BUCO NERO. COME E' FATTO IL MONDO: UNA RISPOSTA NUOVA MA...

...ma il nostro Saggio, nel 2001 in esclusiva, aveva visto giusto con 18 anni di anticipo

1. PARTE PRIMA: COME E' FATTO IL NOSTRO MONDO: UNA RISPOSTA NUOVA - prima nostra pubblicazione nell'agosto del 2001 con 18 anni di anticipo

1.1 PREMESSA

Intendiamo con questo saggio dare una risposta nuova agli interrogativi che riguardano l'origine dell'universo. Per fare questo occorre un avvicinamento per gradi ed anche un riepilogo delle principali conoscenze.

Il linguaggio usato, tranne qualche inevitabile ma episodico e breve passaggio, è volutamente piano per essere accessibile al maggior numero di persone possibile, come più ampiamente chiarito avanti.

1.1.1 L'UNIVERSO

I numerosi e brillanti risultati della fisica moderna che si sono aggiunti a quella della fisica classica hanno delineato il quadro del nostro universo.

Restano senza risposta le domande più comuni che sono in realtà di tutti, anche di chi non ha né laurea né diploma.

Dimostrata valida la teoria del Big Bang, dell'esplosione che ha generato circa 15 miliardi di anni fa il nostro universo e dell'espansione continua dello stesso, restano inevase le domande che immediatamente si pongono:

- ma prima cosa c'era?

- va bene che l'universo si espande ma oltre cosa c'è?

Non sono le sole. Ce ne sono altre di più sofisticate. Per esempio: se l'universo si espande, visto che ha una massa la velocità di questa espansione è inferiore a quella della luce. Ma allora la luce come fa, visto che ha velocità un po' maggiore, a non precedere questa espansione?

1.1.2 LA VITA

Altre domande riguardano la possibilità dell'esistenza della vita al di fuori della terra. In altri termini se siamo soli nell'universo o se ci sono altre forme di vita

1.1.3 NUOVE RISPOSTE. I GENITORI DEL NOSTRO UNIVERSO. E LA VITA FUORI DELLA TERRA.

Il presente saggio non smentisce le acquisizioni della fisica moderna ma allarga gli orizzonti, considerandole sì importanti e fondate ma parziali, relative soltanto ad una parte del tutto, proseguendo in questo nello sviluppo metodologico seguito da Galileo ad oggi. E COSI' NE VIENE CHE IL BIG BANG NON E' AFFATTO L'ESPLOSIONE AVVENUTA DAL NULLA MA SI TRATTA DI UN PARTO CHE HA DEI GENITORI. Affermazione questa diretta conseguenza di nuove acquisizioni di principio che l'autore del presente saggio sottopone alla verifica critica degli studiosi, o meglio di quegli studiosi che sono aperti al nuovo.

Non genitori occasionali, come quelli recentemente proposti da Steinhard e suoi colleghi che hanno cercato di uscire dal vicolo cieco del nulla preesistente al Big Bang attribuendone invece le ragioni allo scontro di due universi preesistenti. Certamente un passo avanti rispetto al nulla, ma senza rispondere alla domanda di cosa ci fosse prima. Una semplice traslazione: anziché chiederci cosa c'era prima del nostro universo, la domanda diventa cosa c'era prima dei due universi (e perché si sarebbero scontrati? E come?).

Nel presente saggio si offre alla verifica critica una ipotesi nuova e ben diversa in quanto non solo individua i genitori del nostro universo ma precisa il processo, eliminando le astrazioni che accompagnano le condizioni estreme nei modelli oggi vigenti. Termini come infinito, illimitato, nulla e via dicendo sono termini propri della matematica, essenziale nel nostro universo per la descrizione semplificata, anche se non intuitiva, degli scenari, ma chiusa in questo universo e quindi parziale. Del resto non diciamo nulla di nuovo in quanto già Einstein sosteneva che "nella misura in cui le proposizioni matematiche si riferiscono alla realtà esse non sono certe; e nella misura in cui esse sono certe, non si riferiscono alla realtà".

