L’OMOSESSUALITÀ È “OPERA DI SATANA”?(1)

Bibbia e omosessualità (Antico Testamento, Nuovo Testamento) – Insegnamenti di Gesù - La posizione attuale delle chiese cristiane (Chiesa Cattolica, Chiese Protestanti, Chiese dei Vecchi Cattolici) - E nelle altre religioni? (I testimoni di Geova, L'

Nei mesi scorsi il sindaco di Mosca aveva definito il Gay pride "opera di Satana". Il suo divieto è stato condiviso dal patriarca di Mosca Alessio II e dal mondo russo ortodosso, di cui alcuni esponenti hanno inscenato una manifestazione contro il corteo, insieme a militanti di estrema destra. A s. Paolo(Brasile) l’undicesima parata dell’orgoglio gay, ha raccolto nella centralissima Avenida Paulista, circa tre milioni di individui di vario orientamento, tanto che è entrata nel Guiness dei Primati(Cfr.: i quotidiani italiani dell’11 giugno 2007), mentre quella italiana si è dovuta accontentare di circa un milione(Cfr.: quotidiani italiani, 17 giugno 2007). In genere, il Gay Pride viene considerato una carnevalata, un’inutile ostentazione di una diversità di genere cui in campo democratico( o anarchico) sono riconosciuti diritti sanciti sia nella propria Costituzione che nei Diritti dell’uomo. Si vorrebbe, però, più discrezione, meno pagliacciate, meno esibizionismo, meno accaparramento politico, meno accuse verso la Chiesa cattolica, visto che non vengono lanciati anatemi, né invocate restrizioni. E’, tuttavia, vero che una parte considerevole delle condanne all'omosessualità è fondata su base religiosa, però la pratica - ufficiale o di fatto - dell'ateismo(ricordare le botte che hanno preso in Russia Cappato ,Luxuria e altri organizzatori del Pride russo) non è affatto un'implicita garanzia di atteggiamenti tolleranti nei confronti dei comportamenti sessuali non maggioritari, come l'omosessualità. Nelle società in cui la religione maggioritaria, fra le quali si annovera l'Italia, si oppone all’omosessualità, i sostenitori dei diritti gay e le persone non religiose diventano alleati naturali su certe questioni politiche e culturali, come dimostra in Italia lo spazio dedicato ai diritti LGBT da associazioni come l'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. Ciò nonostante, il fatto di essere atei, agnostici o laici non implica necessariamente l'appoggio ai diritti dei gay, o l'approvazione dell'omosessualità. Numerosi non credenti criticano l'omosessualità per varie ragioni - culturali, politiche, personali o di altro tipo - e Stati ufficialmente atei, come ad esempio quelli del blocco comunista, hanno storicamente posto in essere politiche di persecuzione nei confronti degli omosessuali. Spesso la propaganda anticlericale ha considerato la religione cristiana come svirilizzante ed effeminata e pertanto favorevole all'omosessualità(nella Germania nazista). All'interno del cristianesimo sono presenti visioni differenti riguardo al tema dell'omosessualità; questa viene in prevalenza considerata un peccato, ma si tratta di un tema controverso nel quale le diverse opinioni nascono da differenti approcci alle Scritture, da difformi opinioni sulla natura dell'omosessualità (condizione di peccato, malattia, o identità di genere), nonché da fattori socio-culturali e di sensibilità personale. Cercherò, così, in almeno tre interventi- di come è ed è stata considerata l’omosessualità nella storia e nella cultura di vari popoli. Ovviamente, cominciamo con:

Bibbia e omosessualità

Esistono alcuni impedimenti da tenere presente nell'affrontare il tema "Bibbia e omosessualità": in questa non si trova una parola corrispondente al termine "omosessualità" che utilizziamo oggi con una serie di implicazioni che erano estranee al mondo culturale degli autori biblici e dei primi destinatari. I discorsi che possono toccare l'etica sessuale nella Bibbia sono occasionali più che dogmatici: rispondono cioè a situazioni concrete (es. le lettere di Paolo). Di qui l’ostacolo di rispondere alla domanda: che cosa dice la Bibbia sull'omosessualità? Di seguito sono elencati i passi biblici che sono normalmente considerati attinenti alla questione omosessuale.

