Brevetti, da Francia e Germania ok a Milano, ma con riassetto di competenze

Silli: 'per loro Londra ne aveva troppe, ma noi vogliamo pieni poteri', la Dire fa il punto della situazione

Milano - Sì all'istituzione alla sede del Tribunale Unitario dei Brevetti a Milano, a patto che venga rivista contestualmente anche la ripartizione delle competenze originariamente stabilita, che Francia e Germania (le altre sedi UB europee) considerano sbilanciata a favore dell'ex dislocazione di Londra, dalla quale Milano dovrebbe ereditare l'operatività. A questo, l'Italia risponde chiedendo e rivendicando mansioni piene per il capoluogo lombardo a partire da giugno 2024, per poi gradualmente avviare trattative per lo 'smistamento' e il riassetto eventuale degli ambiti tra le tre divisioni.

A comunicarlo è il sottosegretario di Stato al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Giorgio Silli, rispondendo a un'interrogazione della deputata Pd Lia Quartapelle, che chiedeva a che punto fossero le trattative, in vista della stretta finale. Come è ormai noto infatti, Milano ambisce da tempo a divenire la terza casa del Tribunale Unificato dei Brevetti europeo, che a seguito della Brexit ha necessità di trasferire la sede e le competenze originariamente insediate a Londra in un paese facente parte dell'Unione. L'Italia, e più specificatamente Milano, in base a criteri dettati da un algoritmo, ha le referenze per ereditare la sede londinese, tuttavia la partita ora si è spostata sullo smistamento dei vari settori.

"I nostri partner francesi e tedeschi hanno chiesto di rivedere contestualmente anche la ripartizione delle competenze originariamente stabilita che considerano sbilanciata a favore dell'ex sede di Londra", ricorda Silli. E infatti, "nella loro visione, la revisione sulla ripartizione delle competenze è- precisa il sottosegretario- condizione dirimente per il loro sostegno alla decisione di istituire la sezione di Milano".

In poche parole, dall'Europa giunge per Milano un sì con riserva. D'altronde la questione è ancora aperta, e a questo punto l'Italia deve puntare a non farsi 'svuotare' di competenze una sede che sarebbe 'monca' già prima di partire. Infatti, come già aveva spiegato lo scorso 6 marzo Marina Tavassi, già presidente della Corte d'Appello di Milano e ora a capo del tavolo tecnico che affianca i negoziatori italiani nella partita, "le richieste di Francia e Germania si assestano su una parte del farmaceutico perché vorrebbero creare una competenza specifica sui certificati complementari di protezione a Parigi, mentre la Germania vorrebbe che tutte le controversie in materia chimica e di metallurgia fossero portate a Monaco".

Insomma, una partita tutta da giocare, che ormai sposta l'attenzione sull'esito: non più 'Milano sì/Milano no', ma 'Milano come' e 'con che operatività'. "Quello che noi temiamo- aveva sottolineato a suo tempo Tavassi- è che queste istanze di Francia e Germania possano trovare accoglimento nell'ottica di chiudere la partita, assegnando comunque una sede a Milano", tuttavia "vorremo evitare che questa sede sia in una posizione deteriore rispetto alle altre due, e questo- aveva sottolineato- non solo dalla parte italiana ma da parte di tutti gli altri paesi, perché questa scelta di suddividere ulteriormente le materie tra Francia e Germania determinerebbe un asse franco-tedesco di eccessiva importanza nel sistema".

Ora, di fronte a questa richiesta di Parigi e Monaco comunicata da Silli, si potrebbe evincere che sia tempo di trattare per salvare il ruolo di Milano, più che insistere sul suo coinvolgimento a prescindere, risultato di fatto ormai ottenuto. E, a giudicare dalla risposta del sottosegretario, l'intenzione del governo è proprio quella di non cedere terreno.

"Nella decisione, puntiamo, per il breve termine, a prevedere una serie di garanzie a tutela dell'operatività della sede di Milano che, in linea con quanto previsto dall'accordo originario, sarà piena dodici mesi dopo l'adozione della decisione, vale a dire dal 1° giugno 2024", afferma Silli. Dopodiché, "puntiamo, per il medio termine, a rafforzare il meccanismo di valutazione e riesame, come emendato a seguito della decisione di istituzione della sezione di Milano, al fine di migliorare il funzionamento del Tribunale".

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