ANNO INTERNAZIONALE DELLE MONTAGNE
 
 QUELL'8 AGOSTO 1786...
 L’8 agosto 1786 il Monte Bianco (già Mont Maudit – “monte 
 maledetto” – nome in linea con il sentimento di paura che da 
 sempre le montagne incutevano alle popolazioni locali) venne 
 scalato per la prima volta dal dott. Michael-Gabriel Paccard e 
 dal portatore Jacques Balmat. A questa data si fa risalire la 
 nascita dell’alpinismo. Horace Benedict de Saussurre, professore 
 di filosofia e scienze naturali di Ginevra, aveva messo in palio 
 un premio per chi avesse trovato la via per raggiungere la 
 vetta, in quanto era sua intenzione scalare la montagna per 
 compiere alcune osservazioni scientifiche.
 In effetti ai suoi albori l’alpinismo fu dettato da ragioni 
 scientifiche, non certo ludiche come ora, ma vi era anche un 
 forte desiderio di esplorazione. Questa prerogativa era 
 soprattutto degli alpinisti inglesi, mossi dal desiderio di 
 scoprire le valli e le vette incontaminate, che operarono un po’ 
 in tutte le Alpi, anche da noi, lasciando numerose tracce del 
 loro passaggio con alcuni toponimi (ad es.: Punta Kennedy).
 Questi primi alpinisti sentirono il desiderio di costituire 
 un’associazione degli appassionati di montagna per scambiarsi le 
 esperienze e per trasmetterle ad altri.
 1857: NASCE L'ALPINE CLUB DI LONDRA
 Nacque così nel 1857 l’Alpine Club di Londra ad opera dei cugini 
 Mathews, William e John, e di Kennedy. Primo presidente fu John 
 Ball. Lo scopo era quello di divulgare la conoscenza e 
 l’esplorazione della montagna.
 Nel 1862 nasce l’Oesterreichischer Alpen-Verein (Austria)
 Nel 1863 nasce lo Schweizer Alpen-Club (Svizzera)
 Nell’estate del 1863, dopo un’ascensione al Monviso per motivi 
 scientifici, Quintino Sella, Ministro delle Finanze del neonato 
 Regno d’Italia, in una famosa lettera a Bartolomeo Gastaldi, 
 auspica la fondazione di un Club Alpino anche in Italia.
 1863: NASCE IL CLUB ALPINO ITALIANO
 Il suo appello fu subito accolto ed il 23/10/1863 in una sala 
 del Castello del Valentino nasce il C L U B   A L P I 
 N O   I T A L I A N O
 Lo Statuto era estremamente snello e voglio ricordare alcuni dei 
 17 articoli che lo componevano:
 Art. 1: “E’ istituita in Torino una Società sotto il titolo di 
 Club Alpino”
 Art. 2: “Il Club Alpino ha per iscopo di far conoscere le 
 montagne, più precisamente le Italiane, e di agevolarvi le 
 escursioni, le salite e le esplorazioni scientifiche”
 Art. 17: “Due volte all’anno vi sarà un pranzo sociale. Il 
 giorno ne verrà fissato dalla Direzione. Questi pranzi avranno 
 possibilmente luogo in giugno ed in dicembre. La spesa del 
 pranzo non potrà sorpassare dieci lire a testa. Ogni Socio avrà 
 diritto d’introdurre tali pranzi ed a sue spese una persona. Il 
 giorno fissato pel pranzo sociale dovrà essere notificato ad 
 ogni Socio per cura della Direzione almeno quindici giorni 
 prima. I Soci che vorranno intervenirvi ne dovranno dare avviso 
 cinque giorni almeno prima del dì fissato, indicando inoltre se 
 hanno intenzione di condurvi un amico”.
 Si vede che anche allora si riteneva che le “conviviali” fossero 
 un importante momento di aggregazione.
 In Italia nascono i primi Club Figliali (le attuali Sezioni) del 
 CAI: Aosta, Varallo, Agordo, Firenze, ecc.
 1872: NASCE IL "CLUB FIGLIALE VALTELLINESE"
 Nell’agosto del 1872 a Sondrio, ad opera del N.H. sen. Luigi 
 Torelli e di altri nobili e notabili della provincia di Sondrio, 
 nasce il “Club Figliale Valtellinese” con valenza provinciale.