Antico Testamento

Genesi 19, 1-25: distruzione di Sodoma

Alcuni vedono nella distruzione di Sodoma (Genesi 19,1-25) un serio monito contro le perversioni sessuali, includendo tra esse l'omosessualità. Altri notano che il reale atteggiamento degli abitanti di Sodoma fosse non tanto l'omosessualità, quanto la violenza, culminata nel tentativo di esercitare uno stupro a danno degli ospiti di Lot, e non ritengono che questa vicenda possa essere applicata come racconto esemplare dell'atteggiamento di Dio riguardo all'omosessualità in senso lato,pur essendo essa uno dei tratti presentati dalla popolazione di Sodoma nel passo biblico stesso.

Levitico 18,22 e 20, 13 - divieto del rapporto sessuale tra maschi

Queste norme, che contengono un divieto esplicito dei rapporti sessuali tra uomini e uomini, si trovano all'interno del codice normativo che aveva la funzione di tener distinto Israele dalle altre nazioni (Levitico 18-22); si tratta di norme di purità.

«Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole.

...

Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro.» (Lv 18,22;20,13)

Solitamente il codice di purità non è applicato all'interno del cristianesimo (es. di altre norme di purità: circoncisione, norme alimentari, divieto di farsi tatuaggi o di radersi, impurità mestruale...). Molti cristiani basano la loro visione sull'omosessualità anche su queste norme, ritenendole comunque volute da Dio. Questa visione non è però unanimemente condivisa,sebbene negli insegnamenti di Gesù Cristo egli dica chiaramente di non essere venuto ad abolire la Legge o i Profeti ma per darne compimento (Matteo 5,17)

1 Samuele 18 e ss. - Davide e Gionata

Le interpretazioni dei passi che descrivono la relazione affettiva tra Davide e Gionata sono varie:

«l'animo di Gionata si legò all'animo di Davide fino ad amarlo come se stesso.» (1Sam 18,1)

Davide alla morte di Gionata esclama:

«La tua amicizia era per me preziosa più che amore di donna.» (2Sam 1,26)

tradotto anche come:

«Il tuo amore per me era più meraviglioso dell'amore delle donne.» (2Sam 1,26)

C'è chi vi ha voluto scorgervi solo un'amicizia profonda e un amore fraterno, chi, invece, un vero e proprio rapporto d'amore. Nel mondo semitico non era nuova la tradizione letteraria di amicizie profonde tra uomini che sconfinavano anche nell'amore e nell'atto sessuale come accadeva per il poema di Gilgamesh in cui l'eroe si univa ad amicizia con Enkidu. Della vicenda di Davide e Gionata è stata fornita una spiegazione a carattere storico da Giovanni Garbini, che scorge nella storia di questa amicizia, tramandata dai sacerdoti ebrei, un tentativo di screditare la monarchia a vantaggio del governo teocratico mostrandola come fonte di azioni peccaminose .

Nuovo Testamento

Nei Vangeli e negli insegnamenti di Gesù non sono presenti riferimenti diretti all'omosessualità. Una condanna esplicita dell'omosessualità viene solitamente rintracciata nelle lettere di Paolo:

«Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno. [...] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.» (Rom 1,24-28.32)

«O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.» (1Cor 6,9.10)

«sappiamo anche che la legge è fatta non per il giusto ma per gl'iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e gl'irreligiosi, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina» (1Tim 1,10)

Insegnamenti di Gesù

Nei Vangeli non ci è trasmesso che Gesù si sia mai espresso direttamente sull'omosessualità.

