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I ghiacciai groenlandesi si sciolgono
nell'oceano a una velocità doppia rispetto a dieci anni or sono:


basterebbe ciò a causare il 17% del rialzo del livello
dell'acqua globale, che è di circa due millimetri e mezzo
l'anno. Lo sostiene una ricerca pubblicata su ‘Science’, che
conferma le osservazioni degli scienziati Gordon Hamilton e
Jason Box che, la scorsa estate, a bordo della nave di
Greenpeace, Arctic Sunrise, hanno scoperto l’allarmante ritmo di
fusione dei ghiacciai della Groenlandia. “E’ preoccupante la
velocità ed il fatto che trattandosi di ghiacciai terrestri che
immettono quindi ingenti quantità di acqua dolce in mare, la
densità dell’acqua marina si modifica portando in prospettiva ad
una possibile alterazione della Corrente del Golfo. Verrebbero
così confermati i rischi di possibili cambiamenti climatici in
Gran Bretagna e nella Penisola Scandinava, come previsto da
diversi climatologi” afferma Pippo Onufrio, direttore delle
campagne di Greenpeace.


A livello globale, l’innalzamento del livello del mare sta già
mettendo a rischio la vita dei piccoli stati del Pacifico e
dell’Oceano Indiano, ma anche in Bangladesh e in altri stati
costieri sono milioni le persone che vivono in aree che
potrebbero essere colpite da questo fenomeno.

“Bisogna fare presto, non c’è più tempo da perdere. Se non
passeremo dai combustibili fossili alle energie rinnovabili e ad
un miglioramento dell’efficienza energetica andremo incontro
sempre più a fenomeni climatici estremi e all’innalzamento dei
mari” spiega Onufrio.


Proprio ieri si festeggiava il primo compleanno del Protocollo
di Kyoto:

Stati Uniti e Australia continuano a ost
Greenpeace



GdS 20 II 06 
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