 E’ il 10° Club Figliale d’Italia, il 1° della Lombardia
 I soci fondatori furono, oltre al Torelli:
 - il cav. on. Romualdo Bonfadini di Albosaggia
 - il N.H. sen. Enrico Guicciardi di Ponte
 - Rodolfo Planta della val Poschiavo
 - il N.H. Giovanni Visconti Venosta di Tirano
 - il N.H. Alberto Pestalozza, Sindaco di Chiavenna
 - l’avv. Ercole Valenti di Morbegno
 - l’avv. Cesare Paribelli di Sondrio
 Dalle stesse località d’origine dei soci fondatori si può notare 
 l’intenzione di creare un Club che avesse una portata 
 provinciale.
 1873: PRIMO CONGRESSO DEGLI ALPINISTI A BORMIO
 Le prime iniziative del Club Figliale furono:
 • l’organizzazione del 6° Congresso degli Alpinisti a Bormio nel 
 1873
 • la creazione della Guida alla Valtellina ad opera del 
 segretario Fabio Besta, che realizzò così la prima guida 
 turistica della Provincia di Sondrio, uscita nel 1873, della 
 quale la nostra Sezione, alcuni anni fa, ha curato una ristampa 
 anastatica
 Il nostro Club Figliale, che nel tempo diventa Sezione 
 Valtellinese del CAI, inizia la sua attività, con gli alti e 
 bassi di una qualsiasi associazione:
 • i primi sforzi furono indirizzati alla creazione di rifugi, 
 tra i quali spicca il Rifugio Scerscen (costruito nel 1880), 
 divenuto poi Marinelli ed ora Marinelli-Bombardieri, e che si è 
 sempre più ampliato sino a raggiungere la configurazione 
 attuale, capace di ospitare fino a 250 persone
 • anche in Valtellina l’alpinismo era, agli inizi, prerogativa 
 dei nobili e delle classi sociali più agiate 
 La nostra Sezione segue le sorti nazionali e lo sviluppo del 
 Club Alpino Italiano.
 Nell’era fascista, per il divieto di utilizzo delle parole 
 straniere, modifica il suo nome in Centro Alpinistico Italiano
 Il CAI ottiene il riconoscimento di ente pubblico con L. 246/31, 
 confermato nel dopo guerra con la L. 91/63
 2001: LA NUOVA FISIONOMIA DEL CAI
 Seguono ulteriori sviluppi con varie modifiche statutarie fino 
 alle ultime approvate nelle assemblee straordinarie di Verona 
 dell’8/10/2000 e 14/1/2001, in attuazione del D.Lgs. 419/99, 
 modifiche che perseguono due finalità:
 • semplificazione burocratica con eliminazione dei Consiglieri 
 Centrali di nomina ministeriale
 • adeguamento alle nuove esigenze dell’alpinismo 
 Il CAI assume così una sua specifica struttura, assai 
 articolata, con tre sezioni nazionali:
 • C.A.A.I. – Club Alpino Accademico Italiano
 • CNSAS – Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico
 • A.G.A.I. – Associazione Guide Alpine Italiane
 ed un’organizzazione periferica di Sezioni, tra le quali la più 
 numerosa è la S.A.T. – Società Alpinisti Tridentini - (circa 
 20.000 iscritti – la nostra Sezione ne conta circa 1.500)
 L'ATTUALE ORGANIZZAZIONE
 La complessa organizzazione del Club, alla luce delle ultime 
 modifiche, risulta la seguente:
 Il Presidente Generale: Gabriele Bianchi
 Il Comitato di Presidenza: composto, oltre che dal Presidente, 
 dai tre Vice Presidenti Generali e da due componenti scelti tra 
 soci che si siano distinti per l’attività prestata a favore 
 dell’associazione e per la loro competenza professionale, che 
 sono andati a sostituire il Segretario Generale ed il Vice 
 Segretario Generale. Nella prima scelta, operata dopo le 
 modifiche di Verona, a questo ruolo è stato chiamato il 
 nostro socio Stefano Tirinzoni. Il Comitato di Presidenza è 
 l’organo esecutivo del CAI, coadiuvato dal Direttore Generale.
