Gli alberghi da ampliare nelle Eolie, commento controcorrente



Niente cementificazione selvaggia alle Eolie, "si è
concretizzata la decisione del governo regionale di revocare la
norma di deroga". Lo ha annunciato il sottosegretario per i Beni
e le Attività Culturali, Nicola Bono al termine dell'incontro
con il ministro Giuliano Urbani, il Viceministro per l'economia,
Gianfranco Micciché e l'assessore alla Regione Sicilia,
Alessandro Pagano per bloccare la deroga al piano paesaggistico
delle Eolie.


Per salvare dai rischi di cementificazione selvaggia delle
splendide isole siciliane si erano mobilitati in tanti, dalle
associazioni ambientaliste alla stampa internazionale: "Questa
e' la cosa su cui noi - ha sottolineato Bono - ci siamo
personalmente impegnati. Il principio della deroga al piano
paesistico poteva essere l'elemento di vulnerabilità di
iscrizione delle Eolie nella lista del patrimonio mondiale".


"Il fatto stesso - ha concluso Bono - che esista una norma che
autorizza la deroga del piano paesistico può determinare il
rischio di una procedura di infrazione. Noi abbiamo ottenuto il
risultato che volevamo, la revoca della norma". L'assessore
siciliano ai Beni Culturali e all'Ambiente e Territorio, Pagano,
dopo aver ribadito "che non c'era nessuna volontà di
cementificare, men che meno una perla come quella delle isole
Eolie", ha sottolineato che "questa norma così com'era verrà
cancellata".

"La giunta regionale, che si era espressa contro la norma
approvata dal Parlamento siciliano, si é impegnata a proporre
l'abrogazione della legge che quindi non entrerà in vigore", ha
detto il ministro per i beni e le attività culturali, Giuliano
Urbani.

"L'incontro di oggi - ha sottolineato Urbani - con la Regione
siciliana e' stato estremamente positivo. Ho potuto constatare
dall'assessore Pagano che non vi era alcuna volontà di alterare
l'equilibrio ambientale delle isole Eolie" e ha concluso: "la
collaborazione fra Governo nazionale e Regione Siciliana in
materia di beni culturali sarà rafforzato con la costituzione
di un apposito comitato tecnico"

Il senso della misura.

260 posti letto fra Vulcano e Lipari in ampliamento di alberghi
esistenti, anche per strutture termali e un campeggio.

Scandalo nazionale.

Posto che l’impatto architettonico-paesaggistico deve essere
adeguato nel mentre sarebbe ammessa una rivoluzione se qualcuno
si fosse messo in mente di fare una serie di ville o di
condomini, dissentiamo rispetto al can-can che è venuto fuori,
promosso dai locali appartenenti a Legambiente.

Siamo stati in qualche isola. Abbiamo visto come vivono gli
isolani. Abbiamo sentito da molti di loro gli anni e anni
passati via, molti all’estero, per la mancanza di possibilità in
loco.

Certo c’è, come diceva la suffragetta di Legambiente in TV,
l’interesse degli imprenditori, ma guardacaso esso può anche
coincidere con un interesse più generale.

Alti lai comunque e trasversali di fronte al rischio che per
questi ampliamenti di alberghi Vulcano e Lipari perdano la
qualifica di patrimonio dell’umanità. Una fesseria, che molti
hanno preso per reale.

In ogni caso fossimo nei panni delle Autorità locali diremmo una
cosa molto semplice: queste isole sono un patrimonio
dell’umanità? Bene, se per questo dobbiamo rinunciare ai 260
posti letto e al camping, e quindi a tot posti di lavoro chi
oggi si straccia le vesti trovi il sistema di darci, qui e non
distanti da casa, quel numero di posti di lavoro che possano
tenere dove sono nati altrettanti giovani.

Nessuno vuole ecomostri, grandi ed anche piccoli. Ma c’è modo di
conciliare le diverse esigenze nel modo migliore, evitando che
quegli albergatori i soldi che avevano destinato all’ampliamento
in loco vadano ad investirli altrove creando posti di lavoro
altrove.

Done? Molto lontano dalle isole, che già per essere in mezzo al
mare sono più lontane ancora e, in genere, non consentono ad un
lavoratore di fare il pendolare ma l’obbligano a fare
l’emigrante.
GdS

 

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