I RACCONTI DI CRISTINA: CATERINA E I SOGNI

Come si cucinano le patate dolci, si chiede Caterina vedendo questi tuberi esotici al supermercato . Si comprano una o due volte all’anno, poi si dimenticano. Strano, pensa, mi sembra che si chiamassero batate. Che nome buffo, non è possibile, me lo sarò sognato. Ne compra comunque qualcuna, e appena arrivata a casa va a cercare una ricetta su internet. Sorpresa! Si chiamano davvero batate. Caterina aveva rimosso l’informazione perché le sembrava assurda, ma era giusta. Le sembra di aver letto da qualche parte che si ha una sensazione di déjà-vu quando ci si è sognati di qualcosa. Davvero singolare la memoria, pensa, perché così spesso si mescola al sogno. E il sogno si mescola alla realtà, vicina o lontana che sia.

Strano che una persona come lei, poco incline a credere a maghi, streghe, astrologi, minacce, sogni premonitori, quartine di Paracelso ed altri messaggi di vari profeti di sventura, sia invece così affascinata dalle immagini surreali dei quadri di Magritte, dalle storie di Gianni Rodari o dai testi di certe canzoni dei Beatles. In fondo le dispiace di non saper lasciarsi andare e non credere più alle favole. Come vorrebbe poter entrare in un disegno, come Mary Poppins, o mettersi un buco in tasca, come Roger Rabbit. Come le piacciono quei bambini che si fanno sempre accompagnare da un amico invisibile con cui parlano e condividono piaceri ed emozioni.

Forse basterebbe un po’ di buona volontà, per saper cogliere i “segni” dei sogni, gli scherzi della realtà. Oppure mettersi delle lenti speciali. O ancora saper giocare con i piccoli episodi che capitano tutti i giorni. Le cose che ci fanno i dispetti, le penne che si nascondono fra gli spazzolini da denti, il telefono cordless in frigorifero, le chiavi insieme alle scarpe.

Pur essendo amante di storie e di gialli non sempre apprezza in giusta misura incontri casuali e rivelatori, come quando ha incontrato la collega Carluccia insieme a un comune amico sulla porta di casa di quest’ultimo. Oppure quando si è imbattuta nella bella e giovane mamma di un allievo ad un corso di aggiornamento con il collega Bassi. Perché sentirsi a disagio? Perché non partecipare al loro piccolo sogno d’amore?

Altre volte gli eventi vissuti od uditi sono così incredibili che passano automaticamente nel reparto sogni della nostra memoria. E si ha persino una certa vergogna a raccontarli. Qualche anno fa per esempio Caterina stava rientrando a casa da Milano. Era stanca, la giornata grigia e piovosa. Quante volte aveva percorso quel pezzo di autostrada. Poco prima della dogana vede una scimmia abbarbicata sul garde-rail. Naturalmente non può fermarsi, ma l’immagine le resta negli occhi. In dogana dice alla guardia, c’è una scimmia sulla strada, a un centinaio di metri da qui. Nel momento stesso in cui lo dice si rende conto che non è possibile, vista anche l’espressione incredula del doganiere. Meglio andare via veloce, pensa, prima che mi portino al manicomio.

Invece il giorno dopo vede un trafiletto nelle cronache locali del giornale, in dogana a Chiasso avvistata scimmia scappata da un circo.

Chiasso, il famoso nodo ferroviario, è davvero un luogo speciale. Ne aveva tanto sentito parlare da piccola, quando si studiava ancora la geografia, che quando finalmente l’ha visto, Caterina si è detta, ma è tutto qui? Eppure è ancora un posto piuttosto surreale. L’altra sera per esempio stavano accompagnando la figlia a prendere il treno in questa doppia stazione, italo-svizzera. Erano le dieci di sera e in questo grande atrio deserto ad un certo punto si sente squillare un telefono. Proprio mentre stavano passando lei, il marito e la ragazza. Chi ci telefona, e chi sa che siamo qui, pensano guardando i telefoni a gettone, tutti liberi, in quel lungo corridoio. Il marito di Caterina preferisce comunque rispondere. Lo sentono che parla in tranquillamente in inglese con qualcuno. La conversazione si fa fitta. Ma chi era, gli chiedono poi? Qualcuno che voleva informazioni su come venire qui. Ma chi cercava e come faceva a sapere che qualcuno avrebbe risposto?

Allora può davvero capitare di tutto, si dice. Scimmie, telefonate fantasma, sensazioni di déjà-vu.

Aveva un cane Caterina qualche anno fa, che tendeva a scappare. Riusciva a saltare reti, cancelli e altre barriere. Così quando usciva spesso lo chiudeva in casa. Un giorno lo incontra per la strada, ma cosa fai qui Fido, gli chiede, e senza attendere risposta lo riporta a casa. Ma da casa il buon Fido non si era mai mosso. Aveva portato a casa un cane identico a lui, un suo clone.

Da piccola aveva il terrore che sbucasse un serpente dal gabinetto. Al mare, in Toscana, i suoi bambini avevano conosciuto un bambino soprannominato Mano Maligna perché aveva l’ossessione che una mano, maligna appunto, saltasse fuori dal cesso e lo ghermisse. Però l’altro giorno ha sentito alla radio che a Londra un inquilino ha liberato il suo serpente per fare un dispetto al padrone di casa e sembra che questo serpente ogni tanto faccia capolino in questo o quel WC del palazzo. Per fortuna non sta in un condominio, pensa sollevata Caterina.

Gli angeli. Sono di moda. Ma lei e il marito ne avevano incontrato uno, in montagna, tanti anni fa. O meglio, ne avevano sentito la voce. Stavano facendo una passeggiata, non c’era in giro nessuno, ma il sentiero era incolto. Ad un certo punto non si vedeva più. La fitta vegetazione nascondeva insidie e pericoli. Cominciavano ad essere spaventati, si avvicinava la sera. Ad un certo punto, sentono una voce, a pochi metri di distanza, che dice, “si va di qui, poi si ritrova il sentiero”. Si guardano in giro, non vedono nessuno. Però seguono le indicazioni e tornano a casa sani e salvi. Caterina e marito si sono sempre chiesti se quella voce l’hanno sentita davvero o l’hanno sognata.

Ma allora i sogni sono veri non perché si avverano ma perché vanno e vengono nella nostra vita in modo prepotente, brutti o belli che siano, e, come dice lo studioso francese Roger Caillois, è molto più interessante entrare nei sogni che cercare di interpretarli.

Non è importante distinguere fra sogno e realtà, basta lasciarsi sorprendere, decide Caterina, e quando vedrà un unicorno sull’autostrada sa che non si farà certo prendere per matta.

Cistoina Cattaneo

Cistoina Cattaneo
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