Pubblici Esercizi della provincia di Sondrio: NO, NO, NO

Ghisla: «Il nuovo decreto sul green pass: perché al ristorante ci si può contagiare e nelle aule parlamentari no?». Bar e ristoranti sono favorevoli alla campagna vaccinale ma non ci stanno a essere ancora nel mirino. Dalla pandemia si uscirà con il senso di responsabilità di ciascuno
e con gli adeguati controlli da parte delle forze deputate a questo compito

23 luglio 2021 – A pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo decreto appena approvato dal Governo ma ancora in attesa di pubblicazione, è durissima la presa di posizione dell’Associazione Pubblici Esercizi Fipe/Confcommercio della provincia di Sondrio, attiva all’interno dell’Unione del Commercio e del Turismo e presieduta da Piero Ghisla, in merito alle ulteriori restrizioni che il provvedimento prevede a carico in primis dei pubblici esercenti: in bar e ristoranti al chiuso, quindi, green pass obbligatorio in Italia da parte dei clienti a partire dal 6 agosto.

«Noi operatori – spiega il presidente Piero Ghisla – siamo totalmente a favore sia della campagna vaccinale, che riteniamo fondamentale per sconfiggere la pandemia, sia del rispetto delle regole anticontagio. Non possiamo tuttavia accettare che la nostra categoria, già colpita in quanto per oltre un anno ingiustamente considerata luogo di contagio, sia oggi strumentalizzata per invogliare le persone a vaccinarsi». Baristi e ristoratori non ne possono più, perché si sentono di nuovo presi di mira con ulteriori e insensate restrizioni. «Come pubblici esercizi ci sembra assurdo che si cerchi di incentivare la campagna vaccinale limitando la libertà di movimento nei bar e nei ristoranti, dove peraltro sono già in atto tutte le regole per il distanziamento e la sicurezza sanitaria a tutela sia dei clienti sia del personale». Inappellabile, dunque, il giudizio totalmente critico della categoria: «Questo ci fa pensare che si tratti di un provvedimento che, lungi dall’essere davvero teso alla salvaguardia e alla tutela della salute delle persone, viene scientemente spacciato per tale, sperando che abbia efficacia nell’incentivare la campagna vaccinale. Un tentativo davvero maldestro!», osserva Ghisla.

Il cuore della questione, certamente complessa e intricata, secondo i pubblici esercenti è decisamente un altro. «È comodo – rimarca Ghisla - prendersela sempre con la nostra categoria dandoci in pratica degli untori, ma sarebbe bello che i parlamentari, i politici, il personale sanitario che rifiuta il vaccino, fossero loro a dare per primi il buon esempio. Non ci pare, infatti, che nel Parlamento e nelle altre aule della politica sia previsto il green pass per entrare!».

Il presidente Ghisla sottolinea che la via maestra per uscire dalla pandemia è quella di «smettere di diffondere notizie contraddittorie sui vaccini instillando un clima di paura che di fatto frena la campagna vaccinale, fare leva sul senso civico e sulla responsabilità individuale di ciascuno nell’adottare comportamenti consoni alla tutela della salute propria e altrui, e sui controlli che devono essere fatti – conclude - da parte degli organi deputati a questo compito. Basta scaricare il barile sugli operatori, anche dando ai baristi e ai ristoratori questa responsabilità!».

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