Contro la guerra, incontri. Commenti, uno in MAIUSCOLO

Il Centro di Documentazione Rigoberta Menchù, l'Istituto Sondriese per la Storia della Resistenza e dell'Età contemporanea, l'ANPI, organizzano tre incontri sul tema della Grande Guerra, nel centenartio della sua ricorrenza:
il 24 ottobre, il 7 e il 14 novembre p.v., a SONDRIO, presso la Sala Vitali del Credito Valtellinese, in Via delle Pergole 10, alle ore 20.45.

Durante questi incontri, dopo brevi introduzioni, rivedremo La Grande Guerra di Mario Monicelli, Orizzonti di Gloria di Stanley Kubrick,  Uomini contro di Francesco Rosi.
Siete tutti invitati a partecipare e a diffondere la notizia di queste serate.

Motivazioni di una iniziativa e qualche riflessione.

LA GRANDE GUERRA
Grande,  per il numero delle nazioni coinvolte, dei combattenti (70 milioni di soldati), per i mezzi e le risorse messe in campo, per il numero dei morti (più di 10. milioni di soldati senza contare altri 7 di civili), dei feriti e dei mutilati…Grande per i mali di cui fu madre

Lo scopo del Centro di Documentazione Rugoberta Menchù è quello di offrire a tutti cittadini, agli studenti e agli insegnanti in particolare, strumenti e occasioni di conoscenza e di informazione su temi, problemi, Paesi del Terzo Mondo, di promuovere una cultura della pace e della solidarietà, la difesa e l'affermazione dei diritti umani, il commercio equo e solidale.
Porta non per nulla il nome di un Premio Nobel per la Pace (Rigoberta Menchù,  Nobel 1992) Una iniziativa dunque coerente.

Duplice lo scopo con cui prende parte all’iniziativa
- Far memoria della Grande Guerra per riaffermare il ripudio della guerra e l’impegno, l’amore per la Pace. Ricordare è parola che a che fare con cuore, cor-cordis,  con avere a cuore, avere in cuore
- Far memoria della guerra assumendo punto di vista delle vittime, tutte, sia tra i vincitori sia tra i vinti: di quelli che non volevano né vincere né morire, come canta Luigi Tenco; di quelli che la guerra non la vollero, la subirono come suprema violenza, ne furono le vittime innocenti e sacrificali.

Domande sulla Guerra, Grande o piccola che sia

A cosa serve ricordare la Grande Guerra? Per riaffermare con forza il ripudio della guerra, l’impegno per la Pace, o per accettare, giustificare, stare ancora con  la guerra?

L’Italia nel passato ha sposato molte volte la guerra; dopo il ripudio nel 1948, con  l’Art. 11 della Costituzione, quante volte è tornata a conviverci? E non ci convive ancora oggi, mascherando questa convivenza in molti modi? : operazione di polizia internazionale, missioni umanitarie,  missioni di pace, guerra umanitaria…Afghanistan Iraq, Libia…

La storia è maestra di vita, come dice Cicerone? Ci insegna a non ripetere errori o orrori, o semplicemente a sapere, come sbaglieremo ancora, come amaramente giudica Cesare Pavese?

A nulla serve studiare il passato se poi ci disinteressiamo del presente, avverte il grande storico Edward Carr: delle guerre del presente.

Perché diciamo abbasso la guerra
- Per adesione totale all’Art. 11 della Costituzione “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà  degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente in condizioni di parità con gli altri stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”

- “Perché che cosa altro è la guerra se non l’assassinio indiscriminato di molti e latrocinio legalizzato?” (Erasmo da Rotterdam).

- Perché le guerre moderne sono sempre più terroristiche: sono una condanna a morte collettiva, stragi :le vittime civili arrivano al 90%. Le armi moderne uccidono da lontano, e allontanano le vittime dalla nostra coscienza: “collocano le vittime fuori del campo visivo, rendendole così inaccessibili al giudizio morale” (Bauman); ci rendono sempre più barbari.

- Perché la guerra viola tutti e dieci i comandamenti di Dio: da non nominare il nome di Dio invano (quante guerre in nome di Dio!), a onora tuo padre tua madre (quanti orfani genera la guerra!),  a non rubare, non uccidere, non dire falsa testimonianza (a ragione si dice che la prima vittima della guerra è la verità) a non desiderare  la  donna e la roba degli altri (lo stupro di massa è diventato una vera propria arma di guerra!).

