QUANDO L’ARTE NON FINISCE MAI DI STUPIRE. Mostra straordinaria a PALAZZO FORTUNY: TEMPO - WHERE TIME BECOMES ART

(Venezia, 9 giugno-7 ottobre)

Mentre tutto il mondo artistico si sta affrettando per visitare la 52. ma Biennale d’arte che quest’anno ha allargato i suoi confini fino ad includere 77 nazioni( tranne l’Iran e l’Afghanistan), i Musei Civici Veneziani e Axel Vervoordt, indagano il rapporto tra arte, tempo e il loro mostrarsi, attraverso secoli, luoghi, tendenze e linguaggi espressivi diversi con una Mostra straordinaria a PALAZZO FORTUNY: TEMPO - WHERE TIME BECOMES ART( Venezia, 9 giugno-7 ottobre 2007) in cui saranno esposte oltre trecento opere- da rari e preziosissimi pezzi archeologici a installazioni contemporanee- provenienti dalle vaste ed eclettiche collezioni di Axel Vervoordt, dai Musei Civici Veneziani e da altre importanti raccolte pubbliche e private e con più di ottanta gli artisti presenti, tra cui Francis Bacon, Alberto Burri, Lucio Fontana, Alberto Giacometti, James Turell, Pablo Picasso, Andy Warhol.

L’esposizione, ideata da Mattijs Visser e Axel Vervoordt, è organizzata dai Musei Civici Veneziani e da Axel Vervoordt e curata da Jean-Hubert Martin, Giandomenico Romanelli, Mattijs Visser e Daniela Ferretti.

Il Museum Kunst Palast di Düsseldorf ha altresì collaborato alla sua realizzazione.

Alla mostra è abbinato un libro-catalogo (edizioni MER.Paper Kunsthalle, Ghent).

Cos’è Artempo

Artempo propone una singolare indagine da un lato sul tema del tempo e di come esso agisca, formi e trasfiguri l’arte, dall’altro di come il linguaggio dell’arte sia necessariamente universale e senza tempo.

Ha luogo nei suggestivi spazi di palazzo Fortuny, il gotico edificio trasformato da Mariano Fortuny in dimora-atelier , di cui conserva ambienti, strutture, tappezzerie, collezioni. Per la prima volta dopo decenni, l’intero palazzo si apre e si integra quasi in un percorso espositivo pensato anche in sua funzione, per ricrearne e sottolinearne il ruolo di laboratorio di idee, così come lo stesso Fortuny l’aveva voluto, mentre la sua stessa atmosfera gioca un ruolo importante nel sottolineare l’interazione, proposta dalla mostra, tra opere d’arte e oggetti d’uso di epoche, culture e provenienze diverse.

Per Artempo sono state commissionate a vari artisti nuove, distinte installazioni: El Anatsui (Ghana) creerà un arazzo di lattine vuote per l’intera facciata del palazzo, Loris Cecchini (Italia) su unaltro prospetto, proietterà un albero di luce, Anish Kapoor (India) realizzerà una parete specchiata di 12 metri. A queste si aggiungono le nuove opere e installazioni di Berlinde De Bruyckere (Belgio), Klaus Münch (Italia), Tatsuo Miyajima (Giappone), Jorge Molder (Portogallo), Thomas Schütte (Germania), Dominique Stroobant (Italia), Shiro Tsujimura (Giappone), James Turrell (USA).

LA MOSTRA: TEMI E CONCETTI.

NON C’È PASSATO O FUTURO NELL’ARTE (Pablo Picasso)

Quanto “tempo” è passato tra un simbolo cicladico di fertilità, un tessuto di Fortuny e uno specchio di Anish Kapoor? Anziché focalizzare la ricerca su particolari periodi, stili, artisti, Artempo propone una singolare indagine del tema del tempo e di come da un lato esso agisca, formi e trasfiguri l’arte, dall’altro di come l’arte stessa si ponga sovente su un piano di pura sincronia atemporale.

TIMELESS

Se, come diceva il filosofo Greco Zenone, il tempo non esiste, allora non c‘è dubbio che l’eternità rappresentata in questa mostra da oggetti e opere d’arte di culture ed epoche diverse certamente esista: una maschera di Marisa Mertz accanto a tre volti di Picasso e a una testa neolitica abrasa dal tempo, assieme a un semplice vecchio vaso rabberciato o alla Polvere danzante nei raggi del sole di Sabrina Mezzaqui.

NUMERI E ASTRI

Sul tema del Tempo, le Date di On Kawara, i Numeri di Roman Opalka o le installazioni di Tatsuo Miyajima che riducono il tempo a numeri digitali sono una scelta obbligata.