Il passo del Vangelo che si riferisce agli eunuchi (Matteo 19,12) non si riferisce agli omosessuali.

Nei passi Matteo 19,4 e Matteo 19,5 pur non esprimendosi direttamente nei riguardi dell'omosessualità, nega a priori tale unione in quanto contrastante con il destino dell'uomo "secondo le scritture", mettendo inoltre in risalto l'importanza del matrimonio che era tipica presso gli antichi giudei. Anche nei passi Marco 7,21 e Marco 7,22, sempre indirettamente, Gesù nega la compatibilità fra l'omosessualità (per quanto concerne l'atto stesso) e la propria dottrina, chiamando "intenzioni cattive" fornicazioni e impudicizia, termini per certi versi piuttosto flessibili ma che almeno in parte mostrano attinenza con ciò che alcuni moderni fondamentalisti cristiani credono sia l'omosessualità, non riconoscendola come orientamento sessuale a sé stante, ma solo come deviazione dall'eterosessualità, e dunque inalienabile con l'elemento puramente carnale, di fatto ignorando l'omoaffettività.

La condanna dei Padri e dei Dottori della Chiesa (tratto dal sito "Luci sull'Est" )

Sant'Agostino: "i delitti compiuti dai sodomiti devono essere condannati ovunque e sempre"(Sant’Agostino, Confessioni, c. III, p. 8).

San Gregorio Magno: “era giusto che i sodomiti perissero per mezzo del fuoco e dello zolfo” (San Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe, XIV, 23, vol. II, p. 371).

San Giovanni Crisostomo: la passione omosessuale è diabolica (San Giovanni Crisostomo, Homilia IV in Epistula Pauli ad Romanos; cfr. Patrologia Graeca, vol. 47, coll. 360-362).

San Pier Damiani: “Questo vizio supera per gravità tutti gli altri vizi…”( in: Liber Gomorhanus, in Patrologia Latina, vol. 145, coll. 159-190).

San Tommaso d’Aquino: l’omosessualità “offende Dio stesso come ordinatore della natura” (San Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, II-II, q. 154, a. 12).

Santa Caterina da Siena: vizio maledetto schifato dagli stessi demoni (S. Caterina da Siena, Dialogo della divina Provvidenza cap. 124).

San Bonaventura: nella notte di Natale “tutti i sodomiti morirono su tutta la terra” ” (San Bonaventura, Sermone XXI, In Nativitate Domini, pronunciato nella chiesa di Santa Maria della Porziuncola, in Opera Omnia, vol. IX, p. 123).

San Bernardino da Siena: “la sodomia maledetta … sconvolge l’intelletto” (San Bernardino da Siena, Predica XXXIX in Prediche volgari, pp. 896-897 e 915).

San Pietro Canisio: i sodomiti violano la legge naturale e divina ” (San Pietro Canisio, Summa Doctrina Christianae, III a/b, p. 455).

San Pio V: “l’esecrabile vizio libidinoso contro natura”… (San Pio V, Costituzione Cum primum, del 1° aprile 1566, in Bullarium Romanum, t. IV, c. II, pp. 284-286).

San Pio X: il peccato contro natura grida vendetta al cospetto di Dio (Catechismo maggiore, n. 966).

La posizione attuale delle chiese cristiane

Chiesa cattolica

La Chiesa cattolica afferma di non condannare l'orientamento omosessuale, pur considerandolo, come stabilito dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, dell'1 ottobre 1986), "un comportamento intrinsecamente disordinato", tuttavia considera l'atto omosessuale abominio perché contrario alla "legge naturale" e dunque precludente al "dono della vita".

Chiese protestanti

In Italia la questione della compatibilità tra conversione e omosessualità è un argomento controverso all'interno di molte realtà protestanti: esistono diverse pubblicazioni a carattere teologico in merito, in molte chiese sono stati istituiti tavoli di riflessione anche a carattere interdenominazionale, ma di fatto non vi é un'opinione unanimemente condivisa tra i membri delle chiese protestanti.