1.1.4 NUOVE RISPOSTE ANCHE PER L'INTERROGATIVO SULLA VITA, con impostazione metodologica analoga alla precedente, volta cioè al nuovo e con acquisizioni di principio da assumere a base delle ricerche in materia.

1.1.5 NOTA SUL LINGUAGGIO

Il saggio evita la simbologia, riducendo al minimo l'esposizione tecnica per la più ampia leggibilità, senza con questo ridurre la sostanziale validità dato che il problema principale è l'acquisizione dei concetti e la loro assunzione come base per una impostazione diversa di ogni campo di ricerca. Non sfuggirà a nessuno quale vastità di campagne di ricerca possiamo aver davanti ove vengano acquisiti come base i due principi che abbiamo formulato e che qui proponiamo. Di tale vastità è del resto testimonianza-limite la breve nota in appendice.

1.1. Nota del giornale: all'impostazione dell'autore in sede di traduzione si è accompagnata, nello stesso spirito, la scelta, nel rispetto rigoroso dei contenuti scientifici, di un italiano scorrevole, più giornalistico che tecnico, secondo una via moderna che fortunatamente ha visto e sta vedendo la diffusione della divulgazione scientifica.

1.2 IL NOSTRO MONDO: COSA SAPPIAMO

1.2.1 LE NOSTRE CONOSCENZE. Riepiloghiamo brevemente lo stato delle nostre conoscenze:

1) L'universo è nato dall'esplosione iniziale e da quel momento ha cominciato ad espandersi dal punto originario, raffreddandosi. L'espansione continua.

2) C'è una temperatura inferiore al di sotto della quale non si può andare. E' detta "zero assoluto" ed è pari a meno 273,15 gradi centigradi (quelli che usiamo nei nostri termometri). Non sembrano esistere limiti superiori alle temperature raggiungibili. Poniamo l'accento su quel "non sembrano".

3) Fondamentale la scoperta che la luce non si propaga istantaneamente ma a una velocità-limite di quasi 300.000 Km al secondo. Guardando il sole non vediamo come è ora ma come era otto minuti e 20 secondi fa dato che questo è il tempo che la luce ha impiegato a compiere i 150 milioni di Km tra la nostra stella e la Terra.

4) Nel nostro universo si stima vi siano 100 miliardi di galassie, ciascuna delle quali dovrebbe avere 100 miliardi e più di stelle. La nostra Galassia, la Via Lattea, cui appartiene il Sole e il nostro sistema planetario, si muove a circa 3,6 milioni di Km/h ed ha un diametro così grande che per percorrerlo tutto la luce impiega 100.000 anni. La luce che ci arriva dal centro della galassia ne impiega 30.000. Quanto al nostro sistema solare si muove a 792.000 Km/h rispetto al centro della Via Lattea. La Terra infine viaggia nella sua orbita intorno al Sole a 106.000 Km/h.

5) Lo spazio tempo. Diciamo semplicemente che nella nostra scala restano validissime tutte le nostre conoscenze in fatto di spazio a tre dimensioni, quello che ci circonda e che rientra nelle percezioni abituali. Nelle grandi dimensioni e nelle grandi velocità questo non è più valido. C'è una reciproca influenza fra spazio e tempo, in corrispondenza di grandi masse. Bisogna ragionare in un quadro di quattro dimensioni, con il tempo che non scorre più ovunque in modo uguale. Per la massima esemplificazione è come se vi fossero più orologi, ciascuno dei quali segna il tempo in modo diverso, ma non perché funzionino male, affatto, bensì perché, appunto, il tempo scorre, in diverse situazioni, con un ritmo diverso.

1.3 LA VERA NASCITA DEL NOSTRO UNIVERSO

1.3.1 IL BIG BANG

Tutti concordano che l'universo è emerso dal nulla con il Big Bang a causa - sia scusato il tecnicismo ma qui non se ne può fare a meno - di una "fluttuazione quantistica". Emersione dal nulla l'universo trovandosi con volume zero e temperatura infinita. Non fosse Einstein ad averlo affermato (ma Einstein ha anche fatto l'affermazione prima riportata…), e tutti i suoi successori ad avere sposato questa spiegazione, ci sarebbe da ricamarci sopra. Nessuno obietta e quindi per la scienza ufficiale la nascita è questa.

