Sud a rischio siccità? No é il Nord che potrebbe trovarsi senz'acqua

Sud a rischio siccità? Macchè, ci
sono riserve d’acqua anche per il prossimo anno. E’ il Nord che
a causa di un inverno con poca pioggia e poca neve potrebbe
trovarsi in difficoltà. Il punto sullo stato delle risorse
idriche è stato fatto nel corso della tavola rotonda,
organizzata a Roma dall'Associazione nazionale bonifiche
irrigazioni e miglioramenti fondiari (Anbi) con i segretari
generali delle Autorità di bacino e che si è tenuta alla vigilia
della settimana nazionale della Bonifica e dell'Irrigazione.
Eppure l'acqua è un bene fondamentale per garantire lo sviluppo
di tutto il Paese, ha sottolineato il neo presidente dell'Anbi
Massimo Gargano. Necessario, dunque, mettere a punto un ''nuovo
approccio'', che deve fare leva sul ''territorio'', vero fiore
all'occhiello del Belpaese e dal valore aggiunto inestimabile,
anche perché nessuno al mondo ''lo può clonare, neanche i
cinesi”. Dalle politiche fiscali a quelle di conservazione,
passando per maggiori finanziamenti: sono queste le richieste
dell'Anbi, per mettere tutti ''i protagonisti, tra cui i
Consorzi di bonifica, in grado di poter dare una mano al Paese”.
Da parte sua, l'Associazione rilancia la concertazione come
metodo principale per gestire l'oro blu. Una strada, quella
della gestione unitaria, che sono pronti a percorrere anche le
Autorità di bacino che sottolineano il trend negativo a mano a
mano che ci si avvicina al confine alpino. In particolare, i
bacini idroelettrici delle montagne del Nord Italia a fine marzo
hanno registrato percentuali di invaso pari solo al 22% della
capacità massima e nel Friuli Venezia Giulia, durante il primo
trimestre del 2005, le precipitazioni sono state inferiori
dell'80% rispetto alla media. Il che vuol dire che se
l'andamento fosse confermato anche ad aprile il deficit
pluviometrico sarebbe del 50%. Non va meglio in Veneto, dove le
vette tra i 2.000 ed i 2.900 metri hanno visto assottigliarsi il
manto nevoso di 90 centimetri, equivalente ad una flessione
delle precipitazioni del 25%. La Toscana conferma il calo delle
precipitazioni con un meno 30% tra gennaio e marzo, nonostante
tradizionalmente la regione sia caratterizzata ''da piene
rovinose in inverno e magre in estate”, spiega il responsabile
dell'autorità di bacino del Fiume Arno Giovanni Meduni,
ricordando il tragico alluvione del 1966 che ricoprì di acqua
Firenze e le cui immagini fecero il giro del mondo. D'altro
canto, non c'è troppo da stupirsi dato che anche una delle zone
più piovose d'Italia, il bacino idrografico del Serchio, ha
registrato un meno 35% delle piogge. Ma il Nord Italia non ha
solo bisogno di più acqua dato “perché ne consuma di più”,
spiega il segretario generale dell'Autorità di Bacino del Po
Michele Presbitero, ma ha anche bisogno di smetter di pensare
che “questa risorsa sia infinita e disponibile”. E così, per una
volta, il consiglio è che ad essere preso ad esempio sia il
Mezzogiorno per ''la cautela che ha sempre avuto nel rapporto
con la risorsa”.
Anbi



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