Alcune denominazioni (chiese pentecostali, chiese libere...) ritengono l'omosessualità sicuramente un peccato e chiamano quindi gli omosessuali che intendano entrare a farne parte a rinunciare alla loro identità di genere omosessuale.

Altre (valdesi) hanno un orientamento più aperto, seppure sia raro che vengano prese posizioni ufficiali; il dibattito sulla benedizione di coppie omosessuali e sull'ammissione al ministero pastorale di persone dichiaratamente omosessuali è ancora aperto.

Vi è nel mondo protestante un'organizzazione interdenominazionale che si occupa di fede e omosessualità, la Refo.

Chiese dei Vecchi Cattolici

La Chiesa dei Vecchi Cattolici ha una posizione tollerante. Ci sono anche delle benedizioni di coppie omosessuali. Il sacredozio è aperto anche alle persone omosessuali.

E nelle altre religioni?

Tenzin Gyatso, 14esimo Dalai Lama, massima autorità del buddhismo ha detto:

«È una parte di ciò che noi buddhisti chiamiamo cattiva condotta sessuale. Gli organi sessuali

furono creati per la riproduzione tra l'elemento maschile e l'elemento femminile –

e tutto ciò che devia da questo non è accettabile da un punto di vista buddista.»

(Tenzin Gyatso, 14esimo Dalai Lama.)

Però in Italia vi è un gruppo, Arcobalena (ispirato da un'iniziativa analoga nella Soka Gakkai americana) per persone LGBT buddhiste e non solo (il gruppo è aperto a tutti). È attivo a Roma, Bologna e in altre città dell'Emilia Romagna.

Arcobalena, pur seguendo e ispirandosi a questa forma di buddhismo, dichiara di essere

«per tutte le persone GLBT che vogliono trovare un riferimento nuovo nel modo di vivere, ed esprimere la propria identità, in particolare se motivato dalla dimensione spirituale e dalla ricerca di "valore".»

I Testimoni di Geova

I testimoni di Geova citano Levitico 20,13, Romani 1,24-27 oppure Giuda 7.

Essi , ritenendo d'essere chiamati ad un'opera d'insegnamento, e di doversi confrontare con un mondo in cui l'omosessualità sarebbe, a loro parere, praticata liberamente, hanno trattato spesso nelle loro pubblicazioni questo tema.

Nel libro Testimoni di Geova, Proclamatori del Regno di Dio scrivono:

"i Testimoni non hanno mai avuto dubbi sul come vada considerata l'omosessualità. Perché no? Perché non ritengono che i consigli della Bibbia siano semplicemente opinioni di uomini d'altri tempi. (1 Tess. 2,13) Sono lieti di tenere studi biblici con omosessuali, affinché questi possano imparare a conoscere ciò che Geova richiede; persone del genere possono assistere alle adunanze dei Testimoni per ascoltare, ma nessuno che continua a praticare l'omosessualità può diventare testimone di Geova."

Secondo i testimoni di Geova l'omosessualità è una pratica disapprovata da Dio ed è quindi considerata, sia quella maschile che quella femminile, una perversione, moralmente sbagliata, e contro natura.

L'omosessualità nella Svaria(Islamismo)

La Sharīa - nelle sue costituenti coraniche e della Sunna - è la legge dell'Islam.

Sebbene ci sia un certo consenso riguardo al fatto che rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso siano in violazione della Sharīa, ci sono differenze di opinione tra gli studiosi dell'Islam per quanto riguarda le punizioni, l'opera di riforma, e quali siano le prove che generalmente richieste prima che la pena fisica abbia luogo.