Avanti preciseremo perché non opiniamo per questa nascita da prestigiatore e perché riteniamo invece che si tratti di un parto che, per definizione, vuole genitori.

1.3.2 DOPO IL BIG BANG

Torniamo al Big Bang. Dopo di esso è cominciata l'espansione, e quindi il raffreddamento. In giro c'erano solo particelle sub-atomiche che con il raffreddamento, sia pure a miliardi di gradi, trovarono il modo di unirsi. In alcune zone la densità era più elevata, maggiore quindi l'attrazione reciproca, crescente il moto rotatorio (siamo ad un vero e proprio "collasso gravitazionale", una volta che l'energia potenziale arriva al doppio di quella cinetica. Per una migliore comprensione: l'energia potenziale è ad esempio quella che ha l'acqua in un bacino idroelettrico in quota, proporzionale a quantità ed altezza: l'energia cinetica è quella prodotta dal movimento; l'acqua di prima, aperta la valvola, prende velocità e quando arriva sulle pale della turbina ha un'energia proporzionale alla quantità (portata) e al quadrato della velocità raggiunta.

Dopo questo collasso siamo arrivati alle galassie e quindi alle stelle, vere e proprie centrali a fusione di energia nucleare permanente. Gli atomi di idrogeno, a quattro a quattro, danno vita ad atomi di elio liberando nel contempo grande quantità di energia.

1.3.3 L'ESPANSIONE PROSEGUE

L'espansione dell'universo prosegue, con la caratteristica che le proporzioni reciproche non cambiano. Usiamo l'analogia del mappamondo disegnato su un palloncino. Gonfiandolo, senza farlo scoppiare, aumenta il diametro ma le proporzioni fra i continenti che ci sono disegnati non variano.

Di quell'inizio, ci dicono gli studiosi del settore, resta una radiazione termica diffusa dappertutto, scoperta una quarantina di anni fa, che viene considerata una sorta di "radiazione fossile", quanto cioè resta di quel calore sprigionatosi nell'esplosione iniziale. Si tratta di onde elettromagnetiche aventi una lunghezza di 3,2 cm.

Torniamo alle stelle, di cui vi sono diversi tipi. Se quattro atomi di idrogeno ne danno uno di elio e la cosa potrebbe non interessarci molto, ma importa - visto che la nostra vita è basata sul suo ciclo - che due atomi di elio, a 100 milioni di gradi, si uniscono dando vita ad uno di carbonio. Si va avanti sino a sei miliardi di gradi quando nasce il ferro, ultimo nato per fusione dato che gli altri elementi più pesanti nascono invece per fissione (atomi che si spaccano invece di unirsi ad altri, il caso della bomba atomica).

Di nuovo alle stelle. Alcune hanno sviluppato un sistema planetario. L'ultimo è stato scoperto pochissimo tempo fa, a poca, si fa per dire, distanza da noi - una cinquantina di anni luce - con due pianeti gassosi molto simili per dimensioni ai nostri Giove e Saturno, rotanti intorno alla loro stella, in orbite quasi circolari, come i pianeti del sistema solare e non come molti altri scoperti che le orbite le hanno fortemente ellittiche, quindi con sbalzi grandissimi di temperatura secondo le stagioni.

Il Sole si è invece circondato di dieci pianeti, i nove che conosciamo ed uno fra le orbite di Marte e Giove, attuale fascia degli asteroidi, che sarebbe andato in mille pezzi. Non tutti concordano su questa genesi degli asteroidi.

1.4 I POZZI GRAVITAZIONALI

1.4.1 PERCHE? SIAMO IN FONDO A UN POZZO.

La nostra vita è basata su una serie di parametri. Uno di questi è la gravità che ci attira verso il centro della Terra con una intensità che è variabile secondo le posizioni, ma che comunque è di circa 9,8 metri al secondo quadrato.

