracocha, portando con sé alcuni esseri umani. Allora Con Tiqui creò il sole (Inti), la luna e le stelle per illuminare il mondo. È proprio da Inti che il Sapa Inca, imperatore del Tawantinsuyu, discende. Al di fuori delle grandi caverne Con Tiqui modellò numerosi esseri umani, incluse alcune donne che erano già incinte. Allora egli mandò fuori queste persone in ogni angolo del mondo. Tenne però con sé un uomo e una donna a Cusco, l'"ombelico del mondo".

Con, il creatore, aveva forma umana ma era senza ossa. Egli riempì la terra con cose buone per sopperire ai bisogni dei primi esseri umani. Le persone, però, dimenticarono il dio Con e si ribellarono. Così egli li punì smettendo di mandare la pioggia. La gente allora fu costretta a lavorare duramente arrangiandosi con la poca acqua che poteva trovare nei rigagnoli rimasti. Allora si affermò una nuova divinità, Pachacamac, che cacciò Con e trasformò le persone da lui create in scimmie. Pachachamac poi si impossessò della Terra e creò gli antenati del genere umano.

Il fondatore della prima dinastia dei sovrani di Cusco fu Manco Capac. Secondo una leggenda egli emerse dalle profondità del lago Titicaca grazie al dio del sole Inti. Un'altra versione della storia sosteneva che egli fosse il figlio di Tici Viracocha. In uno dei due miti Manco Capac era il fratello di Pachacamac ed entrambi erano figli del dio del sole Inti, conosciuto anche con il nome di Apu Punchau. Lo stesso Manco Capac veniva onorato come un dio del fuoco o del sole. Secondo la leggenda di Inti, Manco Capac e i suoi fratelli di madre erano stati mandati sulla terra dal dio del sole ed erano fuoriusciti da una caverna del Pacaritambo portando un bastone dorato chiamato tapac-yauri. Essi dovevano creare un Tempio del Sole nel luogo dove il bastone sarebbe affondato dentro la terra. Essi viaggiarono fino a Cusco lungo gallerie sotterranee e finalmente trovarono il luogo adatto per costruire il tempio in onore del dio del sole Inti, loro padre. Durante il viaggio uno dei fratelli di Manco Capac e forse anche una delle sue sorelle vennero tramutati in pietre sacre (huaca). In un'altra versione di questa leggenda, invece di apparire da una caverna a Cusco, i fratelli sarebbero emersi dalle acque del lago Titicaca.

Secondo la leggenda di Tici Virachocha, invece, Manco Capac era il figlio di Tici Viracocha: egli e i suoi fratelli (Ayar Anca, Ayar Cachi e Ayar Uchu) e sorelle (Mama Ocllo, Mama Huaco, Mama Raua e Mama Cura) vivevano vicino Cusco, presso Pacari-Tampu (oggi Pacaritambo, a 25 km a sud di Cusco). Una volta formato un popolo piuttosto numeroso riunito in dieci ayllu essi tentarono di assoggettare le tribù della valle di Cusco. Questa leggenda comprende inoltre il bastone d'oro, sostenendo che questo era stato dato a Manco Capac da suo padre. La leggende inoltre narra che il giovane Manco avrebbe ucciso i suoi fratelli più grandi diventando così l'unico governante di Cusco.

Islam

Nell'Islam ogni creazione è attribuita ad Allah (il nome di Dio in arabo). Egli è l'unico Dio per i musulmani. È chiaramente identificato come la "prima causa" in numerosi versetti del Corano. In quanto Creatore ed Eterno e in considerazione dell'impossibilità della materia greggia (madda) di sussistere senza il Suo continuo intervento, a Lui è attribuita la proprietà di qualsiasi atto creato, ivi compreso quello apparentemente riferibile all'essere umano, il quale ne avrebbe in definitiva il solo possesso (iktisāb)

Ecco tre esempi (I versetti citati sono presi da il Corano - introduzione, traduzione e commento di Alessandro Bausani - Firenze, Sansoni, 1961):

XIII:16 … « Rispondi: "È Dio il Creatore di tutte le cose, è Lui l'Unico, il Vittorioso!" ».