 Il Consiglio Centrale, organo di indirizzo 
 politico-amministrativo e di controllo, è composto da 19 persone 
 elette dai vari Convegni in rapporto proporzionale al numero 
 degli iscritti; la nostra Sezione è rappresentata dal socio 
 Enrico Pelucchi.
 Gli Organi Tecnici Centrali si interessano di particolari 
 settori del CAI (Scuole di Alpinismo e Sci-Alpinismo, Alpinismo 
 Giovanile, Tutela Ambiente Montano, Cinematografia, Medicina di 
 montagna, Speleologia, Valanghe, ecc.)
 I Convegni raggruppano le sezioni a livello regionale (solo in 
 Lombardia e Trentino Alto Adige) o interregionale (LPV – Ligure 
 Piemontese Valdostano -, VFG – Veneto Friulano Giuliano -, TER – 
 Tosco Emiliano Romagnolo -, CMI – Centro Meridionale Insulare 
 -), con gli organi tecnici periferici
 Le Delegazioni e le Sezioni.
 Alla data del 31/10/2001 il CAI contava 476 Sezioni e 307.435 
 soci (seconda associazione, per numero, in Italia, dopo il 
 Touring Club Italiano)
IL CAI 
 IN PROVINCIA
 Attualmente nella Provincia di Sondrio ci sono
 • 11 Sezioni: Sondrio (Valtellinese), che conserva, in via 
 eccezionale, il nome storico, al pari delle Sezioni XXX Ottobre 
 di Trieste, Sem di Milano, Uget di Torino e poche altre, 
 Madesimo, Chiavenna, Novate Mezzola, Morbegno, Valmalenco, 
 Aprica, Livigno, Bormio, Valfurva, Sondalo
 • 2 Sottosezioni (della Valtellinese): Ponte, Tirano
 FINALITA' E DIBATTITO IN CORSO
 Abbiamo visto qual’era lo scopo fissato dai fondatori del CAI, 
 quello attuale è indicato dall’
 Art. 1 dello Statuto: “Il Club Alpino Italiano … ha per iscopo 
 l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo 
 studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la 
 difesa del loro ambiente naturale”
 Da un po’ di tempo è in corso un dibattito all’interno 
 dell’associazione per pervenire ad una modifica di tale norma, 
 per rendere le finalità del CAI più aderenti all’attuale 
 situazione e per affermare soprattutto il primato della 
 conoscenza rispetto a quello dell’alpinismo nell’accezione 
 (forza, coraggio, vigoria ecc.) che risentiva un po’ troppo 
 della filosofia dell’epoca in cui era stato formulato. E’ un po’ 
 il desiderio di tornare ai principi ispiratori dello Statuto 
 voluto dai padri fondatori. La proposta del CAI Centrale è di 
 fissare la finalità della Associazione nella “diffusione della 
 conoscenza della montagna attraverso lo studio e la tutela del 
 suo ambiente per una consapevole promozione dell’alpinismo in 
 ogni sua manifestazione”
 Vi sono anche altre proposte che pongono maggiormente l’accento 
 sulla tutela dell’ambiente e che vorrebbero sostituire la parola 
 “alpinismo” con “frequentazione della montagna”.
 Il dibattito è ancora aperto. La proposta di modifica, che 
 doveva essere discussa nel corso dell’Assemblea Straordinaria di 
 Verona, è stata ritirata e non verrà portata neppure 
 all’Assemblea del 2002 di Bormio. Se ne riparlerà, forse, l’anno 
 prossimo, dopo che tutte le Sezioni, tutti i Convegni, avranno 
 avuto la possibilità di discutere a fondo del problema, al fine 
 di fissare in modo condiviso le finalità del Club Alpino nel 
 terzo millennio.