Ma anche oggetti provenienti da culture antiche e lontane ben si prestano a questo tema: ecco allora, ad esempio, manoscritti delle mille preghiere, o cinquecenteschi strumenti astronomici, ma poi c’è un’installazione di James Turrel, che usa la luce per collegare tempo e spazio, o le fotografie celestiali di Thomas Ruff o i geodi d’ametista di Marina Abramovich, a evocare l’infinita qualità di “tempo” e spazio

DISTRUZIONE/COSTRUZIONE

Un aspetto importante del tempo è il suo lasciar traccia, il suo aggiungere o togliere: non solo, infatti, il passaggio del tempo distrugge le cose, può anche crearne. Per questo un artista come Lucio Fontana, ha un ruolo sostanziale in questa mostra con la tela squarciata del suo Concetto spaziale, in cui distrugge per creare, per raggiungere una nuova dimensione sconosciuta.

Dopo la seconda guerra mondiale la distruzione diventa un motivo d’ispirazione importante per artisti come Alberto Burri, Shozo Shimamoto, Günter Uecker, Yves Klein, Arman. Altre opere in qualche modo connesse a questo tema sono uno specchio rotto di Marcel Duchamp, rarissimamente esposto, o l’ossidazione di un “piss painting” di Andy Warhol, o l’opera del cinese Cai Guo-Qiang realizzata con fuochi d’artificio esplosi o quelle del fiammingo Peter Buggenhout, strani oggetti di polvere ricavati da comuni materiali di risulta, in cui gioca un ruolo importante l’angoscia della deprivazione(Mah!).

VANITAS / NATURE MORTE

Le nature morte incentrate su temi e simboli della vanitas sono particolarmente presenti nella pittura seicentesca: fiori delicati, frutta, animali rammentano la brevità e la precarietà del passaggio terrestre.

Ma anche i mirabilia provenienti dalle collezioni dei musei di storia naturale appartengono a questa temperie, ad esempio la scultura di Jan Fabre fatta di scarafaggi. Immagini di morte od opere ottenute dalla lavorazione di corpi o scheletri di uomini o animali morti non rappresentano solo la reazione o la presa di coscienza del senso del tempo, ma anche un modo per sfuggire alla sua inesorabilità(Memento homo tu pulvis …)

DECOSTRUZIONE/DEFORMAZIONE

Anche la decostruzione è una tecnica possibile. Mentre Berlinde De Bruyckere, Alberto Giacometti e Francis Bacon creano nuove forme distorcendo il corpo umano e Hans Bellmer costruisce bambole inquietanti, Orlan arriva a deformare il suo stesso corpo con la chirurgia. E poi ancora, dalla danza di morte di Antonin Artaud a quella nella pittura rossa di Kazuo Shiraga, memoria del sangue delle vittime della guerra. L’assenza del corpo si trova innanzitutto nelle Antropometrie di Yves Klein, in oggetti rituali indiani o nel video che mostra Kimsooja silenzioso, in piedi sulla riva di un fiume. Anche la sessualità è un aspetto importante del tema del tempo: ecco allora diversi oggetti rituali della fertilità accostati a un estatico volto femminile di Marlene Dumas e ai doppi falli di Louise Bourgeois(meno male!).

Sicché L’amante dell’arte tra la Biennale e Palazzo Fortuny, una vera “sciccheria”, a giugno si sentirà finalmente “elevato” a mondi più alti di quelli della nostra quotidiana miseria umana. Per questo esiste l’arte e gli artisti. Per dare una mano forte al suo simile che brancola nell’orrore.

INFORMAZIONI GENERALI

Sede: Palazzo Fortuny, San Marco 3958, San Beneto, Venezia

Vernici stampa: 6.7.8 giugno 2007

inaugurazione: 8 giugno 2007

apertura al pubblico: 9 giugno/7 ottobre 2007

orari: 10/18 (biglietteria 10/17); chiuso lunedì e martedì

BIGLIETTI

- intero: 8,00 euro

- ridotto: 5,00 euro - ragazzi 6/ 14 anni; studenti 15/ 29 anni*; cittadini U.E. over 65; titolari carte Rolling Venice, Venice Card, soci Touring Club; residenti Comune di Venezia; gruppi di almeno 15 persone previa prenotazione; possessori dei biglietti per I Musei di Piazza San Marco, Museum Pass Musei Civici Veneziani, biglietto intero delle altre mostre dei Musei Civici Veneziani, classi di studenti accompagnati dall’insegnante, previa prenotazione

- Gratuito: bambini 0/5 anni; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate*; interpreti turistici che accompagnino gruppi*; insegnanti (uno per classe) che accompagnino i loro studenti

*è richiesto un documento

Visite esclusive fuori orario

Solo su prenotazione, € 30 a persona ( è necessario l'acquisto di almeno 15 biglietti)

Prenotazioni

- on line www.museiciviciveneziani.it

(pagamento con carta di credito fino a 24 ore prima dell’appuntamento)

- call center ++39 041 5209070

(pagamento con carta di credito fino a 24 ore prima dell’appuntamento; pagamento con bonifico bancario fino a 5 giorni lavorativi prima dell’appuntamento)

Visite guidate In italiano, inglese, francese (fino a un massimo di 25 partecipanti):

€ 85,00 adulti

€ 65,00 scuole

Prenotazione tramite il call center 041 5209070 (pagamento anticipato con carta di credito, bonifico bancario, vaglia postale, 10 giorni prima)

Maria De Falco Marotta &Team

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Società