Se tiriamo un sasso verso l'alto gli diamo un impulso che gli fornisce velocità. Più forte l'impulso e più il sasso sale, rallentando durante l'ascesa, curvandosi fino a fermarsi per poi ripiombare a terra. Aumentiamo l'impulso, facendogli raggiungere gli 8 km al secondo. Con una opportuna direzione arrivato al massimo sta per ricadere ma a questo punto interviene la forza centrifuga, quella che fa stare dentro ad un bicchiere capovolto l'acqua se facciamo ruotare il bicchiere con velocità appropriata. Tale forza lo spinge in direzione tangente alla curva percorsa mentre la gravità lo attira in basso. Con la velocità detta di 8 Km/sec le due forze si equlibrano e il risultato è sì che l'oggetto cade ma parallelamente alla superficie terrestre: abbiamo realizzato un satellite artificiale. Aumentiamo la velocità e abbiamo sempre un satellite, con orbite più allungate, che sale più alto, rallenta, torna giù, accelera, riprende a salire e così via. Arriviamo a 11,1 Km/sec circa. Se gli diamo una opportuna direzione riusciamo ad arrivare nel campo di attrazione della luna. Secondo la direzione possiamo avere tre casi: il nostro satellite precipita sulla superficie o si inserisce in un'orbita lunare e ci resta, o gira attorno e torna indietro.

1.4.2 SI ESCE DAL POZZO TERRESTRE

Un piccolo impulso in più e arriviamo a 11,2 Km/sec, o anche oltre. Il nostro oggetto se ne va e si inserisce in un'orbita intorno al sole che noi possiamo indirizzare verso altri corpi celesti, così come abbiamo fatto con Marte e Venere, oppure verso altri pianeti o satelliti dei vari pianeti, come abbiamo fatto con Marte e Venere. Questo vuol dire allora che stare sulla Terra in un certo senso equivale a stare in fondo a un pozzo. Per uscirne, per lasciare cioè il nostro pianeta bisogna trovare il sistema di raggiungere gli 11,2 Km/sec.

Naturalmente maggiore è la velocità da raggiungere maggiore è l'impulso e quindi maggiore la quantità di energia che occorre. La tecnologia spaziale ha prodotto modi diversi per raggiungere il risultato compresa la possibilità di impulsi per così dire "a rate", ossia con l'accensione e lo spegnimento ripetuto dei motori.

1.4.3 GLI ALTRI POZZI GRAVITAZIONALI

Quali che siano le modalità il requisito essenziale resta in ogni caso il raggiungimento delle velocità che abbiamo ricordato. Questo POZZO GRAVITAZIONALE non è una prerogativa solo della Terra, ma di ogni corpo celeste, e il suo valore dipende dalle caratteristiche dello stesso corpo. Per il pianeta più vicino al Sole, Mercurio, il valore, detto velocità di fuga, è di 4,3 Km/sec. 59,5 Km/sec sono necessari per andarsene da Giove, 35,6 da Saturno, 11,18 da Venere. Per salutare definitivamente il Sole e andarsene chissà dove occorre risalire un signor pozzo, visto che occorre raggiungere i 617 Km/sec. Per la verità non è ancora nulla rispetto ad altri soggetti. Occorrono 5000Km/sec per svincolarsi da una stella nana bianca e addirittura 250.000 Km/sec, vale a dire cinque sesti della velocità della luce, per sfuggire ad una stella di neutroni.

1.5 IL BUCO NERO

1.5.1 UN POZZO GRAVITAZIONALE DA ERGASTOLO

Ci stiamo avvicinando al bandolo della matassa.

L'ultimo dato, relativo alla stella di neutroni, ci configura il suo pozzo gravitazionale quasi da ergastolo. Ci rimane davanti a noi soltanto l'ergastolo pieno, e questo lo troviamo nel BUCO NERO. La sua esistenza, prevista solo in teoria, è oggi provata dagli influssi che esercita sull'ambiente circostante. Ne abbiamo persino uno relativamente vicino a noi, al centro della nostra galassia.

