LA STORIA CHE NON SI STUDIA. I CAZARI.

Chi erano costoro? Si sa poco di questo popolo, il cui regno raggiunse il massimo splendore fra l’ottavo e l’undicesimo secolo d.c. che occupava la zona fra il Mar Nero e il Mar Caspio e che fermò l’avanzata islamica verso l’impero bizantino e l’attuale Russia. Chi sono e dove si trovano i loro discendenti?

Se non fossi stata curiosa non avrei mai saputo niente di questo popolo. Chissà forse il nome, forse il fatto che la storia di questo popolo sia velata di leggenda e tutte le fonti consultate usino aggettivi come bizzarro, insolito, misterioso, straordinario. Forse perché ho scoperto la loro esistenza solo da pochi anni, per caso.

Eppure, se la storia si facesse con i se e con i ma, l’occidente avrebbe potuto evolversi in maniera ben diversa senza l’azione di questo popolo, peraltro di origine non europea.

Ma perché, chi erano i Cazari.

Settimo secolo dopo Cristo. Maometto è morto da pochi anni e gli arabi stanno avanzando con facilità e sicurezza sia verso l’Asia che verso il Mediterraneo. L’impero persiano è allo stremo e l’impero romano d’Oriente non gode certo di ottima salute. Più a nord, dalle steppe asiatiche, premono verso l’Europa centrale orde nomadi di tribù di ceppo turco. Attila e i suoi Unni sono già arrivati fino a Roma e tutti li ricordano con terrore.

Ecco, i Cazari erano anche loro delle tribù di ceppo turco, forti guerrieri, sottomessi ai turchi celesti occidentali. Con l’indebolirsi di questi ultimi i Cazari persero le loro abitudini nomadi e cominciarono a riscuotere a loro volta tributi dalle popolazioni che occupavano le zone circostanti: Magiari, Bulgari, Greci, Goti di Crimea e dalle tribù slave delle foreste del Nord Est.

Frequenti furono gli scontri con gli arabi, che continuarono ad intermittenza e con fortune alterne per più di un secolo. Una vera e propria guerra dei cent’anni. Si può dire che i Cazari costituirono un formidabile baluardo nei confronti degli arabi a difesa di Bisanzio e dell’Europa occidentale. Davvero strano che se ne parli così poco perché, sia in ordine di tempo che di importanza, si possono collocare tra gli unni e i mongoli.

I buoni rapporti e gli stretti legami con Bisanzio sono dimostrati anche dal fatto che una principessa Catara andò in sposa ad un sovrano bizantino e il figlio divenne l’imperatore Leone IV il Cazaro (775-780). Fin qui nulla di così bizzarro. In che cosa sta allora la loro anomalia. Ebbene, caso forse unico nella storia, questo regno adottò la religione ebraica come religione di stato. La leggenda dice che un re cazaro avesse invitato tre dotti rappresentanti delle tre religioni del libro per poter scegliere la “migliore” e avesse infine optato per la religione giudaica.

Ma cosa c’è di vero.

A quanto pare parecchio. Ne parla l’imperatore e storico Costantino Porfirogenito (905\959) nelle sue opere. Cronisti arabi del tempo testimoniano della presenza di cristiani, musulmani ed ebrei nelle città cazare, in particolare Sarkel e Itil. “In Cazaria si trovano miele, cera d’api, pecore ed ebrei in gran quantità…”. Sembra che i primi a convertirsi fossero stati i re, seguiti poi dalla maggioranza del popolo. Sembra che ci sia una famosa corrispondenza fra un re cazaro, Joseph, ed un funzionario del Califfato di Cordoba residente in Andalusia, Hasdai ibn Shaprut.

Anche il filosofo e poeta del dodicesimo secolo Yehuda Halevi nel suo libro “Il re dei Cazari” parla a lungo di questa conversione, soprattutto da un punto di vista filosofico e poetico.

