Replica NO ALLE ARMI e verifica confrontando con oggi
18 GIUGNO 2022 EDITORIALI - NO ALLE ARMI PER UNA TESTIMONIANZA PERSONALE DI GUERRA DAL FRONTE. La via ci sarebbe per la smettere questa carneficina e lo speco di risorse che colpisce i più fragili
L'ODIO PER LE ARMI. Salvo qualche accenno e qualche inciso, non avevamo dedicato alla guerra in corso particolare attenzione. Almeno sul pubblicato. Non sul pensato ed anche sullo scritto. Era infatti talmente mostruosa l’idea che si stessero testando gli strumenti di morte a un paio d’ore di volo da casa nostra che praticamente era roba da non crederci. Invece la guerra era una tragica realtà che mi aveva fatto e mi faceva rivivere cinque tristi e tragici anni rappresentabili in una tavolozza dai colori tenebrosi. Nell’immagine pubblicata una mia testimonianza diretta con lo scoppio a 10 metri da me con quella parete prima in associazione al muro che si vede a sinistra. Scelgo uno degli eventi, il bombardamento del 25 settembre alle cinque e mezza del mattino. Sei morti, 21 feriti in parte gravi, altri feriti ancora leggeri. E, in fotografia il mio coscritto salvatosi con due salti dalla sua camera al primo piano che si precipita verso di me non col pianto ma peggio, con vera e propria angoscia: “la mia mammaaaaa”. I primi soccorritori, la richiesta pressante di candele alle case vicine per vederci sotto le macerie, pianti, gente sotto shock. In questa situazione disumana, al coscritto di otto anni, una incredibile reazione “l’ho vista io Giorgio, sta bene”. Che la mamma se la sia poi cavata è vero ma non lo era la risposta, inventata ma tranquillizzante in quel momento. La sua finalmente ci è capitata di vederla un paio d'ore dopo, aiutata dai soccorritori, mentre usciva dalle macerie trovando sì un figlio, Giorgio appunto, non le altre tre figlie falciate dall’esplosione.
Ho approfondito. Se il pilota avesse sganciato le prime due bombe circa 15 centesimi di secondo prima non sarei qui a raccontarla e nemmeno i miei familiari che erano sull’altro lato degli edifici. Potrebbero inoltre averla raccontata nel corso della loro vita Giorgio e familiari. Se l’avesse fatto un decimo e mezzo di secondo dopo le vittime si sarebbero salvate e così i miei familiari, ma questo salvataggio avrebbe voluto dire la fine per noi.
Lungo la rotta dell’aereo assassino, non contenti di questa 'eroica' operazione contro civili, solo civili, una serie di altre bombe, di morti, di feriti. Comprensibile in chi ha vissuto queste esperienze L'ODIO PER LE ARMI con tutto quello che ne consegue.
L'ODIO PER LE ARMI. C’è ancora qualcuno che possa riportarci de visu là, in questo regno del male, con quegli strumenti che non fanno crescere ma sempre servono per distruggere? Sino a poco tempo fa c’era, originaria di Briotti, a Pontremoli con molti valtellinesi, uno addirittura capocantiere, che lavoravano per gli impianti della Falck. Ci fosse potrebbe essere lei a portare un’altra testimonianza, quella ad esempio delle 30 bombe sganciate una notte nella zona del cantiere con una sequela di esposioni. Primo esempio di BOMBE INTELLIGENTI, altro che quelle di cui vorrebbero farci apprezzare la precisione o la tragica efficenza. ! Le abbiamo così chiamate perché hanno veramente dimostrato una grande intelligenza, nessuna delle 30 avendo colpito case, altri edifici, capannoni o altre attrezzature del cantiere e persino avendo evitato guai ai poveri orticelli di guerra intorno alle case.
