Greenpeace sulle emissioni: Matteoli più realista del re. Intanto in Amazzonia persa area di foresta grande come il Belgio
 Riceviamo 
 e pubblichiamo:
Greenpeace ha presentato alla Cop 10 di Buenos Aires 
 gli ultimi dati sulla distruzione dell’Amazzonia, che è 
 contemporaneamente vittima e responsabile dei cambiamenti 
 climatici.
 Un circolo perverso a cui contribuiscono tutti i Paesi con le 
 loro emissioni. “Anche l’Italia è responsabile della distruzione 
 dell’Amazzonia e non soltanto perché importa legno illegale. 
 Infatti, le nostre emissioni di gas serra come è ormai noto, 
 sono aumentate almeno del 9%”, precisa Roberto Ferrigno, 
 responsabile campagne di Greenpeace. “Il ministro dell’Ambiente, 
 impegnato attivamente nello smantellamento del quadro 
 legislativo italiano di tutela e salvaguardia ambientale, a 
 livello internazionale si mostra più realista del re. Infatti il 
 ministro Matteoli annuncia dalla Conferenza sul clima di Buones 
 Aires che l’Italia dice no a impegni vincolanti sulle riduzioni 
 per la seconda fase del protocollo di Kyoto e punta sul carbone 
 per le nuove centrali, oltre a proporre che il nucleare rientri 
 tra quei progetti finanziati dai Paesi sviluppati da adottare in 
 quelli in via di sviluppo per combattere il riscaldamento 
 globale. I costi di questa strategia alla fine ricadranno sui 
 cittadini che saranno chiamati in ogni caso a pagare per ridurre 
 le emissioni di gas serra che il governo ha lasciato aumentare 
 sperando fino all’ultimo che la Russia non ratificasse l’accordo 
 di Kyoto. Questa scelta irresponsabile si tradurrà quindi in una 
 tassa a carico degli italiani di almeno 300 milioni di Euro 
 all’anno solamente per l’utilizzo del carbone da parte 
 dell’ENEL”.
 Proprio i cambiamenti climatici e la deforestazione stanno 
 distruggendo la foresta primaria più grande al mondo, quasi 700 
 milioni di ettari in 9 Paesi, una superficie pari a quella degli 
 Stati Uniti.
 Questi gli ultimi dati sulla deforestazione:
 -nel periodo tra agosto 2003 e agosto 2004, secondo i dati 
 diffusi dal governo brasiliano, la deforestazione potrebbe aver 
 raggiunto un nuovo record. Abbiamo perso tra i 2.310.000 e i 
 2.440.000 ettari. Secondo le rilevazioni effettuate da 
 Greenpeace, il dato corretto sarebbe invece attorno ai 3 milioni 
 di ettari, un’area grande come il Belgio. Dal vertice di Rio del 
 1992 a oggi, invece, se n’è andata un’area grande come metà 
 della Spagna.
 - in Amazzonia si trova il 30% della biodiversità, una ricchezza 
 minacciata dal taglio illegale delle foreste, la costruzione di 
 strade, gli incendi e la deforestazione per far posto ad 
 allevamenti e coltivazioni estensive di soia.
 L’Amazzonia gioca un ruolo chiave nel ciclo dell’acqua, essendo 
 una riserva di anidride carbonica e possedendo il 20% dell’acqua 
 dolce mondiale. La rete fluviale di 100.000 chilometri dipende 
 dalle foreste, visto che il 50% delle precipitazioni nella 
 regione si producono grazie alle foreste pluviali.
 Una riduzione dell’umidità della foresta comporta una maggiore 
 vulnerabilità agli incendi. Deforestazione e incendi in 
 Amazzonia sono la principale fonte di emissioni di gas serra in 
 Brasile e causa dei cambiamenti climatici.
Gabriele 
 Salari
 GdS 30 XII 04  
www.gazzettadisondrio.it