L'ATTIVITA' 
 DEL CAI VALTELLINESE
 L’attività della nostra Sezione è estremamente diversificata e 
 spazia un po’ in tutti i settori attinenti la montagna:
 • Scuole di alpinismo e di sci alpinismo, con corsi base e corsi 
 avanzati che vengono svolti annualmente
 • Corsi di arrampicata su roccia e su ghiaccio
 • Particolare attenzione viene prestata all’Alpinismo giovanile, 
 per avvicinare i giovani alla montagna e per abituarli al 
 rispetto della natura
 • Vengono organizzate diverse gite escursionistiche ed 
 alpinistiche
 • Ci si preoccupa anche della gestione e manutenzione dei rifugi 
 e bivacchi. La nostra Sezione è proprietaria (o concessionaria) 
 di
 - 9 rifugi: Marco e Rosa De Marchi (vecchia e nuova) alla 
 Forcola di Cresta Guzza, Marinelli-Bombardieri, Mambretti in 
 alta Val Caronno, Cederna-Maffina in Val Fontana, 
 Gugiatti-Sertorelli all’Alpe Mara, De Dosso al Painale, Caprari 
 al Publino, Donati in Val d’Arigna
 - 4 bivacchi: Parravicini sul ghiacciaio di Scerscen Superiore, 
 Pansera ai Sassi Rossi, Colombo sul ghiacciaio di Scerscen 
 inferiore, Corti in alta Val d’Arigna
 • Importante è anche l’attività editoriale: l’Annuario, che 
 ripercorre le attività sezionali dell’anno e che contiene 
 un’ampia parte dedicata alla cultura alpina, la pubblicazione di 
 opuscoli sui nostri Rifugi e di libri dedicati alla montagna ed 
 alla sua storia
 • Intensa è poi l’attività culturale: La Sfinge Alpina 
 (appuntamento annuale con incontri con alpinisti, interventi su 
 temi legati alla montagna, ecc.), Convegni, Mostre fotografiche, 
 Mostre di Pittura. La nostra Sezione è dotata di una biblioteca 
 (con oltre 700 volumi) e di una cineteca (filmati e cassette 
 VHS)
 All’interno della Sezione operano anche “gruppi” che si 
 interessano di settori particolari. Fra questi ricordo:
 • Lo Sci Cai, che si 
 interessa di sci di fondo, trekking, sci di discesa, anche 
 agonistico: l’attuale Presidente è Flaminio Benetti
 • Il Coro Cai Maschile, 
 presieduto da Piero Camanni, fu fondato più di 35 anni fa ed ha 
 raggiunto fama nazionale ed internazionale. Il suo mitico 
 Maestro Mauro Siro è purtroppo deceduto l’anno scorso. Prima di 
 morire aveva però scelto il suo successore, il giovane Michele 
 Franzina, e la scelta, come tutte quelle del grande Siro, è 
 stata azzeccatissima, in quanto il nuovo direttore si sta 
 dimostrando all’altezza della situazione
 • Il Coro Cai Femminile, 
 presieduto da Enrico Pelucchi e Diretto dal Maestro Paolo Zoia
 • Vi è un gruppo che si occupa di 
 Speleologia, con discese nelle viscere della terra
 • All’interno della Sezione operano anche gli addetti al
Soccorso Alpino, che 
 svolgono l’attività sia nelle forme tradizionali, sia nelle 
 forme moderne, come supporto ai medici ed agli altri tecnici nel 
 recupero degli incidentati con l’elicottero
 • Un gruppo si occupa della 
 Sentieristica, provvedendo alla pulizia, manutenzione 
 e segnaletica dei sentieri, con i colori propri del CAI (bianco 
 e rosso)
 • Vi è anche un’attiva Commissione di 
 Tutela Ambiente MontanA, che si occupa delle 
 problematiche legate all’ambiente, per la protezione della 
 natura e delle sue bellezze naturali
 • Un ultimo accenno alle “Competizioni” che fino a poco tempo fa 
 facevano parte della nostra attività: mi riferisco al Rallye 
 Internazionale del Bernina, che ha conosciuto vasta fama e 
 notorietà. Nel corso della gara si costruivano anche gli igloo, 
 dove i concorrenti dovevano passare la notte. Ad un certo punto 
 la Sezione si è posta la domanda se tale iniziativa era 
 compatibile con le finalità del Club e poiché la risposta fu 
 negativa, non rientrando l’agonismo nello spirito del CAI, la 
 manifestazione è stata accantonata.
