Il turismo estivo 2013, anno di possibile fine della crisi.

Dichiarazione del Presidente Cescat e Istituto Europa Asia IEA, Achille Colombo Clerici

Il Cescat-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia e Istituto Europa Asia aveva revisto che nel prossimo week-end del 26-27-28 luglio si mettessero in viaggio per le località turistiche 8-9 milioni di italiani (5-5,5 milioni per uno-due giorni, 3-3,5 milioni per le vacanze vere e proprie).
Non grandi problemi sulle autostrade: l'unico bollino nero è previsto il 3 agosto.
In partenza da Roma 600-650.000, da Milano 350-400.000, da Torino 200-250.000, da Genova 120-140.000, da Bologna 110-130.000.
Per la prima volta Cescat e IEA indicano una forbice; in quanto i dati di fonte propria e di altre fonti sui quali sono state fatte le elaborazioni presentano forti elementi di aleatorietà.
Comunque, per il turismo estivo 2013 valgono due importanti considerazioni: il calo che da cinque anni inanellava consistenti segni negativi rispetto all'anno precedente (nel 2012 -6% di arrivi e -7% di presenze rispetto al 2011) sembra arrestarsi; e il turismo straniero è in lieve aumento anche se l'Italia continua a perdere quote di mercato.
Mantiene comunque la quinta posizione nel mondo.
Sono in totale 32-33 milioni (22 milioni in agosto) i turisti estivi italiani 2013, una cifra che non si discosta da quella del 2012.
Alle vacanze si rinuncia solo in casi estremi, si riducono semmai durata, distanze dal luogo di residenza e si tagliano i divertimenti.
Le vacanze dureranno: da 1 a 7 giorni per il 63%; da 8 a 14 per il 34%; da 15 a 21 per il 3%; da 22 ed oltre 1%.
Spenderanno mediamente quasi 600 euro pro-capite.
Le mete. Il 64% sceglierà il mare, il 13% la montagna, l' 11% i laghi e il 5,5% le città d'arte. Il restante 6,5% si divide tra crociere, fitness, ecc.
La classifica delle mete. La Toscana conquista la testa della classifica (11% delle preferenze) seguita da Emilia Romagna e Liguria (10%).
Dove si alloggia. Alloggi privati 42%, albergo 36%; case di proprietà 13%; altro (agriturismo, spa/terme/centri benessere, campeggio) 9%.
Stranieri. Le città italiane vengono viste, all'estero, come il miglior connubio al mondo di valori paesistici,di storia, arte e buona cucina.
Il Belpaese viene indicato quale prima meta da parte dei turisti stranieri anche se, per motivi vari, scende al quinto posto dopo Francia, Usa, Spagna e Cina nelle presenze effettive.
La presenza dei turisti stranieri è in lieve aumento: principalmente tedeschi (saldamente al primo posto con oltre il 30% del totale), francesi, britannici, spagnoli.
Anche se, in assoluto, si tratta di piccole cifre, si registra un consistente incremento percentuale di russi, cinesi e indiani.
Potrebbero essere maggiore se venissero concessi più visti, (pare che soltanto la metà della richiesta venga soddisfatta).
Una curiosità. La Cina è diventata, il primo Paese per spesa turistica, oltre 100 mld di dollari (totale del business del turismo mondiale nel 2012, quasi 1.100 mld di dollari).
Ancora un dato: nel 2012 i turisti italiani e stranieri hanno speso direttamente in Italia oltre 72 mld di euro, pari al 4,5% del pil che sale ad oltre il 10% con l'indotto.
Secondo Cescat e IEA, pure il prossimo week-end conferma alcune tendenze in atto da tempo:

- la dilatazione del periodo di vacanze estive che va da metà giugno a fine settembre.

Oggi, a fine luglio, 12 milioni hanno effettuato un periodo importante di ferie;
- la suddivisione delle vacanze in più periodi (2 milioni fanno gite frequenti di 2-4 giorni);
- la permanenza nelle grandi città, perché più vivibili, proprio nel mese di agosto;
- l'utilizzo, per scegliere le proprie mete, di internet (circa il 60%);
- la riduzione della durata media della vacanza (da 10 a 8 giorni).

Commenta Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia-Cescat e di IEA: “Quello del turismo è l'unico settore che può progredire anche in tempi di crisi economica, nei quali la produttività stenta a crescere; ciò in quanto il suo sviluppo non è in alcun modo legato ai limiti di capacità di assorbimento da parte del mercato, come avviene per l'acquisto dei beni durevoli, poiché risponde alla insopprimibile naturale tendenza dell'umanità ad un continuo miglioramento ed accrescimento culturale e di benessere.
Sicché il turismo sta dimostrando di rappresentare, in questa congiuntura economica, la via di uscita per controbilanciare la stasi di altri settori.
Purtroppo, nel nostro Paese assistiamo ad un insufficiente utilizzo delle potenzialità di questo comparto economico.
Scontiamo l'incapacità in sede locale e nazionale di ridurre a sistema il ricchissimo asset del patrimonio turistico, nonché gli effetti di una miope politica centrale di promozione nell'ambito internazionale.
Se l'Italia vuole mantenere e migliorare la propria posizione internazionale in campo turistico, scesa dal primo posto del 1970 all'attuale quinto posto nella classifica mondiale, occorre un deciso cambiamento di strategia, a cominciare da incentivi pubblici, come hanno già fatto i governi di Francia, Spagna, Grecia, Croazia e di altri Paesi.
Seguono l'integrazione della politica per il turismo con quelle dei trasporti, dei beni culturali e dell'ambiente: nonché un coordinamento unico che superi la frammentazione di competenze tra Regioni e la miriade di strutture di promozione locale”.

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