- Perché la guerra – ora più che mai con le sue armi moderne – uccide tre volte
+ si prepara, con le ingenti spese per armamenti tolte al cibo,  alla salute, al vitto, alla scuola: 1750 miliardi di dollari si spendono nel mondo per armamenti
+ Quando si fa: con armi di distruzione sempre più potenti e micidiali;
+ Dopo che è finita: le mine antiuomo : cento milioni disseminati sulle zone di guerra…un ferito ogni 20 minuti!

Perché con la guerra la parola passa alle armi: e quando  la parola passa alle armi, l’uomo rinuncia a quello che ha di umano per eccellenza: la parola! Si disumanizza (Padre Turoldo)

·         Dulce bellum inexpertis, scrive Erasmo da Rotterdam ( nel 1515): dolce la guerra, bella,  per chi non ne ha fatto e non ne fa esperienza (vittime, feriti, mutilati,  profughi, sfollati…) Orrenda per chi ne ha fatto e ne fa esperienza diretta e indiretta:

Proprio perché la guerra è orrenda si è cercato di mascherarla con espressioni menzognere: Le vittime civili- diventate ormai il 90%- sono dette effetti collaterali con il massimo del cinismo; le guerre, missioni di pace! Proprio perché orribile la guerra è stata idealizzata: guerra santa, guerra giusta, guerra umanitaria…

”La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire (Einstein)

gf.
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Un commento che conta. E un altro

=== Il COMMENTO in maiuscole

1) "Sopra l'ingresso di questo cimitero, aleggia il motto beffardo della guerra: 'A me che importa?'. Tutte queste persone, i cui resti riposano qui, avevano i loro progetti, i loro sogni..., ma le loro vite sono state spezzate. L'umanità ha detto: 'A me che importa?'". Così Bergoglio, citando "la risposta di Caino", nell'omelia della messa celebrata al Sacrario di Redipuglia. "La guerra non guarda in faccia a nessuno: vecchi, bambini, mamme, papà... 'A me che importa?'", ha ribadito.

"Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un'altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta 'a pezzi', con crimini, massacri, distruzioni...". Nella messa il Pontefice ha puntato il dito contro "questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi", gli "affaristi della guerra", che "hanno scritto nel cuore: 'A me che importa?'".

= Il commento in minuscolo
Il secondo commento è di fatto una testimonianza. Quasi nessuno sa oggi cos'è la guerra e cosa sono le azioni di guerra.
Chi scrive queste note lo sa.

Fra le diverse occasioni quella di una bomba esplosa qualche metro vicino, con i lutti conseguenti, o le trenta – spezzoni in linguaggio bombarolo – bombe esplose tutt'intorno. Intelligentissime avendo accuratamente non solo evitato le case, una a fianco dell'altra, ma persino anche gli orticelli della gente che non aveva più quasi niente da mangiare con, massimo, l'unica che poteva far crollare un edificio rimasta inesplosa. Infine da ricordare i sette arei in picchiata che mitragliando se la sono presa persino con la mia biciclettina abbandonata in tutta fretta grazie ad un soldato che mi aveva afferrato per la collottola ricoverandomi in una tabaccheria dove, sdraiati per terra, si era al sicuro delle pallottole di aerei alleati che non sparavano ai tedeschi ma persino a bambini come me.

Nessuno ha sentito l'aereo che arriva di notte, il sibilo acutissimo della bomba che arriva. Un silenzio incredibile, pochi secondi che sembrano un'ora mentre c'è chi urla e chi invece prega affidandosi al Padrenostro immaginando di lì a poco di doverlo incontrare. Un silenzio che si conclude con lo scoppio secco. La gente respira, chi pregava ringrazia, altri piangono, qualcuno sviene. E subito dopo la solidarietà a chi non è sfuggito alla boma.“povera gente...” Ma intanto, acre, pungente giù per la gola il gas dell'esplosione...

Ci sono dunque abbondanti pezze giustificative per odiare la guerra, la più imbecille e criminale delle opere dell'uomo. Non si può comunque dimenticare che il quinto dei dieci Comandamenti che dice “Non ammazzare” ha anche il risvolto passivo. Non ammazzare ma neppure fatti ammazzare. La base del Cristianesimo è la legge dell'amore. Altri alzano la bandiera dell'estremismo religioso esasperato. Non siamo per la guerra ma vorremmo che alle manifestazioni per la pace in Occidente, in Italia, in provincia se ne affiancassero tante altre di islamici che dovrebbero sentire l'esigenza di distinguersi da quegli estremisti che in nome della loro comune religione ne combinano di tutti i tragici colori. Bene le tre iniziative in programma. Non sarebbe affatto inopportuno di vedere nella sala Vitali un'ampia rappresentanza di quelli della stessa religione degli estremisti, con la loro sola presenza numerosa a significare una presa di distanza inequivocabile.
Frizziero

Società