Nell'Islam sunnita ci sono otto Madhhab, o scuole legali, di cui solo quattro sono attualmente esistenti: la hanafita, la malikita, la sciafeita e la hanbalita. La principale scuola sciita è chiamata ja'farita, ma ci sono anche la zaydita e la ismailita. Più di recente, molti gruppi hanno rifiutato la tradizione a favore dell'ihtihād, o interpretazione individuale. Di queste scuole, secondo Michael Mumisa, dell'istituto Al Mahdi di Birmingham:

• La scuola hanafita non considera adulterio i rapporti omosessuali, e lascia la pena a discrezione del giudice. Molti dei più giovani studenti di questa scuola hanno esplicitamente scartato la pena di morte; alcuni la ammettono per un secondo crimine.

• L'Imām Shāfiī considera il sesso omosessuale analogo agli altri zinā (sesso prematrimoniale, fuori dal matrimonio). Così, se si scopre che una persona sposata ha avuto rapporti omosessuali viene punita come un adultero (lapidato a morte), e una persona non sposata viene punita come fornicatore (frustato).

• La scuola malikita dice che se si scopre che qualcuno (sposato o non) ha avuto rapporti omosessuali dovrebbe essere punito con la pena riservata agli adulteri.

• Nella scuola giafarita, l'Āyatollāh iracheno Sayyid al-Khoī dice che qualsiasi persona colpevole di aver commesso atti omosessuali deve essere punita come un adultero.

È importante notare che la pena di un adultero richiede che ci siano quattro testimoni perché possa essere eseguita. Analogamente tutte le scuole pretendono la testimonianza di quattro uomini per applicare la pena prevista per i rapporti omosessuali. Tuttavia se può essere presentata una prova oggettiva (come test del DNA, fotografie, ecc.), si può rendere effettiva la pena senza i quattro testimoni.

Secondo lo studioso dell'Islam moderno Yūsuf al-Qaradāwī:

«"I giuristi dell'Islam hanno avuto opinioni divergenti riguardo la pena per questa pratica abominevole. Dovrebbe essere la stessa pena prevista per la zina, o andrebbero uccisi sia il partecipante attivo che quello passivo? Anche se questa pena può sembrare crudele, gli è stato consigliato di mantenere la purezza della società islamica, e di mondarla dagli elementi pervertiti."»

(The lawful and the prohibited in Islam, p.165)

L'omosessualità nelle leggi delle moderne nazioni islamiche

I rapporti omosessuali portano ufficialmente alla pena di morte in sette nazioni islamiche: Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia, Somaliland e Yemen. Precedentemente si applicava la pena di morte per aver preso parte a rapporti omosessuali anche in Afghanistan, quando i Talebani erano al potere. La situazione legale degli Emirati Arabi Uniti non è chiara. In molte nazioni musulmane, come il Bahrain, il Qatar, l'Algeria e le Maldive, l'omosessualità è punita con il carcere, con pene pecuniarie, o pene corporali. In alcuni nazioni a maggioranza musulmana, come la Turchia, la Giordania, l'Egitto, o il Mali, i rapporti omosessuali non sono specificatamente proibiti dalla legge. In Egitto uomini apertamente gay sono stati oppressi perché vanno contro le leggi della moralità pubblica.. In Arabia Saudita, la pena più alta riservata agli omosessuali è l'esecuzione pubblica, ma il governo userà altre pene - ad esempio pene pecuniarie, incarcerazione, frustate - come alternative, a meno che sembri che gli omosessuali stiano andando contro l'autorità dello Stato, per esempio prendendo parte ai movimenti per i diritti gay. La nazione che ha il più alto numero di esecuzioni capitali di omosessuali è l'Iran. Dalla rivoluzione islamica in Iran, il governo iraniano ha mandato a morte più di 4000 persone accusate di rapporti omosessuali. ( Ultimamente, partecipare a un filmino a luci rosse in Iran d’ora in poi potrà costare la testa. Il parlamento iraniano ha votato una nuova legge in base alla quale gli operatori del cinema pornografico rischiano la pena di morte. Con 148 voti a favore e 4 astensioni, i deputati hanno approvato la condanna capitale per i «corruttori del mondo», espressione coranica che definisce il peggior reato: cfr.: La Stampa, 16 giugno 2007). In Afghanistan dopo la caduta dei Talebani dal potere, l'omosessualità, che prima era un crimine che prevedeva la pena di morte, diventa punibile con sanzioni monetarie e incarcerazione.