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L'ODIO PER LE ARMI ARMI AGLI UKRAINI, IL NOSTRO NO E IL PERCHE’ DEL NOSTRO NO
No a dare armi agli ukraini, e spiego perché
Non prendo in considerazione le ragioni in linea di diritto addotte,come vedesi in calce, dal Codacons per quanto possano avere un fondamento
Non prendo in considerazione le ragioni di chi è contrario perché ritiene che in questo modo si getta benzina nel fuoco della guerra
Non prendo in considerazione le ragioni di chi è contrario per una sua posizione assoluta della pace
Non prendo in considerazione le ragioni di chi è contrario per le conseguenze funeste facilmente prevedibili per l’economia mondiali, europee, italiane a scapito della gente comune
Non prendo in considerazione le ragioni di chi è contrario per scelta politica e/o partitica pur legittima
Non prenderò in considerazione le ragioni, ove e quali ve ne saranno, di ulteriori.
E allora?
1. Ci sono ragioni che vanno al di là di quelle indicate, finora mai arrivate alla superficie, di stampa, radio e TV, nei social, e non sono né soggettive, né discrezionali.
Ma, - e due -, allora? Aria di presunzione o persino di leggerezza nonostante la serietà del tema?
Evidentemente no proprio, appunto, per la serietà del tema ma anche grazie alla documentazione alla base di quella che chiameremo “testimonianza di guerra soprattutto dal cielo” da parte di un di un giovane ragazzo, “testimone di guerra”, che per la ruota del tempo ha pochissimi suoi simili in Italia, probabilmente nessuno in Valtellina. Le tragiche brutture della guerra tra le 18 del 10 giugno 1940 e il 29 aprile 1945 viste, annotate, seguite senza quel terribile assillo che si impadroniva degli adulti al suono della sirena o al ronzio degli aerei per non parlare degli scoppi. L’età preservava da quell’assillo, neppure all’arrivo di quel sibilo cui seguiva un silenzio che pur brevissimo pareva lunghissimo e poi lo scoppio che trasformava dolori, pianti, preghiere talora gigantesco sollievo in solidarietà per gli altri, per chi ne era rimasto vittima mentre noi, superstiti senza danni. avevamo a che fare con il gas dell'esplosione acre in gola. Il non essere emotivamente coinvolto, come invece inevitabilmente lo erano gli adulti, comportava e ha comportato una lettura ‘più serena degli eventi’, se così si può dire, e quindi più realistica, con una fedeltà di ricostruzione e di riferimento degli eventi stessi.
2. La premessa di cui sopra ha un valore fondamentale per l’attendibilità della testimonianza, non di un evento, o anche più d’uno, ma di un arco quasi quinquennale, lontano ma ancora nitidissimo nella memoria e del resto supportato da materiale documentale. I requisiti dell’esperienza complessiva su base quinquennale con una minaccia costante non solo dal cielo tendono però ad escludere (o per l’età o per casi tipo la bomba sotto la ferrovia a Sondrio o quella a a fianco del cimitero di Ponte) possibilità di simili “testimoni di guerra”.
3. Ho scritto per il sito di ANIOC “Diario di guerra, realistico, di un bambino”. Lo pubblicherò. Anticipo la sua conclusione: “L’auspicio che si colga l’essenza di quel che si è scritto, su questo terribile mostro che è la guerra d’offesa dovunque e comunque la si collochi”
4. Si condivida o meno il punto di arrivo nel mio pensiero è in quel NO ALLE ARMI detto da chi non ha ascoltato notizie, fatti, resoconti dagli altri ma, viv/i per miracolo, anzi per più miracoli, ha vissuto la guerra direttamente da quel giugno del 1940 alle fine dell’aprile del 1945. Cinque anni vissuti dovendo dire di aver avuto la fortuna(!) di cedere alla nera signora con la falce solo due persone della mia famiglia evitando per un fiat altri, tanti, lutti.
Quasi 5 anni me li hanno però portati via e dovrei dire grazie perché si sono accontentati di solo due funerali? No, no alla guerra, NO ALLE ARMI, ovunque.
