LAMPI OSCURI SULLA RUSSIA DI PUTIN

Tra i film da vedere assolutamente "12", di Nikita Michalkov

Tra i film da vedere assolutamente- bellissimo perché tratta di problemi attuali della Russia odierna- , c’è "12", di Nikita Michalkov." “Ho un ragionevole dubbio”. diceva Henry Fonda nel 1957, con “La parola ai giurati” di Sidney Lumet, per convincere gli altri undici giurati dell’innocenza dell’imputato, un ragazzo di colore. Da qui parte anche Nikita Michalkov per il proprio remake(ma lui la prende a male dicendogli che il suo straordinario film è un rifacimento di quello di Lumet). Se lì, il primo principio da combattere era il pregiudizio verso i neri, qui i discriminati sono i ceceni. Lì lo sfondo era un Paese che stava facendo i conti con le prime contraddizioni del capitalismo: individualismo, droga, la pena di morte; qui con un sistema ancora più feroce che non si fa scrupoli ad uccidere in nome del dio denaro. Si vedono, infatti, le ferite del conflitto ceceno, i segni del comunismo che fu, la violenza dei pregiudizi verso chi è diverso, l’insicurezza sociale diffusa, i drammi privati che si sfogano nel razzismo. C'è tanta Russia attuale, nell'ultima fatica del regista Nikita Michalkov che a Venezia ’64 ha vinto un Leone speciale per il miglior insieme della sua opera.

Il Film

12

Titolo originale: 12 razgnevannyh muzhchin

Nazione: Russia

Anno: 2007

Genere: Drammatico, Poliziesco

Durata: 153'

Regia: Nikita Mikhalkov

Sito ufficiale:

Cast: Nikita Mikhalkov, Sergey Makovezkij, Mikhail Yefremov, Sergei Garmash, Viktor Verzhbitsky, Aleksei Petrenko, Valentin Gaft

Produzione: TriTe

Distribuzione:

Data di uscita: Venezia 2007

Trama:

Chiamati a decidere della sorte di un imputato, dodici giurati 12 giurati di varia estrazione sociale e con diversi percorsi di vita si riuniscono per decidere della sorte di un adolescente ceceno accusato di omicidio di primo grado per l’assassinio del patrigno, eIX ufficiale di Spetsnaz coinvolto nelle operazioni in Cecenia.

Chi è il regista

Nikita Sergeyevich Mikhalkov-Gonchalovsky, è nato il 21 Ottobre 1945, Mosca, Unione Sovietica (oggi Russia).

Figlio dello scrittore Sergej Mikhalkov e della poetessa Natalija Koncaloskaja, fratello minore del regista Andrej Mikhalkov-Koncalovskij inizia recitando nel film del fratello per poi girare il suo primo lungometraggio Amico tra i nemici, nemico tra gli amici (1973), un western ambientato durante la guerra tra bianchi e bolscevichi. Con il suo secondo film Schiava d'amore (1975) si fa notare fuori dai confini della sua patria. Il film successivo Partitura incompiuta per pianola meccanica (1976), tratto da una commedia di Cechov, è un riuscito ritratto della borghesia russa alla fine del diciannovesimo secolo. Dopo alcuni anni, realizza sullo schermo il capolavoro di Goncarov, Oblomov (1979). In Italia gira il lirico Oci ciornie (1987), inaugurando un sodalizio con Marcello Mastroianni proseguito poi anche in teatro. Dopo Urga - Territorio d'amore (1991) premiato con il Leone d'oro al Festival di Venezia, realizza quello che è considerato uno dei suoi film migliori: Sole ingannatore (1994). Il film, premio della giuria al festival di Cannes e Oscar come miglior film straniero, rievoca un terribile episodio della stagione staliniana inserito in un'atmosfera "cechoviana" di vivissima nostalgia. Del 1996 è Anna, un ritratto-documentario della figlia. Segue Il barbiere di Siberia (1999) che racconta la storia di un'avventuriera americana ambientata durante il regno zar Alessandro III. E poi altri lavori, tra cui “12”, il film più drammatico della 64. ma Mostra di Venezia.

Domande & Risposte

Spesso i suoi precedenti film sono stati ispirati da opere letterarie. In questo caso la base è invece "La parola ai giurati" di Sidney Lumet. Come mai questa scelta?