L'omosessualità nel Corano

Il Corano dice chiaramente che i rapporti omosessuali sono proibiti. La traduzione di Abdullah Yusuf Ali del Corano dice nell' Al-A'raf:

«"E quando Lot disse al suo popolo: " Vorreste commettere un'infamità che mai nessuna creatura ha mai commesso? Vi accostate con desiderio agli uomini piuttosto che alle donne. Sì, siete un popolo di trasgressori". E in tutta risposta il suo popolo disse: " Cacciateli dalla vostra città! Sono persone che vogliono esser pure!".»

(Corano 7:80-82)

Sūrat al-Shuarā (dal versetto 165):

«Tra tutte le creature bramerete i maschi lasciando da parte le spose che il vostro Signore ha creato per voi? Ma voi siete un popolo di trasgressori!". Dissero: " Se non la smetti, certamente sarai scacciato". Disse: " Io aborrisco il vostro comportamento. Signore, preserva me e la mia famiglia dalle loro azioni". Noi lo salvammo insieme con tutta la sua famiglia a parte una vecchia che restò indietro. Quindi annientammo tutti gli altri: facemmo scendere su di loro una pioggia, una pioggia orribile su coloro che erano stati [invano] avvertiti. Questo è certo un segno! Ma la maggior parte di loro non crede. In verità il tuo Signore è l'Eccelso, il Misericordioso!»

(Corano 26:165-175)

Sūrat al-Ankabut (dal vers. 28):

«E quando Lot disse al suo popolo: "Davvero commettete una turpitudine che mai nessuno al mondo ha commesso prima di voi. Concupite i maschi, vi date al brigantaggio e perpetrate le azioni più nefande nelle vostre riunioni". La sola risposta del suo popolo fu: "Attira su di noi il castigo di Allah, se sei uno che dice il vero!".»

(Corano 29:28-29)

Sūrat al-Nisā, (dal vers. 15):

«Se le vostre donne avranno commesso azioni infami, portate contro di loro quattro testimoni dei vostri. E se essi testimonieranno, confinate quelle donne in una casa finché non sopraggiunga la morte o Allah apra loro una via d'uscita. E se sono due dei vostri a commettere infamità, puniteli ; se poi si pentono e si ravvedono, lasciateli in pace. Allah è perdonatore, misericordioso.»

(Corano 4:15-16).

L’omosessualità nella religione ebraica

Il tema dell'omosessualità nella religione ebraica affonda le sue radici nel libro del Levitico, che fa parte dell'Antico Testamento e che descrive i rapporti sessuali tra uomini un «abominio», punibili come un crimine capitale, anche se oggi non esiste nessun tribunale rabbinico Halachah halakiha che possa infliggere la sentenza prevista.

La visione storica prevalente tra gli ebrei è stata di considerare i rapporti omosessuali immorali e peccaminosi, a sostegno della categorica proibizione riportata sulla Torah. Tuttavia l'argomento è stato origine di dispute tra i moderni movimenti ebraici e ha condotto a numerosi dibattiti e divisioni.

L'omosessualità nella Torah

La Torah (la Bibbia ebraica) è la fonte classica primaria per la visione degli ebrei circa l'omosessualità che dichiara:

«Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è to'eva.»

(Levitico, 18:22)

Il termine to'eva è tradotto come «abominio» ed è utilizzato all'interno del testo sacro in riferimento a diversi atti proibiti che includono l'incesto, l'idolatria, il cibarsi di animali impuri e l'ingiustizia economica. Nel contesto delle proibizioni sessuali il termine della Torah è anche interpretato come la contrazione delle parole to'eh ata vah, che significano «deviate da ciò che è naturale».

