9 20 42 SESTA CONFERENZA MONDIALE SU: VIRUS: IL NEMICO INVISIBILE - INTERVISTA ESCLUSIVA AL PROF. IPPOLITO (x)

(Dalla Fondazione G. Cini, Venezia, 19- 21 settembre 2010)

Il Prof. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale delle malattie infettive Lazzaro Spallanzani (Roma) e membro emerito del GBD (Global Burden of Disease) che è intervenuto alla Sesta Conferenza mondiale su Viruses: the Invisible Enem, ha spiegato - in breve - che vi sono nuove e vecchie infezioni che minacciano la società che sfiorisce nel mondo occidentale, mentre la stima per i Paesi poveri è di 24 milioni di bambini che - attualmente - non sono vaccinati contro malattie che si possono prevenire, mentre - ahimé - i vaccini del 21.mo secolo sono un'assicurazione sulla salute per tutti, ma spesso - nei Paesi ricchi - rimangono inutilizzati nei centri vaccinali.

DOMANDE&RISPOSTE

Quali sono le difese da adottare nel 21.mo secolo contro i virus, le malattie infettive che tanto spaventano la gente?

Per consapevolezza, bisogna sapere che le malattie infettive esistono, che ogni giorno siamo immersi all'interno di microrganismi, siano essi batteri e virus. Contro di essi ci possiamo difendere adottando misure igieniche. La prima misura è lavarsi le mani. Lavarsi le mani è importante per ridurre di portare le cose alla bocca, ma anche di toccare le mucose. L'influenza e il virus respiratorio si trasmettono innanzitutto per contatto delle mani, attraverso starnuti che poi le toccano. L'igiene delle mani ci protegge da tutte quelle infezioni associate al cibo. Quindi, lavarsi le mani è il primo strumento di prevenzione.

Secondo, è avere consapevolezza di quello che succede nel mondo e molta gente pensa che il viaggio nei Paesi in via di sviluppo sia solo un piacere, mentre basta una piccola zanzara a rovinare la migliore vacanza: In questi casi sottoporsi alla profilassi, vaccinarsi, visitare il sito dell'Organizzazione mondiale della sanità per sapere se è necessario o no vaccinarsi., è necessario. Per esempio, la vaccinazione per la febbre gialla dura 10 anni, non trascurare quella per l'epatite, né per la malaria. Ma, soprattutto, vestirsi in maniera adeguata. Chi va in Africa deve vestirsi con colori chiari, deve indossare gli occhiali, coprire più che è possibile le superfici del corpo (naturalmente, parliamo di persone che provengono da Paesi occidentali o già altamente educati ai viaggi in altre parti del globo). E' anche ovvio,avere consapevolezza di un'igiene nei rapporti sessuali, scegliendo le persone e adottando le precauzioni adeguate.

Lei fa parte del GBD: cos'è?

Bulden è il carico, cioè quanto pesano le malattie.

Quanto pesano e servono le sue istruzioni a livello mondiale?

I GBD esistono dagli inizi degli anni '90. Questo organismo è stato istituito dalla Banca mondiale per stimare l'impatto delle malattie sullo sviluppo. E' partito dall'idea di fare soldi, invece è diventato un potente strumento per sapere quante malattie ci sono. Alla fine di quest'anno, il 30 novembre ci saranno i nuovi dati che ci diranno quanto pesano le malattie, essendo la prima causa al mondo di morte - Qualcuno potrà pensare che sia un problema che riguarda un Paese in via di sviluppo, invece c'è da riflettere , specie se ci confrontiamo sul fatto che il 20% dei tumori sono causati da virus.

Prof., è vero che su 10 malattie quattro sono infettive?

E' vero, tra le prime dieci malattie, quattro sono infettive. Dobbiamo ricordarci che le infezioni respiratorie sono la prima causa. Al suo interno abbiamo la tubercolosi che non tocca solo i Paesi in via di sviluppo, ma anche i nostri. La recrudescenza o la momentanea riduzione della tubercolosi è un problema che preme molto da vicino i Paesi occidentali perché essa sta sviluppando una resistenza ai prodotti farmaceutici.

Curiosamente, ho appreso dalle sue ricerche che 100 malattie sono causa di morte. Sviluppate in otto regioni per calcolare il GBD, divise a sua volta in 20 aree. Cosa significa?

Dobbiamo ricordarci che abbiamo un Nord e un Sud del mondo e che nelle regioni nord vi sono sacche di immigrati, di povertà, di animali che si avvicinano alle case degli uomini. Ciò può determinare il trasferimento di malattie infettive.

Allora, avere a che fare con certi animali è pericoloso?

La rabbia lambisce l'Italia e l'arrivo di animali affetti da tale malattia è un grosso rischio per gli umani..

Il mondo è diventato globale in tutti i sensi possibili: nel bene e nel male. Per quanto riguarda le malattie infettive, la gente non ha ancora coscienza quante sono e come possono trasmettersi. Cosa bisogna fare per aiutarla a capire che è ora di mettere qualche "paletto"?

La consapevolezza delle malattie si costruisce giorno per giorno, piano piano. Solo le grandi paure mettono sull'attenti. Purtroppo, la memoria breve, gli innamoramenti balneari finiscono con la festa di San Gennaro (il Prof. é campano).

Prof. , lei non ci ha ancora detto come si sviluppano le grandi epidemie…

Innanzitutto, per fronteggiarle, bisogna sviluppare le ricerche e la scienza, in modo tale che i rimedi siano a disposizione di tutti. Una ricerca fatta per pochi o per i soli ricchi, non vale molto. I Paesi ricchi non sono il futuro di questo mondo.

Prof., non possiamo chiudere così: deve darci un segno di speranza!

Bisogna pensare che il mondo globalizzato deve dividere benefici e responsabilità di quello che succede, pensando che ci sono i nostri vicini o le persone non tanto lontane da noi che magari muoiono per malattie facilmente estirpabili. Prendiamoci cura del nostro prossimo.

N.B.

Il prof. Ippolito è un'alta autorità in campo internazionale. L'ho intervistato prima che proponesse i suoi studi nella grande aula magna della Fondazione G. Cini, oggi pomeriggio. Mi ha risposto per "simpatia" (siamo campani tutti e due). E' un "regalo" bello e in anticipo su quello che apparirà sui giornali.

Maria de Falco Marotta & Enrico

Venezia 20.9.2010

Maria de Falco Marotta & Enrico
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