SOLDI
 Il grosso problema dell’attività della Sezione è il 
 finanziamento.
 ENTRATE
 Tesseramento 60.936.500 
 Enti Pubblici 35.650.000 
 Enti privati 3.100.000 
 Rifugi 37.495.900 
 Finanziari 1.782.204 
 Rimb. Ass.ni Gite 555.000 
 Vendita libri 615.000 
 Alpinismo giovanile 3.000.000 
 Altre 8.501.232 
 TOTALE 151.635.832 
 USCITE
 A Sede Centrale 57.461.262 
 Rifugi 52.916.583 
 Attività culturali 27.195.424 
 Spese generali 12.988.760 
 Fiscali e finanziari 8.299.659 
 Varie 10.687.340 
 TOTALE 169.558.028 
 Come si può vedere le risorse della Sezione sono assolutamente 
 insufficienti per far fronte a tutte le iniziative. Le entrate 
 dal tesseramento servono a mala pena per pagare le quote di 
 spettanza del CAI Centrale (comprese assicurazioni, acquisto di 
 materiale vario, ecc.).
 Le somme percepite dalla gestione dei rifugi non coprono le 
 ingenti spese di manutenzione che debbono essere sopportate.
 Fortunatamente abbiamo aiuti dalla Fondazione Bombardieri 
 (lascito di Luigi Bombardieri) e da Enti Pubblici e Privati 
 (soprattutto Banche locali), che ci consentono di svolgere 
 un’attività dignitosa.
TRE 
 AMBIZIOSI OBIETTIVI PER IL 2002
 Il 2002 è stato proclamato dall’ONU “Anno Internazionale delle 
 Montagne”
 Per questo anno “particolare” la nostra Sezione si è posta tre 
 ambiziosi obiettivi:
 • La realizzazione del Museo della 
 Montagna in collaborazione con Bim, Provincia, Comune 
 di Sondrio, Parco delle Orobie, da allestire nel prestigioso 
 palazzo del BIM a Sondrio
 • La ristrutturazione del Rifugio Marco 
 e Rosa
 • L’organizzazione dell’Assemblea dei 
 Delegati del CAI che si terrà a Bormio l’11 ed il 12 
 maggio, alla quale abbiamo voluto affiancare una
 “Settimana delle Montagne” dal 4 al 
 12 maggio con una infinità di iniziative (gite sci-alpinistiche, 
 escursioni, visite guidate, mostre fotografiche e di pittura, 
 spettacoli, serate con alpinisti, serate per i giovani, incontri 
 con le scuole, proiezione di filmati, convegni ecc.). Tale 
 grossa ed ambiziosa manifestazione viene organizzata in 
 collaborazione con tutte le Sezioni e Sottosezioni della 
 Provincia di Sondrio.
ANNO 
 DELLE MONTAGNE, LA GENESI
 Gli antefatti “storici” che stanno alla base dell’Anno 
 Internazionale delle Montagne sono i seguenti.
 Il “Vertice della Terra” di Rio de Janeiro del 1992, l’ormai 
 storica “Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo”, aveva 
 rappresentato un’importante svolta per la presa di coscienza 
 dell’importanza delle aree montane.
 In quell’occasione i rappresentanti di 181 paesi membri delle 
 Nazioni Unite firmarono un documento, l’Agenda 21, che propone 
 le strategie di intervento per la protezione dell’ambiente e lo 
 sviluppo umano sostenibile nel ventunesimo secolo. Il Capitolo 
 13 dell’Agenda è interamente dedicato alla “Gestione degli 
 ecosistemi fragili – Sviluppo sostenibile delle montagne”.
 La motivazione di fondo di tale Capitolo ribadisce la 
 fondamentale importanza delle aree montane sotto i più diversi 
 aspetti, da quello economico a quello demografico, ambientale e 
 culturale. Le zone montuose rappresentano più di un quinto delle 
 terre emerse, ospitano il 10% della popolazione mondiale e 
 svolgono un ruolo determinante nell’ecologia del pianeta.