Ebraismo ortodosso

I rapporti sessuali tra due uomini sono vietati dalla Torah e sono ritenuti un crimine capitale:

«Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro»

(Levitico, 20:13)

Il lesbismo, pur non essendo esplicitamente menzionato dalla Torah, viene vietato dalla letteratura rabbinica in base al verso biblico:

«Non farete come si fa nel paese d'Egitto dove avete abitato, né farete come si fa nel paese di Canaan dove io vi conduco, né imiterete i loro costumi.»

(Levitico, 18:3)

La legge orale (Sifra Aharei Mot 8:8-9) spiega il verso con le presunte abitudini egiziane di matrimoni tra donne, di matrimoni tra uomo, donna e figlia di lei e di matrimoni tra un uomo e due donne. Il Talmud, rifacendosi a questa interpretazione, vieta il lesbismo. Come tutte le proibizione rabbiniche, il contravventore è passibile di fustigazione. Il comportamento omosessuale femminile, non coinvolgendo una penetrazione penica, viene però considerato meno grave della condotta omosessuale maschile.

Le fonti classiche dell'ortodossia ebraica non menzionano specificamente che un' attrazione omosessuale sia intrinsecamente peccaminosa, anche se la considerano innaturale. Tuttavia colui che abbia rapporti sessuali omosessuali lascia che le sue attrazioni innaturali trovino il loro compimento, ed è quindi responsabile davanti a Dio per le sue azioni. Se egli fa teshuva (pentimento), ad esempio cessando le azioni immorali, pentendosi di quello che ha fatto, scusandosi con Dio e facendo voti di non ripetere mai più tali comportamenti, egli può essere perdonato da Dio (in modo simile a tutti gli altri crimini capitali, salvo l'omicidio).

Visione del moderno ebraismo ortodosso

Negli ultimi anni un piccolo numero di rabbini e credenti, principalmente aderenti al moderno ebraismo ortodosso, hanno iniziato a rivalutare il fenomeno dell'omosessualità e la risposta che la comunità ortodossa deve dare agli ebrei omosessuali. Fino a poco tempo fa veniva ipotizzato che tutti gli omosessuali realizzassero i loro comportamenti come disprezzo alla legge di Dio (le-hach'is), per perversione o a causa di malattie mentali. Una maggior dimestichezza con studi sociologici e biologici, così come contatti personali con omosessuali ebrei, ha condotto alcuni esponenti ortodossi ad una visione più comprensiva del problema. Il processo ebbe inizio probabilmente fin dagli anni '70. La vecchia interpretazione del problema omosessuale è descritta alla voce Homosexuality, curata dal rabbino Immanuel Jakobovits, nella versione originale (1972) dell' Encyclopaedia Judaica - un'importante opera in 26 volumi, in lingua inglese, che copre tutti gli aspetti del mondo e della civiltà ebraica). Nell'annuario 1974 dell' Encyclopedia, il rabbino Norman Lamm, dell'Università Yeshiva di New York ed esponente dell'ortodossia moderna, scrisse qualcosa di differente. Lamm era più informato delle ricerche scientifiche e psicologiche dei primi anni '70 sull'omosessualità.

Pur riconoscendo le parole della Torah che definiscono «abominio» l'omosessualità, sulla base delle sue conoscenze Lamm, fu incline a considerarla come prodotto di una condizione psicologica dell'adolescente nei rapporti con i suoi genitori. Vista in questa maniera, l'omosessualità poteva essere ridefinita come un atto effettuato irrazionalmente, e sarebbe stato sbagliato perseguitare o giudicare gli omosessuali per le loro azioni.