LVII:3 « Egli è il Primo, Egli è l'Ultimo, Egli è il Dispiegato, Egli è l'Intimo, Egli è sovra tutte le cose sapiente ».

CXII:1-2 «Dì: "Egli, Dio, è uno - Dio l'Eterno. - non generò né fu generato - e nessuno Gli è pari" ».

Riferendosi all'argomento della "prima causa" il Corano indirizza i non-credenti:

LII:35-36 « Son essi che furon creati dal nulla, o son loro i creatori? Son forse loro che han creato i cieli e la terra? No! Nessuna certezza salda essi hanno ».

Giappone

Il dio Izanagi e la dea Izanami agitarono l'oceano con una lancia per creare una piccola isola di sale coagulato. Le due divinità scesero sull'isola, si accoppiarono, crearono le isole principali, le divinità e i predecessori del Giappone

Mitologia nordica

Odino e i suoi fratelli usarono il corpo di Ymir per creare l'universo. Questo universo consta di nove mondi. Loro posero il corpo sul vuoto chiamato Ginnungagap. Loro usarono la sua carne per la creazione della terra e il suo sangue per il mare. Il suo teschio , tenuto su da quattro nani (Nordri Nord, Sudri Sud, Austri Est, e Vestri Ovest), fu usato per creare il paradiso. Quindi usando scintille da Muspelheim, gli dei crearono il sole, la luna e le stelle. Le sopracciglia di Ymir invece furono usate per creare un posto dove la razza umana potesse vivere su; un posto chiamato Midgard. I primi umani, Ask e Embla, furono creati da tronchi (d'albero?).

Caos

Alcuni filosofi come Hakim Bey e gli occultisti, come Peter Carroll, pensano che la casualità, il caos o il pricipio di indeterminazione siano il primo elemento motore secondo la scienza e che, quindi, dovrebbero essere considerati divini.

Surat Shabda Yoga

La cosmologia dello Surat Shabda Yoga ritrae il complesso della creazione (il macrocosmo) come emanato e arrangiato in una gerarchia spiritualmente differenziata, spesso indicata come uova, regioni o piani. tipicamente vengono descritti otto livelli spirituali posti sopra il piano fisico, anche se nomi e suddivisioni all'interno di questi livelli variano (Una versione della creazione da una prospettiva dello Surat Shabda Yoga, è delineata ne “Il grande schema dell'intera creazione”.) Tutti i piani che si trovano sotto le regioni puramente spirituali sono sottoposti a cicli di creazione e dissoluzione (pralya) o grande dissoluzione (maha pralya).

La costituzione dell'individuo (il microcosmo) è una replica esatta del macrocosmo. Di conseguenza il microcosmo consiste di un certo numero di corpi, ciascuno dei quali adatto ad interagire con il piano o la regione corrispondente nel macrocosmo.

Taoismo

Tao è il vuoto senza nome, la madre delle Diecimila Cose. Il Tao è considerato da Lao Tzu come ciò che dà in eterno senza venire svuotato, e che riceve in eterno senza venire riempito. Ciò che non esiste per se è in grado di durare.

Zen

Il tutto e il niente sono un tutto unico inseparabile. La filosofia Zen nega che la persona possa essere la causa scaturente. Nel parlare delle origini afferma che il piano dell'essere è la vera causa scaturente.

Zoroastrismo

Nella narrazione della creazione dello Zoroastrismo, Ahura Mazda creò 16 terre, una alla volta, tali che ognuna di esse fosse sorgente di piacere per la sua popolazione. Dopo la creazione di ognuna di queste terre, Angra Mainyu intervenne con una contro-creazione, introducendo malattie e peccati di vario genere. L'idea dualistica di due spiriti primordiali, considerati gemelli da Zoroastro, riprende un prototipo delle mitologie indoeuropee.

E per finire…

Non è bello tuffarsi nell’idea, ormai una realtà anche secondo gli scienziati che il Paradiso, quello che ciascuno di noi sogna nelle ambasce quotidiane, ha una sua localizzazione geografica e che la Bibbia non racconta favole?

Maria de Falco Marotta

Maria de Falco Marotta
Società