Il pozzo gravitazionale del buco nero è veramente quasi senza fondo visto che per uscirne è necessario raggiungere la velocità della luce. Nemmeno questa però può uscirne perché se è vero che ce la fa ad arrivare sino alla sommità del pozzo, a questo punto ha perso completamente energia e quindi non esce. Ma se non esce neppure la luce come facciamo a vedere questo buco nero? Non si può e quindi di quello che succede là dentro non sapremo mai nulla. Di lì non esce niente, si entra solo.

1.5.2 IL BUCO NERO INGHIOTTE E NON RESTITUISCE

Il buco nero inghiotte, tutto, e non restituisce.

Attenzione.

In breve la sua genesi. In ogni stella la forza di gravità cerca di contrarla. Dentro però le reazioni nucleari liberano energia che contrastano la gravità ed evitano la contrazione. Tutto bene sino a quando non finisce il combustibile, l'idrogeno. A quel punto il nucleo si contrae, scaldandosi. All'esterno la stella si gonfia (gigante rossa). A 50 miliardi di gradi si ha l'esplosione di una supernova. Si produce una "pulsar" che ha la materia compressa oltre ogni immaginazione, anche se non sempre. In questo caso, se esistono altre condizioni accessorie, la gravità trionfa, il collasso è totale. E' nato un buco nero.

Questo avviene naturalmente solo se la concentrazione della materia tocca valori altissimi. Per dare un'idea di quanto enorme sia la concentrazione necessaria diremo che, posto che esistessero le altre condizioni, la Terra potrebbe diventare un buco nero se si riducesse con tutta la sua massa, noi compresi, alle dimensioni di una pallina di 9 millimetri di raggio. Il Sole dovrebbe ridursi a 2950 metri di raggio….

1.5.3 DENTRO AL BUCO NERO

Ma dentro a un buco nero cosa può succedere?

I matematici parlano di una "singolarità" con volume zero e temperatura infinita. Si ipotizza inoltre una struttura ad anello. Ma Kerr, che ha dato il suo nome al buco nero in rotazione, è approdato ad un risultato clamoroso: si tratta di una zona di spazio-tempo negativo!

Non si sa nulla. Non si può saper nulla di lì dentro, ma sono sempre di più gli studiosi che interpretano tali risultati come un comportamento antitetico della gravità: lì la gravità non attrae ma respinge!

1.6 LE NOVITA'

1.6.1 NUOVE ACQUISIZIONI

A questo punto ci sono tutti gli estremi per guardare oltre e individuare soluzioni ad oggi non ventilate, per le quali occorre però partire da due principi che andiamo ad enunciare:

1.6.2 LEGGE DI CORRISPONDENZA: ESISTE UNA CORRISPONDENZA BIUNIVOCA UNIVERSALE PER TUTTI I SOGGETTI DI MODELLI DELL'UNIVERSO, CIASCUNO CON IL SUO OMOLOGO.

1.6.3 PRINCIPIO DI ESCLUSIONE: LA RAPPRESENTAZIONE MATEMATICA DEI SOGGETTI E DELLE SITUAZIONI NON PUO' ESSERE APPLICATA CHE ALL'INTERNO DELL'UNIVERSO CONOSCIUTO E CONOSCIBILE E, IN QUESTO CASO, SOLO IN TERMINI FINITI.

1.6.4 INCONOSCIBILITA'

Andrebbe associato un terzo principio, essenziale, quello relativo alla inconoscibilità ma allo stato non ne esistono i presupposti.

1.7 L?APPLICAZIONE DELLE NOVITA'

1.7.1 L?ISTANTE ZERO DEL NOSTRO UNIVERSO E IL BUCO NERO

Premessi questi principi, torniamo all'istante zero del Big Bang: volume zero, temperatura infinita.

Torniamo anche alle caratteristiche del buco nero: volume zero (singolarità), temperatura infinita.

