L’acquedotto usato a scopi energetici. Ma non é una novità. A Sondrio...

Prende forma il progetto dell'amministrazione di Villa di
Chiavenna, in
provincia di Sondrio, di utilizzare l'acquedotto per la
produzione di energia elettrica. Un proposito che risale
all'inizio dell'anno, visto che era già contenuto nella
relazione allegata al bilancio del febbraio scorso, ma che
solamente ora arriva ad un primo passaggio ufficiale. Ad aprile,
infatti, la giunta guidata da Silvana Snider aveva affidato un
incarico a un tecnico per uno studio preliminare di fattibilità
riguardante l'utilizzo idroelettrico dell'acquedotto e dello
scarico della centralina della Siec sul torrente Vertura. In
pratica, acque che già vengono sfruttate per lo stesso o per
altri scopi, verrebbero nuovamente utilizzate per produrre
energia per il comune incidendo poco sull'ecosistema. La giunta
in questi giorni ha esaminato il preliminare, che sarà lo
strumento attraverso il quale ricercare finanziamenti, per un
importo di 1 milione e 30 mila euro. Una cifra non copribile con
i fondi dell'amministrazione. Le possibilità di finanziamento
appaiono buone. La Provincia ha inserito il progetto
nell'accordo quadro Provincia-Regione per l'utilizzo dei fondi
del demanio acque.
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Complimenti. Ricordiamo comunque che ai
primi anni '80 l'ing. Dino Mazza, amministratore comunale di
Sondrio (sarebbe poi divenuto deputato) progettò gratuitamente
l'utilizzo idroelettrico di uno degli acquedotti del capoluogo,
quello del Morscenzo che in 18 km di condutture porta l'acqua
dalle sorgenti a quota circa 2200 al serbatoio del Santo a quota
circa 400. Si era calcolato che l'energia prodotta, con un costo
di impianto molto basso, avrebbe coperto tutte le necessità
degli stabili comunali. La cosa, pur approvata in Consiglio
Comunale, non ebbe poi seguito, e non ne conosciamo la ragione
ma sta il fatto che una via era stata aperta (NdR)



GdS 20 XI 05 
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