ANNI FA; IERI, UN MESE FA

DUE ANNIVERSARI

509 anni fa Cristoforo Colombo, pur pensando di essere dall'altra parte e cioé alle Indie, scopriva l'America, aprendo nuovi orizzonti al mondo allora conosciuto come, 321 anni prima Marco Polo, pur preceduto dal padre Niccolò e dallo zio Matteo, aveva iniziato quel viaggio che avrebbe dato respiro ad oriente, sino all'allora civilissimo Catai.

L'anniversario quest'anno si salda tristemente con un altro.

Il giorno prima, l'undici, é quello del dolore, un mese dall'orrore eretto a sistema, e tanto più orribile quanto non frutto di una tremenda follia ma di una tragica lucidità, non frutto del fanatismo, ma sfruttando strumentalmente il fanatismo.

Per giunta non quello che i matematici chiamano punto singolare, non cioé un episodio a sé, ma, nelle intenzioni, una tappa di una guerra che l'orrore di martedì 11 settembre chiarisce inequivocabilmente vuol essere senza quartiere, vuol essere fuori da ogni immaginazione.

GUERRA SI' MA AVVIATA DA BIN LADEN & C.

Di una guerra.

Si disserta sul lessico, sulla terminologia, con distinguo e bizantinismi.

Si dica però quello che si vuole, ma atto di guerra é stato e tale resta.

Questo mese, fortunatamente, ha visto avanzare quello che avevamo auspicato subito, nel primo commento a caldo, e cioé una sorta di grande coalizione. Nessuno, per fare un esempio, avrebbe immaginato che la CIA e il KGB si sarebbero trovati a lavorare insieme, nessuno avrebbe pensato di udire da Bush che occorre la nascita di uno Stato Palestinese naturalmente con il contestuale riconoscimento del diritto di Israele ad esistere come Stato, nessuno avrebbe pensato che in questo coro ci fossero anche taluni Stati islamici.

La minaccia incombe ancora perché, come molti continuano a negare, quella che hanno avviato Bin Laden e la sua cupola é una guerra vera e propria, di tipo diverso, senza battaglie campali ma assimilabile ad un virus annidatosi in nodi vitali non di un individuo ma della società e pronti a muoversi alla loro ora X.

ANDARE A KABUL A MANIFESTARE PER LA PACE!

Coloro che oggi manifestano in Occidente, vogliano per cortesia spiegare cosa fare secondo loro, visto che quelli hanno intenzione di continuare, anche in casa nostra, e di non farsi certo commuovere dalle esortazioni.

E poi, per essere veramente credibili sulla genuinità e sulla profondità delle loro convinzioni, una loro delegazione - ripetiamo - vada a Kabul a manifestare (attenti però a non portare una Bibbia, o anche solo una croce attaccata alla collanina, perché rischierebbero di finire in carcere come gli otto che erano a Kabul per offrire il loro impegno agli afghani sofferenti!).

I radicali a suo tempo non si erano limitati a manifestare qui, dove é facile e non si corrono rischi ma erano andati anche sulla Piazza Rossa di Mosca o nella Yugoslavia in fiamme. Lo stesso Formigoni era andato da Saddam Hussein.

Però attenzione, c'é anche dell'altro. Per chi la pensa diversamente, per chi freme ancora di raccapriccio per quel che si é visto nelle Torri Gemelle e per quel che si é pensato della gente a bordo di quegli aerei e che ritiene si debbano fermare, a tutti i costi, questi nuovi Hitler, non basta lo sdegno individuale.

E' vero che i Partiti, come veicoli di formazione, sono spariti, é vero che per alcune Istituzioni che, colta la drammaticità del momento hanno reagito ve ne sono state molte altre disattente, é vero che parte degli intellettuali, un tempo attivissimi, latita, é vero che nei mass-media prevale di gran lunga la spettacolarizzazione rispetto alla riflessione, per cui tutto cospira a esaltare le iniziative delle minoranze rumorose visto il silenzio, in taluni casi l'ignavia, della maggioranza silenziosa.

Ma alla sera, davanti allo specchio, quando non si può barare, la coscienza approva questa inerzia?

***

PS In Italia ci sono molti seguaci dell'Islam.

E' bene, anzi é un dovere, ribellarsi contro gli eventuali imbecilli che, generalizzando, se la prendessero con questi ospiti del nostro Paese. Questo lasciamolo fare, finché per loro dura, ai talebani per i quali basta che uno abbia la Bibbia per farlo finire male.

Detto questo, per giustizia, ma anche per difesa legittima, é altrettanto doveroso che quei pochi ospiti che adorano Bin Laden manifestandolo, ne rispondano. In fin dei conti per la legge italiana l'apologia di reato (strage e resto in questo caso) é a sua volta un reato.

La libertà di opinione, amplissima in Italia, non può arrivare all'autolesionismo.

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