1.7.2 L?APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI ESCLUSIONE

- PER IL PRINCIPIO DI ESCLUSIONE testé enunciato in entrambi i casi si tratta di astrazione. Ricordiamo quanto diceva Einstein, ma usiamo di un esempio, sia pure in traslato, per una migliore comprensione. Per i gas è stata enunciata una legge generale che vale però solo per i "gas perfetti", che esistono nell'astrazione fisico-matematica ma non nella realtà. E così per poter applicare tale legge ai gas, quelli che esistono e quindi "non perfetti", è stato necessario introdurre un correttivo, vale a dire coefficienti ottenuti sperimentalmente.

Nell'esplorazione dell'universo si è arrivati, proprio pochi mesi fa, abbastanza vicino al Big Bang, ossia quando l'universo se non un neonato era ancora un bambino, di "appena" ad appena 900 milioni di anni, quando c'era già un bel volume e una temperatura sì altissima ma non infinita.

1.7.3 L'APPLICAZIONE DELLA LEGGE DI CORRISPONDENZA

- PER LA LEGGE DI CORRISPONDENZA testé enunciata l'universo non può avere come suo corrispondente il NULLA. Lo stesso per il buco nero che altrimenti avrebbe un solo destino, quello di ingoiare in eterno materia ed energia senza restituire nulla.

Abbiamo visto che, condizione essenziale perché il buco nero si formi è che la massa si contragga enormemente, sino a raggiungere quello che viene chiamato il raggio di Schwarzschild. Abbiamo visto che per la Terra dovrebbe essere di nove millimetri. Si tratta del limite massimo. Se la massa è concentrata in un raggio maggiore infatti il buco nero non può formarsi. Cosa succede se la contrazione continua, se questa pallina si schiaccia sempre di più?

ESISTE UN LIMITE INFERIORE, inconoscibile numericamente, perlomeno oggi, perché da quel buco non possono uscire informazioni.

Torna utile a questo punto riprendere la strabiliante scoperta di Kerr secondo la quale in tale zona lo spazio-tempo sarebbe addirittura negativo.

1.8 PROBLEMA RISOLTO: LA TEORIA DELLA RIGENERAZIONE

L'APPLICAZIONE DEL NOSTRO PRINCIPIO DI CORRISPONDENZA PORTA ALLA CONCLUSIONE CHE NON GIA' LO SPAZIO-TEMPO, AL RAGGIO CHE CHIAMEREMO "INFERIORE", RISULTA NEGATIVO, BENSI' LA GRAVITA'.

Il pozzo gravitazionale si inverte (pensiamo al dito di un guanto che, sfilandolo, si rovescia) e LA GRAVITA' NON ATTRAE PIU' MA RESPINGE CON LA FORZA DI UNA IMMANE CATAPULTA.

UN NUOVO BIG BANG.

Un nuovo parto si è compiuto e il neonato interferisce con quello che esiste già.

1.9 LE CONSEGUENZE

1.9.1 SPARITO IL NULLA

E' ABOLITO IOL CONCETTO DI "NULLA PREESISTENTE", non occorre più parlare di infinito e simili, astratti simbolismi della matematica.

1.9.2 NUOVO EQUILIBRIO

Si determina un nuovo equilibrio, presumibilmente con morti e feriti (ipotesi azzardata: la deviazione che vi è stata dell'asse terrestre non potrebbe essere conseguenza di qualche rivolgimento cosmico, anziché, come sostiene qualcuno, della collisione di un grosso corpo celeste con il nostro pianeta?).

1.9.3 RISOLTO L'INTERROGATIVO DEL DOPO LA FINE DEL COMBUSTIBILE

E' ANCHE ABOLITO L'INTERROGATIVO SU COSA SUCCEDERà QUANDO TUTTE LE STELLE AVRANNO CONSUMATO L'INTERO COMBUSTIBILE (entropia al top, come a dire degrado totale, morte assoluta).

