Fine mandato, parola ai Sindaci: Nello Oberti (Cedrasco) - 6

6 interviste ai Sindaci in "SPECIALI"

Fine mandato per 60 Sindaci in provincia, per alcuni secondo e quindi ultimo (possibile però presentarsi per il Consiglio Comunale), per altri primo e quindi candidabile per un secondo mandato da primo cittadino. In realtà le cose stanno per cambiare con il terzo mandato ammesso nei Comuni con meno di 3000 abitanti che in provincia sono 59. La domanda era questa. E' arrivata la nuova legge.  Si al terzo nei 59 Comuni valtellinesi  citati. E poi i Comuni in totale al voto 60, ma 58 i Sindaci perchè ci sono anche due commissari

1) Sindaco da 5 anni (ma anche prima...), un periodo che rappresenta una parte importante della vita ed anche un arco di tempo significativo per l'attività comunale. La prima domanda: guardando indietro quali sono i sentimenti prevalenti, dal giuramento davanti al Consiglio Comunale alla conclusione ormai prossima?

Se si fa un bilancio degli ultimi 5 anni convivono nei nostri animi due sensazioni contrastanti. Una di sconforto nel vedere a quale livello  la politica nazionale sia caduta. Non passa giorno che non emergano scandali, ruberie, corruzione. ecc. che gettano un discredito indistinto su tutti gli amministratori anche quelli che come noi fanno questa attività per pura passione, a volte rimettendoci anche del proprio. Una seconda, che invece fa da molla per continuare, è che la gente dei nostri paesi è lontana anni luce da queste situazioni. Nei paesi, soprattutto quelli piccoli convivono ancora nobili sentimenti come la collaborazione, l’altruismo e la solidarietà e l’opera degli amministratori, quelli seri, deve essere volta a coltivare e ad indirizzare queste sane passioni che sono le uniche che ci possono salvare dal declino cui siamo inesorabilmente avviati.

2) Quali i segni della Sua presenza in Comune. Quali cioè le cose significative che reggeranno nel tempo. Quali anche però quegli interventi, quelle cose che non si traducono in solido ma che pure possono avere grande importanza. Qualche esempio

Penso che ci sia un merito particolare che si arroga l’amministrazione che ho avuto l’onore di presiedere. Quello di aver mitigato le frizioni e i contrasti che si erano registrati in paese negli ultimi tempi a volte, purtroppo, anche alimentate dagli amministratori. Il clima di serenità di cui oggi gode il nostro piccolo borgo penso sia l’obiettivo più importante che abbiamo raggiunto.

3) Via via il Sindaco è andato assumendo ruoli ben oltre i confini comunali. Oggi è Autorità sanitaria, è Autorità di Protezione Civile, magari anche ufficiale di Stato civile, Autorità di sicurezza, e poi ci sono Assemblea dei Sindaci per la sanità, Ato, Comunità Montana, BIM, società pubbliche e, speriamo di no, si ipotizza che diventi anche consigliere della nuova Provincia e uno di Voi Presidente. Sulla base dell'esperienza non è un po' troppo? O ritiene invece che le cose possano andar bene così?

Si effettivamente gli impegni sono tanti e gravosi ma l’abilità di un sindaco deve essere quella di far lavorare tutto il gruppo che amministra con lui. Deve saper decentrare un parte di queste incombenze ottenendo due risultati contemporaneamente. il primo, egoistico, è  che forse ha un po più di respiro da dedicare alle proprie passioni  e il secondo è che in questo modo riesce a motivare e far crescere i propri collaboratori.

4) – 5) Lei non chiude il suo periodo di Sindaco in quanto la legge limita l'attività a due mandati (con la possibilità di proseguire dopo un mandato, diciamo di 'riposo'). Soprattutto nei piccoli paesi, come tanti sostengono, è una limitazione non felice. Ma c'è e in molti Comuni l'esigenza di non perdere l'esperienza acquisita ha fatto e fa sì che il Sindaco non lasci del tutto ma entri in Consiglio Comunale. Non si chiede di entrare nel merito perchè quello che può andare bene da una parte magari non va bene dall'altra. Le chiediamo comunque un giudizio in merito. Scontata infine l'ultima delle domande: Lei pensa di continuare o di chiudere del tutto la Sua esperienza girando alla larga dalla porta del Municipio?.

La limitazione ai due mandati è una delle poche cose buone che il legislatore ha fatto in questi anni: anzi avrei auspicato che questo vincolo fosse esteso non solo ai sindaci ma a tutte le cariche politiche, sia a livello locale, sia a livello nazionale. Purtroppo, proprio per non smentire la tradizione, anche questa unica cosa pregevole è stata in questi giorni modificata in peggio. L’esperienza che uno matura nel fare il sindaco la può utilizzare in qualsiasi contesto sia all’interno e all’esterno dell’amministrazione. Mi ricandido alla carica più per necessità che per convinzione come d’altro canto ho fatto in occasione dell’ultima tornata elettorale; mi ricandido perché ho avuto e avrò  al fianco delle persone che in questi anni hanno condiviso questa esperienza in modo mirabile, anteponendo i doveri amministrativi a volte anche a quelli familiari e che hanno contribuito in modo determinante alla crescita morale e materiale del nostro paese. Colgo l’occasione che mi fornisce questo giornale per manifestare  tutta la mia stima e  gratitudine nei loro confronti.

Scheda
Nato a Cedrasco il 18 giugno 1951 dove risiede tuttora. Diploma di ragioneria presso Istituto tecnico “De Simoni” nel 1971 -  Laurea in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica nel 1975 – dipendente Banca Popolare di Sondrio dal 1975 al 2010, data del pensionamento.
Carriera amministrativa: consigliere comunale di Cedrasco dal 1975 al 1980 – vicesindaco dello stesso comune dal 1980 al 1990 – Assessore all’agricoltura in Comunità Montana di Sondrio dal 1983 al 1990 – sindaco di Cedrasco dal 1990 al 1995 – consigliere del comune dal 1996 al 2004 – sindaco dal 2009 al 2014.
 

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