INFARTO, “ il tempo è muscolo e vita”. Non perdere un minuto!

Le preziose indicazioni del cardiologo

L’infarto miocardico acuto e’ una patologia  del cuore, provocata dall’occlusione di un’arteria coronarica causata da un trombo,  che può essere completa o parziale.

Questa distinzione è importante per i tempi di intervento , che nel caso dell’ostruzione totale debbono essere precoci,per sciogliere rapidamente il trombo e ricanalizzare l’ arteria. In questo caso si  realizza l’infarto denominato Stemi, riconoscibile dall’elettrocardiogramma , oppure nel secondo caso si realizza l’infarto Nstemi ,dove l’arteria non e’ completamente occlusa  ed i tempi di dilatazione della stessa  possono essere differiti.
Tra tutti gli infarti  circa il 60% sono Nstemi e  sono in aumento, in quanto questo tipo di infarto colpisce la popolazione più anziana che notoriamente  e’ in incremento, mentre gli Stemi costituiscono il 40%.
Entrambi i tipi di infarto provocano una cicatrice permanente ,che nel caso dello Stemi puo’ essere tanto più estesa quanto più il tempo di intervento è ritardato.
La mortalità dipende dal tempo di intervento. Nello Stemi e’ maggiore nelle prime due ore . L’ammalato deve essere assistito  nei primi giorni in UTIC, unita’ di terapia intensiva cardiologica, dove vengono ricoverati altri pazienti cardiologici acuti, per il monitoraggio e l’assistenza continua.
La mortalità in ospedale  e’ del 4-5% nello Stemi e del 2-3% nello Nstemi, ma ricordo che purtroppo la maggiore parte muore sul territorio e non giunge alle cure.
L’ANMCO,  Associazione dei Medici Cardiologi Ospedalieri, ha coniato lo slogan: “ il tempo  è muscolo e vita” , e rende bene l’idea che un intervento precoce nello Stemi,  può salvare la vita e risparmiare molte fibrocellule miocardiche, che altrimenti morirebbero. Intervento precoce ed auspicabile significa nelle prime due ore. Ricordo che nella prima ora lo Stemi può essere evitato, cioè’ non provocare una cicatrice, in una percentuale fino al 50% dei casi.
Ma quale intervento e’ necessario nello Stemi per riaprire urgentemente  la coronaria occlusa ?
Le strategie terapeutiche di riperfusione/ricanalizzazione  possono essere di due tipi ,dove entrambe si propongono di dissolvere il trombo: la trombolisi o l’angioplastica primaria.
La trombolisi consiste nella somministrazione, con bolo endovena ,di un farmaco che scioglie il trombo, che può essere praticata in un Pronto soccorso/intervento nelle prime due ore dall’esordio dei sintomi ,dopo la diagnosi eseguita su un elettrocardiogramma ( in alcune realtà viene praticata anche a domicilio) . Terapia analoga viene praticata in alcuni pazienti affetti da ictus ischemico per sciogliere il trombo che occlude una arteria del cervello,  ricoverati nella Stroke unit, che possono evitare danni cerebrali permanenti.
L’angioplastica primaria viene praticata in laboratorio di emodinamica da un medico specialista emodinamista ed e’ una procedura invasiva che, mediante un catetere inserito nella coronaria ostruita ,disintegra il trombo.
La trombolisi e’preferibile all’angioplastica quando il tempo di riapertura dell’arteria si stima superiore ai 120 minuti, in uno Stemi che viene diagnosticato nelle prime due ore dall’esordio dei sintomi. Questo intervento riduce la mortalità e l’entità della cicatrice miocardica.
L’angioplastica primaria e’ auspicabile in tutti gli altri casi o quando la trombolisi sia inefficace o controindicata ( in una minoranza dei casi).
Ma la cura dello Stemi  può essere differente in area metropolitana e in quella montana come la Valtellina e la Valchiavenna ? Direi di si. Innanzitutto e’ da sottolineare che le distanze e i tempi sono più lunghi in zone montuose per cui solo in alcune  situazioni e’ ipotizzabile un tempo di riapertura della coronaria inferiore ai 120 minuti per cui in tutti gli altri  casi e’preferibile la trombolisi  in particolare  in alta valle e in valchiavenna, verosimilmente anche con l’impiego dell’eliambulanza,  o nelle altre zone quando a Sondrio non è attiva l’emodinamica. E’ da ricordare che il paziente sottoposto a trombolisi e’ da ricoverare nell’Utic piu’ vicina anche perché le possibili complicanze sono piu’ difficilmenti curabili in un’ambulanza anche se medicalizzata. In provincia di Sondrio vengono trattati circa 70-80 Stemi all’anno ed in assenza di laboratorio di emodinamica h/24 circa  15-20 ammalati vengono dirottati a Gravedona o a Lecco. L’attivazione del laboratorio H/24 cioè con un emodinamista sempre reperibile sarebbe utile ad evitare il trasferimento di questi pazienti fuori provincia. Ricordo che l’angioplastica primaria e’ una procedura che necessita di un operatore specializzato e che abbia eseguito almeno cinquanta esami all’anno.
In conclusione :
-è importante che l’ammalato colpito da infarto miocardico acuto chiami prontamente il 118 per eseguire un ecg che potrà dimostrare il tipo d’infarto ricordando che il tempo e ‘ muscolo cardiaco e vita
-che venga praticata la migliore e precoce  strategia riperfusiva nello Stemi, trombolisi o angioplastica primaria
che l’ammalato in caso di trombolisi venga accompagnato nell’Utic più’ vicina.

 

Gianfranco Cucchi Direttore della s.s.di Utic-Cardiologia dell’Ospedale d Sondrio
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