IN PROVINCIA AL 31 AGOSTO 428 DENUNCE DI INFORTUNIO SUL LAVORO DA COVID -19 (3 morti)

Dai dati elaborati dall'INAIL Lombardia rileviamo che, in provincia di Sondrio e fino al 31 agosto u.s., sono pervenute 428 denunce di infortunio sul lavoro legate all'infezione da covid-19.  Oltre il 75% delle suddette denunce ha riguardato lavoratrici donne (328) e la fascia di età più colpita è stata quella dai 50 ai 64 anni con 219 denunce, ossia oltre il 50% delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno denunciato di aver contratto l'infezione in costanza di lavoro.  Il grosso delle denunce, oltre il 75% (320), è pervenuto entro il mese di maggio u.s. ed è cioé riferibile al periodo più critico della pandemia, mentre, una percentuale inferiore al 25% degli infortuni da covid (108) è stata denunciata nel periodo estivo tra giugno e agosto.  

Ma ciò che balza agli occhi dai dati infortunistici da covid-19 forniti dall'INAIL, è il numero degli esiti mortali per la nostra provincia.

Infatti, in provincia di Sondrio, 3 dei 428 infortuni denunciati ha avuto, purtroppo, esito mortale. Questo è un dato tragicamente rilevante se rapportato allo stesso dato di altre province lombarde che hanno un numero complessivo di lavoratrici e lavoratori nettamente superiore a quello della nostra provincia. Ad esempio, le province di Lecco, Lodi e Mantova registrano un dato di mortalità inferiore a quello della provincia di Sondrio, avendo ciascuna 2 casi di denunce con esito mortale e, al contempo, la nostra provincia si assesta sugli stessi numeri di mortalità registrati dalle province di Como e Varese (3 casi), territori questi ultimi che, però, hanno una popolazione lavoratrice di gran lunga superiore alla nostra.

Ricordiamo che le infezioni da covid-19, contratte in ambito lavorativo, sono considerate  a tutti gli effetti infortunio sul lavoro, e ciò in base alla previsione legislativa contenuta nel cd. “decreto Cura Italia” del marzo 2020 e ricordiamo, inoltre, che il cd. “decreto liquidità”, nel mese di aprile 2020, ha delineato le responsabilità del datore di lavoro che ometta di porre in essere le misure di contrasto e di contenimento dell'infezione, misure queste che devono essere previste da appositi protocolli aziendali.

Riteniamo che non sia da escludere che il numero degli infortuni denunciato in provincia di Sondrio dopo il mese di maggio, che è largamente inferiore rispetto a quello denunciato prima, sia dipeso, oltre che dall'effetto delle misure concordate e contenute nei protocolli nazionali sottoscritti dal sindacato assieme alle parti datoriali, anche e soprattutto, dal lavoro dei comitati previsti dai suddetti protocolli ed istituiti presso numerose aziende della nostra provincia. Detti comitati vedono la partecipazione delle rappresentanze sindacali, assieme alle componenti aziendali, per rendere effettiva, all'interno di ogni azienda, la tutela della salute dei lavoratori anche attraverso un'attenta vigilanza nei luoghi di lavoro sul rispetto delle misure previste per contrastare l'infezione pandemica in corso.    

                                                            Il Referente CISL Sondrio Sicurezza sul Lavoro
                                                                                   Michele Fedele

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