1.9.4 TEORIA DELLA RIGENERAZIONE

Non siamo alla teoria della "creazione continua dell'universo", la rivale della teoria del Big Bang, ma alla TEORIA DELLA RIGENERAZIONE con un risultato sorprendente: il rendimento, che in tutte le trasformazioni, anche nell'uso corrente per motori, macchine ecc., è ovviamente sempre minore di uno per via delle perdite, riesce per l'universo, in uno spazio-tempo complesso, ad essere uguale ad uno!

1.9.5 NESSUNA SMENTITA PER LA FISICA MODERNA, MA…

RESTANO INTATTE LE ACQUISIZIONI DELLA FISICA MODERNA, MA CON UN LIMITE, sino cioè alle condizioni-limite. Oltre queste urgerebbe un nuovo modello di riferimento avente come punto centrale il principio di corrispondenza e come sub-modelli quelli via via e sino ad oggi acquisiti. Modello peraltro di immane complessità per la compresenza molteplice di buchi neri.

1.9.6 E OLTRE COSA C'E??

Resta l'interrogativo sul cosa c'è oltre lo spazio occupato dal nostro universo, una distanza cos' grande da richiedere circa 15 miliardi di anni alla luce, che viaggia a 300.000 Km al secondo circa, per percorrerla tutta.

Quando guardiamo la luna la vediamo com'era un secondo e tre decime circa fa. Il Sole lo vediamo com'era otto minuti e venti secondi fa. Con gli strumenti siamo arrivati sempre più lontano, e quindi sempre più indietro nel tempo. Recentemente siamo arrivati quasi, si fa per dire, al capolinea, e cioè, come detto, a soli 900 milioni di anni dall'alba dell'universo. Poniamo di riuscire a proseguire questa marcia di avvicinamento all'alba dell'universo, 800, 700, 600 milioni di anni, 100, dieci, uno, a migliaia di anni, a centinaia, a mesi, a giorni, a ore, a minuti, a secondi, all'ora X: il buio del nulla?

NO, NON IL BUIO DEL NULLA, MA IL BUIO DEL BUCO NERO DA CUI VENIAMO, NOSTRO GENITORE MA FIGLIO A SUA VOLTA DI UN ALTRO UNIVERSO.

1.10 RICERCARE

1.10.1 UNA NUOVA STRADA PER LA RICERCA

Questi i concetti, senza simbolismi.

Si tratta di percorrere la strada qui indicata, il che esige il cambio di metodologia di ricerca,all'insegna di una sintesi dei due opposti, la concezione socratica (saggio è colui che sa di non sapere) e la concezione dei mistici orientali (non sappiano di sapere).

Per la tradizione popolare non bisogna lasciare la via vecchia per la nuova perché si sa quel che si lascia ma non si sa quel che si trova. E' una prerogativa della natura umana, propria anche degli spiriti più aperti e sintetizzata dallo scrittore I. Asimov nella sua seconda legge della futurica lapidariamente enunciata: "la resistenza al cambiamento".

Ma se non si cambia non si progredisce. A chi 128 anni fa gli chiedeva a cosa potevano servire le innovative equazioni che aveva definito Maxwell rispondeva candidamente di non saperlo. "Ma state certi che fra un secolo lo sapranno", aggiungeva.

I fantastici e rapidi progressi della fisica moderna denunciano la crisi degli asintoti, da cui non se ne esce se non con l'innovazione.

1.10.2 CONOSCENZA DIFFUSA

Un contributo all'innovazione, per ora anonimamente, è il presente saggio che non sceglie, ora almeno, la strada delle prestigiose riviste scientifiche, ma il web, ossia il massimo di innovazione nella circolazione delle informazioni.

2 PARTE SECONDA: ESISTE VITA FUORI DELLA TERRA?: UNA RISPOSTA NUOVA

(questa parte viene pubblicata come secondo saggio data l'ampiezza complessiva)

Saggio in esclusiva per La Gazzetta di Sondrio - Traduzione a cura del giornale

Riproduzione, parziale o totale, consentita a condizione di citare la fonte e relativo indirizzo Internet.

GdS - agosto 2001

 

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