Certo è che si trattava di un regno in cui da tempo trovavano rifugio gli esuli ebrei provenienti da Bisanzio e dalla Persia, ma non solo. Costoro scappavano dalle zone in cui venivano perseguitati o semplicemente cercavano di sfuggire alle guerre di conquista degli arabi. Qui avevano la possibilità di esercitare i loro commerci e professare liberamente la loro fede.

Poesia, leggenda, storia? Da quando un popolo assume una fede senza perseguitare esponenti di altre fedi?

Come suggerisce Arthur Koestler nel suo esauriente volume “La tredicesima tribù”, la conversione dei Cazari fu anche un gesto di realpolitik. Questo regno, che era diventato importante grazie anche ai suoi buoni rapporti con l’impero romano d’oriente, doveva tuttavia conservare la propria autonomia per garantirsi la sopravvivenza. Se avesse accettato di convertirsi o al cristianesimo o all’islam sarebbe automaticamente diventato un satellite o di Bisanzio o di Bagdad. In questo modo si mantenne indipendente almeno finché continuò a fare da baluardo contro le pressioni da nord, da est e da sud e garantendo quindi anche la sopravvivenza dell’impero bizantino.

La sua decadenza cominciò infatti quando le pressioni dei popoli del nord, russi e vikinghi, si fecero così forti che Bisanzio dovette venire a patti con essi e cercò di cristianizzarli. E così fece. Dopo che con vicende alterne la Russia fu convertita al cristianesimo, il regno dei Cazari cominciò a perdere di importanza.

Subì una prima, terribile sconfitta da parte dei russi nel 965 d.C. ma di certo non sparì. Purtroppo dopo l’undicesimo secolo cominciano anche a scarseggiare le fonti che ci possono dare notizie certe. Si trovano vari riferimenti qui e là, ma la ricerca è più difficile. Anche il sito archeologico di Sarkel, dove erano avvenuti degli interessanti ritrovamenti è stato sommerso da un lago artificiale in epoca sovietica.

Di certo molti Cazari si spostarono verso occidente e si mescolarono con le comunità ebraiche locali. Erano già in contatto con i magiari, i bulgari, gli ungheresi. Il regno di Lituania e di Polonia nei secoli successivi ebbe bisogno di “professionisti” competenti ed accolse comunque le comunità ebraiche. Le ipotesi che si fanno sono tante. C’è addirittura chi sostiene che tutti gli ebrei orientali discendano dai Cazari. Verosimile è senza dubbio che queste comunità si siano aiutate e siano rimaste unite, accomunate dalle tradizioni e dal culto professato dai loro componenti. Che il maggior numero di esse si trovasse comunque nella “Zona di residenza”, quella fascia che va dalla Lituania al mar Nero, fino alla seconda guerra mondiale, è comunque un altro fatto incontestabile.

Così come incontestabile è che in Lituania ci sia la maggiore concentrazione di ebrei karaiti, gruppo di ebrei non ortodossi, che parlano ancora un dialetto di origine turca . E sempre di più sappiamo che la linguistica e la tradizione orale vengono in aiuto dell’archeologia e della storia, soprattutto là dove scarseggiano le fonti documentabili.

Lascio però ad altri ben più competenti di me le speculazioni sulla discendenza o meno degli ebrei orientali dai Cazari. Ci basta ricordare questo popolo guerriero ma non aggressivo per l’esempio di civiltà e tolleranza che ci ha lasciato. Viene quasi spontaneo il raffronto con un altro popolo che ci ha lasciato moltissimo, ma si è perso nella storia, proprio perché non inseguiva una politica di conquista, e cioè gli Etruschi, più raffinati ed avanzati rispetto ai romani, ma non così impetuosi e battaglieri.

Per chi volesse approfondire rimando al libro:

La dodicesima Tribù, di Arthur Koestler.

(Nota relativa all’ortografia – Ho utilizzato la parola Cazaro, ma forse è più frequente l’ortografia non italianizzata: Khazaro)

Cristina Cattaneo

Cristina Cattaneo
Società