Prima di tutto devo confessare che vedrò per la prima volta il film nella sua versione definitiva soltanto fra qualche ora. Non ho avuto il tempo di vederlo visto che ero, e sono, impegnato nelle riprese di un'altra pellicola. Di certo posso affermare che si tratta di remake, ma solo al 13%, e che sia un film di letteratura o meno, parla della Russia. Il film di Lumet mi è servito da impulso, il desiderio di vedere 12 persone intente a risolvere il problema di un perfetto sconosciuto. Un film sulle responsabilità. Il ragazzo è un indifeso, e l'unica cosa che si sa di lui è che forse ha ucciso il patrigno. E' importante che non ci si fermi alle apparenze, o che comunque si ragioni quando si decide il destino di qualcuno. Non basta un'alzata di mano, dieci minuti di corsa. Allo spettatore, al contrario, viene mostrato anche il passato di questo ragazzo in modo che sia chiaro come non ci si possa giudicare senza conoscere. Non esiste una vita umana che non sia importante. Ci sono diverse scale sociali, ma davanti a Dio siamo tutti uguali.

Per lei, quindi, bisognava concentrarsi sulle relazioni tra gli uomini….

Il problema oggigiorno è che la gente non ascolta. Ci si chiede come stai, ma non si attende la risposta, spesso neanche la si ascolta. Stiamo perdendo la nostra immunità, il nostro essere uomini. Dostojevski faceva dire: "Secondo me sono proprio i prossimi che non si possono amare; gli altri, i lontani, forse sì, si possono amare" dimostrando la difficoltà degli uomini di essere uomini veri, di sforzarsi di comprendere le azioni e le persone.

Nello scegliere di girare questo film, ha in qualche modo inciso l'eccidio di Beslan di tre anni fa?

No, il discorso sulla Cecenia è solo un contrappunto che offre la possibilità, come già detto, di far vedere un passato del ragazzo che nessuno tra i giurati si immagina.

Forse il film, a causa dei suoi 153 minuti, non verrà distribuito, o se sì, forse tagliato…

Non sono pronto a tagliare nulla, e non perché il film sia perfetto. Quando due persone parlano ognuna di loro dedica del tempo all'altro. Certo, questa è l'epoca dello zapping, del se non mi piace cambio subito, ma deve rimanere il rispetto. Se io dedico tempo a te, tu lo devi dedicare a me quando ti parlo. E' poi lì che si crea quella collaborazione tra spettatore e film che crea l'atmosfera di vero cinema. Il silenzio non è un buco, ma un condensato di energia.(Il film ti chiede inchiodato sulla poltrona per tutti i 153 minuti e se anche fossero stati di più nessuno se ne sarebbe andato).

L'uccellino finale cosa rappresenta?

Le immagini hanno la possibilità di evocare un messaggio. E' questa la forza del cinema. L'uccellino è il tredicesimo giurato, quello che evita che un innocente sia condannato. E' la volontà di Dio, è colui che difende lo sguardo di un bambino indifeso.

La pellicola di Sidney Lumet gli è servita solo da occasione?

Il mio film non è un remake ,visto che per me è una storia molto 'interna', molto russa. La pellicola di Lumet è stato solo un suggerimento, per ritrarre dodici uomini, espressione della nostra società, che devono giudicare sull'esistenza di una persona. Un ragazzo povero, orfano, di cui non importa a nessuno. Il problema, però, è che non esiste una vita senza importanza: per Dio noi siamo tutti uguali. Anzi, se dovessi mandare un messaggio al presidente Putin, gli consiglierei vivamente di vedere questo film.... E, forse, in Russia cambierebbe qualcosa.

I personaggi sono tutti bravissimi, piano piano si rivelano veri uomini…

In un crescendo continuo, drammatico, i personaggi, illustrando il proprio punto di vista sul caso, finiscono per svelare se stessi. Ad esempio, c'è l'attore cocainomane nauseato dalla voglia di ridere di un Paese allo stremo; c'è il medico caucasico (come l'imputato), che si ribella ai pregiudizi verso la sua gente; c'è il gestore ceceno che con le mazzette sui defunti costruisce scuole; c'è il tassista moscovita razzista verso i ceceni, sprezzante verso un anziano componente ebreo della giuria, che a un certo punto svela il suo orrore familiare. E così via, sempre all'insegna di un forte pathos.

Qual’é il messaggio reale del suo film?

Volevo sottolineare che nessuno può decidere per te: è un invito alla democrazia, in senso intimo e personale: quando la tua libertà coincide con quella degli altri. Cosa che, nel mondo attuale, accade sempre meno, a causa della tendenza a globalizzare, a cancellare le identità: ormai è tutto un McDonald's intellettuale, invece a me in Italia piace mangiare gli spaghetti, in Giappone il sushi. Solo ciò che è nazionale può diventare internazionale. A me, tanto per fare un esempio, non interessa vedere un film su Anna Karenina fatto dagli americani: il suo buttarsi sotto un treno sarebbe solo un effetto speciale....

Maria - Elisa- Enrico Marotta

Maria - Elisa- Enrico Marotta
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