IL VILLAGGIO DEI DANNATI" (CANNES, PALMARES

All'indomani dell'assegnazione della Palma d'Oro a Cannes tempestivo commento di Maria De Falco Marotta con il suo Team che ripubblichiamo dopo l'anticipazione nello scorso numero

La Giuria del 62. mo Festival di Cannes, quasi tutta al femminile con Isabelle Huppert come Presidente, ha assegnato senza alcun indugio la Palma d'Oro 2009 al terribile e feroce film di Michael Haneke, al "Nastro bianco", splendido affresco in bianco e nero della società tedesca alla vigilia della Seconda guerra mondiale. In particolare, The White Ribbon. parla di violenza dai "boccoli biondi" ossia di quella generazione che covava i germi del nazismo.

Il film "Das weisse Band" (ovvero "Il Nastro Bianco").

. La pellicola esplora le radici più intime del nazismo. Favorito sin dalla vigilia il film è un gelido e agghiacciante ritratto in bianco e nero di quello che accade tra gli abitanti di un piccolo villaggio protestante nel Nord della Germania nel 1913.

Una serie di strani accadimenti, molestie a bambini e altri incidenti, scandiscono la vita del villaggio con donne sottomesse, genitori e istitutori inflessibili, perfidie, punizioni (il nastro bianco da portare come simbolo di una purezza tutta da conquistare). Solo un insegnante sembra più ragionevole, l'unico con la voglia di scoprire veramente cose c'è dentro tutto quest'ordinario inferno apparentemente perfetto e pulito fino allo svelamento finale lasciato allo spettatore solo intuire da una grande sceneggiatura (sempre di Haneke). A compiere questi crimini, come cavare gli occhi ad un piccolo bambino handicappato, è l'intera comunità dei bambini del villaggio, cresciuti a pane e disciplina ferrea, abituati a covare l'odio e ad ubbidire. Quei bambini saranno i nazisti di qualche anno più avanti. Il nastro bianco è una coproduzione europea tra Germania, Francia, Italia che la Lucky Red farà circolare nei cinema, nella prossima stagione. Il film analizza il sistema educativo della Germania protestante e ha come protagonisti un gruppo di bambini che saranno la generazione che fece la Germania nazista. «Non voglio che venga preso come un film sul fascismo», aveva avvertito il regista in una conferenza stampa dopo la proiezione. «Racconta la storia di un gruppo di bambini che assorbe completamente gli ideali che vengono predicati dai loro genitori e ogni volta che si ha un ideale in termini assoluti, ciò diventa disumano», aveva spiegato, «è la via per ogni forma di terrorismo».

Chi è il regista

Michael Haneke nasce a Monaco di Baviera il 23 marzo 1942, figlio d'arte, il padre regista, la madre attrice, Haneke studia filosofia e psicologia all'università di Vienna per poi nel 1973 iniziare come regista in televisione. L'esordio sul grande schermo risale al 1989 con Der 7. Kontinent, a Cannes è con Benny's video pellicola presentata nella sezione Quinzaine des realisateur nel 1992, durante la quarantacinquesima edizione del festival. Dopo pellicole come Funny games del 1997 ed il remake made in Hollywood del 2007, Haneke viene definito dalla critica come il cronista dell'abiezione, i suoi film sondano la natura umana e la sua parte più oscura e inquietante. Anche Il nastro bianco, con il quale quest'anno il regista si è aggiudicato la palma d'Oro, è stato definito dalla critica cupo, nichilista e impregnato di violenza. Il regista ha difeso il suo film parlando di messaggio universale, redenzione e dei sensi di colpa della nostra civiltà giudaico- cristiana. Il suo stile è freddo e asettico, così lo sono i rapporti personali tra ragazzi e adulti o tra coetanei nel suo film Il nastro bianco. Lentamente, inesorabilmente, estenuantemente, attraverso un continuo succedersi di quadri a camera fissa, fatti di dialoghi ed eventi "rivelatori", Haneke mostra come in quel mondo non ci fosse quasi nulla che fosse riconducibile al calore umano. E come concetti come disciplina, purezza ed educazione fossero divenuti talmente ossessivi e ossessionanti da travalicare ogni limite logico nella loro applicazione, e come l'estrema severità di comportamenti e atteggiamenti nasconda derive perverse e patologiche che trovano applicazione nelle violenze domestiche (fisiche o mentali) e soprattutto nel sopruso nei confronti dei più deboli: donne, bambini, handicappati.

Maria De Falco Marotta & Team

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