A PAVIA IN MOSTRA UN GOLGI A COLORI

A Pavia sino a fine anno la Mostra dedicata al primo Nobel italiano, uomo delle nostre montagne

Fino ad oggi conoscevamo un’iconografia storica golgiana rigorosamente in bianco e nero o, tutt’al più, immersa in un velo cromatico uniforme di poche variabili seppiate.

Dal 9 settembre scorso, al contrario, dell’Architetto del Cervello – così si chiama la mostra allestita nel centenario del Premio Nobel al grande isto-patologo nativo di Córteno – possiamo ammirare anche un piccolo ritratto a colori eseguito dal pittore Pietro Michis, realistico come una moderna fotografia, presente insieme ad altre immagini originali, queste sì solo seppiate, e a diversi materiali d’epoca al secondo piano dell’esposizione di Via Ferrata a Pavia.

Nel dipinto il grande Camillo, all’incirca quarantacinquenne, ha il viso un po’ magro e pallido, ma con una delicata ombra di rosa sul naso e sulle guance lucide di toeletta. Mai però lucide quanto di sapere la fronte. I baffoni e i capelli sono ancora neri, ma l’attaccatura di questi ultimi è già ampiamente arretrata. Un’immagine emozionante e senza dubbio splendida per cura del dettaglio morfologico e cromatico.

Con bei colori pastello è stato realizzato anche il lungo striscione appeso a mezza altezza sulle ringhiere metalliche del grande e moderno palazzo sede dell’esposizione, con la classica effige di Golgi ripetuta fra il giallo, l’azzurro, il rosa e il verde acqua.

La mostra, un po’ fuori mano per la massa di studenti e turisti in visita al centro storico della città sul Ticino, gode comunque (forse proprio anche per questo motivo) di ampi e funzionali spazi su parte di due piani nel futuro Istituto di Patologia Generale in zona Cravino (a nord-ovest del Policlinico San Matteo) vicino ad altri istituti universitari.

Il primo piano è quello delle dimostrazioni interattive, che consentono ai visitatori di sperimentare direttamente il fascino della ricerca: si può “illuminare” la ricostruzione di un cervello per scoprirne la complessa struttura, vivere interessanti esperienze percettive e sensoriali in grado di mostrare le sottili complessità del sistema nervoso, riprodurre esperimenti che hanno fatto la storia della medicina e fare osservazioni al microscopio.

Ci s’immerge poi nella ampia sala superiore, dove un percorso per pannelli descrittivi numerati, con traduzione in Inglese, guida il visitatore tra vetrine e teche alla riscoperta di un’epoca pionieristica della scienza: l’epoca di Camillo Golgi e che a lui porta.

Le tre sezioni didattico-scientifiche – neuroscienze, citologia, infettivologia – e il percorso biografico dell’esposizione sono chiare e ordinate seppur sintetiche, come si conviene ad una mostra rivolta decisamente anche al pubblico giovanile e studentesco. Vi si trovano esposti documenti, fotografie e disegni, rari strumenti scientifici e preparati anatomici, alcuni addirittura del Settecento.

La mostra è stata curata dal prof. Paolo Mazzarello, docente di Storia della Medicina dell’Università di Pavia, autore della monumentale biografia golgiana dal titolo “Camillo Golgi, il Nobel dimenticato”, recentemente pubblicata da Bollati Boringhieri. Nel book shop della mostra la si può acquistare ad un prezzo ridotto di 7 euro (35 in luogo di 42), ciò che equivale al biglietto d’ingresso gratis. Molto bello il catalogo, che a dispetto dei 39 euro è senz’altro da acquistare. Con esso ci si porta in pratica la mostra a casa.

Sempre di grande suggestione anche la visita agli altri principali luoghi golgiani pavesi, dalla casa dove abitava davanti al Teatro Fraschini alla sobria tomba nel cimitero monumentale accanto a quelle di Panizza e Negri, dal cortile dell’università con la grande statua scolpita da Alfonso Marabelli alla sala del Museo per la Storia, dove sono raccolti e custoditi gelosamente molti dei più importanti cimeli del grande scienziato camuno-pavese, qui confluiti per donazione della moglie.

Se arduo è trovare aperto quest’ultimo luogo, più accessibile risulta, perlomeno al momento, l’Istituto di Patologia Generale di Piazza Botta, vero e proprio regno dell’attività di Golgi. Qui è custodita certamente la mole più imponente dei suoi documenti, studi, strumenti, preparati e fotografie. Materiale che, ci assicurano, è tutto in via di catalogazione e che sarà possibile consultare (magari solo in copia) dall’anno prossimo, quando il glorioso Istituto-laboratorio che gli assistenti di Golgi – lui accondiscendente – occuparono nottetempo con un colpo di mano nel gennaio 1894 trasferendovi le attrezzature dall’Orto Botanico, cesserà di “vivere” e diverrà anch’esso museo.

Il legno della splendida Aula Golgi, appena restaurata, cesserà dunque di mormorare sotto i piedi di professori e studenti per lezioni ed esami (come ci è capitato fortunosamente d’ascoltare solo ieri in una delle ultime occasioni) per continuare a farlo, si spera, calpestato delicatamente dai visitatori come sacro luogo della memoria.

Al mercato del mercoledì in Piazza Petrarca e Piazza Duomo, intorno alle bancarelle di libri usati e vecchi documenti, può poi anche capitare di incontrare chi ti racconta del professore universitario che un giorno, trovati in vendita un grosso plico di documenti originali di Golgi, si allontana in tutta fretta e torna poco dopo con i carabinieri, che li sequestrano e riportano alla fonte da dove erano stati trafugati senza che alcuno se ne fosse accorto.

Mostra “Golgi, Architetto del Cervello” 1906/2006: 100 anni dal primo Nobel italiano

Pavia, 9 settembre / 19 dicembre 2006 (da lunedì a sabato h 9-13 e 14-19 domenica e festivi h 10-19 Visite guidate su prenotazione - mostre@echo.pv.it ).

Antonio Stefanini (x)

(x) Autore del libro “Camillo Golgi, il Nobel nato tra i monti”

edito nel 2006 da La Compagnia della Stampa – Roccafranca (BS)

Antonio Stefanini (x)
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