MI

I sogni ad occhi aperti

Caro Fritz,

alle vs. riflessioni sulle "foreste fluviali, bandiere verdi,
bandiere nere..."mi permetto di aggiungere il punto di vista di
un povero tananai valdambrino.


C'era una volta un fondovalle, verde, con campi curati, prati
sfalciati, fossi puliti.

C'erano una volta versanti vignati, e più su pieni di selve
incantate e più su boschi puliti, curati, rispettati.

Poi un tumultuoso "progresso" ha generato ciò che è dato vedere
adesso.

Un fondovalle lastricato di capannoni ove poco si produce ma
tanto si consuma, ove la campagna si riduce a isolotti sempre
più marginali e l'incolto speculativo attende nuovi affari, dove
i fossi puzzano di fogna.

Qualche versante vignato commuove e fa esultare, altri si
riempiono di rovi e di svelte betulle.

Appena oltre regna il caos vegetale, il bosco dimenticato, la
montagna abbandonata.

Incapaci di ragionare e trovare in valle le risposte ai tanti
perchè si è smarrito il buonsenso si affidano ai saperi della
metropoli le ricette per curare la valle, o meglio il tocco di
verde che si sposa giusto giusto con il bianco dei Mondiali ed
il rosso intenso dei conti. Sogno tricolore, fierezza italica.

Ed i saperi regionali studiano costosi progetti per fare i
boschi dai Bordighi al Golf di Caiolo.

E i dotti professoroni di Legambiente a fare gli sbandieratori
con i loro personalissimi taccuini.

Abbiamo assistito all'abbattimento delle floride "albere" alla
Castellina, poverette, ed abbiamo visto piantumare plotoni di
essenze pregiate con tanto di preservativo a protezione
dell'esile virilità.

E Legambiente eccitata giù a sbandierare; bandiera verde,
bandiera verde!

Peccato che appena piantate, un mesetto di caldo e la negligente
latitanza degli annaffiatoi ne abbia rese irrimediabilmente
secche, morte oltre la metà.

Legambiente; ci permettiamo di sussurrarvi di cambiar bandiera:
è bandiera seca, secca, morta.

E' bandiera nera, la volete capire. Ficcateci il naso.

E poi chi paga questo bel lavoro?

Con quali risorse?

A Delebio, Morbegno, Tirano aspettano incazzati una tangenziale!

Ai Trippi una tangenziale muore davanti ad un passaggio a
livello creando altrettanti incazzati.

Appena un po' prima la tangenziale è soffocata da una foresta
naturale, magnifica foresta dimenticata da ANAS, Regione,
Legambiente e Polizia Stradale ed alimenta nuove incazzature.

Il tananai vede, gli viene il magone, e si domanda: non sarebbe
ora di fermare questa ciclopica frana che vien su dalla bassa
usando le magre risorse ( il verbo berlusconiano ghe pensi mì e
forse diventato ghe n'è pù?) per piantare foraggio e mais in
fondovalle e rigenerare attività agricole e zootecnia in
rianimazione?

Non sarebbe il caso di curare i boschi che come blob dilagano
ovunque e produrre tanto di quella "biomassa vergine" da
scaldare tutta la valle.

E magari anche le chiappe dei professoroni di Legambiente,
perchè no!

cordialmente

"il
tananai"

 

Quel "tananai" che in tanti
conoscono per quel suo cappello d'alpino e per il suo lavoro
negli alpini e con gli alpini per gli altri si é messo a sognare
a occhi aperti, con quel buon senso del tempo andato che ha
consegnato alle nostre generazioni e a quelle più giovani un
territorio e un ambiente inviabili che loro hanno concorso in
parte a creare e in parte a conservare.

Fortunatamente senza lacci, lacciuoli, vincoli, timbti, carte
bollate e quant'altro. (NdD)



GdS 30 IX 04 
www.gazzettadisondrio.it

"il tananai"
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