5. NO ALLE ARMI, e l’Ukraina. Ukraina punto debole? Senza armi la lasciavamo o la lasciamo in mano ai russi? Ma non diamo i numeri per favore! Incidentalmente occorre pur osservare che non sono certo determinanti i contributi in munizionamenti italiani visto l’apporto USA, dei prossimi giorni e mesi, dell’oggi e anche di quello già arrivato agli ukraini. Il primo convoglio italico era stato di una serie di attrezzature antincendio. Bene. Si continui su questa linea, cominciando magari dalle attrezzature sanitarie indispensabili se è vero come è vero che gli ospedali sono finiti in macerie. E per quanto riguarda ci si muova sul terreno politico come diciamo più avanti, dopo i lunghi colpevoli sonni di questi due mesi
6. NO ALLE ARMI, e la politica. Politica punto debole, ovunque, in ogni sede. Eppure Putin aveva di fatto minacciato l’Occidente citando il suo arsenale nucleare. Se inizialmente l’ONU voleva considerare “conflitto locale” quello dell’Ukraina, dopo il richiamo al nucleare di Puttin, l’ONU non aveva come non ha oggi questa scusa. E non solo l’ONU perché bombe atomiche nei magazzini hanno anche inglesi, francesi ma soprattutto Cina, India, Pakistan, a parte Israele. L'Occidente con gli USA non ha capito, e deve capire, che i tempi sono cambiati, che a fronte di un miliardo di occidentali e yankees ce ne sono altri quasi sette, uno dei quali, potente e in viaggio per la leadership, richiama quel che tempo fa veniva chiamato il pericolo giallo.
USA permettendo, s’intende, ma qui…Qui l'ONU con la situazione al Consiglio di Sicurezza che lo avrebbe consentito e lo consentirebbe persino fregandosene del veto russo. Il modo ci sarebbe, questa sì mossa dieci volte più pesante mantenendo sanzioni e provvedimenti sinora. Sarebbe anche l'occasione per aggiornare la carta fondante di un'ONU oggi in pauroso declino
Alberto Frizziero
===Aggiornamento DEL 19 MAGGIO - DRAGHI IN PARLAMENTO SULLA LA POSIZIONE DELL'ITALIA E DELL'EUROPA E' STATO CHIARO: Occorre un cessate il fuoco e poi fare il possibile per avviare negoziati. Quello che sosteniamo da tempo (a.f.)
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IL NO DEL CODACONS
In Cronaca nazionale il 29 aprile 2022 il Codacons ha pubblicato la sua posizione "ARMI ALL'UCRAINA: DECRETI GOVERNO INCOSTITUZIONALI. CODACONS PREPARA RICORSO AL TAR LAZIO PER ILLEGITTIMITÀ:I decreti legge con cui l’Italia ha deciso di fornire armi all’Ucraina sono illegittimi perché violano gli articoli 11 e 78 della nostra Costituzione, e pertanto saranno impugnati dal Codacons al Tar del Lazio. Lo afferma l’associazione dei consumatori che, dopo il via libera al decreto firmato dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, insieme a Luigi Di Maio (Esteri) e Daniele Franco (Economia) sta preparando un ricorso al Tar volto a bloccare i provvedimenti del Governo. La fornitura di armi offensive all’Ucraina implica in qualche modo la partecipazione dell’Italia al conflitto bellico in atto, in piena violazione dell’art 78 della Costituzione che prevede che lo stato di guerra debba essere deliberato con legge formale del Parlamento – spiega il Codacons – Violato anche l’art. 11 Cost. in base al quale l’Italia ripudia la guerra anche come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Non solo. La segretezza imposta sul tipo di armi da destinare all’Ucraina impedisce di distinguere tra “armi di offesa” e “armi di difesa”, circostanza che porta alla violazione delle disposizioni che prevedono la delibera del Parlamento sulle operazioni di guerra da parte dello Stato Italiano.“Con tale ricorso il Codacons intende sollevare dinanzi al Tar questione di legittimità costituzionale di tutti gli atti emanati dal governo e relativi alla fornitura di armi all’Ucraina – afferma il presidente Carlo Rienzi – Provvedimenti adottati dall’esecutivo in pieno contrasto con la volontà degli italiani, considerato che tutti i sondaggi e le ricerche fino ad oggi pubblicate hanno registrato la netta contrarietà dei cittadini all’invio di armi all’estero”.
Codacons
Il 3 maggio Codacons annuncia di avere presentato il preannunciato ricorso.
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