3 30 ELEZIONI REGIONALI: FINALE CON BRIO. CON LAZIO E PIEMONTE ALL'ULTIMO GIRO IL CENTRO-DESTRA SPOPOLA, SORPRENDENDO UN PO'. LEGA AL TOP. CENTRO-SINISTRA IN DIFFICOLTA' ACUITA DA BEPPE GRILLO

Stiamo seguendo il finale, tipo ultimo giro su un circuito di Formula uno, di queste elezioni regionali. Un finale da cardiopalma visto che quando mancano gli scrutini di sole 149 sezioni piemontesi, rispetto al totale di 4835, Cota risulta in vantaggio sulla Presso di soli 12.970 voti (1.012.704 a 99.734) con Vespa e collaboratori che si chiedono come fare per prevedere la conclusione. Sarebbe semplice, avendo i numeri che loro hanno e noi no, ragion per cui non resta che aspettare quest'ultimo responso. Se il'on. Cota riesce ad amministrare questo esiguo vantaggio non c'è dubbio che il centro-destra abbia tutte le ragioni, più qualcuna ancora, per cantare vittoria. L'antagonista era il Governatore uscente, una donna, Mercedes Bresso, capace, preparata e stimata anche fuori dal suo schieramento politico. La sfida di Cota sembrava pertanto una mossa per galvanizzare l'ambiente, certo con la speranza di farcela ma anche. Realisticamente, con la prospettiva di non vincere. A questo portava anche l'astensionismo che era nell'aria oltre alle polemiche furibonde in campagna elettorale per la questione liste.

Attendiamo ma intanto vediamo il resto. Lombardia e Veneto erano scontate, anche se i numeri sono stati particolarmente significativi. Per la Campania c'era qualche dubbio per la personalità del candidato del centro-sinistra, il Sindaco di Salerno, noto e apprezzato a livello nazionale ma ragionevoli possibilità. Sembrava più facile la situazione in Calabria dove giocava per il centro-destra la popolarità del Sindaco di Reggio Calabria Scopelliti e lo è stata, anche con un imprevisto grande margine sul Governatore di lungo corso, l'uscente Lovero. Nelle altre regioni…

Ci interrompiamo. Mancano ora 34 sezioni e la differenza è di circa mezzo punto, incolmabile. Arriva per l'intervista di Porta a Porta, ore una e 44, la Presidente Bresso che ammette la vittoria di Cota precisando che non ci sono stati voti in più per il centro-destra ma voti in meno per il centro-sinistra penalizzato e dall'astensionismo e dal candidato di Grillo (che si è 'pappato' il 4%, precisiamo). Anticipa che, come in casi di differenze minime, verrà richiesto il riconteggio delle schede con riferimento al voto disgiunto. Molto serena mentre, su altro canale, sprizza felicità da tutti i pori la Polverini, vincitrice, nonostante tutto, a Roma sulla Bonino che un po' tutti, anche molti dei suoi, davano per soccombemte a Roma dopo loa mancata presentazione della lista del PdL. Nell'empireo dei vincitori ci sta Vendola. Vero che il centro-destra dividendosi gli ha reso la vita più facile, ma vero anche che nessun altro al suo posto ci l'avrebbe fatta in quanto ha giocato molto il suo prestigio personale nonché il fatto che nell'inchiesta penale dei magistrati di Bari - fra i quali anche l'ex pretore di Tirano Scelsi - che ha colpito la sua Giunta lui non è stato neppure sfiorato pur essendo il Presidente in carica. E sì che il PD avrebbe voluto candidare un altro al suo posto, si dice anche con l'autorevole appoggio di D'Alema, spiazzato dal fatto che Vendola ciogò, vinvendo alla grande, la carte delle primarie. Si potrebbe quasi dire ordinaria amministrazione per le sette Regioni, delle 13 che aveva, che il centro-sinistra è riuscito a tenere. Non è così. C'è un PD in seria difficoltà. Basti pensare, per fare un esempio che sintetizza la situazione, che a Bologna fra Dipietristi e Grillini ci sarà in Consiglio Regionale un bel drappello di consiglieri visto che insieme hanno ottenuto circa il 15%. E la dice lunga il fatto che Errani abbia vinto con un risicato 51% nella regione 'rossa' per eccellenza. Dopo otto segretari che si sono succeduti alla guida del PD e Partiti precedenti nel tempo che restavano al loro posto i leaders concorrenti, Berlusconi, Fini, Bossi, in parte anche Casini, toccherebbe ora a Bersani. Resterà al suo posto per forza di cose ma dimezzato. Ma di queste cose e del centro-destra e i problemi di crescita, valutate le ragioni naturalmente, ci sarà occasione di parlarne.

Ultima contabilità: è di 10.684 voti il divario a favore di Cota quando mancano gli scrutini di 12 sezioni per arrivare alla chiusura di questa lunga giornata. Matematicamente impossibile il sorpasso. Andiamo a dormire.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Speciali