ANNO 
 DELLE MONTAGNE, LA MOTIVAZIONE
 “Le montagne – si legge nel Capitolo 13 – sono una fonte 
 importante di acqua, energia e biodiversità. Esse sono anche 
 fonte di risorse fondamentali come minerali, prodotti silvicoli 
 e agricoli, nonché luogo di ricreazione. Essendo tra i maggiori 
 ecosistemi rappresentanti la complessa e interrelata ecologia 
 del nostro pianeta, l’ambiente montano è essenziale per la 
 sopravvivenza dell’ecosistema globale”.
 Il vertice di Rio ha così segnato l’inizio di un processo a 
 lungo termine, volto a radicalmente modificare la situazione 
 delle aree di montagna (spesso oggetto di sfruttamento 
 indiscriminato) e delle popolazioni di montagna (spesso escluse 
 dai processi di sviluppo nazionale, specie nei paesi in via di 
 sviluppo).
 In sintonia con questi obiettivi la Conferenza Internazionale 
 “Mountain Research – Challenges for the 21st Century”, promossa 
 dall’UNESCO e tenutasi a Bishkek, capitale del Kirghizistan, nel 
 1996, ha proposto lo sviluppo sostenibile delle montagne come 
 tema di un anno internazionale. 
 L’idea si è presto trasformata in un programma concreto e nella 
 seduta plenaria del 10 novembre 1998 l’Assemblea Generale delle 
 Nazioni Unite ha proclamato l’anno 2002 “Anno Internazionale 
 delle Montagne”, affidando alla FAO il ruolo di agenzia leader 
 per la realizzazione del progetto.
 L’obiettivo di fondo venne individuato nel “promuovere la 
 conservazione e lo sviluppo sostenibile delle regioni di 
 montagna, assicurando così il benessere delle comunità montane e 
 delle popolazioni delle pianure”.
 L’Italia è stato uno dei paesi che si è attivato per primo, 
 costituendo il 17 gennaio 2000 il Comitato Italiano, sotto la 
 presidenza dell’on. Luciano Caveri, Deputato Valdostano al 
 Parlamento Europeo.
 Fra gli Enti partecipanti al Comitato vi è anche il CAI, oltre 
 al “Gruppo Amici della Montagna del Parlamento”, la “Fondazione 
 Courmayeur”, il “Comitato Ev-K2-CNR, la “Fondazione Angelini”, 
 il “Museo della Montagna Duca degli Abruzzi”, il “Filmfestival 
 Internazionale di Trento”, l’”Associazione Europea degli Eletti 
 della Montagna”, la “Federbim”, l’”Associazione Nazionale 
 Alpini” e la “Federazione Italiana Sport Invernali”.
ANNO 
 DELLE MONTAGNE, QUATTRO EVENTI MONDIALI
 Nel corso dell’anno sono previsti quattro grandi eventi sotto 
 l’egida dell’ONU:
 1) La conferenza multimediale (High Summit), che si svolgerà dal 
 6 all’11 maggio in contemporanea nei 5 continenti, Africa 
 (Nairobi), America del Nord (New York), America del Sud (Mendoza), 
 Asia (Katmandu), Europa (Milano, con terminali a Trento, Torino, 
 Aosta, Catania e Bormio), su 5 pilastri tematici: “Acqua”, 
 “Cultura”, “Economia”, “Rischi”, “Politica”.
 2) La Conferenza Mondiale dei popoli delle montagne, che si 
 terrà a Quito (Perù) in settembre;
 3) La Conferenza Mondiale sull’Ambiente a Johannesburg (Sud 
 Africa), dieci anni dopo Rio;
 4) La Conferenza conclusiva a Bishkek (Kirghizistan)
 La nostra Sezione ha ritenuto che i tre progetti sopra ricordati 
 fossero esattamente in linea con i principi di sviluppo 
 sostenibile delle aree e delle popolazioni di montagna 
 propugnati dall’ONU e sta cercando di realizzarli al fine di 
 lasciare un segno tangibile nel nostro territorio in un anno 
 così denso di significati simbolici.
Angelo Schena
Testo della conferenza tenuta il 27.2.2002 per i Lions 
 Sondrio Host, con la presenza del Lions Bormio e del Lions 
 Tellino.
OC-GdS11: altre. Perché farla fermare? Fate segno che passi. Voi passerete dopo).