Meglio, sostenne Lamm, un approccio «sia di compassione che di sforzi tesi alla riabilitazione», in maniera simile a quello che già si faceva per il suicidio, vietato dalla Torah, «ma di fatto, nel corso del tempo, la tendenza è stata di rimuovere lo stigma a carico del suicida sulla base di un disturbo mentale». Il punto di vista del rabbino Lamm ha, negli anni, acquisito credito nella moderna ortodossia ebraica, mentre viene ampiamente rifiutato dall' ordotossia Haredi (conosciuta anche come ebraismo ultra-ortodosso). La comunità Haredi vede in queste recenti rivalutazioni una manipolazione della legge ebraica per scopi politici, e non mostra nessun segno di accettare l'omosessualità.

Ebraismo conservatore/Masorti

Nell'ebraismo conservatore, diffuso principalmente negli Stati Uniti a partire dagli inizi XX secolo, considera che l'omosessuale non adempia ad uno dei Mitzvah (comandamento). Ma esistono altri 612 Mitzvah nella legge di Mosè e per questo:

«Uno non può considerare l'omosessuale ebreo diversamente da come considererebbe un ebreo che non sia completamente osservante in qualsiasi altra maniera, come, ad esempio, un ebreo che guidi il giorno del Shabbat (sabato) verso un luogo che non sia la sinagoga, o colui che non segua le prescrizioni del kosher, ecc. Di conseguenza l'ebraismo conservatore afferma che gli uomini e le donne omosessuali possono condurre la preghiera, avere una aliyah per leggere dalla Torah, e possono anche prestare servizio come educatori della gioventù e come insegnanti nelle scuole ebraiche.»

( Robert Kaiser, Judaism and Homosexuality, 4 aprile 1999)

Nonostante questa visione più liberale, l'ebraismo conservatore vieta l'ordinazione rabbinica e matrimoni ed unioni civili tra omosessuali.

L'Assemblea Rabbinica ha emanato un documento che dichiara che l'immagine divina viene riflessa da ogni essere umano, di qualsiasi orientamento sessuale, e ammette che ci sono buone ragioni per essere preoccupati del fatto che gay e lesbiche ebraici hanno sperimentato , non solo le costanti minacce della violenza fisica e del rifiuto omofobico, ma anche le sofferenze dell'antisemitismo. Essi notano che gli omosessuali sono membri di tutte le congregazioni ebraiche, e che la crisi dell'AIDS ha esacerbato l'ansia e la sofferenza degli omosessuali ebraici. In conclusione, l'assemblea rabbinica dichiara:

Noi, l'Assemblea Rabbinica, mentre affermiamo la nostra tradizionale prescrizione per l'etero sessualità,

1. Appoggiamo la piena parità civile per gay e lesbiche nella nostra vita nazionale, e

2. Deploriamo la violenza contro gay e lesbiche nella nostra società, e

3. Reiteriamo che, in quanto tutti ebrei, gay e lesbiche sono benvenuti come membri nelle nostre congregazioni, e

4. Richiamiamo le nostre sinagoghe e i rami del nostro movimento ad aumentare la nostra consapevolezza, comprensione e preoccupazione per i nostri compagni ebrei che sono gay e lesbiche.

Le organizzazioni internazionali

Molte organizzazioni internazionali per i diritti umanitari, come Human Right Watch e Amnesty International, condannano le leggi che considerano i rapporti omosessuali tra adulti consenzienti un crimine. Dal 1994 la commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite ha anche dichiarato che leggi di questo genere violano anche il diritto alla privacy garantito dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dal patto internazionale sui diritti civili e politici. Comunque, molte nazioni musulmane (ad eccezione della Turchia, che è stata governata da leggi laiche dal 1923 e che recentemente ha modernizzato le sue leggi per soddisfare i requisiti per entrare nellUnione Europea) insistono nel dire che queste leggi sono necessarie per preservare la virtù e la moralità islamiche. Delle nazioni in cui la maggioranza della popolazione è musulmana, solo il Libano sta compiendo uno sforzo interno per legalizzare l'omosessualità.

Maria de Falco Marotta

Maria de Falco Marotta
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